31 ottobre 2008

Radio private elvetiche, ecco gli esclusi dalle licenze

Ecco le decisioni del DATEC elvetico sull'attribuzione delle nuove licenze per stazioni radiotelevisive commerciali. Pubblico qui l'estratto dal comunicato del regolatore UFCOM, rimandandovi al testo completo per le notizie riguardanti la televisione. Nel testa a testa più serrato, quello per la regione di Zurigo, Radio Energy ha dovuto cedere il passo a Radio 24 e Zürichsee, mentre RMC Züri/Music First di Giuseppe Scaglione strappa la licenza di Radio 1 di Schawinski, anche se Radio 1 puà continuare a trasmettere grazie alla licenza ottenuta nella regione confinante di Zurigo-Glarona.

Concessioni radio e TV regionali: il DATEC attribuisce le 21 concessioni contese

Berna, 31.10.2008 - Il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC ha rilasciato le 14 concessioni per radio OUC e le 7 concessioni per TV regionali contese tra più candidati. Nel caso di due concessioni radio e di due concessioni per TV regionali la scelta è caduta su nuove emittenti, a scapito dei concessionari precedenti. Contro le decisioni è possibile inoltrare ricorso presso il Tribunale amministrativo federale.
Il DATEC ha attribuito il secondo gruppo di concessioni alle radio che trasmettono sulle onde ultracorte (OUC) e alle televisioni regionali. Esse riguardano le 15 zone di copertura che avevano suscitato l'interesse di due o più candidati. Dopo il rilascio, il 7 luglio 2008, di quelle concessioni per cui era stata presentata un'unica candidatura (27 concessioni radio e 6 concessioni televisive), questa delibera chiude la procedura di attribuzione.

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2 Radio

Mancata riconferma per un'emittente radiofonica del Lemano e una di Zurigo
In cinque delle 15 zone di copertura radio OUC sono state confermate le emittenti già titolari di una concessione. A Radio Cité di Ginevra, emittente complementare non commerciale, e Radio Grischa per la Svizzera sud orientale sono state nuovamente attribuite due concessioni con partecipazione al canone. Nelle tre regioni per cui sono previste altrettante concessioni senza partecipazione al canone, Arc FM nell'Arco giurassiano (di proprietà di Pierre Steulet, azionista principale di BNJ FM, emittente nata dalla fusione di Radio Fréquence Jura, RTN e Radio Jura Bernois), Radio Argovia nell'omonimo Cantone nonché Basel 1 e Radio Basilisk nella regione di Basilea hanno mantenuto la loro concessione.
Parallelamente, due delle emittenti precedentemente titolari di una concessione l'hanno persa a vantaggio di nuove emittenti. Nell'Arco lemanico, dove le concessioni senza partecipazione al canone da assegnare erano quattro, sono state riconfermate Radio Lac, Radio Lausanne FM e Rouge FM. La quarta concessione è rilasciata a Buzz FM (Stéphane Barbier-Mueller, Maurice Felix) e non più all'attuale titolare One FM (Overshop Holding SA). Nella regione di Zurigo tre candidati erano in lizza per un'unica concessione senza partecipazione al canone. RMC Züri (Music First Network SA di Giuseppe Scaglione) strappa la concessione a Radio 1 (ex Radio Tropic, da ottobre 2007 di proprietà di Roger Schawinski), che tuttavia ha ottenuto una concessione per la regione Zurigo-Glarona e può dunque continuare a diffondere. Per quanto riguarda le altre due concessioni senza partecipazione al canone per la regione Zurigo-Glarona non si segnalano cambiamenti: Radio 24 e Radio Zürichsee si aggiudicano nuovamente una concessione. Radio Energy (al 51% Ringier SA) si ritrova invece a mani vuote.

2.1 Arc lémanique

L'offerta informativa di Buzz FM è maggiore di quella di One FM

Le candidature di Radio Lac, Rouge FM e Lausanne FM sono state giudicate le migliori, anche se per motivi diversi: le prime due hanno previsto prestazioni informative convincenti, mentre Lausanne FM si è distinta per le ottime condizioni di lavoro e l'offerta nel campo della formazione e del perfezionamento. Dal punto di vista dei fattori input, il valore delle indicazioni fornite da One FM non è inferiore all'offerta di Lausanne FM; è tuttavia nei fattori output che emergono lacune rispetto alle altre candidature. Il formato fortemente orientato all'intrattenimento di One FM dà poco spazio alle prestazioni informative, contrariamente a quanto richiesto nella pubblica gara. Buzz FM è quindi stata preferita a One FM, poiché presenta una programmazione innovativa incentrata su trasmissioni di tipo informativo. Nessuna chance per Léman Local Radio, candidatasi con un programma in lingua inglese.
2.2 Zurigo-Glarona

Forte sostegno a Radio 1

Radio 24 e Radio Zürichsee hanno inoltrato dossier di candidatura molto validi e tra i cinque candidati sono risultate chiaramente le migliori. Nel caso della terza concessione, la candidatura di Music First Network SA è stata automaticamente esclusa, essendo questa emittente già titolare di due concessioni (Jugendradio Music First e RMC Züri). Ai sensi della LRTV, infatti, un'azienda non può ottenere più di due concessioni radiofoniche. Tra le restanti Radio Energy e Radio 1 la scelta è stata ardua: Radio Energy è risultata migliore in termini di input, Radio 1 in termini di output. Radio 1 ha infine ottenuto la concessione soprattutto grazie all'elevata credibilità editoriale e al forte sostegno emerso in occasione dell'indagine conoscitiva. Anche se le due candidature fossero state giudicate oggettivamente di pari valore, il criterio imposto dalla legge, secondo cui la preferenza è data all'azienda indipendente, avrebbe giocato a favore di Radio 1 e contro Radio Energy, di proprietà della Ringier SA.

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KSQQ San Jose, portoghesi alla fine del mondo

In una camera da letto della casa dei miei parenti di Palo Alto (cugini di mio padre, persone molto care per un ramo della famiglia scarsamente popolato da sparuti figli unici) c'è una di quelle vecchie radiosveglie se non sbaglio della Philips americana. Quando dormo in quella stanza, in occasione delle mie rare visite nella Silicon Valley, anche se ho sempre con me un portatile da viaggio preferisco sintonizzarmi su quella radiosveglia per ascoltare le voci delle stazioni locali. La comunità della Valle è una delle più variegate e la radio riflette questa multietnicità. Mi ha sempre colpito la presenza di una voce in portoghese. Una presenza fatta dell'immancabile fado e della dignitosa mestizia di chi ha dovuto allontanarsi da casa per inseguire qualcosa di meglio. Avevo sempre pensato che gli emigrati lusitani fossero concentrati sulla costa Atlantica, nel Maine soprattutto.
Invece no, questo reportage del network commerciale TSF parla proprio del picccolo gruppo di stazioni che trasmettono musica e programmi portoghesi a una comunità di 400 mila lusitani nella California centrosettentrionale. La pagina che riporta la corrispondenza ha anche il link all'audio della giornalista Maria Augusta Casaca. Il proprietario di questo microimpero mediatico basato a San José, qualche decina di miglio dalla casa dei cugini, una tranquilla città satellite di San Francisco che interpreta in chiave hi-tech lo spirito pionieristico del Far West, si chiama Baptista Vieira ed è arrivato in California dalle isole Azzorre. Si dichiara repubblicano, ma è convinto che questa volta Barack Obama la spunterà. Le sue stazioni, dice, sono apolitiche, ma in occasione di campagne elettorali così importanti presta spesso i suoi microfoni ai politici di origine portoghese, invitando gli ascoltatori ad andare a votare per far rappresentare i propri interessi. Si portano dietro il loro Portogallo - e la loro lingua aspra, lirica e triste - ovunque vadano, come un piccolo bagaglio di radici portatili. Un po' come faccio io con la radio, forse per rimpiazzare delle radici a volte scomode da portare, soprattutto di questi tempi. Lo slogan della rubrica Reportagem di TSF, che quest'anno celebra i 20 anni "de paixão da rádio" riflette l'ossessione lusitana per il viaggio, un oltremare che può sembrare tanto una fuga come un eterno ritorno. “Vamos ao fim da rua, vamos ao fim do mundo”.

Uma rádio portuguesa em São José, na Califórnia

A reportagem da TSF foi até São José, na Califórnia, escutar a rádio comercial portuguesa. O proprietário garante que chega até cerca de meio milhão de portugueses, mas prefere não envolver a rádio em política, embora entreviste os candidatos a senadores luso-descendentes. Assumindo-se como republicano, está convencido que Barack Obama vai ganhar.
Assim que se entra nesta rádio, em São José, ouve-se música portuguesa. As instalações ficam nas traseiras de um edifício, mas a rádio comercial portuguesa orgulha-se de chegar até meio milhão de portugueses, na Califórnia.
Para além da música, passa notícias, mas ao contrário de muitos meios de comunicação social nos Estados Unidos, esta rádio não toma o partido de nenhum candidato, tentando apenas entrevistar os políticos portugueses, sendo que, só na Califórnia, há três congressistas luso-descendentes.
«Tanto no Congresso, como no Estado da Califórnia e nas cidades, já há muitos políticos portugueses a governar. Estamos em contacto com eles, pois vêm à rádio e entrevistamo-los», disse o proprietário da rádi, que tem cinco estações radiofónicas na Califórnia.
Baptista Vieira veio dos Açores há 54 anos e começou por ordenhar vacas, mas actualmente tem um império na construção civil e noutros negócios.
No seu escritório, são visíveis fotografias em que está ao lado de Mário Soares e de Ramalho Eanes. George Bush, o pai, também lhe enviou um louvor quando foi presidente dos Estados Unidos.
Apesar de ser um republicano assumido, Baptista Vieira revela que, por vezes, já tem votado nos democratas, mas desta vez está convencido que a vitória é certa para Barack Obama.
A propósito da possível vitória do candidato democrata, o proprietário da rádio afirmou que, «se ele for o nosso presidente», vai respeitá-lo, acrescentando que «muita gente não gosta muito» do Obama, mas que a juventude está mais direccionada para ele do que para MCcain».
Em tempo de eleições, a rádio em São José faz sempre um apelo para incentivar a comunidade portuguesa a votar, mas depois do dia 4 de Novembro, a política não será música para esta rádio.
publicado a 2008-10-29

Para mais detalhes consulte:
http://www.tsf.pt/PaginaInicial/Internacional/Interior.aspx?content_id=1035712

30 ottobre 2008

Svizzera, cambia lo scenario dell'emittenza privata

Domani Moritz Leuenberger, a capo del Dipartimento (ministero) elvetico per l'ambiente, trasporti, energia e telecomunicazioni annuncerà pubblicamente i nomi dei vincitori delle concessioni radiotelevisive commerciali. Da questo annuncio emergerà il quadro dei prossimi dieci anni di emittenza privata in Svizzera. In alcune delle regioni radiofoniche in cui è stata suddivisa la Confederazione le richieste hanno superato la disponibilità di licenze e qualcuno sarà inevitabilmente tagliato fuori. Tra i nodi più intricati quello del ricco bacino di utenza zurighese. Ho selezionato l'articolo di Le Temps e della Neue Zurcher Zeitung per uno sguardo di insieme sulla Svizzera francese e quella tedesca (non mi pare che per l'italiana e Grigioni ci siano gli stessi conflitti di assegnamento).
Cercherò di seguire l'annuncio di Leuenberger e di tenervi aggiornati. Sarà interessante vedere se Sylvio Bernasconi, presidente della squadra di calcio del Neuchâtel Xamax la spunterà con i suoi progetti televisivi...
Le jour où le paysage audiovisuel suisse va changer de visage

Moritz Leuenberger annonce demain les noms des radios et télévisions régionales qui bénéficieront de concessions officielles pour dix ans au moins. Tour d'horizon des enjeux.

Laurent Caspary
Jeudi 30 octobre 2008

Demain, mine de rien, Moritz Leuenberger va marquer le paysage audiovisuel de la Suisse de ces dix prochaines années. Au moins. Le conseiller fédéral, chef du Département de l'environnement, des transports, de l'énergie et de la communication (DETEC), annoncera en effet les bénéficiaires des concessions de radios et télévisions locales dans les régions où plusieurs concurrents sont en lice. Si la décision finale incombe au chef du DETEC, celui-ci s'appuie sur les recommandations émises par un groupe d'une dizaine d'experts de l'Office fédéral de la communication (Ofcom).
La bataille fait rage et le petit monde audiovisuel local est en ébullition dans plusieurs régions du pays. A la clé, souvent, la survie pure et simple d'une chaîne ou d'un projet et, dans le cas de l'octroi d'une concession, de l'argent - parfois plusieurs millions - provenant de la redevance fédérale. Car la nouvelle loi sur la radio et la télévision (LRTV) prévoit de redistribuer aux diffuseurs régionaux davantage d'argent que par le passé. Ainsi, les télévisions locales de Suisse se partageront 32 millions (contre 7 auparavant), tandis que les radios toucheront 16 millions au lieu de 9,5. Tour d'horizon des enjeux en Suisse romande.

• Guerre des ondes radios

Pour les radios, la redevance est presque secondaire. En effet, la bande FM n'est pas extensible et est déjà surchargée. «Il n'y a presque plus de place», confirme Caroline Sauser, porte-parole de l'Ofcom. Obtenir une concession, c'est obtenir une place sur la bande FM et donc l'assurance d'avoir un potentiel d'auditeurs. Sans concession officielle, les radios peuvent continuer d'émettre via Internet ou le câble, et éventuellement déposer une demande de concession DAB (Digital Audio Broadcasting), encore peu captée. Autant dire qu'être présent via les ondes hertziennes est actuellement le seul garant d'une viabilité économique.
Le 7 juillet, des concessions non disputées ont déjà été attribuées à Radio Chablais (zone Chablais), Rhône FM (zone Bas-Valais), Radio Fribourg (zone Fribourg), Canal 3 (zone Bienne) et BNJ FM (zone Arc jurassien). Pour cette dernière zone, une seule demande de concession avec redevance a été déposée par BNJ FM (qui regroupe les trois radios de l'Arc jurassien RTN, RFJ et RJB du bouillant Pierre Steulet) qui l'a donc logiquement obtenue. Deux demandes de concessions sans redevances ont également été déposées par Arc FM -où l'on retrouve Pierre Steulet- et deux radios, neuchâteloise et jurassienne, diffusées via Internet et le câble, regroupées dans le projet appelé Première Lune (LuNe).
A Genève, deux radios sont en concurrence. Radio Cité, autrefois «radio des Eglises», est aujourd'hui professionnalisée et compte notamment dans ses rangs l'ex-journaliste star de la RSR, Pascal Décaillet. Meyrin FM, lancée en 1994 par des jeunes passionnés, lui dispute la concession. La zone «Arc lémanique» (Genève-Villeneuve-Yverdon) est au bénéfice de quatre concessions pour six demandes. Deux pôles se font face. D'un côté on trouve la vaudoise Rouge FM et la genevoise Radio Lac, propriétés de l'homme d'affaire Hugues de Montfalcon (LT du 15.03.2008), de l'autre, le pool représenté par One FM et LFM (ex-Lausanne FM).

• Stations favorites

Ces quatre stations sont les grandes favorites. Mais à Genève, la bataille est plus âpre. La ville de Genève a en effet pris fait et cause pour Buzz FM, dans laquelle on trouve le promoteur immobilier Stéphane Barbier-Mueller, également actionnaire de la TV locale Léman Bleu, menaçant ainsi l'historique Radio Lac. Dernier acteur, la station en langue anglaise Léman Local, pilotée par le président du Ge-Servette HC, Hugh Quennec, qui semble avoir peu de chance.

• TV historiques menacées

Les chaînes de TV locales concessionnées auront, outre une part de la redevance, l'assurance d'être diffusées par les cablo-opérateurs de leur région. Les télévisions écartées ne toucheront aucune redevance mais peuvent continuer d'exister sur Internet et négocier elles-mêmes avec les cablo-opérateurs leur diffusion. Des conditions qui rendent leur existence économique très aléatoire. En Suisse romande, Léman Bleu à Genève et Télébielingue à Bienne ont déjà reçu une concession. Elles étaient seules en lice dans leur région. Les trois autres zones de diffusion sont fortement disputées.

• Ambiance délétère

A commencer par celle qui réunit, curieusement, Vaud et Fribourg qui voit s'affronter deux projets. Le premier, favori, est porté par les télévisions régionales dites «historiques» (TVRL, ICI TV, etc.) alliées à la ville de Lausanne, à Edipresse (éditeur du Temps à 44, 7%) et le groupe fribourgeois Saint-Paul (éditeur de La Liberté). Le second projet, qui joue le rôle d'outsider, est celui porté par Hugues de Montfalcon, propriétaire des radios Rouge FM et Radio Lac.
Dans l'Arc jurassien, on retrouve Pierre Steulet, allié au président de Neuchâtel Xamax, Sylvio Bernasconi, dans le projet Arc TV,qui affronte la télévision historique neuchâteloise Canal Alpha. Enfin, en Valais, la concession oblige une diffusion en deux langues. Une véritable coalition de la quasi-totalité des médias locaux s'est regroupée autour du patron haut-valaisan de Radio Rottu, Christian Stärkle, pour disputer au diffuseur historique Canal 9 - première télévision locale de Suisse, fondée en 1983 - la fameuse concession, le tout dans une ambiance des plus délétères.

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30. Oktober 2008, Neue Zürcher Zeitung
Das Warten hat ein Ende

Am Freitag ist es so weit: Die begehrten Radio- und Fernsehkonzessionen werden vergeben. Im Zentrum steht die Frage, ob alles beim Alten bleibt oder Neubewerber eine Sendelizenz erhalten.

ras. Die Ungeduld und Spannung in der Medienbranche ist gross. Denn seit Monaten warten die Bewerber für eine Lokalradio- oder Lokalfernsehkonzession auf den Entscheid aus Bern, ob sie auf Sendung bleiben dürfen oder ob sie neuen Akteuren Platz machen müssen. Die lange Unsicherheit ob der weiteren Zukunft sei eine Belastung für alle Betroffenen gewesen, sagte jüngst Jürg Bachmann, Präsident des Schweizerischen Privatradioverbandes. Die Konzessionierung dauerte länger als erwartet. Warum? Weil das Bundesamt für Kommunikation juristisch gut begründete Entscheide vorlegen will. Es versucht sich zu wappnen gegen allfällige Einsprachen leer ausgegangener Bewerber. Denn solche würden die Zulassung der Sender weiter verzögern. Das langjährige Gezerre um die Jugendradiokonzession, die schliesslich an Giuseppe Scaglione ging, blieb wohl allen Betroffenen in schlechter Erinnerung.
Nun wird also am Freitag Bundesrat Leuenberger die Konzessionsentscheide bekanntgeben. Man wird sehen, ob sich alle drei etablierten Stationen von Zeitungsverlegern gegen die drei Herausforderer behaupten können. Das grosse Interesse an den Radiofrequenzen zeigt jedenfalls, dass die herkömmlichen Medientechniken – trotz Internet- und Hightech-Euphorie – keineswegs zum alten Eisen gehören. Nicht zuletzt kann man mit UKW-Radios ansehnliche Gewinne machen. Vier kommerzielle Konzessionen werden vergeben: drei für den Raum Zürich/Glarus (1,5 Millionen Einwohner), eine für Zürich und Umgebung (920 000 Einwohner).

Die neuen Bewerber

Behaupten müssen sich Radio 24 (Tamedia), Energy (Ringier, NRJ Suisse) und Radio Zürisee («Zürichsee-Zeitung») gegen die Bewerbungen von Roger Schawinski (Radio 1), Giuseppe Scaglione (Betreiber der Kabelradios 105 und Monte Carlo) sowie von Oliver Flueckiger und Frederik Stucki. Bereits neu konzessioniert wurden am 8. Juli 2008 die alternativen Radios Lora (Zürich) und Stadtfilter (Winterthur), da sich für diese Frequenzen keine Konkurrenten gemeldet hatten.
Giuseppe Scaglione entwarf zwei Projekte: 105züri richtet sich an die 15- bis 40-Jährigen im Raum Zürich/Glarus. Neben Informationen will Scaglione ein klar an Neuheiten orientiertes Musikprogramm mit einem Fokus auf Schweizer Produktionen senden; kein Song soll älter als sechs Monate sein. Zudem darf das Publikum mitbestimmen. Es kann via Internet seine Meinung kundtun oder gar eigene Songs hochladen. Journalistischer Nachwuchs soll durch eine Kooperation mit dem Medieninstitut der Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschaften gefördert werden.
Sein Gesuch für Zürich und Umgebung positionierte Scaglione etwas anders: RMC Züri, eine Weiterentwicklung seines Kabelradios Monte Carlo, richtet sich wie Schawinskis Radio 1 an die 30- bis 60-Jährigen. Auch hier soll das Publikum via Mobiltelefon oder Internet das Musikprogramm mitgestalten können. Moderne Stile wie Lounge, Chill-out, Nu Jazz, Funk oder World-Music werden zum Zug kommen. Zudem stellt das Gesuch Nachrichten in englischer, französischer und italienischer Sprache in Aussicht.
Im Visier des Projekts ZüriLive sind die 15- bis 39-Jährigen, die man mit mehrheitsfähigem Pop und Black Music unterhalten will. Die Initianten haben vor, das Informationsverhalten der Internet-Ära aufs Radio zu übertragen. Laut dem Gesuch werden mobile Reporter – ausgerüstet mit Roller, Laptop und mobilem Breitband-Internet – rund um die Uhr im Sendegebiet unterwegs und auf der Suche nach Geschichten sein. Das Radioangebot will man nahtlos verknüpfen mit einer Website, wo der Nutzer das Musikprogramm nach persönlichen Vorlieben anpassen kann. Hinter ZüriLive stehen Oliver Flueckiger, Student der Betriebswissenschaft und ehemaliger Mitarbeiter bei einem Aargauer Jugendradio, sowie Frederik Stucki, ehemals Chef des Bieler Radios Canal 3 und von ExtraBern.

Gewohnheitsrechte und Vielfaltsprinzip

Roger Schawinski hat für beide Senderäume ein Gesuch eingereicht. Sein Hauptinteresse gilt aber dem grösseren Gebiet Zürich/Glarus, das mit seinen 1,5 Millionen Einwohnern ökonomisch mehr hergibt. Schawinski oder Scaglione haben aber nur eine Chance, wenn ein etabliertes (Verleger-)Radio von Staates wegen den Stecker herausziehen oder kürzertreten müsste bzw. das kleinere Sendegebiet erhielte.
Umstritten ist zudem die Konzession fürs Lokalfernsehen. Tele Züri muss sich bewähren gegen das Gesuch des Winterthurers Günter Heuberger. Der Besitzer von Radio Top und Tele Top bewirbt sich in zwei Konzessionsgebieten, in der Region Nordwestschweiz und in der Region Ostschweiz. Damit steht er zwei grossen Medienhäusern auf die Füsse: in Zürich dem Tele-Züri-Betreiber und «Tages-Anzeiger»-Verleger Tamedia, im Osten mit Tele Säntis dem «St. Galler Tagblatt» (NZZ-Gruppe), welches Tele Ostschweiz betreibt. Wer die Konzession für Zürich bekommt, hat die Pflicht, ein Programmfenster für den Raum Schaffhausen zu betreiben. Dafür erhält er Gebührengelder in Höhe von 1,5 Millionen Franken. Wenn Tele Züri leer ausginge, hätte es die Möglichkeit, weiter zu senden. Ohne Konzession könnte es allerdings in den Kabelnetzen keine Aufschaltung erzwingen. Es wäre dem freien Markt ausgesetzt.
Wird Bundesrat Leuenberger die bisherige Ordnung aufbrechen? Können sich die Verleger auf ein Gewohnheitsrecht berufen? Zweifellos dienen ihre Lokalradios dazu, ihre Stellung multimedial abzusichern. Auf der kommerziellen Ebene sind denn auch medienübergreifende Konzernstrategien zu erkennen. Da verfügt etwa Tamedia auch dank Tele Züri über diverse Vorteile. Ein Entzug einer Konzession liesse sich aber zumindest aus antikonzentrationsrechtlicher Sicht aus dieser Sachlage kaum ableiten. Oder sollen neue Akteure eine Chance erhalten? Letztgenannte argumentieren in ihren Gesuchen denn auch mit dem Vielfaltsprinzip: Dank ihnen sollen die «Grossmachtpläne» der Medienhäuser Tamedia und Ringier durchkreuzt werden. Gemäss dem Radio- und Fernsehgesetz hat ein Herausforderer nicht von vorneherein die besseren Karten als die medialen Matadore. Wenn nämlich mehrere Bewerbungen vorliegen, soll derjenige den Zuschlag erhalten, der am besten in der Lage ist, den Leistungsauftrag zu erfüllen sowie die Meinungs- und Angebotsvielfalt zu bereichern. Hauptkriterium für den Zuschlag ist also die Erfüllung des Leistungsauftrags (siehe Kasten).

Oggi la Guerra dei Mondi compie 70 anni


Della "Guerra dei mondi" si è scritto e detto tanto. Settanta anni fa (era il 30 ottobre del 1938, un anno schifosetto in Europa) la "fiction" radiofonica messa in scena da un giovane Orson Welles rivoluzionò per sempre i linguaggi della drammaturgia. La "Guerra" ha cambiato tutto: niente, nella radio, nel cinema e nella futura televisione, è stato uguale al passato.
Mi scuserete la banalità, ma mi sembrava opportuno ricordarlo. In fondo a questa breve rievocazione della CBS trovate il link all'audio originale del capolavoro del Mercury Theatre. E a seguire, l'articolo di El Pais che parla delle analoghe rievocazioni in onda in questo momento su Radio Nacional de España questa sera (confidiamo nei podcast, la SER per esempio fa sapere che l'audio della produzione curata da Radio Nacional verrà messo a disposizione di altre emittenti e sarà disponibile nella pagina RSS del programma Hora 25).

'War Of The Worlds' Celebrates 70 Years

1938 Radio Broadcast Sent Masses Into Panic

CHICAGO (CBS) ― It was 70 years ago Thursday, on Oct. 30, 1938, that the radio play "The War of the Worlds," starring Orson Welles, aired on CBS Radio. The live drama employed fake news reports, but it wasn't taken so lightly as today's consumers might take, say, "The Onion" newspaper. Rather, it panicked some listeners who thought its portrayal of a Martian invasion was true. The radio play was adapted from science fiction writer H.G. Wells' 1898 novel. Orson Welles, who also wrote "Casablanca," was both director and narrator along with a cast of actors pretending to be reporters on the scene.
Over the years, there have been multiple versions — from a 1953 movie to a 1988 PBS broadcast on the 50th anniversary of Welles' Mercury Theater production, and most recently, a special effects-laden 2005 movie starring Tom Cruise. The original radio broadcast famously sparked panic across the United States, as listeners who missed a warning that the program was fiction mistook it for actual news.
It was material such as this that had a lot of people in a panic on the evening before Halloween, 1938: "Now they're lifting their metal hands. This is the end now. Smoke comes out, black smoke, drifting over the city. People in the streets see it now. They're running towards the East River, thousands of them, dropping in like rats."
Could such a panic happen today? With television, the Internet, e-mail and text messaging having joined radio as major sources of news, it would be hard for people to pin too much faith on a single radio broadcast. The 1898 novel addressed England's fading role as a superpower and the 1938 broadcast played on uneasiness as Adolf Hitler revved up Germany for World War II. Today, the story might evoke fears of a terrorist strike.
LISTEN TO THE COMPLETE SHOW: "The War of the Worlds"
QUIZ: 'War Of The Worlds' Brainteasers

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La radio española recrea hoy 'La guerra de los mundos' de Welles

El relato ficticio a través de las ondas de la llegada de los extraterrestres a la Tierra desató el pánico en Estados Unidos hace 70 años

EFE / ELPAÍS.com - Los Ángeles / Madrid - 30/10/2008

Tal día como hoy pero de hace 70 años el pánico se adueñaba de Estados Unidos con la emisión de la adaptación radiofónica que Orson Welles hizo de la novela La guerra de los mundos de H.G. Wells. Sesenta minutos de radio que narraban la llegada de los marcianos a Grover's Mill (Nueva Jersey) y la destrucción de las ciudades, quemadas con rayos mortíferos, en su camino hacia Nueva York. Para celebrar esta efeméride, las principales cadenas de radio españolas recrearán esta noche la célebre emisión de la CBS.
La versión del relato radiofónico -radiado en la tarde previa a la noche de Halloween de 1938- tendrá lugar en el Teatro Mira de Pozuelo de Alarcón (Madrid) y en ella participarán voces conocidas como las de Luis del Olmo, Juan Ramón Lucas, Primitivo Rojas, Ángeles Afuera, Juan Manuel Gozalo y José Manuel Alfageme, ayudados de música y efectos especiales en directo.
Los oyentes podrán escuchar la adaptación a partir de las 21.00 horas. Radio Nacional de España (RNE) facilitará la señal al resto de emisoras. En la Cadena SER, un especial cubrirá el acontecimiento desde las 20.00 horas.
La idea de este homenaje a Orson Welles partió de la Academia de las Artes y las Ciencias Radiofónicas de España, y en él intervienen RNE, Cadena SER, COPE, Onda Cero, Punto Radio, Intereconomía y Onda Madrid. Según el presidente de la Academia, Jorge Álvarez, este tributo a Welles, que también van a hacer las grandes cadenas de radio de otros países, servirá para fijar en España el 30 de octubre como el Día de la Radio.
En 1938, la radio era el medio de comunicación estrella. El 30 de octubre de ese año millones de personas sintonizaron la CBS a las nueve de la noche, pero quienes no escucharon el mensaje inicial, en el que se aclaraba que lo que venía a continuación era la adaptación radiofónica de la obra de H.G. Wells, vivieron una auténtica pesadilla.

"La evidencia de la decadencia" para Hitler

Todo comenzó como un falso noticiario hasta que una interrupción en el programa, con la intervención del profesor Pearson (Welles), de la Universidad de Princeton, sembró el pánico con el anuncio de "explosiones de gas en el planeta Marte". Después llegó la supuesta muerte de 1.500 personas a causa del choque de un meteorito contra la Tierra, en realidad, el cilindro metálico en el que viajaban los marcianos.
Welles, un joven de 23 años, provocó el caos. Había nacido uno de los cineastas más importantes e influyentes del siglo XX.
Él y sus compañeros del Teatro Mercury de Nueva York, desde donde se emitió el programa, lamentaron poco después que su fantasía hubiese provocado "algo de aprensión", pero convirtió a Welles en una celebridad, lo catapultó a Hollywood y dio origen a su ópera prima, Citizen Kane (1941), citada a menudo como la mejor película de la historia.
Para crear esta angustiosa atmósfera, Welles contó con la ayuda del guionista Howard Koch, a quien le dijo: "Dramatiza esto (la novela de Wells) en forma de boletín de noticias, como si estuviera ocurriendo ahora mismo". Koch no era un cualquiera. Escribió Casabanca cuatro años después.
En un contexto en el que en Europa se alzaba la Alemania nazi, lo que ocurrió en EE UU, signo de la importancia de los medios de comunicación de masas, llegó incluso a oídos de Adolf Hitler: "Es la evidencia de la decadencia y la condición corrupta de la democracia", dijo.
"Recuerden en los próximos días la terrible lección que han aprendido esta noche: (...) si su timbre suena y no hay nadie allí, no era ningún marciano, esto es Halloween". Así despidió el genio de Welles el espacio, que acababa de hacer historia.


L'SDR entra nelle radioline cinesi


Da poche settimane (grazie ad Andrea Russo per la segnalazione) i negozi cinesi di eBay offrono per una sessantina di dollari una nuova radiolina Degen. E' siglata DE1123, copre le onde corte, può riprodurre l'MP3 e registrare in WAV ed è basata su un chip Silicon Labs, l'Si473x che implementa in DSP una media frequenza digitale. E' un piccolo pezzo di SDR da 10 centimetri per 7 (e poco più di un centimetro di spessore). C'è purtroppo una piccola difficoltà di ordine commerciale. I negozi cinesi online ormai si rifiutano di spedire la merce in Italia, dove le autorità doganali respingono al mittente l'elettronica non marchiata CE. Dovete avere un indirizzo da qualche altra parte, per esempio in Svizzera. Non so se funzionano servizi di drop box americani come Borderlinx o Shopanyamericanstore che offrono di rispedire agli acquirenti non americani la merce acquistata sugli online shop USA. Ma qualcosa mi dice che i solerti doganieri tendono a bloccare soprattutto le spedizioni dall'estremo oriente.
Tornando al 1123, non deve essere una grande radio, è priva dell'SSB necessaria per ascoltare i radioamatori e non ha una presa d'antenna esterna, ma il chip Silicon Labs è interessante e fa parte di una famiglia di soluzioni che probabilmente si convertirà in ulteriori modelli di ricevitori. Assisteremo anche a una evoluzione verso le demodulazioni digitali? Sarebbe interessante. Ecco dagli Stati Uniti una prima impressione sul nuovo exploit orientale scritta da una radioappassionata, Emily Keene che sembra essere soddisfatta del rendimento in ricezione.

I got my DE1123 yesterday, In fact, as I was posting on another radio site, the amazingly attentive eBay seller, Tquchina, read my comments about waiting for the radio, actually tracked my package and sent me an email to let me know that my package was at the post office, where I was able to pick it up. First of all, I am a person who really likes radios that do a lot of things. I have a collection of those old multiband radios that try to do everything - the more bands the better! - and I LOVE them. I have one of those icom R3 radios that was created in that same spirit, and I don't care what the reviewers said about it - I really enjoy playing with the thing. That said, I was attracted to this radio because it did so many things, and I am not at all disappointed. First of all, it is a very attractive little radio that is nearly flat and would fit into almost any pocket. It comes with an English language manual which is extremely easy to follow in spite of the sometimes amusing translation. There are 3 rechargeable AAA batteries ( pre-charged and ready for action ), a carry pouch, a USB cord, earbuds, and a small wall charger that attaches to the USB cord. The radio is ergonomic heaven - it is totally intuitive, and I had no trouble trying out all the functions. I like the 1121 a lot, but it is extremely complicated to use. The 1123 doesn't do everything the 1121 can do, but what it does, it does well. The MW band is outstanding - this evening from my home right outside of NYC, I heard Charlotte NC, Cleveland, Nashville, and the sometimes elusive semi-local Hartford Connecticut without any effort. FM and MW have no bleed-through, so even the strongest stations don't cover up neighboring frequencies. The FM is fine - nice stereo sound, and quite good reception.The test stations I use, which only the "good" radios pick up here, were all there. The SW was a great surprise - lots to listen to and very little noise to detract from the clear, surprisingly steady reception. I loaded up the mp3 section of the radio with my favorite music - there was a lot of memory available, and I was able to use the Windows Media Player to transfer files to the 1123 with no problem. There was no extra software to load. The tracks sound great, and are easy to access. I recorded WAV files from the radio bands, and this was extremely easy to do - you just press a button as if it were a tape recorder.The files are a bit muddy-sounding and the manual is right - this recording works best with the volume turned way up. If your primary interest is to record music from the radio, this radio is probably not ideal since the WAV files are not high fidelity. If you want to record speech,or if you aren't fussy about the sound quality of your music, then all is well. The display has a 12 or 24 hour clock ( selectable ), the date is displayed, and there is an attractive green backlight. There is a speaker which doesn't sound too bad, but obviously, the included earphones are a major improvement. There is no SSB, there is only rudimentary push-button tuning, there is no bandwidth nor tone adjustment possible, and the mp3 files are not named, so you need to remember what number folder your files are in. The buttons that control the mp3 playback system are on a strange 3 second delay, so you need a little patience to access the files, but the process itself is very simple. My verdict - this is a handy, fun-filled entertainment center for casual radio and mp3 listening and some DXing, especially on MW and SW. As a radio-ipod hybrid, it is very satisfactory. As a radio recorder, it is efficient and easy to use, but the sound quality could be better. Am I glad I bought it? Absolutely!

Il baseball, visto da Enrique

Che la radio potesse fare a meno di "immagini" è una banalità. Ma è possibile farne a meno anche per un radiocronista sportivo? Enrique Oliu il baseball riesce a commentarlo benissimo senza vederlo. Come scrive la Associated Press in questa corrispondenza Enrique questo sport lo "respira". Non vedente dalla nascita, Enrique Oliu è arrivato negli Stati Uniti dal Nicaragua per studiare in un istituto per ciechi e ha imparato tutto di uno sport dal corpus statistico particolarmente intricato. Non c'è dettaglio che gli sfugga sui complessi parametri che servono a valutare con precisione il rendimento stagionale di ciascun giocatore. Nel baseball non contano solo i punti segnati, ma le percentuali registrate sui tiri validi, le corse in base, insomma una miriade di dati che Enrique conosce a memoria. Il suo mestiere è molto delicato, per uno sport fatto di azioni molto rapide inframmezzate da lunghe pause. Oliu (ironia del linguaggio) è un "color analyst", la figura che affianca il radiocronista vero e proprio e suggerisce dati statistici e, per l'appunto, cronaca di colore. Di solito questo ruolo viene svolto da ex giocatori o allenatori, gente del mestiere. I suoi commenti riguardano il campionato dei Tampa Bay Rays, la squadra della Florida che la stazione ispanica WGES "Genesis" 680 segue per 81 incontri. Il suo compagno di microfono, Ricardo Taveras racconta del giorno in cui Enrique intervenne durante una fase di gioco per descrivere esattamente quello che era appena successo sul campo (l'eliminazione di un battitore avversario in seconda base). Per tutta spiegazione il color analyst disse che dopo aver ascoltato il suono prodotto dalla mazza del battitore era sicuro che la palla fosse diretta in seconda.

Blind announcer Enrique Oliu brings color to Rays games
By Eric Nunez
Tuesday, October 28, 2008

Enrique Oliu breathes baseball. The crack of the bat and the cheers of the crowd run through his veins. He's also a human baseball encyclopedia, with an uncanny ability to make his listeners get a full feel for the game. Oh, one other thing about the color analyst for the Tampa Bay Rays' Spanish radio broadcasts: He's blind.
"I always run into skeptical people, but I've never had any problem doing my job," Oliu said during the World Series between the Rays and Philadelphia. "I'm a smart guy, and I've always wanted to be a leader, to be an example."
"As my father used to tell me when I was a kid, 'You've got to decide if you want the band to play your music, or if you want to play someone else's music,'" the 45-year-old native of Nicaragua said. Born blind, he was 10 when his parents sent him to the United States to attend the Florida School for the Deaf and the Blind in St. Augustine. Oliu quickly showed interest in sports and later majored in communications at the University of South Florida. "I started knocking doors everywhere, trying to get a break. I covered for free a lot of stuff just to get into radio," he said.
His first job doing professional commentary was with a minor league affiliate of the Montreal Expos in 1989 in Jacksonville, Fla.
All his perseverance paid off in 1998 when Tampa Bay Devil Rays, about to make their debut in the major leagues, asked him to become the color analyst of the team. Several hours before each game at Tropicana Field, Oliu starts his routine of interviewing players, coaches and colleagues to gather every possible piece of information to help him in his broadcasts.
Oliu also fashions a mohawk haircut, the style of choice for these Rays. At the booth of the radio station, Genesis 680 AM, he works alongside his wife, Debbie. She whispers to him statistical data and descriptions about the game. "The rest is just intuition and instincts," he said. "You know I played this sport and a bunch of others, adapted, but I played. Blind or not blind, I have an opinion and I just state mine. That's what people want."
Oliu and broadcast partner Ricardo Taveras do all 81 home games. When the Rays are on the road, as they were in Philadelphia this week, Oliu and Taveras do their broadcast from a studio at Tropicana Field off a television feed. The one person who never stops marveling at Oliu's gift is Taveras, who has done play-by-play with him since 1999. "You never stop learning with him. He has such an amazing memory. He hates being called blind," Taveras said.
But what Taveras really considers remarkable is Oliu's "sixth sense" to guess plays ahead of time. "I will never forget when there was a roller toward second base and he goes to make the description, 'roller to second, the second baseman fields it, throw to first and he's out," Taveras said. "I was shocked. I didn't know what to say. I told him, 'Hey Enrique, how do you know that?' Nobody was telling him anything. "He just said that, 'I just heard the crack of the bat and I knew that the ball was headed to second base."
No doubt that Oliu's crowning achievement is getting to work the World Series with the Rays. He mentions spring training trips to Mexico and Venezuela as his most rewarding experiences. "As a blind person, it was something that gave me a lot of pride, to work in countries in which there are now laws to protect the rights of the handicapped," he said. "I was so proud of showing people that you can do it."

29 ottobre 2008

Le elezioni presidenziali a Poli.radio

Giorni fa ho fatto una conversazione-intervista con Nick Lupone (ex-KF e più recentemente di Radiografia) in preparazione di un programma che il giovane podcaster, studente in Statale qui a Milano, sta preparando per il suo nuovo "datore di lavoro," la stazione Web del Politecnico Poli.radio. Sono contento per entrambi: quella del "Poli" è una delle Web radio universitarie più serie e con Nick in organico sarà anche meglio. Ammiccamenti a parte, Poli.radio si appresta a seguire l'evento delle elezioni presidenziali americane con una programmazione speciale che andrà in streaming nella lunga notte dei risultati. Nick mi ha consultato per un parere sul ruolo delle stazioni radio nella propaganda dei due candidati. Abbiamo parlato di diversi fenomeni politici in radio - per esempio le stazioni ultraconservatrici - ma mi sono trovato in difficoltà nel raccontare fatti di grande rilievo. La radio è ancora oggi un medium autorevole, ma gli investimenti pubblicitari, incluso probabilmente quelli elettorali, sono rivolti altrove come ha dimostrato ieri lo spottone di mezz'ora acquistato da Obama su sette network importanti.
E invece questo recente articolo di USA Today mi smentisce in parte, perché sembra che nelle ultimissime settimane il numero di spot radiofonici di Obama e McCain sia aumentato. Per la verità la reporter del quodiano ammette che non è facile capire se si tratta di un'autentica "rinascita" del mezzo, ma diversi intervistato affermano che la radio può essere molto convincente. Non solo i candidati, ma anche diversi gruppi di interesse, tra cui la National Rifle Association, acquistano economici pacchetti di spot per chiedere alla gente di andare a votare. Speriamo che ascoltino la stazione giusta.

Voters blasted by variety of radio ads

By Jill Lawrence, USA TODAY

WASHINGTON — Stuck in traffic in a battleground state? Chances are you'll be barraged with radio ads from presidential candidates and those who love — or hate — them.
Democrat Barack Obama has money to burn and is spending it everywhere. Republican John McCain has been watching his wallet, and radio spots are good value. Labor unions and the National Rifle Association are also in the mix.
"Radio was all but given up for dead," media analyst Evan Tracey says. "We're going back to the future."
Radio ads are cheap to make and run, and easy to target. Obama and McCain ads run the gamut from stem cell research and taxes to Iraq and trade, on stations aimed at blacks, Hispanics, conservatives, evangelicals, news and sports junkies, and hunters.
As Election Day nears, independent groups are making closing arguments and imploring people to vote. In AFL-CIO ads on urban and Spanish stations in 16 cities, celebrities such as rapper Ludacris advise listeners to bring ID to the polls and stay in line even after closing. The American Federation of Government Employees, in a national buy, urges people to disregard race and gender in deciding their vote.
The NRA is telling gun owners in key states that Obama will take away their rights. The pro-McCain Family Research Council and the pro-Obama Matthew 25 Network (after the Bible verse about being judged on how one treats "the least" among us) are fighting over Obama's abortion views on Christian radio.
The United Auto Workers union is spending $3 million in six states on TV and radio ads about jobs and health care. "Radio is a very good medium to reach people who work for a living, going back and forth to their jobs," UAW spokesman Roger Kerson says.
Northern Virginia, in the Washington, D.C., media market, is a top battleground. Tracey says it costs an average $1,700 to $2,500 to run a 30-second political ad on a network TV affiliate.
A 30-second ad on all-news radio in the same market costs the NRA $500 to $600 per airing, NRA spokesman Andrew Arulanandam says. The ads run often and "people hear your message more than once," he says.
Interest groups usually publicize their plans, but political radio ads are hard to track. TV ad watchers don't follow them and candidates rarely announce them.
A recent Internet search yielded eight McCain radio spots and 14 for Obama. Obama spokesman Bill Burton called that "pretty far under the mark" but did not provide further details. McCain spokesman Tucker Bounds also said he could not comment on radio strategy.
This approach keeps the other side off-guard and also helps obscure the tone of the ads. They are often negative and sometimes make misleading claims.
McCain, for example, has charged that Obama's tax plans are "a recipe for economic disaster," said he'll raise taxes on just about everyone, accused him of using tax money to "reward his friends" and attacked him (wrongly) for opposing clean coal technology.
Obama has accused McCain of opposing federally funded stem cell research (false) and abortion (true). He has gone after McCain's health care plan and his position on Iraq.
In Colorado, Obama attacked McCain's stand on a water compact. In Ohio, he tried to tie McCain's campaign manager to a threatened plant shutdown. In Milwaukee, he has highlighted McCain's 2004 comment that he'd "hate to live in Milwaukee."
When radio ads are announced, it's usually an endorsement. McCain recently spread word of a Florida ad in which Republican Gov. Charlie Crist calls him "my friend" and says he'll cut taxes.
Among the ads Obama has announced: Indiana musician John Mellencamp vouching for him in Indiana, Democratic Florida Sen. Bill Nelson (a former astronaut) doing the same in Florida, and bluegrass legend Ralph Stanley — against guitar-picking and wailing vocals — telling rural southwest Virginians that Obama is a "devoted husband" who will "cut taxes for everyday folks."
Tracey says many people now use iPods and "radio is suffering." But it's playing an important role in the 2008 campaign, he says, as are traditional network newscasts and anchors: "The old medias at least for this election have made a very strong comeback."

Parolacce in radio, nei guai i conduttori della BBC


Un "comedian" post moderno e dissacrante e il suo popolare show radiofonico. Un anziano attore televisivo nato a Berlino, fuggito a Londra poco prima della guerra per le persecuzioni naziste e diventato celeberrimo per una fiction televisiva andata in onda con soli dodici episodi nel 1975 e da allora considerata un capolavoro insuperato. La giovane nipote di questo attore, impegnata su versanti artistici di taglio un po' diverso con il nome d'arte Voluptua e il suo gruppo gotico-scollacciato chiamato Satanic Sluts Extreme ("slut" in inglese, corrisponde grossomodo a un nostro spregiativo usato per definire un comportamento sessuale audace e promiscuo). Una burla di pessimo gusto basata su una raffica di messaggi osceni lasciati sulla segreteria telefonica del grande attore e ritrasmessi alla radio, dopo che la vittima dello scherzo non si aveva voluto partecipare allo show radiofonico del dissacrante conduttore.
Se pensate che questa sia la trama dell'ultimo romanzo in lizza per il Booker Prize vi sbagliate. Sono tutti personaggi in carne e ossa e la storia dello scherzo telefonico è accaduta davvero. Il comedian si chiama Russel Brand, conduttore del Russell Brand Show su BBC Radio 2. Il famoso attore è Andrew Sachs e la serie televisiva che lo ha immortalato è Fawlty Towers, anche se la voce di Sachs è famosa anche alla radio (ha interpretato il Dr. Watson in una celebre serie su Sherlock Holmes). La giovane nipote è Georgina Baillie e si esibisce davvero, nelle provocanti vesti di Voluptua, come ballerina sexy-satanica (de gustibus...). E a quanto sembra lei e Russel Brand una storia l'hanno avuta davvero.
Solo che in questo caso Brand e il suo co-conduttore, Jonathan Ross, l'hanno fatta fuori dal vaso. Arrabbiati per la mancata partecipazione di Sachs, che sarebbe dovuto intervenire al telefono, lo hanno chiamato sul cellulare (qui la cronaca del Guardian) lasciando in segreteria messaggi piuttosto espliciti sulla liaison sentimentale tra Russell e la "voluttuosa" Georgina. Il problema è che i messaggi sono stati registrati alla fonte e rimandati in onda in tutta la Gran Bretagna nell'edizione del Brand Show di due settimane fa. Il bubbone è esploso solo ieri, ma con gli interessi. Lo stesso Primo Ministro Gordon Brown, normalmente ligio alla regola del "de minimis non curat preator", ha chiesto alla BBC, che si è scusata ufficialmente, di far rotolare qualche testa. E l'OFCOM britannico ha già aperto un'inchiesta che potrebbe sfociare in una multa per l'emittente, che per legge è tenuta a evitare che in aria finiscano certe audacità di così dubbio gusto. Specie quando si può anche nutrire il sospetto che lo "scherzo" sia solo una furbata pubblicitaria.
La storiella è stata ripresa dai giornali di mezza Europa e segue stranamente un'analoga gaffe (il termine è forse indulgente) di due commentatori sportivi di una emittente locale ancora della BBC scivolati, dietro ai microfoni, nell'uso di termini particolarmente irrispettosi nei confronti di un tifoso che criticava al telefono le decisioni di un allenatore di calcio. Questa è un'altra notizia che giunge dal regno dell'understatement e la trovo molto interessante per chi analizza i diversi modi di affrontare e gestire il linguaggio mediatico e il problema del politically correct. E' accaduto che Andrew Hawes e Ian Hart siano stati sospesi da BBC Southern Counties per aver dato del "window licker" a un loro ascoltatore. Leccafinestre è una parola che tradisce l'eccezionale potenza "visiva" della lingua inglese e viene utilizzata, con sottile crudeltà, per insultare la scarsa intelligenza del proprio interlocutore. L'etimologia non è meno disdicevole: il "window licker" è il disabile sorpreso a leccare il vetro del finestrino del pullmino che lo trasporta. Quando Ian Hart ha pronunciato in radio questa oscenità, le associazioni dei familiari dei disabili hanno sollevato un comprensibile polverone, anche se molti commenti sui giornali assolvevano ampiamente i due conduttori - tra l'altro molto amati e, paradossalmente, impegnati nel sociale - da una impulsività giudicata veniale data l'eccitazione del momento. I due si sono ovviamente scusati, ma se Hawes è tornato in onda dopo un paio di settimane, Hart rimane nel limbo, malgrado le petizioni dei suoi fan.
E' giusto sanzionare queste uscite a dir poco infelici? Possono bastare da parte dei conduttori delle scuse sincere e una promessa di maggiore attenzione? O l'impatto del mezzo radiofonico e dei suoi animatori sul linguaggio e il comportamento degli ascoltatori è una questione da soppesare col bilancino e sorvegliare col massimo rigore, anche rischiando di applicare una sorta di censura? Fa anche pensare il fatto che in Gran Bretagna si rischia una sospensione per una parolaccia offensiva, mentre in Italia gli show televisivi vengono cancellati quando con linguaggio formalmente ineccepibile si cerca di denunciare l'arroganza del potere (gli inflazionatissimi vaffa dei vari circenses con l'imprimatur danno molto meno fastidio). http://news.bbc.co.uk/1/hi/entertainment/7701308.stm

[agg. al 30-10-08 - All'indirizzo Web del Russell Brand Show si trova ora solo un laconico "no longer on the air". Brand ha deciso di chiudere il programma. Ecco i testi delle scuse ufficiali dei due conduttori dalla pagina che la Beeb dedica, con ampio corredo di link alla questione.

Brand and Ross: Apologies in full

BBC presenters Jonathan Ross and Russell Brand have been suspended by the BBC following the row over their prank phone calls to Fawlty Towers actor Andrew Sachs on Radio 2.
Both men have apologised to Sachs for their comments, and Brand has resigned from his Radio 2 show.
Here are their apologies in full.

RUSSELL BRAND

I have apologised to Andrew Sachs for the rude messages I left on October 18 and he has graciously accepted.
As I only do the radio show to make people laugh I've decided that given the subsequent coverage I will stop doing the show.
I've loved working for the BBC and am very proud of the shows myself, Matt Morgan, Nic Philps, Mr Gee and Noel Gallagher have made and I apologise to all of them for damaging their careers - except Noel, whose band are doing quite well.
I got a bit caught up in the moment and forgot that at the core of the rude comments and silly songs were the real feelings of a beloved and brilliant comic actor and a very sweet and big hearted young woman.
Apologies are also owed to the loyal listeners of the show who enjoyed its shambolic spirit and anarchy and will be upset that it cannot continue.
I take complete responsibility and offer nothing but love and contrition and I hope that now Jonathan and the BBC will endure less forensic wrath.
Hare Krishna.

JONATHAN ROSS

I am deeply sorry and greatly regret the upset and distress that my juvenile and thoughtless remarks on the Russell Brand show have caused.
I have not issued a statement previously because it was my intention and desire to offer an apology to all those offended on my Friday night programme.
However, it was a stupid error of judgement on my part, and I offer a full apology.]

[Aggiornamento del 31 ottobre - Ieri sull'onda delle proteste e delle verifiche interne ha dato la dimissioni la controller di BBC Radio 2, Lesley Douglas. La Douglas ha lavorato alla BBC per 22 anni.]

Onde medie per niente mediocri

Come succede spesso con la propagazione ballerina, ciò che la ionosfera ha tolto agli amici della radio la notte tra sabato e domenica è ritornato con gli interessi nelle notti tra il 27 e il 28 e tra il 28 e il 29 ottobre. A L'Ago, periferia di Parma e Gambettola è arrivata la West Coast canadese, non una prima volta in Italia, ma sempre un bell'exploit. Altri stati molto rari il Wyoming, il Wisconsin, lo Iowa. Caratteristica molto peculiare di questi tempi: non sono ascolti della nostra alba, ma della greyline del tramonto nel Nord America. Ecco le annotazioni sparse, estratte direttamente dai log book di Rocco, Giampaolo e Renato. Per dettagli e clip audio vi suggerisco di visitare nei prossimi giorni il rinato Faiallo Net (ancora non ci sono questi ultimi ascolti, ma confidiamo di metterli online quanto prima).
Avrei voluto esserci, fisicamente, in una delle tre location. Ma va benissimo anche così.

L'Ago

22,10 1130 WBBR Bloomberg NY, meglio alle 2315

23,00 1390 WEGP dominante, id

23,10 1190 talk, phone-in

23,20 tracce NA su 620 e 970

23,45 1290 talk

23,50 1180 Rebelde //5025 con il classico eco malsincro

01,05 1680 cosa c'è qui adesso in spagnolo?

01,10 1630 KRND, Fox Farm WY slogan "La Grande", sola soletta, segnale al limite ma id registrato. Già sentita qui da Andrea, dice RP.

01,50-02,30 1470 CJVB Vancouver, cinese, tre picchi il migliore alle 0210. Il trionfo della BOG a nord sulla brodazza di fondo.

03,15 1470 WBKV "Classic Country", West Bend WI ho trovato l'id! Non male anche questa.

03,50 1470 unid Messico che non sembra Formula. Ho un clip, vedremo. Queste ultime due solo con K9 Renè ha poi identificato anche questa presunta messicana. E' invece KWSL La preciosa Sioux City, Iowa.



Confermo da Parma (e via skype con Rocco) più o meno le stesse del log di Giamp ed aggiungo 700 WLW alle 2305, WBZ 1030 alle 0120, WBEN 930 alle 0200, CJRS 1650 alle 0210. Musica e parlato in ee su 1630 ma non è uscita. I miei orari sono da prendere con le molle.
Altre cose: 1070 interessante in ss con mx romantica e adv, massacrata dagli splatter, niente id. Probabilmente canada anche su 740 in probabile parallelo con 620 ma anche qui canale ostico. Audio a tratti anche su 680 e su 1440, apparentemente religiosa in ee quest'ultima (Ohio?).





Aggiungo a L'Ago solo Paradise su 820, a tratti forte con yl mistica. Niente cinese qui.

28 ottobre 2008

Gli amici della radio


E' stato un bel fine settimana quello che si è concluso ieri con il convegno alla Fortezza di Firenze e il ritorno in autostrada passato a discutere, tanto per cambiare, di radio e contenuti radiofonici. Uno di quegli stacchi che in questi mesi difficili e affannosi uno vorrebbe, forse dovrebbe concedersi più spesso.
Sabato siamo riusciti a concederci un doppio regalo, noi vecchi amici della radio. Uno stacco e una riunione, una trasferta di antenne, ascolti, panigacci e qualche bicchiere (neanche tanti, forse siamo invecchiati davvero) nell'amata e ahimé troppo trascurata Liguria. Anche questa è un'alchimia preziosa che non riesce quasi mai: l'incontro tra i ragazzi dei segnali radio impossibili, gli irriducibili dell'hobby più bello del mondo.
Radiofonicamente e anagraficamente siamo nati tutti più o meno negli stessi anni, negli stessi anni abbiamo scoperto il fascino dell'ascolto a distanza, abbiamo coltivato l'amicizia con le lettere e i notiziari ciclostilati o fotocopiati "in proprio" (come si precisava, chissà perché, allora, come se ci fossero dei dubbi al proposito).
Uniti nella distanza lo siamo sempre stati, non solo radiofonicamente. Persone sparse in diverse città e regioni, non sempre capaci di conciliare la famiglia, il lavoro, gli ascolti e i maledetti rumori che ci stanno togliende il piacere. Internet, al posta elettronica sono una bella risorsa, ti permettono di essere in contatto costante. Ma le rare volte che ci si riesce a incontrare, è un'altra cosa.
Sabato ci siamo incontrati, con Rocco, il padrone di casa della DX location di L'Ago e con Aldo, Enrico, Fabrizio e Giamp. Abbiamo montato dei fili per ascoltare, cazzeggiato nelle trattorie e anche ascoltato qualcosa, non troppo (ci sono ancora delle tracce da riascoltare con i software di Perseus) ma è sempre un grande piacere rimettersi in testa la cuffia e commutare sul lato giusto della K9. E forse abbiamo anche ripensato a questi trenta, trentacinque anni, alle cose che cambiano in meglio o in peggio. A quelle che sono rimaste uguali.
Se vi va ho messo su Flickr gli scatti senza troppe pretese del mio telefonino. Mi piacerebbe dedicarle a Chris, con la speranza che quella famosa deviazione sia ormai quasi alle spalle e che nelle prossime foto ci sia anche lui.

27 ottobre 2008

La silenziosa rivoluzione della radio scomoda

C'è una radio-grancassa, spregiudicata e arrogante. Asservita, funzionale ai poteri che la sfruttano sapientemente, disinvoltamente per coprire le proprie malefatte e cercare di esaltare i loro pochi, Linkdiscutibili meriti. E c'è una radio scomoda, tanto più temibile quanto più flebile, che del potere cerca invece di smascherare le malefatte e denunciare gli abissali difetti. A questa radio scomoda, alla "radio dei poveri cristi", come la definiva Danilo Dolci, in Sicilia, nel 1970, il Festival della Creatività di Firenze ha dedicato in questi giorni una mostra scarna ed essenziale - "Freequencies" - e il convegno "Revolution will not be televised", organizzato da Tiziano Bonini, che ho avuto la grande fortuna di seguire ieri pomeriggio alla Fortezza di Basso.
Tre interventi dedicati ad altrettante stazioni scomode, nonviolente ma rivoluzionarie, messe a tacere con il bavaglio della legge, le irruzioni dei "guardiani dell'ordine pubblico", perfino con la polvere da sparo delle cave di pietrisco, come ha spiegato (sarcastico e disincantato come solo un siciliano di Cinisi sa essere) Salvo Vitale, il compagno di strada di Peppino Impastato a Radio Aut. Peppino, fatto saltare in aria trenta anni fa ai piedi del tempio di Segesta, per le sue coraggiose trasmissioni di satira antimafiosa.
Altri bombardamenti, quelli decisi dalla NATO contro il regime di Milosevic, hanno rischiato di toglierci Radio B92 di Belgrado, che già aveva dovuto subire, ripetutamente, la museruola del dittatore serbo. Fantastico racconto quello di Veran Matic, fondatore e direttore di Radio B92, oggi lanciatissima nell'ufficialità della giovane emittenza commerciale serba, ma ancora impegnata a preservare lo spirito ribelle dei suoi linguaggi in una strategia multimediale (tra radio e tv, Internet giornali e libri) che dovremmo studiare a fondo qui nel ricco occidente.
E infine la scomoda Radio GAP, la stazione del movimento antagonista, protagonista, a Genova nel 2001, di uno dei tanti momenti bui della nostra democrazia. Lorenzo Galeazzi ha ripercorso i momenti vissuti all'interno degli studi improvvisati del Global Audio Project (la sigla non c'entrava assolutamente con i Gruppi Armati Proletari di quasi trent'anni prima). La frequenza pirata degli 88 e 3, gli stream Internet ripresi da un gruppetto di radio libere italiane e alla fine i colpi della polizia sulla porta bloccata alla bell'e meglio, sfondata come un'altra porta famosa e movimentista, quella della bolognese Radio Alice.
I tre relatori hanno offerto allo sparuto pubblico del convegno, pochi rappresentanti della folla che gremiva uno sterminato padiglione Spadolini, una appassionata lezione di storia e linguaggio della radio. L'ho registrata in MP3 e la potete trovare qui, anche se non posso giurare sulla qualità di un sonoro perturbato dal Larssen. Roberto Del Bianco, co-fondatore di PeaceLink e lettore di RP, ha videoregistrato tutto l'evento per diffonderlo, nei prossimi giorni, attraverso il suo sito multimediale (spero ci sia presto occasione per ricambiare quella birra, Roberto).
Con Tiziano Bonini, che doveva rientrare a Milano subito dopo il convegno e ha avuto la cortesia di darmi uno strappo, abbiamo passato altre tre ore a parlare di radio. Ricordo che Tiziano, oltre a insegnare allo IULM, in questo momento è impegnato con la regia di Amnèsia su Radio Due. La storia di Matteo Caccia e della sua personale lotta con una memoria tutta da riconquistare dopo la traumatica "amnesia retrograda globale" che lo ha colpito, sta andando benissimo e lo spazio quotidiano delle 12.15 verrà prolungato fino all'estate, per la gioia di un pubblico che secondo Tiziano sta seguendo con incredibile partecipazione il diario radiofonico-internettiano di Matteo. E' stato molto interessate ascoltare la descrizione del lavoro ("artigianale" lo definisce il regista) che ogni giorno la piccola squadra di Amnèsia deve realizza per mettere in onda - in diretta! - un programma che promette di diventare un caso anche nel 2009. Andatevi a leggere la già nutrita rassegna stampa accumulata in queste prime settimane. Complimenti, scomodi artigiani della radio.

24 ottobre 2008

Sirius, debiti "spaziali". Il digitale brucia fiumi di soldi

Occorre essere grandi esperti di economia e finanza per conludere che difficilmente Sirius XM ce la farà? No, non occorre essere grandi esperti. Secondo Business Week l'operatore di pay radio satellitare digitale ha un miliardo di dollari di debiti. Un debito per niente "sano" perché se tra abbonamenti e tutto il resto l'azienda fattura 2,7 miliardi di dollari, deve anche registrare quasi 600 milioni di perdite. Deve raccogliere 800 milioni di prestiti dalle banche per evitare il fallimento. E di questi tempi, cari miei, trovare una banca disposta a prestare soldi a soggetti di questo tipo, è davvero dura. In alternativa, Sirius può sempre cercare di ricapitalizzare in borsa. Peccato che emettere nuove azioni significa inevitabilmente diluire, togliere valore a quelle già emesse. E in questo momento non è che le quotazioni di Sirius in borsa, nella borsa che sta franando, siano alle stelle. Il fatto è che gestire una radio satellitare costa un badalucco di soldi. Un badalucco. Per attirare gli abbonati, Sirius ha coperto d'oro gente famosa del calibro di Howard Stern, Oprah Wimprey, Martha Stewart. Stern e il suo clan ricevono 80 milioni all'anno (e hanno, o avevano, in tasca 56 milioni di azioni: speriamo per loro che siano state vendute perché quelle azioni che nel dicembre scorso valevano 220 milioni di dollari oggi ne valgono 19, sempre un bel gruzzolo ma...). Sirius paga altri 60 milioni alla lega del baseball per trasmettere le partite. E' stato bello ma - oggettivamente - come si può pretendere di andare avanti così?
E come si può prentedere che Worldspace, anzi 1Worldspace riesca davvero a lanciare i suoi servizi in Italia? 1Worldspace in America è entrata in Chapter 11, con prospettive molto anguste. In Italia l'operatore aveva accordi con Fiat per la vendita delle autoradio satellitari, ma mi sembra che Fiat abbia altre priorità in questo momento. Diversi mesi fa era stato annunciato un interesse da parte di Intesa San Paolo che avrebbe dovuto entrare nel capitale. Non se n'è saputo più niente ma mi limito a osservare che: A) Intesa San Paolo ha ben altre priorità, B) chi fa due diligence in queste operazioni Business Week lo legge con attenzione. Spero sempre di essere smentito ma la situazione mi pare molto ben definita: se il settore radiofonico sta cercando di puntare sulle tecnologie e i sistemi di distribuzione digitali satellitari o terrestri per rinnovarsi, finora tutti questi sistemi, quasi senza eccezione, sono serviti solo per bruciare capitali pubblici e privati. Ieri sul Guardian il capo del Guardian Media Group John Myers, che lascerà il suo posto tra qualche mese, commentava il flop dei piani per la radio digitale di Channel 4 affermando che il settore commerciale radiofonico britannico ha speso 100 milioni di sterline nel DAB e che vorrebbe vedere dei ritorni, che i prossimi sei mesi saranno critici (scommetto che non succederà niente nei prossimi sei mesi e il DAB in UK continuerà a essere "ascoltato", sempre che le radio si trovino sulla mensola giusta della cucina, da un misero 14% dell'audience).
In parallelo Internet e la telefonia cellulare si sono sviluppate e hanno assorbito "pezzi" di radio senza che la radiofonia si mettesse seriamente a pensare a uno sforzo coordinato. Non è il caso di cambiare strategia e provare a partire non dall'ultimo anello della catena (la distribuzione digitale) ma dall'inizio? Dalla qualità dell'offerta, dai nuovi linguaggi, dalle sinergie con gli altri mezzi, da una regolamentazione moderna e flessibile ma puntuale, che tuteli sia l'accessibilità, alle risorse spettrali, sia la qualità dell'ascolto della radio così com'è al momento. Quanti soldi deve ancora buttar via un mezzo che già non mi sembra molto ricco?

Sirius XM Radio Faces Sky-High Debt
October 22, 2008

The satellite radio company will owe more than $1 billion next year, marking a sharp reversal from just a few years ago

When Sirius Satellite Radio (SIRI) persuaded Howard Stern to leave traditional radio for satellite a few years ago, the shock jock took a few potshots on his way out the door. He railed against the "censorship" on terrestrial radio, and he vowed never to return. He called Sirius "the future of radio."
It looks like a rocky future. Sirius, which completed a merger with XM Satellite Radio in July, is facing a serious cash squeeze. It has more than $1 billion in debt coming due next year, and it doesn't have the money, at least not yet. Chief Executive Officer Mel Karmazin has tried to reassure investors that the company will find the necessary funding, but the questions keep coming. "Am I going to lend the company the money? I hope not," he joked last month. "I hope we don't get to that."
Investors are skeptical. Despite the merger and a combined 18.6 million subscribers, Sirius XM has seen its stock tumble from 3.94 last December to 31¢ as of Oct. 22. Beyond the funding squeeze, the company faces a tough economy in which consumers may cut back on its service, which costs $7 to $17 per month. "There's hardly a day goes by when I don't ask myself [whether Sirius will survive]," says analyst Tuna N. Amobi of Standard & Poor's (MHP), who rates the stock a buy because it's such a cheap way to profit from any upside. Analyst James Ratcliffe of Barclays Capital (BCS) estimates that Sirius needs to raise $750 million to $800 million to cover its debt repayments, programming costs, and capital spending for next year.
Sirius says it can continue to fund operations and avoid filing for bankruptcy. Executives expect to be able to raise money to meet debt payments due in February and they anticipate that existing lenders will be flexible about an additional $350 million due in May. "We are very confident of taking care of the [$270] million in February, and we are confident the banks will extend the maturity in May," says David J. Frear, chief financial officer for Sirius. The company expects its cash needs to ease next year, when Sirius forecasts it will be able to generate $300 million in earnings before interest, taxes, depreciation, and amortization.
The company has options even if it can't borrow. It can issue more stock, although this would dilute existing shares. In December, Sirius plans to ask shareholders to allow it to nearly double its total shares. "I don't think they want to issue more equity," says Barclays' Ratcliffe. "But given the conditions of the credit market, they may have to."
The company is struggling with a problem of its own making. Sirius signed top talent—including Stern, Martha Stewart, and Oprah Winfrey—to draw in subscribers. But programming costs have triggered heavy losses. Sirius pays $60 million annually to broadcast Major League Baseball games, plus an estimated $80 million yearly to Stern and his team. Goldman Sachs (GS) predicts Sirius will lose $564 million next year as revenues climb 12%, to $2.7 billion.
Even the talent has been suffering in recent months. Stern and his agent received more than 56 million shares of Sirius in 2006 and 2007. It's unclear whether they've held on to them. If they have, the stake's value has dropped to $19 million from $220 million in December. Neither Stern nor his agent returned calls seeking comment.

A Monaco tre lunghe giornate mediatiche

Dal 29 al 31 ottobre si tengono a Monaco di Baviera le giornate di Medientage München 2008. Ho estratto per voi il calendario dei convegni dedicati alla radio. A seguire il comunicato stampa di Ibiquity che presenterà ancora una volta i vantaggi del sistema HD Radio. La fiera sembra molto interessante, è incentrata quest'anno sui temi dell'economia, della pubblicità.

Radio im Web:
Übungsfeld für neue Programme oder Hörfunk-Plattform der Zukunft?
29.10.2008, 14:00 Uhr | Panel 8.1 | Raum 05, EG | Hörfunk
Bayerische Landeszentrale für neue Medien (BLM)

Neuer Start – neues Glück mit Digitalradio
Chance für die Programmvielfalt im Hörfunk?
29.10.2008, 16:00 Uhr | Panel 8.2 | Raum 11, 1.OG | Hörfunk
Bayerische Landeszentrale für neue Medien (BLM)

Radio-Summit - Routenplaner 2012:
Personalisierung, Interaktivität, Konvergenz - neue wirksame Wege zu Hörer und Kunden
30.10.2008, 10:00 Uhr | Panel 8.3 | Raum 05, EG | Hörfunk
RADIOZENTRALE

Radio goes Community – Chancen und Risiken der Social Networks on Air
30.10.2008, 14:00 Uhr | Panel 8.4 | Raum 04, EG | Hörfunk
Bayerische Landeszentrale für neue Medien (BLM)

Radio der Zukunft – visuell, individuell und stets dabei?
Chancen und Perspektiven mobiler Plattformen für den Hörfunk
30.10.2008, 16:00 Uhr | Panel 8.5 | Raum 13 a, 1.OG | Hörfunk
Bayerische Landeszentrale für neue Medien (BLM)

Denn sie wissen, was sie tun?
Trimediale Jugendangebote auf dem Prüfstand
31.10.2008, 10:00 Uhr | Panel 8.6 | Raum 04, EG | Hörfunk
Bayerischer Rundfunk

Radio on the Road:
Welche Rolle spielt der Hörfunk künftig in der „Multimedia-Plattform“ Auto?
31.10.2008, 14:00 Uhr | Panel 8.7 | Raum 12, 1.OG | Hörfunk
Bayerische Landeszentrale für neue Medien (BLM)

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IBIQUITY DEMONSTRATES DIGITAL HD RADIO™ TECHNOLOGY AT MEDIENTAGE MÜNCHEN 2008 IN MUNICH, GERMANY, 29 – 31 OCTOBER


Visit the HD Radio Stand in Area F

Munich, Germany – 29 October 2008 – iBiquity Digital Corporation, the developer of digital HD Radio technology for AM and FM audio and data broadcasting, and the European HD Radio Alliance (EHDRA) announced today they will demonstrate the HD Radio system at MEDIENTAGE MÜNCHEN 2008 in Munich, Germany. MEDIENTAGE MÜNCHEN began as a platform for the pioneers of private broadcasting but has evolved into Europe’s major media conference meeting of its kind over the past few years.
“HD Radio broadcasting is a very good opportunity for regional radio stations to take their first step into digitalization,” said Jürg Bachmann, head of digital projects for Goldbach Media Management and Chairman of the European HD Radio Alliance. “iBiquity Digital’s participation at MEDIENTAGE MÜNCHEN will allow European broadcasters to see the benefits that HD Radio technology has to offer broadcasters around the world.”
“MEDIENTAGE MÜNCHEN 2008 is an excellent opportunity for us to discuss HD Radio technology with a growing number of interested broadcasters and regulators in Germany and the surrounding regions,” said Hal Kneller, Director, International Broadcasting Business Development, iBiquity Digital Corporation. “The successful testing of the HD Radio system early this year on 102.8 Radio Regenbogen in Heidelberg proves that the technology is a viable and affordable choice for digital radio in Europe.”
The ITU (International Telecommunications Union) recognized HD Radio technology as Digital System C (Recommendation ITU-R BS.1114) and the AM HD Radio system as IBOC DSB system below 30 MHz (Recommendation ITU-R BS.1514), giving world-wide credibility to these systems from a regulatory standpoint. In the U.S., where there are already over 1,800 HD Radio stations on the air, the HD Radio system is the only technology approved by the Federal Communications Commission for digital AM and FM broadcasting. HD Radio adoption continues to grow worldwide. Systems are operating in more than 10 countries and over 50 stations around the globe.

About iBiquity Digital
iBiquity Digital Corporation is the developer of the digital HD Radio™ system, which is fueling the digital radio revolution in the United States and around the world. Over 1,800 HD Radio AM and FM stations are on the air in the United States, with over 900 new HD2/HD3 multicast channels.
There are more than 80 HD Radio products for sale at over 14,000 stores and online. HD Radio technology has also made great inroads in the automotive sector with factory-installed options announced by BMW, Ford, Hyundai, Jaguar, Lincoln, Mercedes, MINI, Mercury, Scion, and Volvo. Beyond the U.S., commercial implementation of HD Radio technology is gaining momentum around the world.

I radioastronomi amatoriali al Planetario di Milano


Peccato davvero, non potrò esserci. Ma il convegno dedicato alla radioastronomia amatoriale che inizia questa sera al Planetario di Milano (che posto fantastico...) promette di essere molto, molto interessante. Il V Congresso Nazionale di Radioastronomia Amatoriale si svolgerà presso il Civico Planetario di Milano in Corso Venezia 57. Con l'occasione, avverte la sezione milanese dell'ARI, è anche stata istituita una stazione radioamatoriale con call speciale. A partire da venerdì sera 24 ottobre prossimo per proseguire nelle giornate di sabato 25 e domenica 26, alcuni soci della sezione ARI di Milano parteciperanno all’evento con il nominativo speciale II2IARA. Le frequenze attivate saranno in modo SSB: 7090, 14285, 21285, 28360 kHz ed in modo CW: 7030, 10106, 14060, 18096, 21060, 24906, 28060 kHz. Se ci sarà la possibilità verranno effettuati anche collegamenti in RTTY, PSK31 e magari SSTV.

Italian Amateur Radio Astronomy Group e Sezione di Ricerca Radioastronomia UAI con Civico Planetario “U. Hoepli” e con la collaborazione del Circolo Astrofili di Milano organizzano ICARA 2008 - V° Congresso Nazionale Italiano di Radioastronomia Amatoriale che si terrà a Milano dal 24 al 26 Ottobre 2008.

I lavori si apriranno la sera del venerdì 24 ottobre con un incontro/conferenza inaugurale presso la storica sede del Planetario di Milano.
Il giorno dopo il congresso entrerà nel vivo con la sessione di didattica nella quale verranno raccolti le esperienze e i progetti inerenti le attività svolte nelle scuole o atte per l’utilizzo di procedure per l’insegnamento di moduli radioastronomici. Sempre di sabato, ma nel pomeriggio si attiverà sessione di ricerca dove verranno presentati i lavori sia amatoriali sia professionali inerenti le diverse tematiche della ricerca radioastronomica.
La giornata di sabato si concluderà con una conferenza a tema.
L'ultima giornata del congresso inizierà domenica 26 ottobre con la sessione tecnica, dedicata prevalentemente alla tecnica degli apparati radioastronomici.
Saranno illustrate inoltre tecniche osservative e di analisi dei dati sperimentali. Inoltre, sempre in mattinata, sarà prevista anche la partecipazione dell’ARI di Milano che renderà operativa una stazione radio commemorativa con nominativo speciale.
Nel pomeriggio ci sarà la sessione bioastronomia dedicata a tutto quel movimento radioastronomico che segue le orme e le tematiche del SETI.
A termine dei lavori ci sarà la premiazione del concorso di Space Art.
Si ricorda che la partecipazione al congresso è gratuita, fino ad esaurimento posti, previa registrazione con l’apposito form sul sito.
Per la registrazione clicca qui.
Per maggiori informazioni potete visitare il sito IARA www.iaragroup.org/icara2008 oppure scrivere a icara (at) iaragroup (dot) org.


23 ottobre 2008

Virgin Radio Dubai: telefonare a Dio costa caro

Scherza coi fanti, ma lascia stare... Specialmente in un territorio di confine teologico come quello degli straricchi Emirati Arabi, dove le comunità straniere non islamiche convivono più o meno felicemente con l'esigua popolazione locale all'insegna del benessere petrolifero e dello shopping d'alto bordo, evitando di parlare di religione. Malgrado l'indubbio clima di tiepida reciproca tolleranza, ci sono cose che in Dubai è opportuno non dire. Una di queste è simulare, alla radio per giunta, con migliaia di persone che ti ascoltano, una telefonata interurbana a Dio. E' quello che ha provato a fare qualche giorno fa Revin John, popolare DJ di Virgin Radio Dubai. Uno show molto ascoltato, il suo, perché pensato per intrattenere gli automobilisti di una regione dal traffico particolarmente caotico. Naturalmente John intendeva scherzare: aveva appena letto la notizia del tribunale americano che aveva respinto una domanda di convocazione in giudizio - insomma una denuncia contro Dio - rivolta nientemeno che da un senatore del parlamento del Nebraska. L'avete letta tutti quella storia e avete sicuramente sorriso all'idea del giudice della corte distrettuale della Contea di Douglas che respinge la richiesta solo sulla base dell'impossibilità di consegnare l'avviso di garanzia "per mancanza di indirizzo". Revin ha voluto commentare in maniera spiritosa come in genere si fa alla radio. Ha alzato la cornetta e ha finto di parlare con Dio, imitando le presunte risposte con il classico vocione da divinità scomodata in tante scenette comiche dell cinema, o della tv.
Niente da fare: mentre la falsa (e vorrei vedere) telefonata andava in onda, il centralino di Virgin Radio, che in Dubai viene gestita dall'Arab Media Group, è saltato in aria per le vere telefonate di ascoltatori che hanno scatenato un'autentica... Iradiddio. Nella sua cronaca Associated Press segnala puntualmente il caso della giovane studentessa della locale università americana, che ha subito aperto un gruppo di protesta su Facebook (Against Virgin Radio Dubai God's Call registra al momento circa 650 iscritti). Revin John è stato licenziato dopo pochi giorni, l'agenzia stampa riferisce che ha potuto ripresentarsi ai microfoni solo per chiedere scusa.
L'episodio è increscioso perché se Revin ha commesso un atto irrispettoso verso chi sceglie di essere profondamente osservante, il suo licenziamento dimostra che, in fondo, tra noi esseri umani, con la nostra incapacità di affrontare a nervi saldi e con un minimo di buon senso la questione della diversità di vedute, oltretutto in ambiti trascendenti, c'è qualcosa che non va. Non è una novità, ahimé. Ma fintanto che continueremo a cercare nel trascendente le giustificazioni per ogni nostro conflitto, non ne usciremo mai, noi qui nell'immanente.


Dubai radio fires SAfrican DJ for mocking God
The Associated Press October 22, 2008

DUBAI, United Arab Emirates: A Dubai radio station fired a South African drive-time DJ for mocking religion and impersonating God on the air, the show's management said Wednesday.
The Arabian Radio Network said in a statement Revin John had been "let go" over a sketch Monday on Virgin Radio Dubai in which he quoted an article about a U.S. court throwing out a lawsuit against God.
John then pretended to act out a telephone conversation with God, prompting complaints from listeners of "diverse faiths and nationalities," said a statement written in reponse to questions from The Associated Press.
"He intended to be funny, not to offend anybody," said Arabian Radio Network Chief Operating Officer Steve Smith. "However, what he did was highly offensive to the Muslim and Christian community in the UAE."
Abdullatif al-Sayegh, chief executive of Arab Media Group, which operates the only Middle East outpost of Richard Branson's Virgin Radio brand, said John was allowed back on air to apologize Tuesday, then was dismissed.
John did not respond to a requests for comment.
In June, John told Dubai English-language newspaper Gulf News he researched the Middle Eastern market thoroughly before arriving. "The adage 'know your audience' was my starting point," he was quoted as saying.
Virgin Radio Dubai went on air earlier this year, playing mostly European and American pop music from Dizzee Rascal to Britney Spears. Its parent, Arabian Radio Network, is a division of Dubai-based conglomerate Arab Media Group, which operates more than a dozen radio and TV stations, including MTV Arabia.
Mariam Zarouni, a 20-year-old chemical engineering student at the American University of Sharjah, said she was so offended by John's comments that she formed a group to protest the incident on the social networking Web site Facebook. It had 569 members by Wednesday evening.
"When somebody crosses the line, then you have to defend your religion," Zarouni said. "Honestly ... how can he do this? We're in a Muslim county. But even Christians would take offense to that. You can't insult God."
Dubai is the most liberal of the seven semiautonomous states that make up the United Arab Emirates, a conservative Muslim country overlooking the Persian Gulf. Alcohol flows freely in the booming city-state's many hotel bars, and fully veiled women shop alongside much less modestly dressed Westerners amid ads for risque lingerie and nightclub wear.
Yet tensions surface when the country's many foreign residents breach the limits of what is considered acceptable here. The issue is particularly raw in the wake after two Britons received jail time this week after being convicted of having sex on a Dubai beach in July.

On the Web:

http://www.virginradiodubai.com
http://www.arabmediagrouponline.com