24 dicembre 2012

Due idee italiane per lo streaming radiomusicale social e partecipativo



Sono nate in questi ultimi giorni due piattaforme di streaming musicale a carattere social, condiviso e partecipativo, entrambe italiane: AiRJB e Radio A Palla. Niente di straordinariamente nuovo, ma l'idea di AirJB, concepita da Nibble, sviluppatore software genovese, potrebbe essere interessante. AirJB è un jukebox esclusivamente per iOS con cui è possibile creare liste di brani (non è ben chiaro se con la propria musica o da una libreria royaltyfree) e condividerle con altri attraverso Web o via altre forme di streaming (compreso Apple Airplay, forse). Secondo i suoi creatori si può usare nei viaggi in macchina, in ufficio , nei club/bar, alle feste di compleanno o nelle cene con gli amici. Le playlist si condividono attraverso i social network e sono partecipative.


Diversamente dall'appena citato AirJB, Radio A Palla propone la formula dell'ascolto condiviso delle radio via Web, voglio dire stazioni radio vere, network pubblici e privati presenti on air e online, ascoltate attraverso il player Web di Radio A Palla (immagino che ci saranno anche delle app mobili ma per il momento non ne ho viste). L'ascolto ovviamente non è solitario, l'idea è di sfruttare al contempo le funzioni social di FB per segnalare e commentare i brani ascoltati con gli amici, dedicare un brano a qualcuno e così via (per il login su Radio A Palla potete utilizzare il vostro account FB). Interessante il fatto che il player Web estrae le informazioni sui brani musicali trasmessi e permette di sintonizzarsi sulle stazioni che stanno mettendo in onda la canzone. Non so se i team che ha sviluppato i due progetti hanno anche avuto modo di dare un'occhiata ad altre piattaforme di social streaming e ascolto condiviso di Internet radio - penso a due casi recenti come Serendip o Do it yourself FM (ne avevo parlato su Radiopassioni), la piattaforma della Radio Svizzera che permette di costruirsi una stazione radio su misura "componendola" con tutti i programmi preferiti diffusi dai vari canali SRG-SSR. Ma ci sono molti altri esempi di player Web based che consentono di accedere a stream radiofonici esterni e  condividere questo ascolto sui social network (un caso su tutti quello di TuneIn, ma anche Turntable.fm, Myxer.fm, che però non sono accessibili in Italia). Radio A Palla è per il momento puro ascolto condiviso e intelligente uso dei metadati relativi alla musica trasmessa, ma il concetto aspetta solo di crescere e di espandersi. Un punto critico - e qui mi permetto di suggerire a Radio A Palla di non rimuovere i logotipi originari dai canali radio intercettati, indicati al momento solo per nome - potrebbe essere quello legato all'impiego di streaming che originano da altri editori.

21 dicembre 2012

La scienza della radio: risposte per tutti da Maxwell a Marconi e oltre

Ho il piacere di poter annoverare tra i miei più autorevoli (e assidui) lettori il nome di Gianfranco Verbana, radioamatore ma soprattutto inventore ed esperto di telecomunicazioni, autentico rappresentante della gloriosa tradizione ingegneristica italiana del dopoguerra (Gianfranco ha avuto la fortuna di poter approfondire una già estesa dottrina lavorando a stretto contatto con molti di coloro che hanno fatto la fortuna di aziende come Telettra e molte altre e condivide generosamente con noi i frutti intellettuali di quella frequentazione). Ora Gianfranco stesso mi segnala il restyling del sito Web del circolo radioamatoriale ARI di Lissone, il quale ospita nella sezione "Documenti" diverse presentazioni firmate Verbana.
Con l'avvicinarsi del periodo delle feste di fine-anno, non c'è occasione migliore per ripercorrere, insieme a Gianfranco, il complesso percorso dell'invenzione marconiana e molte altre problematiche tecniche e storiche affrontate dal nostro studioso, sempre molto abile nello spiegare le cose in modo chiaro ma senza pericolose semplificazioni e nel rispetto assoluto dei formalismi di formule e teorie. Possiamo partire da questa minibiobliografia dei suoi interventi e articoli apparsi o segnalati qui su Radiopassioni:

Serata 11 dicembre 2009, dedicata a una approfondita disamina dele attività di Marconi fino al 1901 annunciata in:


la presentazione della serata si può scaricare adesso all'indirizzo: 


Interventi e articoli su Marconi (alcuni link sono stati riparati, in particolare quelli alle due parti del fondamentale articolo sulla "scoperta" delle potenzialità delle onde corte nella daylight):


Sull'apparecchio "Ondina"

Il raggio della Morte e le bugie fasciste.

A proposito di logica cablata:

La "querelle" sui fratelli Judica Cordiglia: 

Lincredibile storia del ponte radio Telettra con il record di "gittata":

Che cosa ha veramente detto Shannon:

Alle pubblicazioni raccolte dai siti dell'ARI di Milano e Lissone, mi sembra doveroso aggiungere la presentazione che Gianfranco tenne nel 2010 all'Istituto Floriani di Vimercate raccontando la storia dell'elettricità.
Ricordo anche che molti delle osservazioni verbaniane che in questi anni anni ho riportato sul mio blog sono state originariamente pubblicate sul sito di alta divulgazione scientifica Via Lattea, fondato e coordinato da Nicola Scarpel e Paolo Sirtori, iniziativa no profit alla quale Verbana partecipa rispondendo alle domande della sezione Chiedi all'esperto. L'ultima risposta in ordine cronologico è recentissima e riguarda la velocità della radiazione elettromagnetica nel vuoto ricavata dalle equazioni di Maxwell, ma nelle sue numerose risposte dal 2000 a oggi (il sito Via Lattea è stato fondato nel 1997) Verbana si è occupato anche della velocità del paracadutista stratosferico Baumgartner e della questione dei campi elettromagnetici "vicini" non-radiativi. 
Ancora un ringraziamento all'amico Gianfranco e tanti auguri per un Natale superscientifico, in barba alle assurde superstizioni dei Maya e degli oroscopi per l'anno nuovo.

La gentile clientela del "plurimediale" costruito sul format radiodramma


Questa sera alle 19 debutta all'Elfo il nuovo audiodramma di Autorevole, l'iniziativa della Fonderia Mercury di Sergio Ferrentino per la promozione della forma letteraria del radiodramma in una chiave di "plurimedialità". Gli audiodrammi non sono un nostalgico omaggio ma una reinterpretazione di un "genere" affermato: la scrittura per la pagina invisibile rappresentato dallo spazio radiofonico. 

Ricordo qui la formula. L'audiodramma viene registrato in una sala teatrale alla presenza di un pubblico che "vede" gli attori statici, senza alcuna coreografia particolare, e ascolta la regia sonora attraverso le cuffie. Autorevole mette successivamente in vendita i vari lavori in forma di file mp3 da prelevare. Più recentemente si sono aggiunti i libri, cartacei e elettronici, con le sceneggiature complete e una ulteriore edizione sottoforma di app per smartphone, in cui tutte queste dimensioni - il sonoro, la lettura, la fotografia di scena - si fondono in un prodotto letterario che può essere consumato in molti modi.
L'opera che verrà rappresentata oggi e domani, 21-22 dicembre si intitola "La gentile clientela"e l'autore è Andrea Bajani, l'audioregia è di Sergio Ferrentino. La storia, ambientata al Museo Anna Frank di Amsterdam, rischia di essere particolarmente attuale nel giorno in cui i neonazisti di Alba Dorata si presentano ufficialmente in Italia. Ma Autorevole ci ha abituati a queste inquietanti intersezioni tra finzione e realtà. La recente vicenda del presunto rapimento "ragioniere di Berlusconi"ha una incredibile somiglianza con la trama di "Il contabile e le murene", audiodramma di Pino Corrias presentato nel corso della prima stagione di questa serie.


19 dicembre 2012

ADS-B Mode S+chiavette USB RTL: aviation radar con 20 dollari

Grazie alle sperimentazioni di Andrea Borgnino, ecco due piccole ma significative novità software che consentono l'impiego di dispositivi USB ad ampia copertura - le ormai celebri chiavette low cos per la ricezione televisiva digitale - anche per il monitoraggio del sistema ADS-B Mode S utilizzato per applicazioni di  radiolocalizzazione e telemetria sugli aerei di linea. Per questo tipo di ricezione era finora necessario dotarsi di ricevitori scanner modificati per l'uso della media frequenza non demodulata, o l'acquisto di apparecchi specifici. Con le chiavette USB la cui banda base convertita può essere "catturata" nella sua interezza, la cosa diventa ancora più facile.
I progetti che si sono imposti all'attenzione degli appassionati di monitoraggio del traffico marittimo (ADS-B è una modalità dati che attraverso lo scambio di segnali su una frequenza di 1090 MHz permette di trasferire su mappe in tempo reale al suolo la posizione e gli identificativi degli aerei, tracciando le rotte con estrema posizione) derivano da una delle tante applicazioni sviluppate nell'ambito della piattaforma GNU RADIO, in particolare il progetto "gr-air-modes". Una prima implementazione più snella viene dalla Germania e si può prelevare dal sito Jetvision.de. Le istruzioni prevedono una semplice installazione sotto Windows i necessari driver DLL e le librerie USBLib dal sito Osmocom, repository centrale di molti progetti basati su dispositivi RTL-SDR. Le chiavette che non sono mai state configurate devono essere impostate con l'eseguibile Zadig da Sourceforge. In genere se la chiavetta era già stata impostata è sufficiente installare i driver già citati nella cartella che contiene il software RTL1090. Questa applicazione funge da server per il trasferimento dei dati ricevuti dalla chiavetta verso un software di tracciamento come PlanePlotter della COAA. Qui c'è il set up utilizzato da Andrea:



Un programma simile a RTL1090 è stato messo a punto proprio in questi giorni da Youssef, lo sviluppatore del software di demodulazione SDR SDRSharp (o SDR#) e si chiama appropriatamente ADSB#. Anche in questo caso il software agisce da server nei confronti di PlanePlotter:


18 dicembre 2012

Giornata dei migranti 2012: da Lampedusa a Chiasso, per non dimenticare

Oggi,  il 18 dicembre, per le Nazioni Unite, è la Giornata internazionale dei migranti. Qui su Radiopassioni non è la prima volta che ricordo la ricorrenza: la prima è stata cinque anni fa. Da allora la situazione è solo diventata più complessa e per quanto riguarda l'Italia, con i suoi liquidi confini, le sue piccole isole meridionali gettate come schegge di promesse difficili da mantenere quasi a portata di remo di un mondo che si accontenta anche di queste promesse, il suo lungo lato esposto a oriente, il fenomeno delle migrazioni è - o dovrebbe essere - ai primi posti della classifica dei problemi nazionali da affrontare, in una chiave di maggiore equità, solidarietà e soprattutto di lotta all'indifferenza.
E invece cinque anni dopo quella mia prima segnalazione della Giornata, delle iniziative coordinate dalle ONG belga December 18 (in particolare la stazione Web Radio1812 e tutte le emittenti online e on air che vi partecipano direttamente con i loro programmi), di tutti gli altri eventi che troverete anche quest'anno nel calendario curato da Global Migrants Action, nonostante tutto questo succede ancora di ascoltare appelli come quello lanciato da Giusi Nicolini, combattiva neosindaco di Lampedusa. Ho letto in questi giorni la trascrizione delle parole che Giusi, con la sua bella cadenza siciliana, aveva pronunciato nella trasmissione di Radio 3 Fahrenheit (era il 7 novembre, la potete risentire qui) e ho pensato di dare il mio piccolo contributo cercando di farla circolare il più possibile. 

Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa.
Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?
Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.
Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra.
Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa  motivo di vergogna e disonore. 
In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.
Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene  consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza.
Giusi Nicolini
E' davvero agghiacciante pensare che l'Europa del Nobel per la pace, dell'industrializzazione, di un benessere che la crisi attenua senza annullare, riesca a tollerare lo stillicidio dei corpi che il mare restituisce di malavoglia e che fanno addirittura fatica a trovare un pezzo di terra per una pietosa sepoltura. Eppure è quello che succede e continuerà a succedere a Lampedusa, malgrado i lodevoli sforzi degli abitanti e della loro nuova, coraggiosa rappresentante. Continuerà a succedere anche dopo la Giornata del migrante, ma intanto soffermiamoci a pensare almeno per qualche minuto a una tragedia che è anche il sintomo di un nostro fallimento generazionale, della nostra incapacità di perseguire e condividere gli stessi sogni di tanti "viaggiatori della speranza". 
Lasciatemi concludere citando il racconto dei ragazzi del Liceo di Mendrisio, il "Treno delle 8 e 47", trasmesso oggi dalla loro emittente Web Radio Lime in collaborazione con Radio Gwendalyn di Chiasso, uno degli attivi partecipanti al progetto di Radio1812. Il treno descritto in questo piccolo radiodocumentario parte ogni mattina dal confine italo-svizzero - dove ho personalmente assistito a tanti controlli, alcuni dei quali finiti con il brusco invito a scendere, armi e bagagli, per colpa di qualche problema con i passaporti e visti - e arriva fino a Lugano, senza proseguire. Un convoglio ideale per  le guardie di frontiera che devono smistare verso i centri di accoglienza di diverse località svizzere i migranti, legali e illegali, che a Chiasso riescono ad arrivare fortunosamente, a piedi, con l'autobus da Como, con i treni Tilo dall'Italia. Quel treno esiste per davvero, esistono davvero quei viaggiatori disorientati, sottomessi, così vividamente descritti dalle semplici parole dei giovani liceali di una delle nazioni più opulente della terra. Parte puntuale, come tutto in Svizzera, alle 8.47 del mattino. Tutto molto asettico, efficiente, distaccato, niente a che vedere con i vecchi barconi di Lampedusa e l'avvolgente disorganizzazione siciliana, che riesce a funzionare contro ogni umana aspettativa. Ma come per i barconi quello che conta è il carico del treno ed è un carico che gronda dolore e rimandi a una Europa povera e devastata, a treni guidati da efficienti europei che portavano verso le miniere e le fabbriche della ricostruzione. O che pochi anni prima conducevano a centri di accoglienza un po' particolari, verso quell'oblio che - chissà - vorremmo inghiottisse oggi anche i disperati che bussano alle nostre porte. Senza pensare che dimenticando loro dimentichiamo noi stessi e tutto tornerebbe a essere perduto.

17 dicembre 2012

Onde Medie RAI, avviata una drastica ristrutturazione: in vita resterà una dozzina di impianti

E' partito il piano di riassetto e dismissione delle onde medie di Radio RAI. Lo conferma l'annuncio diffuso in questi giorni dai notiziari locali televisivi e radiofonici (qui l'audio distribuito da Paolo Quintavalle sul gruppo Radio Bari di Facebook:


L'annuncio è stato ascoltato e segnalato dalla testata Broadcast&Production.
Come Radiopassioni aveva anticipato, era stata decisa una radicale revisione del parco di trasmettitori in onde medie ancora in funzione in Italia. Da questa ristrutturazione dovrebbero salvarsi una dozzina di impianti, con priorità a quelli più recenti e in aree dove la copertura in FM è più problematica. Una delle vittime più illustri  - dopo le tante che in queste settimane hanno anche provocato qualche protesta - dovrebbe proprio essere l'antenna onde medie di Siziano - Milano, attiva su 900 kHz. L'impianto sarebbe anche non a norma. Il condizionale è comunque d'obbligo, perché l'eventuale dismissione di Siziano non è ancora una notizia confermata.

13 dicembre 2012

Last.fm sopprime quasi ovunque i "canali radiofonici". Restano - a pagamento - solo in 8 nazioni

Cambiamento di policy in casa Last.fm, che sopprime per la stragrande maggioranza delle Nazioni del mondo, Italia inclusa, la funzione dei canali in streaming personalizzati, le cosiddette "radio stations" finora riservate solo agli abbonati (gratuitamente in USA, UK e Germania). A partire dal prossimo 15 gennaio 2013, anche gli utenti in queste tre nazioni dovranno pagare 3 dollari al mese per accedere alle stazioni radio, mentre la feature dei contenuti in streaming resterà accessibile (sempre a pagamento) in Canada, Irlanda, Brasile, Australia e Nuova Zelanda). In tutti gli altri Paesi, tra cui appunto l'Italia, i "canali radiofonici" di Last.fm spariranno. Per gli utenti paganti italiani resta una formula di abbonamento a 3 euro al mese che consente di accedere ai servizi di "music discovery" in una modalità preferenziale. In pratica l'esplorazione dei vari generi musicali con i suggerimenti su nuovi autori non prevede l'ascolto di annunci pubblicitari. In più l'abbonato dispone di amenities come la visualizazzione dei visitatori del profilo personale e l'accesso a un'area "vip" con classifiche e grafici esclusivi e altre novità dai Last.fm Labs. Elena Brescacin, che ringrazio per avermi segnalato una notizia che sta passando un po' sotto silenzio - mi fa capire che 36 euro all'anno per tutto questo sono una somma spropositata e in effetti non posso darle torto. Chiaramente i nodi della musica legale in streaming stanno venendo al pettine: il sistema delle royalties rende insostenibili anche i servizi a pagamento, almeno ai livelli di prezzo molto contenuti che caratterizzano le offerte attuali. C'è veramente da chiedersi che cosa abbiano in mente le case discografiche e i titolari dei diritti che si ostinano a rendere difficilissima (o salatissima) la vita di chi non vuole ricorrere a mezzi illegali ma non può essere costretta a sborsare somme spropositate per consumi musicali che sono comunque imponenti. Ha senso continuare a trattare la musica digitale come se fosse cocaina?

12 dicembre 2012

Orbite luminose: nei cieli si apre la caccia a FITSAT e Kwangmyongsong-3

Le orbite intorno alla terra sono sempre più affollate di satelliti di origine radioamatoriale o comunque dotati di sistemi di comunicazione che gli appassionati "sat tracker" riescono a monitorare anche con strumenti non particolarmente evoluti. A fare notizia in questi giorni due satelliti dal Far East, il piccolo "cube-sat" amatoriale giapponese FITSAT-1 e il già controverso satellite nordcoreano Kwangmyongsong-3 (seconda versione, dopo il fallimento di aprile), lanciato proprio questa mattina, il 12.12.12 poco dopo le 00 UTC. Ecco il sobrio annuncio della brillante messa in orbita dagli schermi di Tele Pyongyang (non oso pensare che cosa accadrebbe se l'annuncio riguardasse la decisione da parte di Seoul di chiedere l'annessione alla Corea del Nord):


Il satellite, del peso di 100 chilogrammi, dovrebbe avere una orbita eliosincrona e secondo alcune informazioni (in particolare quelle fornite dal sito 38North) avrebbe a bordo un beacon radio attivo sulla frequenza di 470 MHz. Anche N2YO sta già pubblicando le mappe di tracciamento.
In attesa di capire meglio se l'operazione spaziale nordcoreana è andata in porto (e in questo caso gli occidentali non saranno troppo contenti), tutte le energie si concentrano sul giapponese FITSAT-1 che è stato battezzato il "satellite di Natale", perché oltre all'antenna radio il piccolo satellite cubico monta un segnalatore luminoso a LED che in questi giorni dovrebbe essere utilizzato per lanciare un messaggio in codice Morse sulla volta del cielo. La data fissata finora per il passaggio europeo era il 13 dicembre, ma a quanto leggo sul sito ora è previsto un passaggio per il 14 dicembre, tra le 22.54,30 e le 22.56,30 UTC (da noi prevedono neve). FITSAT-1 non dovrebbe servirsi del codice Morse questa volta: si limiterebbe ad attivare il suo faretto luminoso in modalità pulsante a una frequenza di 10 Hz. L'osservarzione può avvenire con un semplice binocolo,  o forse anche a occhio nudo, ma il cielo dev'essere sereno. Ecco come funziona una osservazione FITSAT in questo esempio scattato oggi in Giappone durante un breve test del sistema di segnalamento, con un tempo di due secondi di esposizione. A 10 Hz in due secondi si contano 20 "dash":


Per seguire il tracciato di FITSAT e i periodi di migliore visibilità, è consigliabile puntare sulla pagina allestita da Simone Corbellini, SatFlare.

09 dicembre 2012

Morire dal ridere: per Jacintha uno scherzo radiofonico finito male


Forse attraversava un momento difficile della sua vita, forse temeva le conseguenze legali di quella che poteva apparire come una sua omissione, lei infermiera di prima classe ma di origine indiana, una provinciale di Bristol pendolare a Londra per il suo lavoro a King Edward VII, tra le più esclusive case di cura private della grande capitale. L'aspetto più assurdo è che Jacintha Saldanha, 46 anni, madre di due adolescenti, ha deciso di farla finita non per un errore professionale, per aver fatto male a un paziente. L'infermiera suicida che sta facendo piangere i suoi ignari famigliari e milioni di lettori in Gran Bretagna e Australia è l'unica vera vittima di uno scherzo radiofonico, crudele quanto efficace. A dimostrazione del fatto che di gossip "innocente", nella società di un'informazione sempre più vacua e incontrollata, si può anche morire.
Tutto nasce intorno all'ennesimo "evento" costruito intorno alla più produttiva fabbrica del pettegolezzo del mondo: la premiata casa reale inglese. Quando martedì scorso si diffonde la notizia del ricovero di Kate, duchessa di Cambridge, moglie del principe William, in preda a violente nausee mattutine, il centralino del King Edward squilla molto presto al mattino dopo. Per una banale questione di cambio di turni a rispondere al telefono è proprio Jacintha. All'altro capo del filo una voce femminile chiede di parlare immediatamente con "mia nipote Kate". Disorientata, Jacintha trasferisce la chiamata a una collega del reparto la quale fornisce tutta una serie di dettagli medici sull'augusta paziente. Peccato che a parlare, con un accento fortemente australiano, non sia la Regina Elisabetta bensì Mel Greig, conduttrice insieme a Michael Christian di un popolare programma dell'emittente musicale 2DayFM, che trasmette su 104.1 MHz a Sydney. I due - già coinvolti in passato in simili azioni "scherzose" - mettono subito in onda lo scherzo e la loro impresa fa il giro del mondo. L'indignazione della Royal Family e dei responsabili della clinica è ai massimi. La cosa più incredibile è che ben due operatrici dell'ospedale non si siano insospettite per le voci di Mel-Elisabetta e Michael-Carlo d'Inghilterra, palesemente caricaturali, o per una procedura che appare subito irrituale: quando mai una regina novantenne si mette al telefono alle 5 del mattino per chiedere alla prima infermiera che passa qual è l'ora più indicata per passare a trovare la "cara nipote"?


Due o tre giorni dopo, a diffondersi è la notizia della morte di Jacintha Saldanha. A commettere il presunto suicidio, per giunta, non è la loquace addetta che si intrattiene amabilmente con la presunta futura bisnonna, ma la povera centralinista improvvisata che pronuncia poche parole per pochi secondi: il tempo necessario per passare la chiamata a qualcun altro. Chiunque probabilmente si sarebbe comportato così, ma Jacintha deve essersi sentita terribilmente inadeguata e vulnerabile.
La morte, avvenuta nel convitto dove trascorreva, nel tempo libero, le sue giornate londinesi, ha scatenato un'ondata di proteste ufficiale. Il regolatore australiano, ACMA, ha immediatamente aperto un'inchiesta per stabilire se i due DJ di 2DayFM abbiano violato i regolamenti che proibiscono l'uso di informazioni carpite con metodi non trasparenti. Southern Cross Austereo, editore di 2DayFM si affretta a precisare, con un metro di pelo sullo stomaco, di non aver violato alcuna legge. Ma sono soprattutto gli sponsor del programma a essere inviperiti: molti di loro stanno stracciando i contratti pubblicitari che li legano a 2Day, accusata oltretutto di aver lasciato che le registrazioni dello scherzo potessero circolare anche parecchie ore dopo la scoperta del corpo della Saldanha.
Una tragedia avvenuta per la sommatorie di circostanze banali: la solita "vip" incinta, una collega dal pessimo orecchio pronta a scambiare per regina una persona chiaramente più giovane e per niente British, un ospedale privato che non rispetta la privacy, una coppia di conduttori che ricorre a uno strumento abusato come lo scherzo telefonico sbattendosela di regole che proibiscono la messa in onda di dichiarazioni non autorizzate. Questa volta ci è scappato il morto e nel peggiore dei modi.

06 dicembre 2012

Revo e Geneva, le radio DAB diventano mainstream

Ci sono tutti i sintomi dell'accreditamento del concetto di radio digitale DAB tra le tecnologie "mainstream", quelle familiari a milioni di utenti (e acquirenti). Spinta dall'allargamento delle zone di copertura - dalla Norvegia, che sarà con tutta la proabilità la prima nazione al mondo a spegnere la radio analogica in FM, a grandi nazioni come UK, Germania, Australia, presto Francia e speriamo anche Italia, nell'imminenza del lancio del progetto di radio digitale in Trentino - nonché dall'arricchimento della scelta dei contenuti, il Digital Audio Broadcast registra un aumento geometrico del numero di marche e apparecchi immessi sui mercati.
I designer norvegesi di Skrekkøgle sono riusciti a costruire Plugg, un prototipo di radio DAB, utilizzando addirittura una stampante 3D. L'interfaccia è ultralineare, la radio si accende e si spegne con un tappo di sughero. L'idea è dimostrare un diverso concetto di interazione, ma quel che conta è il dispositivo con cui si interagisce è una radio digitale.

Plugg from Skrekkøgle on Vimeo.

Se Plugg può essere considerato un semplice esperimento, la britannica Revo e la svizzera GenevaLab attaccano direttamente il mercato finale con due apparecchi DAB tra loro molto diversi ma uniti dall'obiettivo di fornire una soluzione all in one. Revo Pixis è una radio DAB+/FM con display a colori touch e una navigazione che si limita a una unica grande manopola. Il prezzo suggerito di 99 sterline la colloca in una fascia di prodotti intermedia rispetto a Geneva WorldRadio, erede della grande tradizione anni 50 e 60 degli apparecchi "portatili" a onde corte. Ora le stazioni "di tutto il mondo" si ricevono via Internet e Geneva WorldRadio lo fa con un escamotage: il ricevitore non integra l'elettronica per la ricezione e la decodifica diretta degli stream radiofonici Web, ma la sua interfaccia Bluetooth permette di sintonizzare WorldRadio sullo stream ricevuto dallo smartphone o dal tablet. La funzionalità radiofonica copre le frequenze e le modulazioni del DAB+ e dell'FM con RDS. Unico difettuccio di questa soluzione è un prezzo di 349 euro che non è propriamente regalato, ma è giustificato o almeno spiegabile con la presenza di due stadi di amplificazone, uno analogico per l'FM, l'altro digitale per gli streaming audio ricevuti via Bluetooth. Un particolare interessante: tanto la scozzese Revo che la ticinese (la sede è a Balerna) GenevaLab, sono evidentemente interessate al nostro mercato. Il manuale della Pixis è in lingua italiana, mentre Geneva WorldRadio ha un distributore milanese. Sounders, che ha anche un accattivante sito Web.

04 dicembre 2012

Apple iTunes 11, ormai imminente il servizio in streaming musicale?

Ho trovato una definizione molto efficace della radio digitale nell'ultimo numero (dicembre 2012, con in copertina una storia tutta da leggere su MPEG-DASH, o "Dynamic Adaptive Streaming over HTTP") di Tech-i, la rivista tecnologica dell'EBU di Ginevra. "La radio digitale non è una tecnologia. E' un prodotto editoriale." Efficace ma semplicissima, come vedete. E' anche molto vera e come spesso accade completamente ignorata dai più. Di radio digitale, anzi di prodotti editoriali centrati sulla musica, si parla moltissimo in questo momento, dopo che Apple ha reso disponibile l'undicesima versione di iTunes.
Se si parla tanto di un software che non rappresenta una vera e propria novità, è perché secondo parecchi osservatori (CNET cita per esempio il blog - chiuso ai lettori che non si siano preregistrati utilizzando un dominio aziendale - della società di brokeraggio e analisi di mercato BTIG) Apple sarebbe pronta al varo del suo nuovo servizio musicale in streaming. In streaming, si badi bene: un modello che ha preso il posto, nel cuore e nelle abitudini di molti utenti di Internet, del tradizionale download musicale inaugurato proprio da Apple con la prima versione di iTunes.
Le speculazioni, che parlano di un possibile debutto all'inizio del 2013, si fondano anche su una accurata analisi della nuova interfaccia di iTunes, in cui il menu Radio (una funzione presente fin dall'iTunes 1.0) appare in una nuova barra di opzioni disposta orizzontalmente, non più solo verticalmente nella finestra del programma. Il pulsante Radio continua ad attivare il solito elenco alfabetico di servizi musicali in streaming, ma questo non esclude la possibilità che Apple stia studiando un prodotto all'altezza di concorrenti come Pandora e Spotify. Tra i tanti commenti mi piace riportare qui quello pubblicato da RadioTech, la newsletter tecnologica del NAB, l'associazione dei broadcaster radiofonici americani. Colpiscono in particolare le parole sulla possibile integrazione del servizio "Apple iRadio" (un nome puramente fittizio, del resto iRadio è una app venduta da uno sviluppatore italiano attraverso Apple Store) con nuovi strumenti pubblicitari geolocalizzati e applicazioni come Passbook, una applicazione iOS 6 che permette di conservare e ricevere varie forme di coupon e tagliandi offerti da locali, linee aeree, musei e negozi. Un ingrediente che potrebbe avere molti agganci con una campagna pubblicitaria a metà tra radiofonia e online.
Staremo a vedere come andrà a finire, ma è chiaro che l'ingresso di un nome come Apple nel segmento dello streaming potrebbe avere implicazioni notevoli. Nessuno nega che la musica in streaming Web attira moltissimi ascoltatori più o meno appassionati, ma c'è un problema economico, di sostenibilità, che getta una luce un po' inquietante sui destini ultimi di operatori come Pandora (che dopo la quotazione non sta andando granché bene). Apple non solo ha montagne di cash da spendere ma è un'azienda che sopporta male i fallimenti e potrebbe rincorrere la profittabilità con più testardaggine di quanto abbiano fatto le varie Spotify, Pandora, Rdio e via elencando (rimando al post sulla music discovery). Se Apple decide che lo streaming debba essere sostenibile e lucroso, lo streaming rischia davvero di diventarlo.


Speculation Grows over Apple’s “iRadio” Launch 
In the new media world, Apple is notorious for not tipping its hand on upcoming products. As a result, handicapping (if not outright guessing about) Apple’s next move has become something of a cottage industry.
So it should come as no surprise that there is plenty of buzz regarding a rumored streaming radio service from Apple soon. This has recently accelerated due to analysis of last week’s iTunes update release (v11).
Even diehard Apple fans have long criticized the iTunes client interface for failing to live up to Apple’s normally high standards of elegant operation. iTunes 11 is more comprehensive than other recent increments, but may not soothe all the software’s critics. In fact, it has already created new ones who don’t like the new design, but in reality, iTunes 11 is not that radical a redesign under the hood, and doesn’t differ significantly in its current look and feel from other online media stores.
Like some of those other popular online stores, iTunes now offers TV shows and movies for either download or streaming, with the latter option called “iCloud.” Probably the most important changes in iTunes 11 are new features that further integrate the iCloud service into the iTunes client. For example, the iTunes player now offers a cloud bookmarking feature, by which users can now stream a piece of content, stop it in progress, and rejoin it later, picking up where they left off.
So far, Apple hasn’t done much with music content in iCloud, but given the growing competitive context of streaming music services, the iTunes 11 set of new cloud-related features has fueled speculation that Apple is positioning iTunes to enable the launch of a new streaming music “radio” service of its own soon.
Of course, iTunes has offered streaming radio since its earliest days, but only as a means of finding and linking to existing Internet radio streams provided by third parties. In fact, iTunes has long been a popular Internet radio aggregation site, categorizing all streams by genre, and listing the data rate of each stream. Getting listed on the site has been free to any broadcaster or webcaster. Many Internet radio streams made their first connections to their subsequent fans via the site, including some radio stations that connected to listeners outside their broadcast coverage areas via listing their online stream on iTunes. Since then, however, other more interesting and sophisticated Internet radio aggregation sites have emerged (e.g., iHeartRadio, TuneIn), making the purely text-based iTunes listings seem a bit outdated – and version 11 does little to change this.
But the new service expected from Apple is quite different. Called “iRadio” by speculators (since Apple has made no announcement of what it will be called, or when it will emerge, if at all), the service is likely to be an original streaming music service offered by Apple itself, including personalization features similar to Pandora or Spotify. Whether Apple would continue its aggregation listings for third-party radio streams after the launch of “iRadio” is also unknown at present.
The new service could also integrate other features of the iOS platform for a rich and unique service. Apple forecasters have suggested that geo-location features in iOS might inform the ‘”Radio” app of the user’s current location, allowing the app to insert advertising (in the audio stream and/or on the device’s screen) from nearby businesses, and provide maps to their locations. Similarly, the system clock could generate insertion of time-based advertising opportunities.
The iOS’s new Passbook app might also play a role. Introduced in iOS 6, Passbook allows users to download or scan in and organize previously physical tokens of commerce, such as event tickets, boarding passes, retail coupons and store/loyalty cards. The app is also time and location-aware, so items can be set to pop up at appropriate times and places, such as whenever the user walks into a particular store or venue. Apple can also send notifications to update users about their stored items (e.g., gift-card balance adjustments). Such platform personalization and cloud commerce features could be coupled with the “iRadio” service to enable new advertising possibilities.
This sort of integration could differentiate an Apple music-streaming service from competitors like Pandora, but also make the service more directly competitive with local radio. It is interesting to note that Apple has activated FM receivers on a device that does not directly connect to the Web (e.g., iPod Nano), but not to those that do (e.g., iPod Touch, iPhone, iPad).
Whatever forecasters expect, Apple usually confounds them with something other (either greater or less) than what they expected, so stay tuned.

30 novembre 2012

OFCOM/IPO, I pirati digitali? Sono quelli che comperano più contenuti


OFCOM pubblica per conto dell'IPO (Intellectual Property Office) un rapporto sul consumo di contenuti illegali su Internet e i dati che emergono sono a dir poco sconcertanti. A parte il dato sulla scarsa consapevolezza del campione intervistato (metà dei navigatori non sa neppure dire se quello che scarica da Internet sia legale o viceversa violi qualche diritto), ci sono due tendenze che dovrebbero far riflettere a lungo l'industria dell'audiovisivo digitale. Il primo dice che c'è una forte predisposizione all'acquisto di contenuti legali se questi avessero un prezzo adeguato e soprattutto se i cataloghi degli editori fossero davvero completi. L'altra informazione è addirittura paradossale: se prendete gli individui che ammetto di avere sui loro dischi sia contenuti legali, sia file piratati, i loro volumi di acquisto legale, cioè di soldi spesi in contenuti, sono superiori ai volumi di acquisto di chi consuma o solo contenuti legali o solo contenuti illegali. Come dire: se sei un pirata digitale e ogni tanto compri qualcosa, compri comunque più di chi pirata non è.

Il messaggio è piuttosto chiaro. Il modo migliore per combattere il fenomeno della pirateria totale è quello di aumentare la quantità, la qualità e la varietà dei contenuti digitali online e contemporaneamente diminuire i prezzi. Finora è avvenuto esattamente il contrario: i cataloghi online offrono solo una piccola parte di quanto prodotto su supporti non online e i prezzi sono in alcuni casi (vedi gli ebook) anche superiori a quelli nei mercati fisici, mentre editori e società consortili premono per imporre leggi sempre più severe contro la pirateria. C'è da chiedersi perché visto che basterebbe aprire il negozio (ben fornito) per cominciare a vendere. 
Alla discussione su questa anomalia partecipa anche TechDirt con diversi post centrati sullo studio OFCOM e su altre analisi che riguardano la situazione americana. Ci si arriva facilmente partendo dai link contenuti in questo.

White spaces, la consultazione OFCOM spalanca le porte alla tecnologia in Europa

Fa un importante passo avanti la regolamentazione della tecnologia "white spaces" in Europa e con essa l'arrivo dei dispositivi "cognitivi" che la sfrutteranno. Il regolatore britannico OFCOM ha pubblicato la sua proposta di quadro normativo, aprendo le porte alla discussione delle parti interessate. Come è noto, la riduzione degli spazi frequenziali utilizzati per la TV analogica, ormai spenta, ha comportato la creazione di nuove risorse di spettro da destinare a servizi non broadcast, tipicamente di larga banda senza fili. Ma gli "spazi bianchi" sono qualcosa di molto diverso: si tratta infatti di consentire l'uso di frequenze generalmente allocate alla televisione digitale, in funzione però della loro disponibilità a livello locale. Come avviene negli Stati Uniti, la proposta di OFCOM consiste nel definire l'uso di apparecchi che prima di impegnare una determinata frequenza consultano un apposito registro delle risorse occupate in una data località. 
Ecco un esempio degli usi cui potrebbero essere destinati i futuri apparecchi:



Enhanced Wi-Fi: The majority of current Wi-Fi devices operate in spectrum at 2.4GHz. White spaces could provide new capacity, while boosting the range of devices, potentially enabling Wi-Fi networks that stretch across towns and cities. This is due to the lower frequency of TV white spaces (typically between 470 MHz and 790 MHz).
Rural broadband: White spaces could be used to provide rural locations with broadband services. In practice, this could be achieved by building a network of transmitters that use white spaces to link remote houses and villages to larger towns that are already connected to the internet.
Machine-to-Machine communications: This relatively new area of innovation allows information to be exchanged between different devices. This could be especially useful for wirelessly measuring utility meters in consumers’ home, for example, or allowing businesses to wirelessly track their inventory.

24 novembre 2012

Madamina, il catalogo è online: debutta con Mozart la stagione lirica Web del Carlo Felice e MyMovies

È aperto a tutti quanti, viva la libertà! Il leggendario "Met" newyorkese ha le sue dirette radiofoniche riprese anche su Internet. Glyndebourne ha un accordo con il quotidiano Guardian per la trasmissione live di alcune opere. L'Opera di Liegi aveva inaugurato un servizio in streaming qualche anno fa, ma oggi il suo canale You Tube è tristemente fermo al 2010. La Scala e altri teatri italiani offrono le loro "prime" nelle dirette televisive sulla RAI.
Ma la joint venture tra il Teatro Carlo Felice di Genova e MyMovies, il portale cinematografico partecipato da Ibs.it, è una prima assoluta che farà discutere e conquisterà il cuore di tantissimi appassionati di musica lirica. Da oggi, sabato 24, la piattaforma MyMoviesLive - che offre da tempo la possibilità di godersi i film in streaming Web ad alta definizione - alza il sipario sulla stagione operistica e concertistica del Carlo Felice, storico teatro genovese dalle lunghe vicissitudini. In cartellone c'è nientepopodimeno che il Don Giovanni di Mozart, che si potrà vedere live dalle 20.30 del 24 e in differita nelle serate successive (un'altra trasmissione Web live è prevista quando il Don Giovanni cambierà il cast). Per tutto il 2012, opere, balletti e concerti del Carlo Felice si potranno vedere gratuitamente, ma dal 2013 scatta la formula ad abbonamento, a partire da 3 euro e 99 al mese. Una somma direi accettabile per sognare, divertirsi e commuoversi con un intero teatro in casa.
La notizia è semplicemente fantastica e dimostra che anche in Italia è possibile costruire un'offerta culturale su Web di altissimo livello, mescolando tecnologie e tradizione e dando vita a un nuovo modello distributivo in un contesto che sembrerebba paludato e conservore. Per entrare nel teatro virtuale messo a disposizione questa sera da MyMoviesLive e dalla Web Tv del Carlo Felice, occorre registrarsi e installare sul proprio computer il plug-in Octoshape, una società danese che ha sviluppato una tecnologia per lo streaming ad alta qualità di contenuti free o pay. L'ingresso alla platea funziona come un vero e proprio teatro, con tanto di posti assegnati e possibilità di interagire con gli altri "spettatori" iscritti alla community MyMovies. Dopo Don Giovanni sono previsti anche Cenerentola, Macbeth, Lago dei Cigni, Rigoletto e tante altre rappresentazioni di una stagione lirica su Web che terminerà il 3 giugno. 
Con questo annuncio il Carlo Felice diventa il primo teatro lirico italiano presente in forma continuativa su Internet e apre la strada ad analoghe opportunità per altre celebri istituzioni. C'è solo da sperare che le vorranno cogliere. Il teatro genovese precede anche l'annuncio da parte della RAI di un accordo per la commercializzazione dei prestigiosi contenuti musicali conservati negli archivi delle trasmissioni con le sue numerose orchestre sinfoniche. Dalle indiscrezioni che ho raccolto sembrerebbe che la conferenza stampa di presentazione di questa iniziativa sia imminente. Il patrimonio lirico e musicale rappresentato ogni giorno nel mondo e custodito negli archivi storici dei teatri è sterminato e molto spesso accessibile a pochi fortunati o addirittura escluso da ogni possibilità di fruizione. Le dirette streaming ma soprattutto i podcast e i file in download possono essere essere un formidabile nuovo canale distributivo, oltretutto facile da corredare con notizie e approfondimenti che renderebbero ancora più godibili certi contenuti, catturando l'interesse di tanti appassionati e conquistandone di nuovi. 


Opere, balletto, concerti sinfonici: il Teatro Carlo Felice di Genova torna su  MYMOVIESLIVE!
Don Giovanni, Cinderella, Macbeth, Il lago dei Cigni, Rigoletto: queste alcune delle dirette streaming che dal 24 novembre al 3 giugno porteranno il teatro su internet. 
Genova/Firenze 22 novembre 2012 - È stata presentata a Genova la collaborazione tra il teatro Carlo Felice e MYmovies.it. Il progetto - che si pone l’ambizioso obiettivo di aprire la platea del teatro anche su internet con fruizioni su web, smartphone e tablet - vedrà la sua prima il 24 novembre con la diretta streaming dell’opera Don Giovanni, dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte accompagnato dalla musica di Wolfgang Amadeus Mozart. Ad ampliare l’offerta la possibilità di vedere ogni giorno alcuni contributi video (l'accesso alle prove degli attori, interviste con il cast) che faranno da supporto alla trasmissione degli spettacoli.
Dopo la prima in diretta live dell'opera Don Giovanni sarà possibile vedere ogni sera la replica in differita dello spettacolo, fino al momento del cambio del cast, quando sarà trasmessa nuovamente in diretta la nuova versione dello spettacolo.
“La collaborazione che si consolida oggi tra MYmovies.it e il Carlo Felice di Genova, da un ulteriore segnale positivo della potenzialità di internet al servizio della cultura. Da qualche anno lavoriamo per garantire una distribuzione dei contenuti culturali. – ha dichiarato Gianluca Guzzo, Ceo e Founder di MYmovies.it – Siamo a Genova oggi per sperimentare un nuovo modello portando l’Opera alla portata di tutti e per permettere, abbattendo i limiti dello spazio ma soprattutto del prezzo di ingresso, di condividere l’emozione della messa in scena come se si fosse seduti in platea. Una sperimentazione pionieristica questa della diretta streaming dal teatro che ci vede in prima linea insieme alla fondazione Teatro Carlo Felice per la continua diffusione della cultura.”
Per accedere alle dirette LIVE del prestigioso cartellone del Teatro Carlo Felice gli utenti dovranno collegarsi su www.mymovies.it/live o direttamente sul sito ufficiale del Teatro (www.carlofelice.it/). Tutte le rappresentazioni trasmesse saranno gratuite per tutto il 2012, successivamente l’offerta sarà integrata  nell’abbonamento di MYMOVIESLIVE! a partire da 3,99€ al mese o35€ all’anno (2,90€ mese) per tutti i film e le opere in programma.

23 novembre 2012

Trentino DAB, primi segni di vita: RAIWay pubblica il bando di gara

Domani a Trento ennesimo convegno per discutere di nuova radio, e per fortuna che a farlo sono stati chiamati due calibri da novanta come Sergio Ferrentino e Luca De Biase. Intanto però qualcosa si muove, finalmente, anche dal punto di vista dell'unica cosa che conta quando si parla davvero di radio: le trasmissioni di quella che dovrebbe essere, nella provincia di Trento, la prima tappa non sperimentale della radio digitale italiana. Sul sito di RAIWay riservato ai fornitori è apparso da qualche giorno il bando di gara per la fornitura dei materiali per i tre impianti di Ravina di Trento, Rovereto e Cima di Penegal (nella foto). Il valore complessivo se non ho capito male è di 340 mila euro (una cifra superiore a quella, intorno ai 150 mila euro, citata da uno dei consorzi privati alla conferenza stampa del mese scorso, ma forse era un prezzo relativo a una singola postazione, qui ne sono previste tre).
Scadenza fissata per inizio gennaio: questo significa che i tempi di attivazione non saranno rapidi come sarebbe stato lecito aspettarsi per una tecnologia che in Italia ha una ripartenza molto più lenta rispetto a nazioni come la Germania? In ogni caso, evviva la trasparenza dell'operatore pubblico, il primo a dare al progetto del DAB+ in Trentino una concretezza in termini di tempistiche e valori in gioco.
Possiamo sperare sin d'ora che l'ensemble RAI sul DAB+ avrà contenuti nuovi per la radio. Magari i canali Webradio così ricchi di cose da ascoltare e di spunti di crescita?

19 novembre 2012

A Trento per (ri)parlare di nuova radio


Continuo a pensare che il marketing della radio digitale dovrebbe pensare a fare più inaugurazioni ufficiali di servizi che convegni sulle "nuove possibilità della radio", ma diamo atto a Trentino in Rete della necessità di creare una maggiore consapevolezza nel pubblico della provincia di Trento, sede di un "imminente" lancio di un network radiofonico DAB+. 

Dopo la presentazione fatta qualche settimana fa, questo sabato 24 novembre in Piazza di Fiera 13 a Trento, in una sala del palazzo Coni, la città torna a incontrarsi per discutere di New Radio: nuovi media, nuove sperimentazioni, nuovi mezzi. Nuova Radio? Forse la novità più sostanziale e il vero motivo di interesse è rappresentato dal tavolo dei relatori, che saranno moderati da Alessandro Longo. I partecipanti sono infatti Luca de Biase di ahref, Sergio Ferrentino di Fonderia Mercury meritevole produttore di audiodrammi a distribuzione crossmediale, Mario Frullone della Fondazione Ugo Bordoni, Eugenio La Teana CTO di RTL102.5 e Michele Tesolin di Sanbaradio (Web radio dell'Università di Trento). Appuntamento tra le 10 e le 12 confidando che il DAB trentino si accenda al più presto, magari con qualche contenuto nuovo e esclusivo. Alla fine dell'incontro verranno estratte a sorte cinque radio digitali Pure, co-sponsor dell'evento.

15 novembre 2012

LTE contro TV: per i canali vicini agli 800 MHz consigliati i filtri passa-basso. Ditelo alla nonna

E così anche due emittenti televisive lombarde storiche come Radio Tele Reporter e Radio Tele Campione chiuderanno i battenti. Sono le conseguenze della digitalizzazione della tv regolata dalla Legge Gasparri, ma non è tutta colpa della tecnologia e dei suoi costi. Fare televisione locale ha sempre meno senso negli anni di Internet e con la crisi economica e il prosciugarsi della risorsa pubblicitaria regionale o cittadina questo è diventato probabilmente un mestiere impossibile. Con buona pace del trionfalismo di una legge costruita ad hoc per tutelare un duopolio (lo chiamiamo così perché ci vergogniamo di usare un termine più corretto, monopolio privato) e trasformare il controllo pressoché totale del mercato televisivo e pubblicitario in un parziale dominio di un mercato, il cosiddetto SIM, più virtuale di un videogame. E' anche la sconfitta di un'industria editoriale che ha saputo essere pionieristica ma non lungimirante e di una patologica incapacità di regolamentare l'accesso alle risorse spettrali e economiche, con l'aggiunta di una perversa volontà di distorcere le poche regole rimaste per venire incontro agli obiettivi politici e finanziari di una azienda privata. A metà anni 70 l'Italia ha avuto la straordinaria occasione di diventare una nazione europea leader in campo radiotelevisivo a livello di tecnologie, produzione di contenuti, quadro normativo, economia. E invece è finita come molte altre storie italiane: molta fuffa, privilegi e denaro a pioggia per sé e per i soliti amici, nessuna voglia di investire mezza lira nel futuro, schiavismo al posto di relazioni di lavoro moderne. In Parlamento i legislatori hanno contribuito alacremente al disastro ed eccoci qui.
La moria di emittenti televisive non si arresterà con questi due casi. E già ci aspetta al varco il problema della convivenza tra emittenti televisive (DVB-T) e servizi di telefonia 4G (LTE) in due porzioni di spettro molto vicine. Dal primo gennaio dovrebbero infatti partire i servizi che gli operatori progettano sin dalla messa all'asta delle frequenze 800 MHz, dall'ex canale televisivo 60 in sù. Due blocchi di 30 MHz, ossia gli 791-821 in downlink e 832-862 in uplink, utilizzati dall'interfaccia radio E-Utran della quarta generazione del cellulare, o Long Term Evolution. Gli studi, come quello commissionato dall'OFCOM nel 2010 e intitolato LTE interferences into domestic digital tv systems. Nelle conclusioni si raccomandava l'installazione di filtri passa-basso e cavetti di buona qualità per evitare interferenze sui canali dal 59 (centrato su 778 MHz) in giù. Che cosa succederà in Italia, si chiede Alessandro Longo su Repubblica oggi? Specialmente dopo che il decreto Crescita ha rimosso gli obblighi che prima pesavano sugli operatori per il finanziamento dei dispositivi destinati alla protezione dalle interferenze negli apparecchi televisivi in funzione nelle case. Difficile prevedere con esattezza i possibili scenari interferenziali (legati alla particolare natura dei front end dei ricevitori, che per come sono costruiti potrebbero andare a pescare i segnali nei domini presto occupati dalle modulazioni dell'LTE), ma per le emittenti che trasmettono sui canali televisivi più alti non si possono escludere situazioni di parziale degrado dei segnali ricevuti. Niente che non possa essere attenuato con un buon filtro che lasci passare solo le frequenze desiderate (dopotutto facciamo lo stesso con i ricevitori SDR di tipo "a quadratura"), ma per la gente "normale", installare un filtro potrebbe essere complicatuccio. 
Ho trovato un paio di documenti che aiutano ad approfondire la questione, visto che il report del OFCOM è molto ingegneristico. Eccovi dunque   LTE per il mobile broadband: tecnologia, regolamentazione,, ecosistema e mercato (AGCOM) e Il futuro dei servizi mobili passa dal digital dividend  (ARPA).

12 novembre 2012

IFPI: le case discografiche investono nella scoperta di nuovi talenti musicali


Un report molto corposo (scaricarlo richiede una buona connessione perché sono 15 mega di pdf) realizzato da IFPI, la federazione mondiale dei proprietari di diritti intellettuali musicali, ossia le case discografiche, rivela che queste ultime hanno ancora un ruolo importantissimo nella scoperta e nella promozione di nuovi talenti musicali: cantanti, gruppi, autori... Nel suo recente studio "Investing in music" l'associazione, che è presieduta dal grande baritono Placido Domingo, calcola che le cosiddette attività di "artists and repertoire" - l'equivalente della "ricerca e sviluppo" di talento per un editore discografico - rappresentano ancora un investimento significativo. Almeno 4 miliardi di dollari e mezzo se si includono anche le attività di promozione. Da solo l'"A&R" degli editori discografici vale 2,7 miliardi di dollari, il 16% del fatturato annuo dell'industria discografica. Malgrado il grande successo delle band indipendenti e dei social network musicali che guidano milioni di persone verso i brani di artisti poco conosciuti e innovativi, la casa discografica è ancora un punto di riferimento fondamentale e che molti cantanti e complessi puntano ad avere un editore. The Unsigned Guide ha condotto un’indagine nel Regno Unito dalla quale è emerso che il 71% degli artisti britannici ancora senza un contratto vorrebbero stipularne uno con un discografico.

Questo non significa che gli editori non stiano perseguendo strategie nuove per la vendita online e lo streaming della musica. Nel comunicato stampa in italiano che ho appena ricevuto dalla FIMI, la federazione confindustriale degli editori discografici italiani, leggo che l'economia tuttora legata al disco o alle sue alternative digitali legali, vale molto più di quella generata per esempio dai concerti live. «Il live - scrive la FIMI, non ha sostituito il mercato discografico come fonte di ricavi, mentre le case discografiche investono 2,7 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, non ci sono prove di investimenti di tale portata in altri settori dell’entertainment musicale. I primi cinque concerti globali dal vivo del 2011 - U2, Bon Jovi, Take That, Roger Waters e Taylor Swift - hanno tutti i cataloghi e prodotti musicali importanti alle spalle.» La lettura del comunicato FIMI è molto istruttiva e contribuisce comunque all'analisi di un mercato sempre più complesso, lo trovate qui.

Reuter Elektronik, SDR PC-free da sogno. Ma non per tutte le tasche


Si sa abbastanza poco dal punto di vista dell'hardware interno e tutta la documentazione sul sito sembra solo in tedesco, ma i ricevitori SDR a campionamento diretto, con controllo integrato (non c'è bisogno di PC) e già previsti per il rack mounting prodotti dalla Reuter-Elektronik di Dessau-Rosslau sembrano molto interessanti. Autentiche DX machine per utilizzatori esperti e esigenti. Sono di conseguenza apparecchi molto costosi. Il modello HF RDR54, altamente modularizzato (previsti per esempio un modulo per la trasmissione e un converter per le VHF), parte dai  3.550 euro, la versione senza tastiera numerica e funzionale RDR50 non scende comunque sotto i 1.950 euro. 

Ancora più costoso è il nuovissimo RDR 160, pensato proprio per le VHF, anche come tuner FM stereo di altissimo livello. Annunciato qualche tempo fa la disponibilità del 160 (con copertura fino a 160 MHz) dovrebbe essere imminente e il prezzo è già stato fissato a 4.500 euro.

Onde Numérique, autorizzata in Francia la radio digitale satellitare-terrestre in Banda L

Nel 2010 avevo dato la notizia di un nuovo progetto per la creazione, in Francia, di un bouquet di emittenti radiofoniche digitali "pay" (cioè in abbonamento) da diffondere attraverso Internet e da una rete di ripetitori in Banda L che ritrasmetteranno un segnale satellitare diffuso grazie ad accordi con Solaris Mobile. Il progetto faceva capo a una società, Onde Numérique, fondata da un ex collaboratore del gruppo World Space, operatore di radio satellitare che aveva fatto un clamoroso fallimento. 
Albino Pedroia, studioso e consulente radiofonico, membro del comitato strategico della startup francese, mi segnala ora da Parigi che Onde Numérique ha vinto la gara di assegnamento bandita dal CSA, il regolatore francese. Il famoso bouquet di 50-60 stazioni ascoltabili con l'autoradio dovrebbe prendere il via a partire dal secondo semestre 2013 su Internet e dal 2014 in Banda L dove verrà utilizzato - e questa è forse l'aspetto più interessante - il sistema ETSI SDR Satellite digital radio (norma ETSI EN 302 550).
E' tutto molto interessante ma mi viene in mente un'obiezione: in questi mesi gli organi di standardizzazione e regolamentazione dello spettro in Europa stanno discutendo del riassegnamento delle frequenze in Banda L a suo tempo allocate alla radio digitale, frequenze che interessano molto agli operatori di telefonia per le loro applicazioni broadband. Si aprirà uno scenario di forte conflitto con iniziative come questa (e con il DAB)?


ONDE NUMERIQUE VINCE IL BANDO DI GARA PER LA RADIO DIGITALE A PAGAMENTO IN FRANCIA

TOLOSA, il 9 novembre 2012 – la società Onde Numérique è stata selezionata dal CSA (Conseil supérieur de l’audiovisuel, regolatore del settore audiovisivo in Francia), nell'ambito del bando di gara riservato ai “distributori di servizio di radiodiffusione” che aveva aperto a fine 2011.

La vincita di questo bando di gara, che la opponeva al progetto della società MediaMobile (filiale dell'operatore di rete TDF, Renault e Vinci), per Onde Numérique rappresenta una tappa importante del suo sviluppo in Francia. Le 64 radio del bouquet, accessibili tramite abbonamento, saranno lanciate nel secondo semestre 2013 sulla piattaforma internet (fissa e mobile) e nel 2014 per gli automobilisti via la rete terrestre di trasmettori in banda L e la diffusione satellitare. Il servizio digitale, che sarà disponibile in “frequenza unica” su tutto il territorio francese, sarà il primo bouquet a vocazione nazionale di radio tematiche digitali per abbonamento, lanciato in Europa in una banda di frequenze riservata alla radio digitale in tutto il continente.

Sono fiero e soddisfatto che il CSA abbia scelto il nostro progetto e voglio ringraziare il collegio per la sua scelta che conferma così la fiducia riposta nel nostro progetto” ha dichiarato Franz Cantarano, Presidente e fondatore di Onde Numérique. “Questa scelta rappresenta per noi una formidabile opportunità per contribuire in modo costruttivo allo sviluppo della radio digitale grazie a un'offerta editoriale innovativa, vasta e diversificata. La programmazione del bouquet è stata ideata per soddisfare le attese dei nostri futuri abbonati. L'offerta sarà complementare alla radio gratuita in termini di contenuti, usi e modello economico” ha concluso il Presidente.


Composizione del bouquet

Il bouquet sviluppato da Onde Numérique permetterà l'accesso, a livello nazionale, a 64 radio e programmi tematici premium:
- 9 radio digitali originali e senza pubblicità che permetteranno all'ascoltatore di divertirsi, informarsi e scoprire nuovi orizzonti, grazie a tematiche originali: viaggi e scoperte, psicologia, sport, talk, letterarura e cultura, storia, ma anche tematiche femminili, maschili, e una radio per i più piccoli
- 43 nuovi programmi musicali, tutti esclusivi e senza pubblicità organizzati per generi: dalla canzone francese alla musica classica, dal jazz al rock senza dimenticare la musica elettronica, la soul e il blues. il bouquet diffonderà anche una serie di programmi di operatori commerciali di grande successo in Francia, come la radio generalista Europe1, ma privi della programmazione pubblicitaria.
Onde Numérique permetterà anche la ricezione a livello nazionale:
- dei 7 programmi del servizio pubblico di Radio France : France Inter, France Info, France Culture, France Musique, FIP, le Mouv’, delle 43 radio locali della rete France Bleu,
e della nuova radio All News europea della rete televisiva Euronews.
Più di due terzi dei 64 programmi del bouquet saranno prodotti da editori radiofonici che già operano sul mercato francese. Grazie agli accordi stupulati, il servizio pubblico, i principali operatori privati ma anche radio private indipendenti e comunitarie produranno programmi di qualità per Onde Numérique.


Una tecnologia d'avanguardia

La società diffonderà i programmi con lo stanrad tecnico europeo ETSI SDR, particolarmente idoneo a una ricezione mobile terrestre e satellitare in auto su tutto il territorio, e in “frequenza unica”. Oltre a una serie di accordi industriali, la società ha firmato un pre-accordo di diffusione satellitare con Solaris Mobile (JV Eutelsat/SES Astra) che permetterà di completare la rete di trasmettitori terrestre che coprirà 140 agglomerazioni francesi al lancio dei servizi.


Il progetto ONDE NUMÉRIQUE

Onde Numérique sta preparando un bouquet premium per il mercato francese composto da 64 radio, di cui 50 inedite, esclusive e senza pubblicità. La società ha stipulato una serie di accordi strategici con operatori radiofonici, editori di contenuti, distributori e società tecnologiche, per il lancio di un'offerta dedicata in un primo tempo alla ricezione a domicilio e mobile (3G e 4G) e in seguito alla ricezione in auto prevista nel 2014. L'abbonato potrà ricevere il bouquet tramite ricevitori specifici che permetteranno anche un ascolto innovativo della radio: navigazione nella programmazione delle radio musicali "forward/rewind" (dispositivo brevettato), accedere a programmi radio parlati con "sottotitoli" per le persone con problemi uditivi, e anche l'aquisto, durante l'ascolto, di brani diffusi nelle radio, direttamente sul terminale Onde Numérique.



11 novembre 2012

Cadono gli ultimi bastioni, Voice of Russia taglia sulle onde corte e medie in russo


Arrivano segnali consistenti sulla possibilità che anche Voce della Russia, attualmente uno dei pochi broadcaster internazionali ad aver mantenuto una solida presenza sulle frequenze delle onde corte, sia costretta a un ridimensionamento delle sue attività. Il primo sintomo è molto vicino a noi e riguarda l'annuncio della cessazione delle trasmissioni attraverso l'impianto in onde medie (558 kHz) di Monteceneri, in Canton Ticino. Dismesso dalla Rete Uno della Radio Svizzera, due anni fa il trasmettitore era stato affittato come ripetitore di alcuni programmi in russo e in altre lingue europee, tra cui l'italiano. Con l'entrata in vigore della fascia invernale della programmazione delle emittenti internazionali risulta che i 558 di Monteceneri verranno utilizzati solo fino al 31 dicembre 2012. 

Contemporaneamente, il programma Radiopanorama, curato da Vadim Alekseyev su World Radio Network, rivela che a partire dal 2013 Voice of Russia ridurrà dell'80% le trasmissioni in onde corte in lingua russa, e questo nonostante la stessa emittente, in un convegno di stazioni radio russofone che si è tenuto a Yalta in questi giorni, sottolinei come la richiesta di contenuti in lingua russa sia aumentata. Nel convegno viene per esempio citato il caso del network Radio Rusa, spuntato dal nulla questa estate nello spettro FM di diverse città spagnole sulla costa mediterranea.  (Network che tra parentesi secondo i media catalani starebbe operando senza alcuna licenza.)
E' probabile che la prevista riduzione dell'output sulle onde corte sia legata alla vicenda dei tagli che il ministro delle finanze russo, Anton Siluanov, ha chiesto di effettuare sui preventivi di spesa dei principali media pubblici oggi finanziati dai contribuenti locali. Putin in persona, afferma la stampa locale sulla base di un documento pervenuto al quotidiano Novaja Gazeta, con un imperioso tratto di penna (la scansione del famoso documento si trova a questo indirizzo) ha imposto al ministro di autorizzare i fondi richiesti per il 2013 dalla stazione televisiva RTR, dal canale internazionale RT Russia Today e dalla Rossiyskaya Gazeta. Ma per i soldi richiesti da "Golos Rossii", nome russo di VoR, non c'è niente da fare. Rispetto ai 4,7 miliardi di rubli richiesti l'emittente subirà una riduzione dell'11% fino a 4,2 miliardi o poco più. E' possibile che questa lieve contrazione sia sfociata nella decisione di mettere freno alle onde corte e al relay in onde medie dalla Svizzera (altre riduzioni sono previste per i programmi in russo e tedesco che VoR ridiffonde in Germania su frequenze in onde medie come 693, 630, 1323 e 1431 kHz da diverse città tedesche: i rumors dicono che resteranno attivi solo i 693). In Russia è previsto per il 2015 lo switch off della televisione analogica terrestre e forse, insieme alla crisi economica, anche questo è un fattore che induce ad abbandonare modalità trasmissive giudicate obsolete persino da quelle parti. 

10 novembre 2012

USA: la musica di Internet prossima al sorpasso della radio


Se i dati comunicati dalla società di ricerca NPD sono attendibili (e non c'è ragione per dubitarlo) gli americani molto presto consumeranno più musica attraverso Pandora e Spotify che ascoltando la radio in FM. Music Acquisition Monitor, l'osservatorio di NPD sui canali di accesso utilizzati dai consumatori di musica, rileva che oltre il 50% degli utenti Internet, 96 milioni di persone, utilizza Pandora  o servizi on demand come YouTube, VEVO, Spotify, MOG, Rhapsody, and Rdio per soddisfare il proprio fabbisogno musicali. Nel dare la notizia, Huffington Post si chiede se il progressivo tramonto della radio come strumento di scoperta e ascolto di brani e autori musicali implichi anche un cambiamento generale del modo in cui ci rapportiamo a questa importantissima forma di espressione artistica. In altre parole: lo streaming che sta prendendo il posto della radio ci induce anche ad ascoltare una musica diversa rispetto al passato? Le prime risposte sembrano affermative: nelle hit parade pubblicate da Spotify compaiono brani che difficilmente avrebbero conquistato la stessa popolarità grazie alla sola radio, ma che l'azione combinata di Web radio e social network rende gettonatissimi.
Il 10 novembre del 2001 Apple lanciò una mattonella bianca fortemente voluta da Steve Jobs, tornato da cinque anni nell'azienda che lo aveva letteralmente costretto, lui, il cofondatore, alle dimissioni. Da un anno Jobs aveva rimosso la provvisoria "i" (per interim) davanti all'acronimo CEO (amministratore delegato) ed era arrivato al culmine di un percorso di risanamento che resterà nella storia del management.  La mattonella si chiamava iPod ed era stata concepita come accessorio ideale per un servizio varato all'inizio di quell'anno. Un servizio che nessuno si sarebbe mai aspettato da una azienda di informatica, perché in quegli anni, in piena crisi della giovane "Internet economy", l'idea di aprire un negozio di musica, per di più online, equivaleva, per un imprenditore che costruiva computer, a un certificato di insanità mentale.
Con un congruo anticipo su quasi tutti i suoi colleghi imprenditori, Jobs aveva capito che le tecnologie digitali, l'hardware, il software, non erano un semplice prodotto da sviluppare e vendere. Erano un inarrestabile agente di cambiamento sociale, economico, politico, persino psicologico. I neuroscienziati oggi ci dicono che i cambiamenti riguardano anche l'aspetto più fisico del nostro cervello, ossia le connessioni che si stabiliscono tra le sue cellule, i neuroni. La musica in download è forse il segno più tangibile del tipo di trasformazioni che Jobs aveva in mente con l'accoppiata iTunes/iPod. L'industria discografico, basata sul CD (che aveva sostituito il vinile senza rinunciare ai suoi modelli di distribuzione e promozione, anche se il mercato della nuova musica dovette fare i conti con l'inedito problema delle copie pirata), è stata rivoltata come un calzino.
Forse neppure lo stesso Jobs poteva pensare che anche il modello del download poteva andare in pensione così presto. Oggi iTunes e gli altri store musicali vanno ancora forte, ma il modello del Web come infinito juke box in grado di sfornare - gratis, con la sponsorizzazione di uno spot pubblicitario, o direttamente a pagamento - decine di milioni di brani diversi si sta affermando in modo inesorabile e comporterà da parte delle case discografiche e delle società consortili che gestiscono i diritti musicali un ulteriore fase di ripensamento.
La discussione è in corso anche in Italia, dove Spotify ancora non è arrivato (in compenso ci sono diversi servizi analoghi, sia nazionali - Play.me, Cubomusica - sia esteri - Rara, Deezer). Nel maggio scorso la FIMI, l'associazione confidustriale della musica italiana, ha organizzato un interessante convegno di cui posso fornire le due relazioni principali, quella del presidente della FIMI Enzo Mazza e quella dell'economista Carlo Alberto Carnevale Maffè. Diversi dettagli sui contributi degli altri relatori, tra cui Stefano Quintarelli, li potete trovare nel reportage di Chefuturo. Nello stesso periodo, prima dell'estate, la startup italiana SingRing (azienda del gruppo Digital Magics), leader nel nuovo comparto dei testi delle canzoni (le "lyrics") e del karaoke online, aveva inaugurato una nuova iniziativa rivolta agli ascoltatori/spettatori di videoclip. Il Progetto Video che SingRing ha confezionato firmando gli accordi con EMI Music, Sony Music Entertainment, Universal Music Italia e diverse etichette indipendenti consente agli editori musicali e non di pubblicare su web, mobile e Smart TV i videoclip ufficiali nel pieno rispetto del diritto d’autore, usufruendo anche di un sistema che permette di integrare i messaggi pubblicitari nei video clip. Luca Messaggi, CEO di SingRing ha detto che con questa iniziativa  «nasce un nuovo network musicale cross editoriale che dà: ai publisher e alle record company la possibilità di trarre valore aggiunto dalla musica online, agli inserzionisti l’opportunità di raggiungere un target molto interessante su una piattaforma premium completamente pianificabile e agli utenti la possibilità di fruire di un’esperienza totalmente innovativa grazie ai nostri contenuti di qualità. Il network di SingRing, leader in Italia, supera i 4,6 milioni di utenti unici al mese, pari al 58% del mercato lyrics. Adesso siamo pronti per affrontare una nuova sfida: ‘SingRing Video’» I video di questo VeVo all'italana sono online sui tre canali del portale Virgilio.it: ViTV, Musica e Testi Canzoni e su siti di "pop culture" come Airdave.it. Il catalogo video di SingRing comprende oltre quarantamila videoclip musicali, interviste, making of, EPK (electronic press kit) e backstage di artisti italiani e internazionali. Dopo aver avviato verso una prematura pensione il mezzo radiofonico, ora Internet si appresta ad attaccare la musica televisiva di MTV.