26 ottobre 2016

Per distinguere tra ragione e retorica sul Web, "riaccendiamo" la radio della Guerra Fredda

La civiltà mediatica delle news in tempo reale ci sottopone a un autentico bombardamento di continui impulsi. Tanto che non sappiamo più distinguere tra retorica e ragione. E se tornassimo a lezione di storia, in particolare quella, ricca di materiali d'archivio, della radiofonia internazionale? La sensata proposta viene dai ricercatori della University of Bristol, che hanno dato vita al Connecting the Wireless World Project, una iniziativa che vuole analizzare la storia delle trasmissioni in onde corte, le antenate della tv satellitare e di Internet, dal punto di vista del ruolo che l'emittenza internazionale ha avuto nel forgiare le relazioni tra le nazioni e la politica domestica, in pace ma soprattutto durante nei lunghi anni del secondo conflitto mondiale prima e della Guerra fredda poi. 
Il progetto mette insieme storici e massmediologi di Regno Unito, Germania, Olanda, Portogallo e Stati Uniti e come missione ha anche l'organizzazione di eventi e seminari, l'ultimo dei quali ha avuto luogo il 15 settembre scorso presso la University of York sul tema "Knowing your enemy (and your friends): Cultures of radio monitoring and surveillance". Al seminario ha dedicato un bellissimo post uno dei coordinatori di Connecting the wireless world, David Clayton: "Rhetoric versus Reason: Why we need histories of radio surveillance and monitoring" Una buona parte dell'incontro era focalizzato sul ruolo storico degli uffici di monitoraggio delle trasmissioni internazionali e sugli archivi di materiali generati sia dalle emittenti, sia dai governi che ne tracciavano le attività. Clayton cita in particolare Radio Free Europe, auspicando un maggior sforzo di digitalizzazione e condivisione delle informazioni accumulate e archiviate in decenni di trasmissione. 
Osservando il programma del seminario noto con grande piacere la presenza di una storica contemporanea italiana, Linda Risso, che dopo la laurea all'Università di Genova è approdata a Cambridge per i suoi studi di dottorato e oggi è fellow di ricerca presso l'Institute of Historical Research di Londra. La Risso, che a quanto leggo dai suoi tweet è stata recentemente accolta nel Comitato redazionale di "Cold War History", è specializzata in storia delle relazioni tra paesi Nato e paesi dell'Est ed è intervenuta a York su una questione decisamente attuale: "The role of radio
and Ukrainian/Russia dialogue in the 21st century".  Sulla rivista Cold War History nel 2013 aveva pubblicato un articolo intitolato "Radio Wars, broadcasting in the Cold War" che per nostra fortuna è disponibile online

08 ottobre 2016

Radio Revolten: a Halle, in Germania, un mese di arte alla radio (anche in onde medie low power!)



Durerà fino al 30 ottobre il festival di radio-art Radio Revolten, varato il primo del mese nella località sassone di Halle an der Saale, nei pressi di Lipsia. Tra performance, esecuzioni, workshop e conferenze, diverse location della storica cittadina saranno animate da una settantina di sound e radio artist di 17 nazioni, che daranno luogo al festival di arte radiofonica più ambizioso della storia. Non poteva ovviamente mancare una stazione radio, attiva 24 ore su 24. L'omonima Radio Revolten si può ascoltare comodamente in streaming, ma per l'occasione da Halle sono in funzione anche una frequenza in FM, 99,3 e una in onde medie, su 1575 kHz. Il festival, curato tra gli altri da Knut Aufermann (qui intervistato dal Goethe Institut), per anni alla direzione artistica della londinese Resonance Radio, è davvero pieno di cose da ascoltare e seguire. Un dettagliato giornale-catalogo, RR Zeitung, è accessibile su Issuu. Il Festival si può seguire anche su Facebook e su Twitter.

Dopo lo spegnimento di tutti gli impianti AM degli enti regionali tedeschi, nel 2015, la low power Radio Revolten1575 kHz, offre, al di là dell'enorme valore culturale del festival, la ghiotta opportunità di riascoltare in onde medie la Germania (a dire il vero non è proprio così perché in questa porzione dello spettro radio è rimasta attivo il network delle forze americane AFN su 1107 kHz). Qui in Italia non sarà facile intercettarne il segnale, perché sulla stessa frequenza è ancora in funzione l'impianto OM di Genova/Portofino, ma si può tentare nelle ore notturne, nonostante l'interferenza dalla Spagna (e forse dagli Emirati arabi), tanto più che, specie di notte, è prevista la trasmissione dell'identificativo Radio Revolten anche in codice Morse. Utilizzando la Web radio remotizzata di Twente, in Olanda, riesco a sentire qualcosa intorno al tramonto, anche se molto a sprazzi. 
L'antenna di Radio Revolten 1575 troneggia su una delle cinque torri della centrale Marktplatz. Radio Revolten, l'arte alla radio e la radio nell'arte, è un progetto curato da Radio Corax, emittente alternativa FM della stessa Halle. L'antenna è stata montata, accanto al dipolo già utilizzato da un club radioamatoriale, sulla cima della torre dell'ex Istituo di Fisica dell'Università. 
La Fondazione culturale federale è il principale sponsor dell'iniziativa, la cui direzione, oltre a Auferrmann è affidata ad Anna Friz e Sarah Washington, la redattrice dell'austriaca ORF Kunstradio Elisabeth Zimmermann e al responsabile della programmazione di Radio Corax, Ralf Wendt.

07 ottobre 2016

Segnali ultradeboli e SDR da master a Castelfeder, per la 18esima edizione di Digital&Radio Communications

Lo so, non è un gran preavviso, ma non potevo non segnalare - facendo i miei auguri ai partecipanti - il summit di due giorni a Castelfeder che si apre domani, sabato 8, in Alto Adige. Si tratta della 18esima edizione dello storico convegno sulle comunicazioni radioamatoriali digitali ideato dall'associazione i-Link e da diversi anni è il centro delle discussioni e degli annunci a più alto livello per quanto riguarda la ricerca e sviluppo SDR in Italia. Ecco la locandina dell'evento, che non è stato particolarmente promosso sul Web:


Personalmente ho diversi problemi che mi impediscono di prendere parte quest'anno, ma se potessi non mi perderei il pomeriggio di domani, con gli interventi di Giovanni Franza, giovane ingegnere svizzero che ha dedicato la sua tesi per il master alla scuola superiore SUPSI di Lugano alle applicazioni della piattaforma SDR Elad DUO,  e il solito Nico Palermo, che presenterà il suo straordinario lavoro sulla trasmissione di segnali a bassissima potenza, alle estreme frontiere del limite di Shannon, con la codifica QRA64 che estende quelle già disponibili con il software WSJT. In occasione della conferenza di Venezia EME2016 lo scorso agosto, Nico aveva già reso pubblici un articolo sui codici "cumulativi", e le slide della sua presentazione.
Arrivare alla Haus Castelfeder, nei pressi di Ora (Bolzano), non è banale, così come non banali saranno i contenuti discussi durante Digital&Radio Communications 2016, ma bisognerebbe davvero esserci. Come sempre, attenderò il reportage fotografico di Alberto Di Bene.

03 ottobre 2016

RTE 1 252 kHz, niente switchoff nel 2017. Le onde lunghe piacciono agli espatriati

La foto dell'impianto di Clarkstown, da Wikipedia.
[Purtroppo il contenuto di questo post deve ricevere uno spiacevole aggiornamento. I responsabili di RTE hanno confermato che la dismissione dell'impianto di Clarkstown rimane programmata per il 2017. Verranno comunque esplorati altri format e canali destinati alla comunità degli irlandesi emigrati. Peccato.] Il modello europeo del "public broadcasting" è messo a dura prova dalla lunga crisi, che ha reso i bilanci di molte emittenti perforati come il gruviera. Ma è sempre più chiaro che certe scelte sono, in realtà, di natura politica. Hanno a che fare con i desideri e le aspirazioni della gente. In questo senso sorprende l'annuncio, oggi sull'irlandese Independent, della sospensione del progetto di smantellamento dell'impianto in onde lunghe di Clarkstown su 252 kHz, nato come joint venture pubblico-privata (tra l'irlandese RTE e il gruppo RTL) alla fine degli anni '80 e oggi gestito da RTE Radio 1 attraverso 2RN, l'operatore di rete controllato dallo stesso broadcaster pubblico. I 252 consumano molto e pesano parecchio sulla bolletta elettrica di RTE (250 kiloeuro all'anno, secondo il quotidiano). L'emittente, chequest'anno annuncerà un altro buco da 20 milioni di euro, aveva da tempo deciso per lo spegnimento di questa potente antenna, che era stato fissato per il maggio del 2017. E invece sembra che il destino ultimo delle onde lunghe irlandesi potrebbe essere oggetto di revisione. Diversi gruppi di opinione si sono fatti sentire, inclusi i rappresentanti della importante comunità di 600 mila irlandesi che vivono nel Regno Unito, naturale area target dell'emittente. Per quanto obsoleta e costosa come tecnologia, le onde lunghe continuano a essere percepite come un importante legame con la madre patria, soprattutto dagli ascoltatori più anziani. L'Independent cita un sondaggio da cui risulterebbero livelli di apprezzamento superiori al 90% in un pubblico evidentemente molto più fedele del previsto.
Non è detto che non vengano prese in considerazione tecniche nuove, come il DRM (peraltro già utilizzato in passato per una sperimentazione sulla stessa frequenza), ma anche il prossimo anno RTE 1 continuerà a trasmettere.