29 ottobre 2011

Jerusalem Calling, la stazione del mandato britannico in Palestina.

Paolo Morawski mi ha girato il link al blog della giornalista Paola Caridi, la quale a sua volta invia da Gerusalemme - dove credo risieda - una interessante corrispondenza relativa a "Jerusalem Calling", un documentario sulla storia della sezione araba del Palestine Broadcasting Service, l'emittente voluta dai "mandatari" britannici nel territorio appartenuto all'Impero ottomano. La PBS trasmise in inglese, ebraico e arabo dal 1936 al 1948 e il suo primo impianto in onde medie fu localizzato a Ramallah, appartenente oggi al territorio della Palestina (qui una breve cronologia della stazione chiusa dopo la nascita di Israele e qui il capitolo dedicato alla PBS in un libro di memorie solo parzialmente disponibile su Google Books).
Il documentario è stato realizzato due o tre anni fa dal regista Raed Duzdar ma la corrispondenza della Caridi si riferisce a una proiezione avvenuta l'altro giorno a Gerusalemme Est. Su You Tube si trova il trailer di questa interessante produzione: è in lingua araba e senza sottotitoli ma da quel che si può intuire dalle interviste effettuate, tutte evidentemente a persone in qualche modo coinvolte con il funzionamento dell'emittente, il lavoro sembra molto curato.



Come osserva la giornalista italiana emerge un ritratto di una società molto diversa da quella attuale, anche se neppure allora dovevano mancare le tensioni. Pochi anni dopo l'inizio delle trasmissioni di PBS, un attentato di un gruppo clandestino ebraico costa la vita di due operatori nello studio, poi nella primavera del 1940 l'altro movimento clandestino, Hagana inagura Kol Israel, il nome adottato nel 1948, con l'indipendenza dello Stato e la fine dele trasmissioni britanniche (qui un'altra breve storia della radiofonia nata in seno alla clandestinità ebraica). Già allora, dopo la caduta dei turchi e l'avvento del fascismo e del nazismo, il Medio Oriente era un crocevia di opposti interessi.

Nell'immenso catalogo della Libreria del Congresso americano ho trovato una raccolta di decine di fotografie d'epoca scattate negli studi e nel corso di varie inziative del Palestine Broadcasting Service, che forse potremmo definire come uno dei primi tentativi di dar vita a un medium interculturale. Basti pensare che le prime trasmissioni in arabo rivolte a quell'area, anche se in chiave propagandistica e antibritannica venivano captate dalla fascista Radio Bari, una emittente che ebbe poi un ruolo fondamentale nella liberazione.

27 ottobre 2011

Pure, musica in abbonamento sulla radio Internet/DAB. E Nokia segue con MIx Radio per Win Phone


Ieri, per il lancio dei suoi nuovi Windows Phone, Nokia ha annunciato l'ennesimo app musicale e l'ennesimo servizio per l'ascolto "social" della musica, Nokia Music con Mix Radio. Su questo annuncio aspetto di conoscere ulteriori dettagli, anche perché a Nokia World, la manifestazione ancora in corso a Londra, i responsabili di Nokia Music hanno ammesso che non tutti gli accordi di licenza sono stati perfezionati, in attesa della disponibilità commerciale degli smartphone Nokia Lumia. Sappiamo per esempio che «Nokia Music (is) introducing MixRadio, a free, global, mobile music-streaming application that delivers hundreds of channels of locally-relevant music. In an update delivered later this year, Nokia Lumia users will also gain the ability to create personalized channels from a global catalogue of millions of tracks. Also integrated in Nokia Music is Gigfinder, providing the ability to search for live local music for a complete end-to-end music experience, as well as the ability to share discoveries on social networks and buy concert tickets also coming in the Nokia Music software update delivered later this year.» Sembra di capire che Mix Radio sarà un servizio stile Pandora, orientato però alla scoperta della musica locale con una interessantissima estensione che riguarda la possibilità di individuare i concerti live e acquistare i biglietti per parteciparvi. Ma la vera sorpresa (che fa capire la complessità della questione licenze) è che Mix Radio dovrebbe essere a costo zero, senza costi di abbonamento.
Non dev'essere proprio un caso se Pure, il noto costruttore di radio digitali DAB/Internet, ha scelto di datare 26 ottobre il comunicato stampa che annuncia la nascita di Pure Music. Anche in questo caso si tratta di accedere a brani musicali in streaming in modo illimitato, però su abbonamento, poco meno di 5 sterline al mese al momento solo per i consumatori residenti in UK e a partire da dicembre 2011. Attraverso il portale The Lounge, gli abbonati potranno utilizzare Pure Music attraverso il computer, il telefonino e su otto apparecchi radio Pure abilitati alla Internet radio.

The revolutionary new way to discover, explore and listen to music

London, UK 26th October 2011: PURE, the world-leading radio maker, presents ‘PURE Music', a cloud-based on-demand music service that allows the user to discover, explore and listen to millions of music tracks through any of PURE's wide range of internet-connected digital radios, a smartphone and a computer, all for a monthly subscription of £4.99.

PURE Music will go live in the UK during December 2011 and people can register their interest at www.thelounge.com/puremusic
PURE Music allows the user to organise and play as many tracks and albums as they want on multiple devices, including PURE's range of eight internet-connected digital radios (ONE Flow, EVOKE Flow, Oasis Flow, AVANTI Flow, Sirocco 550, Siesta Flow, Contour and Sensia), PCs and Macs via the PURE Lounge internet radio and media portal (www.thelounge.com) and on smartphones running the PURE Lounge app.
Says Colin Crawford, PURE's director of marketing: "Whether you are into chart hits or would prefer a trip down memory lane, PURE Music is the perfect service to allow you to find music and listen to individual tracks, full albums, or even mixtapes perfectly matched to your mood. PURE Music is now at the heart of all of our internet radios, making it child's play to find and enjoy any music you want directly on your favourite listening device. Forget the hassle of downloading and ripping - just search and enjoy."
PURE Music also incorporates PURE Tag, PURE's unique, free, tagging service which lets users bookmark tracks they hear on the radio, and subsequently explore around those tracks via the powerful search and recommendation facilities of the PURE Lounge, to discover more about the artists and their back catalogue, podcasts, or even branch out and discover similar and related artists.
Tracks or albums can simply be dragged and dropped into playlists which are automatically kept synchronised across all of the user's PURE Music listening devices. Playlists can also be shared via social media sites such as Facebook and Twitter.
The PURE Lounge iPhone and Android App are currently free of charge to all and will allow PURE Music subscribers to access any music they want on the move provided they have a WiFi connection or 3G reception. Users of the App can also enjoy PURE Music and content from the PURE Lounge through a speaker dock.
The PURE Music subscription service will go live to UK customers during December through a free software update and will be rolled out internationally during 2012.

25 ottobre 2011

Marburgo 2011, arrestate due spie stile guerra fredda


Se non avessi letto bene la data sarei convinto di essere capitato per sbaglio nell'archivio del Der Spiegel. Invece è tutto vero. Un commando di polizia di Marburgo ha fatto irruzione nella casa di una insospettabile coppia sposata con figli verso le sei del mattino e ha sorpreso la moglie, Heidrun nell'atto di trascrivere un messaggio cifrato ricevuto attraverso un apparato a onde corte. Una delle misteriose "spy station" che vengono annoverate tra gli strumenti utilizzati dai servizi segreti per comunicare gli ordini agli agenti sul campo.
L'arresto dei due coniugi, residenti in Germania ma originari del Sud America e con passaporto austriaco, è il culmine, secondo lo Spiegel Online ( Cold-War Style Spying: Russian Couple's Arrest Could Mar Diplomatic Ties), di una indagine durata settimane contro un network di spie che agirebbero per conto dell'intelligence russa. E' il Moscow Times a rivelare - il giornale pubblica anche una fotografia dell'abitazione di "Andreas e Heidrun" - che i due sarebbero connessi con la rete di spie americane al soldo di Anna Chapman née Kushchenko, l'avvenente spia dai capelli rossi, protagonisti di un altro clamoroso arresto nel 2010.
Già che siete sullo Spiegel andate a cercare in archivio il numero del 1968 che racconta della mitica Orchestra Rossa, la rete clandestina anti-nazista che cercò di comunicare via radio a Mosca informazioni sulle truppe del Reich dopo l'invasione dell'Unione Sovietica. In lingua tedesca, ma con documenti eccezionali. Sull'Orchestra Rossa venne realizzato in coproduzione ZDF-RAI, sceneggiato televisivo trasmesso nel 1972. Sarebbe bellissimo che un canale RAI lo riproponesse!

24 ottobre 2011

Rai estero e minoranze: 50% di tagli sui fondi pubblici

Dobbiamo operare sotto la ferula. Non lo dico io, lo dice il sottosegretario Paolo Buonaiuti annunciando i prossimi tagli - pari al 50% (su un totale che ammonta attualmente a 45 milioni) - sui fondi di finanza pubblica devoluti alla RAI a
supporto di due importanti "convenzioni": quella per le trasmissioni destinate alle minoranze linguistiche e quella (già penalizzata in passato con la soppressione delle trasmissioni in onde corte) per i programmi diffusi all'estero da Rai International.
La ferula? Confesso: da bravo (o cattivo, giudicate voi) non-cattolico non sapevo si trattasse del caratteristico bastone pastorale vescovile. Il dizionario mi ha rivelato però che la ferula, una pianta da cui i romani ricavavano bastoncini molto dolorosi se manovrati come scudisci, è anche l'attrezzo utilizzato per le punizioni corporali nelle scuole di un tempo che fu. E' ironico che proprio per dare la notizia di un inevitabile ridimensionamento dell'offerta radiofonica rivolta alle minoranze di una Italia che tutela le proprie comunità linguistiche nella Costituzione, Buonaiuti abbia scelto un termine da cercare sul dizionario. "Siamo sotto la ferula di una crisi globale" e quindi, cari amici di Aosta, Trieste, Bolzano, la radio nel 2012 parlerà un po' meno in patois, sloveno e tedesco. Lo stesso vale per gli italiani all'estero, per informare e intrattenere i quali RAI International utilizza circa 22 di quei 45 milioni. Estrapolando dalle anticipazioni di Buonaiuti, adesso dovranno accontentarsi di 11.
“Non ho grandi buone notizie. Dobbiamo operare sotto la ferula di una crisi globale che vede ridotti tutti i contributi. Sono stati tagliati trasversalmente i fondi al Ministero; la Presidenza del Consiglio, depositaria del fondo per l’editoria, non potrà avere una sorte diversa, benché al momento io non possa dare informazioni precise sulle cifre”. Lo ha affermato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l’editoria, Paolo Bonaiuti, in occasione dell’audizione della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera.
"Sto preparando – ha proseguito Bonaiuti - una lettera da inviare al Direttore Generale della Rai in cui dico che come minimo prevedo un taglio del 50% alle convenzioni stipulate con la Rai per le minoranze linguiste e Rai Internazionale - ha proseguito Bonaiuti - Il valore di queste convenzioni è di 45 milioni di euro, di cui 21-22 dovrebbero andare a Rai Internazionale a cui, come i cultori della materia sicuramente ricorderanno, già l’anno scorso ebbi a ridurre i fondi per far arrivare i contributi alla carta stampata".
Sul fronte delle riforme, Bonaiuti ha aggiornato la Commissione sui tavoli di lavoro tematici insediati per rinnovare il settore: "martedì si sono riuniti i tavoli tecnici su diritto d’autore, onlus e tariffe postali. Mercoledì si riunisce quello per le questioni forme di sostegno, cioè i contribuiti diretti, e nel pomeriggio quello per gli accordi quadro (pubblicità istituzionale). Venerdì, infine, si riunirà il tavolo informatizzazione e parità di trattamento (digitalizzazione della distribuzione). Stiamo preparando gli articolati per agire con efficienza".
Obiettivo della riforma “è "andare a cercare sprechi e tagliarli tutti assieme, tenendo presente due principi fondamentali: l’occupazione dei giornalisti e dei poligrafici e le vendite effettive" ha concluso Bonaiuti. (20/10/2011 – ITL/ITTNET)
(Così scrive il portale Italian Network).
Solo dopo che Chris Diemoz (impegnato tra l'altro nella conduzione del programma "Caleidoscopio" per conto della redazione di Radio Rai Val d'Aosta) mi ha segnalato la notizia attraverso un post apparso nel blog di Luciano Caveri, consigliere regionale valdostano con responsabilità dei programmi locali dell'emittente pubblica, ho visto che molte agenzie l'avevano ripresa dopo le dichiarazioni di quattro giorni fa. Con i tagli praticati a partire dal prossimo anno, i programmi radiotelevisivi nelle lingue minoritarie e quelli pensati per gli italiani all'estero riceveranno la metà dei finanziamenti destinati finora. Come dire che gli italiani che parlano tedesco e gli italiani che vivono in Germania sono sotto la ferula un po' più degli altri. La crisi è globale, evidentemente, mica andrete a pensare che possa essere una nostra responsabilità? Tagliamo i fondi per colpa di Merkel e Sarkó.
Ho fatto qualche altra ricerca e ho trovato un recente studio della Fondazione Rosselli sugli Investimenti pubblici nell'industria culturale e delle telecomunicazioni. Fino al 2008 i fondi utilizzati per le due già citate convenzioni ammontavano a 69,1 milioni di euro. Dal 2002 al 2008 gli stanziamenti hanno avuto un andamento irregolare: in crescita fino al 2004, poi in calo fino alla brusca riduzione del 2007, in coincidenza con la soppressione dei programmi radio in onde corte. Poi di nuovo un piccolo aumento, ma evidentemente siamo arrivati a oggi e ai famosi 45 milioni. Contro gli 83 del 2004 (con le onde corte ancora accese). Il prossimo scalino scenderà davvero a 22,5 milioni? Probabile.
Immagino che basterebbe fare un piccolo taglio sui contratti con Bruno Vespa e Giuliano Ferrara per finanziarie anche un canale 24/7 in lingua shqiptare per Piana degli Albanesi. Se poi ci aggiungessimo i soldi regalati a Sgarbi per non fare programmi, potremmo andare a trasmettere in onde corte anche dalla Stazione Spaziale. E che dire della vergognosa carenza di contenuti che l'emittente pubblica rivolge a milioni di persone che sono venuti a lavorare qui e che pagano tasse e contributi? Per loro ci sono sempre i telegiornali con dentro Salvini che li esorta a tornarsene a casa. Che problema c'è del resto: uno la radio e il televisore può sempre spegnerli.

23 ottobre 2011

Ricevitori minimalisti, gli sperimentatori riscoprono il passato

Non ci sono solo software e logica cablata nel presente della sperimentazione radioamatoriale nel campo dei sistemi di ricezione. Le piattaforme software defined stanno ormai prendendo il posto di una intera generazione di ricevitori semi-professionali basata sull'affermato principio del circuito "supereterodino" a conversione multipla. A dispetto di questo trend, un gruppo nutrito di indomiti appassionati continua a tenere alta la tradizione della ricezione analogica con progetti per autocostruzione che vanno ormai in direzione opposta, verso il minimalismo e la riscoperta di circuiti - per esempio i ricevitori a reazione o rigenerazione - che erano molto popolari nella prima fase della radiofonia, quella che precedeva i transistor. Del resto il minimalismo riguarda anche una parte della produzione commerciale attuale, con la nuova ondata di dispositivi di fabbricazione cinese che racchiudono in volumi molto ridotti capacità che non sono così drammaticamente lontane da quelle che caratterizzano i ricevitori da tavolo assai più blasonati che dominavano negli anni ottanta e novanta. E alcuni di questi apparecchi commerciali utilizzano componentistica avanzata basata su tecniche digitali di rivelazione dei segnali.
La sperimentazione minimalista non poteva non avere il suo bravo acronimo: 1AD, o "one active device". Molto spesso si tratta appunto di ricevitori rigenerativi utilizzati in porzioni di spettro molto specifiche. Sono soprattutto gli appassionati di onde lunghe e radiofari ad affilarsi il cervello su realizzazioni che spesso e volentieri utilizzano un solo transistor, magari un po' speciale come i mosfet. Da questi esperimenti escono ricevitori alimentati con una pila a 9 volt, capaci di occupare il ristretto volume di una scatola di mentine. Piccoli circuiti a basso consumo che uno può portarsi dietro per gli ascolti in trasferta e che producono risultati incredibili per sensibilità e immunità dalle immagini provocate dai potenti trasmettitori in onde medie locali.
A differenza di un circuito supereterodino, in cui il segnale ricevuto viene miscelato con quello prodotto da un oscillatore locale variabile separato in modo da arrivare - alla fine di uno o più stadi di conversione - a una frequenza intermedia fissa (che verrà poi rivelata da un "detector"), nei ricevitori a rigenerazione si lavora invece con un oscillatore a una frequenza molto prossima a quella ricevuta con un circuito di retroazione positiva che determina una forte amplificazione controllata. Un unico circuito che serve insomma per sintonizzarsi sul segnale, amplificarlo e rettificarlo, cioè estrarre l'informazione modulante, in modo da poter alimentare una cuffia. Un principio non dissimile da quello su cui si basano i front end a quadratura di tipo "near zero IF", utilizzati nelle soluzioni SDR più semplici.
Ho pensato di raccogliere un po' di riferimenti utili per continuare a esplorare le possibilità dell'ascolto minimalista, ricordando però che molte informazioni si possono trovare, anche se in modo sparso, negli archivi del gruppo di discussione internazionale dei radiofaristi, la NDBlist. Un altro deposito di progetti, incluso il ricevitore Homodyne, si trovano sulle pagine di Dave Schnerder, sul sito Makearadio.com. Tra i progetti più imitati e modificati c'è il 1-Mosfet receiver di Mike Tuggle, descritto nellarticolo intitolato Minimalist approach to NDB DXing. Tuggle ha lavorato partendo dai circuiti proposti negli anni settanta da G. W. Short. Molto ricca di spunti è la sezione 1AD del Crystal Radio Group americano. Mentre una serie di dispositivi 1AD molto moderni e accattivanti, incluso un semplice dispositivo a singolo transistor per l'ascolto delle stazioni FM, l'Heliosdyne, si trova nel sito Dr. Phil's Receiver Designs, dove trovate tra l'altro articoli estremamente interessanti sui chip DSP Silicon Lab utilizzati in molti apparecchi tascabili commerciali cinesi. Due gruppi Yahoo ospitano un costante flusso di discussione sui progetti e i prodotti 1AD. Il primo è il gruppo RegenRX, espressamente dedicato ai circuiti rigenerativi, reflex, a reazione rivisitati in chiave moderna. L'altro è il gruppo UltralightDX, dove il discorso si concentra sui portatili commerciali minimalisti (in genere utilizzati per l'ascolto delle onde lunghe-medie e dell'FM) e su tutte le modifiche e accessori che possono potenziarne le prestazioni.
Una nota finale sulla fotografia che illustra questo post. Il circuito che vedete è un "micro regenerative receiver" progettato da Finbar O'Connor, grande maestro dell'ascolto dei radiofari a lunga distanza. Può essere utile un rinfresco teorico sul funzionamento dei diversi tipi di ricevitore che si sono evoluti nel corso del tempo. Concisa e molto facile da capire la trattazione che ho trovato sul sito Paleoelectronics.com, dove si possono apprezzare le differenze tra ricevitori a cristallo, rigenerativi, super-rigenerativi, TRF (tuned radio frequency), supereterodini, sincrodini. Più moderne le spiegazioni su Radio Receivers, un libro online di Miomir Filipovic pubblicato sul sito Mikroelectronica (che guarda caso si occupa di programmazione di microcontrollori).

Libia, la radio nazionale torna a trasmettere sulle onde corte per l'estero

Forse il nuovo regime libico sente di aver qualcosa da farsi perdonare? Comunque sia, trovo peculiare la coincidenza del ritorno del servizio esterno in onde corte della Radio Televisione Libica proprio mentre il mondo intero condanna la barbarie dell'esecuzione sommaria di Gheddafi. L'emittente, ascoltata per la prima volta il 21 ottobre in Giappone arriva molto forte anche a Milano, per ora sembra solo in lingua francese. Le trasmissioni durano un paio d'ore e iniziano verso le 18 utc- La frequenza utilizzata è 11600 kHz, già segnalata anche in passato. La cosa più ironica è questo stacchetto musicale che interrompe ogni tanto un commento che magnifica la tolleranza cui quest'ultima è ispirata: le note sono quelle di Douce France.

21 ottobre 2011

Sputnik, il radiomonitoraggio scientifico dei fratelli Fracarro

Gianfranco Verbana mi ha gentilmente trasmesso i materiali d'archivio su cui ha basato iluo recente intervento sulle "avventure spaziali" dei fratelli Judica Cordiglia. Si tratta di pagine ricavate da Radio Rivista dic/1957 e feb/1958. Nella prima viene riportato l'elenco dei radioamatori e SWL (shortwave listener, nel linguaggio radioamatoriale coloro che non sono autorizzati a trasmettere e si limitano a monitorare in ascolto le attività sulle bande HF) che inviarono all'organo ufficiale dell'ARI le segnalazioni di ascolto dei tenui "bip bip" radiotrasmessi dallo Sputnik. In seguito venne pubblicato il dettagliatissimo studio firmato dai due fratelli radioamatori Bruno e Giovanni Fracarro, titolari dell'omonima azienda radioelettrica, fondata più di vent'anni prima del celebre volo dello Sputnik. Si tratta di un esempio a mio modo di vedere straordinario di che cosa voglia davvero dire monitoraggio professionale. Un livello di precisione, rigore scientifico e inventiva che finora non ho visto negli scritti che ho avuto modo di esaminare dai fratelli Judica Cordiglia (potrei essere smentito dal secondo volume delle loro memorie pubblicate in questi ultimi anni, che non ho ancora aperto, ma ne dubito).
Il saggio dei fratelli Fracarro - che ascoltarono lo Sputnik sui 40 MHz da Castelfranco Veneto - viene preceduto da una breve introduzione di Leonida Rossino, direttore dell'osservatorio astrofisico dell'Università di Padova. La quale contiene un esplicito ringraziamento per una ricerca che ha consentito di ricavare attendibili effemeridi per le osservazioni ottiche del satellite artificiale. A proposito di ottica, i Fracarro specificano di aver scelto di monitorare la frequenza sui 40 MHz proprio per la natura prettamente ottica della ricezione. Il fatto di limitare l'ascolto dello Sputnik a precise "finestre" inserite in una geometria sferica permise loro di ricavare attendibili stime sulla quota e sulle orbite dell'oggetto.
Potete prelevare i due documenti ai seguenti indirizzi: dicembre 1957, febbraio 1958 L'intento di tale pubblicazione non è polemico. Non credo ci sia da dubitare che anche i fratelli Cordiglia avessero genuinamente "osservato" la presenza delle trasmissioni dallo Sputnik nello spettro HF (le perplessità riguardano semmai alcune delle teorie complottistiche pubblicate in seguito e - come si è visto in un altro mio post - la veridicità delle "immagini" ricevute dal Lunik 4). In questa sede si deve soprattutto riconoscere, a fronte di una pubblicistica che sembra quasi voler attribuire ai Cordiglia un ruolo esclusivo o superiore a quello di tutte le altre osservazioni, da un lato la sorprendente qualità dei dati pubblicati dai fratelli Fracarro; dall'altro la funzione che ebbero - nel 1957 e probabilmente nelle successive missioni spaziali - tanti radioamatori italiani nel divulgare notizie sul radiotracciamento dei veicoli orbitali. La stampa generalista italiana non se ne accorse allora: nel mio piccolo, grazie alle ricerche di Gianfranco, confido di poter restituire a Bruno e Giovanni la visibilità e il rispetto che meritano. Come avevo anticipato la volta scorsa, gli esperti del Cicap hanno aperto un loro dossier scientifico per prendere in esame attività dei fratelli Judica Cordiglia. Forse non avverrà in occasione del convegno Cicap che inizierà a Torino il prossimo 11 novembre, ma sicuramente i risultati di queste indagini avranno ampia e trasparente diffusione.

19 ottobre 2011

Il mondo finirà dopodomani. Di nuovo.

Malgrado la figuraccia cosmica e l'ictus che lo ha colpito subito dopo, Harold Camping non demorde. Il fondatore di Family Radio, che aveva dato per certa la fine del mondo lo scorso 21 maggio, ha successivamente "ricalcolato" la data giusta e ha dichiarato che il mondo così come lo conosciamo verrà distrutto dopodomani, il 21 ottobre.
Sulle grottesche profezie di Family Radio, network di emittenti religiose fondamentaliste presente come Radio Maria in tutto il mondo e molto attivo anche sulle onde corte, torna oggi l'emittente pubblica americana NPR, che è andata a intervistare anche una esperta della Loyola University a New Orleans, curatrice dell'Oxford Handbook of Millennialism, un malloppone di ottocento pagine che studia le credenze apocalittiche. Katherine Wessinger è sicura che Camping la scamperà anche questa volta. Quando il mondo non finirà venerdì cercherà semplicemente di "spiritualizzare" quella che avrebbe dovuto essere una distruzione fisica.
I dubbi riguardano semmai la possibile fine di Family Radio. In occasione della fallita profezia primaverile, alcuni dei suoi seguaci avevano letteralmente mollato tutto, lavoro e beni terreni compresi, per prepararsi alla "rapture", l'ascensione celeste. Molti altri, delusi per la mancata ricompensa divina, hanno però deciso di chiudere i cordoni della borsa, smettendo di donare le cospicue somme di denaro che permettono ai predicatori radiofonici di Camping di mettere insieme il pranzo con la cena (e chissà con cos'altro). NPR sostiene che il network è sull'orlo del fallimento, anche se il novantenne Camping non deve essere molto interessato alla cosa. Se volete seguire meglio la breve trasmissione di Morning Edition sulla fine del mondo ormai imminente, potete fare click qui per la trascrizione. Male (o bene) che vada dovreste avere un anno di tempo, diciamo fino al 2012 dei Maya...


La radio 2.0 in discussione a Parigi

Sto seguendo attraverso Twitter (hashtag #radio_20) la discussione in corso a Parigi per il salone Rencontres Radio 2.0 Paris. L'evento si può ancora seguire in diretta audio sul sito dell'organizzatore, INNOVATIVE BROADCAST SOLUTIONS. Vedo molti nomi interessanti, dalla britannica Absolute Radio all'amico consulente Albino Pedroia. Da quello che mi pare di capire la discussione riguarda la radio ibrida, i modelli di integrazione broadcast/Web. La Francia è molto in ritardo sulle infrastrutture di radio digitale, anzi sembra proprio aver deciso che per il momento queste infrastrutture costano troppo e non servono. Comincio a pensare che in questa fase questo ritardo sia un grosso vantaggio e stimola la creazione di nuove idee e iniziative.
Un altro modo per seguire in diretta e in differita questo interessante spazio di confronto è la trasmissione Web "Atélier des medias", grandissima iniziativa di Radio France Internationale. Il link da seguire è atelier.rfi.fr.

17 ottobre 2011

USA: Pandora, Facebook e Sirius stanno cambiando la radio.

Si anima sempre di più il quadro anche economico della radio ibrida, tanto sul fronte dei servizi alternativi alla radiofonia FM terrestre come su quello dei contenuti di tipo radiofonico, soprattutto musicale, distribuito attraverso il Web, in modalità sempre più interattiva e "social". L'operatore satellitare americano Sirius XM sta gradualmente alzando il sipario su una offerta "2.0" che include nuovi apparati veicolari e per l'ascolto casalingo, nonché una ventina e più di canali accessibili solo con la nuova generazione di apparati.
Non è solo una questione di svecchiamento di un bouquet di offerta ormai relativamente anziano.
Sirius XM sta chiaramente guardando con una certa preoccupazione a fenomeni come Pandora, la Web radio musicale di tipo partecipativo, capace di adattarsi ai gusti degli utenti e della loro cerchia di amici. Un mese fa Pandora ha completamente ridisegnato, in HTML5, il suo player Web, rimuovendo tra l'altro i limiti di tempo che impedivano di superare una quota di 40 ore di ascolto per gli abbonamenti free. Stitcher, interessante piattaforma di talk radio su IP, ha ricevuto nuovi finanziamenti per alimentare la sua crescita e offrire agli abbonati l'opportunità di creare i propri talk show personalizzati o ascoltarli su dispositivi alternativi al personal computer.
Stitcher ha per esempio siglato un accordo per essere presente sui dispositivi Wi-Fi/Hi-Fi di fascia medio-alta Sonos e continua a rinnovare la sua app per iPad.
Sono soprattutto i rumori di guerra che arrivano dal pianeta Facebook a preoccupare Sirius XM e tutti gli altri editori o operatori di infrastrutture radiofoniche non-Internet. Nei giorni del suo evento mondiale, F8, Facebook ha rivelato l'imminente disponibilità di una applicazione social per l'ascolto di canali radiofonici musicali personalizzati. Il progetto si basa su una collaborazione con Myxer, una azienda specializzata nello streaming di brani musicali e nel download di suonerie e altri materiali sonori attraverso un modello finanziato dalla pubblicità. Attualmente in fase beta "chiusa", la nuova Myxer Social Radio andrà oltre le funzionalità oggi possibili con Pandora offrendo anche l'opportunità di chattare mentre si ascoltano i brani e di creare dei video per raccontare le proprie emozioni di appassionati di musica. Il nuovo servizio vivrà rigorosamente dentro al contesto di Facebook come ha spiegato in una presentazione il responsabile Myk Willis. Come se non bastasse, Facebook ha ribadito nella stessa occasione le proprie partnership con servizi di social music come Spotify, MOG e Rdio, con il preciso obiettivo di stimolare l'acquisto di brani e album attraverso il passaparola tra i frequentatori del social network.

La risposta dell'industria radiofonica convenziona va anch'essa all'attacco del Web e delle sue modalità di interazione. La radio FM americana produce un fenomeno come iHeartRadio, mentre la satellitare Sirius XM preme ulteriormente sull'acceleratore delle offerte combinate. Quella di Sirius sta diventando un catalogo di prodotti fin troppo articolato tra ricevitori veicolari, adattatori e tuner per le autoradio convenzionali, ricevitori portatili, tuner domestici per impianti stereo hi-fi "abilitati" al dialogo con questi accessori satellitari tramite interfacce appositamente studiate per l'occasione (i connettori Sirius e XM). Non manca neppure una Internet radio specializzata per la ricezione via Internet dell'offerta satellitare (del resto disponibile anche attraverso app per smartphone). La nuova generazione di apparati, attesa per questo ultimo trimestre 2011, in tempo per la stagione delle feste, è appena stata protagonista di un duplice debutto - uno autorizzato l'altro no. Qualche giorno fa sul sito Best Buy, la catena retail di elettronica di consumo, è apparsa "per sbaglio" (ma dopo il clamoroso caso di iPhone 4 questi errori paiono quanto mai sospetti) la descrizione del ricevitore SiriusXM "Lynx", un touchscreen basato su una variante di Android che può essere utilizzato con uno dei kit o docking station per la ricezione satellitare venduti per gli utenti veicolari e fissi, ma può ridistribuire via Wi-Fi gli stream ricevuti via IP dalla già citata Internet Radio.
Lynx dispone di innovative funzioni per il riascolto dei programmi dopo brevi sospensioni, o per abilitare la sintonia di un programma nell'istante preferito dall'abbonato, indipendentemente dalla griglia dei programmi. La seconda novità, appena apparsa nella vetrina dello shop online del sito Sirius XM è la versione veicolare, con tuner satellitare integrato, chiamata SiriusXM Edge. Anche qui abbiamo un ricevitore touchscreen che volendo può essere utilizzato fuori dall'automobile e in mobilità con gli appositi accessori. Altra peculiarità, Edge è il primo a potersi sintonizzare sui nuovi canali aggiunti recentemente al ricco palinsesto Sirius: più di venti nuovi programmi che includono, guarda caso, una robusta offerta in spagnolo rivolta agli abbonati "latinos". Sarà interessante tener d'occhio l'evoluzione del titolo Sirius in Borsa, dove la società è listata come "SIRI", lo stesso nome del sistema di riconoscimento vocale di iPhone 4S.

Torna a Milano la Memoria Diffusa di Storie Digitali

Monica Rossi di Storie Digitali torna a organizzare il suo festival della Memoria Diffusa. Dal 20 al 30 ottobre tre location milanesi restituiranno ai partecipanti le memorie visive e uditive di una Milano che sembra persa per sempre, fatte salve per brevi, carsiche riapparizioni. Urban Center, Circolo Filologico, Fonderia Napoleonica Eugenia: questi i tre collettori scelti da Monica per aggregare e mettere a disposizione di tutti un patrimonio collettivo di ricordi che rischia di essere sperperato da una città ormai votata all'anonimato e all'astio nei confronti del prossimo.
Memoria Diffusa è il festival della memoria partecipata e condivisa. La manifestazione è organizzata dall'omonima associazione e Storie Digitali con il patrocinio di UNESCO, Regione Lombardia, Comune di Milano Assessorato Cultura, Expo, Moda e Design, in collaborazione con Consiglio di Zona 9, Comune di Milano Urban Center,AH-UM Jazz Festival, Comitato Cascine EXPO 2015, Circolo Filologico, Fonderia Napoleonica Eugenia, Fonderia Mercury.
La manifestazione si svolge in occasione della giornata UNESCO dedicata al patrimonio audiovisivo e si conferma un appuntamento annuale nell’agenda di tutti coloro che porgono una particolare attenzione alla memoria condivisa e partecipata e ai contenuti audiovisivi inerenti alla memoria del territorio.
L'evento centrato sui ricordi sonori avrà luogo, nel cuore del popolare quartiere "Isola", presso la Fonderia Napoleonica Eugenia, che ospita anche la fucina di radiodrammi di Sergio Ferrentino. MEMORIADIFFUSA@ISOLA Milano modern sounds è previsto il 30 Ottobre 2011 dalle ore 18:30 alle 20:00 e nasce - in collaborazione con archivio Storie Digitali e AH-UM Jazz Festival - dalla volontà di coniugare immagini amatoriali di una città contraddittoria e ricca di fascinazioni come Milano e swinganti composizioni di quelle storiche formazioni che tra la fine degli anni 50 e gli anni sessanta resero la città un punto di riferimento per molti jazzisti americani. I quali finirono per stringere un legame con la città così forte da dare vita a composizioni a lei dedicate. L'iniziativa si basa sul materiale d'archivio sull'Isola e Milano ed è sostenuta dalle Associazioni di via Isola-Revel e Borsieri-Garibaldi.

Segnali di tempo, dalla Finlandia all'Appennino

Nella bellissima casa di campagna di Giovanna e Paolo sull'appennino parmense (una sub-frazione di Tiedoli, nel comune di Borgotaro) e grazie alla puntuale segnalazione di Fabrizio Magrone sono riuscito a ricevere ieri, domenica, l'elusivo segnale (talmente elusivo che in questo post me n'ero scordato completamente) della stazione di tempo e frequenza campione finlandese, gestita dal laboratorio MIKES di Espoo e operativa sui 25 MHz. Ero sempre stato convinto che fosse la tipica ricezione da provare durante l'estate, in condizioni di E sporadico conclamato. Finora in quel periodo non mi era riuscito di ascoltare niente, dev'essere bastato un buon rafforzamento alle quote dello strato ionosferico F02 per centrare finalmente il bersaglio. Il segnale del MIKES dovrebbe essere di soli 100 Watt e la codifica utilizzata per le informazioni di data e orario è la IRIG-B. Il picco di ricezione si è verificato intorno alle 15 italiane, quando il segnale è arrivato sul mio portatile Tecsun PL660 con il corto filo d'antenna in dotazione.

15 ottobre 2011

Tragedie radiospaziali: a Torre Bert non tornano i conti

Da qualche giorno sono tornato a occuparmi dei fratelli torinesi Judica Cordiglia, protagonisti mezzo secolo fa di un caso di cronaca nazionale per aver raccontato sui giornali (con grande abilità comunicativa bisogna dire) le loro attività di monitoraggio dei segnali radio trasmessi dalle prime sonde spaziali sovietiche e americane. Negli ultimi anni, in occasione degli anniversari dello Sputnik o della missione di Gagarin, i media italiani hanno "riscoperto" i due Cordiglia, le registrazionid'epoca effettuate dalla loro postazione di Torre Bert sulle colline di Torino, i comunicati stampa destinati ai giornalisti "amici". Dopo tanto tempo sono stati scritti tanti altri articoli, realizzati dei documentari, gli stessi fratelli hanno pubblicato due volumi autoagiografici sulle loro imprese, riprendendo soprattutto la loro denuncia più clamorosa: nei loro primi esperimenti spaziali i russi avevano sacrificato la vita di una decina e più di cosmonauti rimasti del tutto ignoti. "Questo il mondo non lo saprà..." scrivono oggi i Judica Cordiglia per rilanciare l'ennesima teoria dei complotti, senza tuttavia fornire, a mio parere, prove dettagliate e concrete.
Un'altra cosa che il mondo, o perlomeno i lettori italiani non sanno, è che le affemazioni dei fratelli furono e sono molto controverse. Mosca ha sempre smentito l'accusa di aver insabbiato tante tragedie (e questa non è una sorpresa) ma anche molti altri esperti americani e europei hanno messo in discussione i risultati raccolti dai Cordiglia nel corso del loro monitoraggio. In Italia l'ARI, l'Associazione Radiotecnica arrivò ad espellere l'unico fratello Cordiglia iscritto all'associazione dopo che una commissione presieduta da Gianfranco Sinigaglia, padre nobile della nostra radioastronomia, aveva stabilito che alcune foto della luna apparentemente ricevute dalla sonda Lunik 4 e diffuse da Torre Bert erano solo dei falsi. Proprio sulla vicenda Lunik è stata pubblicata da Query Online - sito promosso dal CICAP, il comitato che indaga sul paranormale e altri finti misteri - una lunga inchiesta di Luca Boschino. Il prossimo 11 novembre a Torino si apre "I conti non tornano", un convegno CICAP durante il quale verranno presentate altre rivelazioni.

Gianfranco Verbana ha gentilmente anticipato a Radiopassioni i risultati delle indagini da lui svolte sulle pubblicazioni del periodo relativo alla missone Sputnik, durata per buona parte dell'ottobre 1957. Gianfranco è riuscito a stabilire che mentre i fratelli Judica Cordiglia conquistavano le prime pagine dei quotidiani con gli ascolti effettuati dal "Centro Italiano di Radio Ascolto Spaziale di Torre Bert" (nominato da chi? si chiede giustamente l'autore dell'indagine), l'ARI riceveva le dettagliate segnalazioni di ascolto di una ventina di astroradioamatori italiani. L'autore del saggio pubblicato qui in calce si sofferma sulla relazione fornita, guarda caso, da altri due fratelli - veneti, questa volta - capaci a differenza di molti di sintonizzarsi sui segnali che lo Sputnik trasmetteva a 40 MHz (in parallelo alla frequenza intorno ai 20 MHz segnalata normalmente). Una relazione che secondo Verbana brilla per capacità analitica e livello di dettaglio. Grazie alle misure effettuate dai due fratelli "anti-Cordiglia", gli osservatori astronomici di Trieste, Asiago e Milano riuscirono a ricavare le effemeridi che permisero di fotografare la scia dello Sputnik al telescopio.
Una storia forse poco nota...
di Gianfranco Verbana

Rileggendo la mia documentazione sui fratelli Judica Cordiglia che sarà aggiunta alla presentazione di Luca Boschini alla conferenza Cicap di Torino l’11.11.11, fui insospettito da un'altra affermazione strana. Sul primo fascicolo del "L’uomo e lo spazio", direttore responsabile G.B.Judica Cordiglia della Fabbri Editore, a pagina due si legge: “Il bip, bip, bip del primo Sputnik è ascoltato in tutto il mondo a Londra, a Parigi, a New York e al Centro Italiano di Radio Ascolto Spaziale di Torre Bert (Torino). "Centro Italiano ...spaziale"! Nominato da chi? E gli altri che effettuarono analoghi ascolti? Ignorati completamente! Mi ricordavo benissimo che 50 anni fa si discuteva in sezione ARI dei tanti radioamatori che ricevettero i segnali dallo Sputnik. Senza le prove, però, anche la mia onesta parola non serve a nulla. Mi sono quindi messo a cercare con l’obiettivo di rispondere a questa domanda: quanti e chi furono gli italiani che ascoltarono il primo satellite artificiale della storia umana? Quando si cerca qualcosa nei bauli della memoria, si trovano di solito cose inaspettate, impensabili.
Ho scoperto che ben venti stazioni di radio dilettanti inviarono alla Associazione Radiotecnica Italiana, all’attenzione del professor Sinigaglia, i propri log di ascolto. L’elenco fu pubblicato su Radio Rivista del dicembre 1957. Diciassette Radioamatori, due SWL e G-B Cordiglia.
Ma la sorpresa è che Sinigaglia pone l’attenzione sulla eccezionalità di un meticoloso e scientifico report di due fratelli radioamatori di cui in seguito riporterà integralmente tutte le undici pagine (costruendo i clichè di stampa per i numerosi: grafici, tabelle, disegni e formule) sul numero di Febbraio di R.R del 1958.
Ecco come è andata:
Il Venerdì sera del 4 ottobre 1957 alla ore 21 italiane Radio Mosca comunica, in inglese, che sta girando intorno al globo in orbita ellittica alla distanza di 900 km il primo satellite artificiale.
Il sabato, in bande radioamatori iniziano a circolare informazioni delle agenzie di stampa e considerando che il satellite trasmetteva contemporaneamente a 20 e 40 MHz molti OM europei sotto la traiettoria Cairo-Belgrado-Berlino, specie il giorno festivo del 6 ottobre, si misero ad ascoltare il bip, bip. Molti possedevano ricevitori HF (fino a 28-30 MHz) come pure antenne direttive in banda 21 MHz.
Invece i due fratelli, elogiati da Sinigallia, impiegarono quattro giorni prima di poter ascoltare il satellite.
Scelsero la frequenza dei 40 MHz perché risultava libera da interferenze, oltre al beneficio della direttività della loro nuova quattro elementi realizzata in pochi giorni e ruotante su asse verticale. Costruirono un particolare amplificatore a tre stadi a bassa figura di rumore da usare all’ingresso di un ricevitore semiprofessionale.
La sera del 8 ottobre iniziarono gli ascolti, giorno e notte senza interruzione fino al 27 ottobre. Sul loro report è indicato: orario d’inizio e fine ascolto, l’errore di rilevamento dell’antenna (10°), coordinate della posizione del satellite, durata di ascolto medio, costruzione di normogrammi per l’interpretazione delle aeree di ascolto negli istanti dei passaggi sopra le loro teste, i tempi di passaggio sopra il parallelo della loro città per la stima del passaggio successivo, la stima dell’altezza del satellite e tante e tante altre informazioni utili per ben tre Osservatori italiani.
Come scrisse il professor Leonida Rosino, direttore dell’Osservatorio astrofisica di Padova: “E’ grazie ai dati di questi due fratelli Radioamatori che hanno consentito di ricavare l’effemeride e reso possibili le fotografie della scia del satellite, prima all’alba e poi al crepuscolo, nei centri di: Trieste, Asiago e Milano dal 25 al 27 Ottobre 1957”. Non ho trovato testi di citazioni di giornali che citavano questi due fratelli ma solo documentazione tecnica scientifica.
Che stridore nel vedere i pochi e brevi passaggi del Centro Italiano di Radio Ascolto Spaziale di Torre Bert con tempi medi di ascolto molto inferiori al confronto della ricca relazione dei due fratelli.
Prima o poi tutto viene a galla. Gli astroamatori stanno scoprendo che la voce di Gagarin che avevano registrato i Cordiglia è un probabile falso. Che alcune registrazioni in cui sostengono ci sia deriva Doppler non ne contengono alcuna. Che inoltre la storia della foto della capsula Mercury da cui avrebbero dedotto la frequenza di trasmissione è pure lei controversa ... Poi e poi, un sacco di altre cose simili. Ne vedremo delle belle...
E noi radioamatori? Li invitiamo in serate insieme alle autorità locali. In fondo la Rai li ha spesso invitati. Ma in sala probabilmente non ci sono più radiotecnici, neanche ci si accorge che le tecniche di tracciamento dei satelliti che loro affermavano di applicare sembrano fantascienza con le antenne che avevano. Anzi chi sparla dei Cordiglia viene additato - da esperti ingegneri di radio che garantiscono la serietà del lavoro dei Cordiglia - come persone invidiose del loro successo.
Fra pochi giorni saranno passati 48 anni da quando molto esperti radiotecnici per l'incontestabile motivo che sul Lunik IV non vi erano macchine fotografiche espulsero dall’ ARI G. B. J. Cordiglia.
Inciamparono da soli. Da anni i dubbi di alcuni esponenti dell’ARI non potevano essere verificati a causa del rifiuto di visite a Torre Bert di tecnici competenti. Solo giornalisti amici di famiglia. L’ARI li ignorò come “ contaballe “ e ora le sedi ARI li invitano come pionieri italiani del Centro Spaziale di Torre Bert. Com’è facile cambiare la storia.
Un saluto a tutti i lettori di Radiopassioni.

Ah dimenticavo! Forse volete sapere chi erano i due fratelli elogiati dal mondo scientifico italiano e mai nominati dai media ?
Eccovi accontentati:
Giovanni (I1FR) e Bruno (I1ASB) Fracarro di Castel Franco Veneto .
Divulgate queste notizie, dove è possibile, nei forum e nei vostri siti. Chi possiede le copie originali RadioRivista di quel periodo acquisisca e divulghi il loro materiale in rete.
Essi lo meritano ancor di più dei Cordiglia, proprio perché sono stati dimenticati.

13 ottobre 2011

Il coraggioso giornalismo di una radio marsalese

Molto bella l'intervista di Repubblica R2 di oggi a Giacomo di Girolamo, il giornalista siciliano responsabile dell'informazione di RMC101, emittente marsalese che si ascolta in tutta la provincia di Trapani. Il tema dell'inchiesta del quotidiano è ovviamente la latitanza di Matteo Messina Denaro, capo dei capi di Cosa Nostra, un nome che aleggia in modo particolare nella Sicilia orientale da dove la famiglia è originario (Castelvetrano è il comune di Selinunte, figuriamoci). L'isola di Favignana, sede delle mie radiofoniche vacanze estive (le ricezioni FM a lunga distanza dall'amata Favi sono uno dei leit motiv di questo blog), è in questo senso un territorio anomalo perché sostanzialmente immune dalle influenze mafiose più pesanti. Pochi alberghi, pochi esercizi commerciali, nessun locale alla moda dove far circolare droga. Ma sull'isola si trova una villa appartata, di proprietà del potente senatore Antonio D'Alì, dove si mormora sia stato avvistato l'imprendibile latitante. Come background per le vicende narrate da Giacomo di Girolamo su Radio RMC (nonché sulla testata telematica Marsala.it) potete leggervi questo articolo di luglio scorso relativo alle accuse di collusione che la DDA di Palermo muove a D'Alì e le dichiarazioni dell'ex moglie del senatore Maria Antonietta Aula (oggi proprietaria di un magnifico agriturismo) al Fatto Quotidiano.

L'intervista di Flavio Bini

Il cronista di frontiera che sfida il capo dei capi

Giacomo di Girolamo, giornalista di 34 anni, conduce una trasmissione che si rivolge ogni giorno al boss latitante. "Ma io non la intendo come una sfida, raccontare Messina Denaro è un modo per raccontare il mio territorio". "Le minacce? Non fanno paura. Sono parte del mestiere, le metto in conto. Pesa di più l'intimidazione delle querele, che sottraggono soldi e tempo al lavoro". "Lui verrà arrestato, ma come è successo per Riina e Provenzano: quando qualcuno deciderà che il boss non serve più"
MARSALA. Ogni giorno, da tre anni, a Matteo Messina Denaro fischiano le orecchie per almeno tre minuti. Dai microfoni di una piccola radio di provincia, Rmc101, un giovane cronista pone quotidianamente la stessa domanda: "Dove sei, Matteo?". Proprio così, come a un amico. Dando del tu al capo della più importante organizzazione criminale del mondo in una seguitissima trasmissione che ogni giorno ripercorre le vicende del boss latitante. "E' un conterraneo, probabilmente attraversiamo le stesse strade ogni giorno, trattarlo come se fosse una figura inafferrabile contribuisce a alimentare un mito che invece io voglio in tutti i modi demolire", spiega Giacomo Di Girolamo, trentaquattro anni, giornalista da venti. "Ho cominciato da piccolo, prendevo il motorino alle sei e mezzo del mattino, lavoravo in radio prima di andare a scuola e tornavo nel pomeriggio. Ora scrive per quotidiani e periodici nazionali e dirige il portale Marsala.it e la radio Rmc101, la più importante della provincia di Trapani, un folto seguito tra i giovani, mirata soprattutto sul racconto del fenomeno mafioso. Nel 2010 ha pubblicato per Editori Riunti il libro Matteo Messina Denaro: l'invisibile.

11 ottobre 2011

Digital Radio Conference 2011, dal Parlamento Europeo

E' in corso a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo, l'edizione 2011 della Digital Radio Conference dell'EBU. Il pomeriggio di oggi era dedicato a una anteprima con un "live show" dedicato proprio ai deputati per illustrare le possibilità connesse con la digitalizzazione della radio e la radio ibrida. In un suo tweet l'organizzatore Mike Mullane riporta il link alla pagina Ebu dove in teoria è possibile riascoltare in streaming una parte dei contenuti di questo show, ma forse sono io che ho qualche problema con i browser per Mac, perché non riesco ad accedere. In ogni caso ecco la URL al player allestito dagli EbuLabs.
La conferenza entra nel vivo domani, 12 ottobre, con la vera e propria agenda. Ovviamente i temi caldi dell'evento sono il caso Germania, dove ad agosto ha debuttato il rilancio della piattaforma DAB, il Regno Unito, la Norvegia (nazione che in teoria dovrebbe spegnere l'FM tra qualche anno)... Non manca uno spazio sorprendentemente dedicato alle onde corte digitali a tecnologia DRM, con l'allestimento di una speciale trasmissione destinata all'area geografica sudafricana. Le chance di adozione di un sistema che dovrebbe sostituire la modulazione analogica in una porzione di spettro da cui le emittenti internazionali storiche (BBC, Deutsche Welle, Voice of America, Radio Netherland) abbandonano come ex miliardari che hanno perso tutto alle slot machine mi sembrano francamente nulle, ma il consorzio DRM continua a rivestire i panni, sempre più sbrindellati, del giapponese nella giungla.
Mi sembra assai più interessante - e non mi dispiacerebbe prendervi parte - la conferenza tecnica organizzata sempre dall'EBU a Ginevra dal 9 al 10 novembre prossimi, Forecast 2011. Si parlerà ancora di radio digitale e ibrida, tematiche relative allo spettro delle radiofrequenze, ma anche di televisione mobile e ibrida... Insomma una discussione molto ampia che promette di essere più costruttiva (ecco il programma completo)

Può sembrare che io abbia il dente avvelenato nei confronti della radio digitale, ma non è così. La proposta del DAB+ continua a piacermi molto per l'Europa. E forse posso condividere l'idea di una parziale digitalizzazione dell'FM con tecnologie come HD Radio e DRM+. Ma al tempo stesso mi pare insensata la decisione dell'EBU di organizzare queste dimostrazioni davanti ai parlamentari di un continente che sta cercando di evitare il default dei debiti sovrani di diverse sue nazioni anche importanti. La triste realtà è che la radio digitale per come è stata concepita prima dell'avvento di Internet è ampiamente superata rispetto a una intelligente combinazione tra copertura broadcast in FM convenzionale e streaming di contenuti e interazione su reti IP. Se l'Europa grondasse di capitali da investire potrebbe anche indulgere in una infrastruttura a questo punto ridondante. Ma questi capitali per il momento non ci sono e quando ritorneranno, ammesso che lo facciano, i modelli di distribuzione Ip domineranno incontrastati.

09 ottobre 2011

Riccione, Estremo oriente

Il DXing, l'ascolto a lunga distanza delle radio locali, è una attività fortemente stagionale a causa degli stretti legami tra l'attività geomagnetica che condiziona la propagazione delle onde radio attraverso la ionosfera e l'attività e la posizione del sole. In onde medie, ottobre e novembre, in pratica tutto il periodo tra equinozio e solstizio, l'Asia è molto favorita qui in Europa. Ma a differenza delle Americhe, dove troviamo una emittente ogni 10 kHz, in Asia la canalizzazione delle onde medie, cioè le frequenze attribuite ai singoli canali, compie passi di 9 KHz e coincide perfettamente con la canalizzazione qui in Europa. Una circostanza che rende molto difficile, alle latitudini dell'Italia, l'ascolto di emittenti asiatiche quasi sempre completamente interferite da quelle europee.
Con l'andare del tempo, tuttavia, le nazioni europee stanno abbandonando queste frequenze, molto costose da occupare e sempre meno efficienti dal punto di vista degli ascoltatori, anche a causa dei forti rumori elettrici che ne penalizzano la ricezione. Alcuni dei famosi canali separati tra loro di 9 kHz si sono liberati, in parte, delle interferenze, e con grande emozione i DXer italiani hanno scoperto diverse finestre di opportunità per la ricezione di emittenti asiatiche nel tardo pomeriggio autunnale. Ultimamente, la disponibilità di ricevitori portatili sorprendentemente sensibili ha reso possibile queste ricezioni in condizioni estremamente "spartane": spesso non occorrono antenne esterne per ricevere nazioni molto, molto lontane. Come tutti ho seguito con una punta di invidia gli exploit dei DXer che abitano le coste adriatiche o che hanno la possibilità di ascoltare su quelle spiagge. Venerdì 7 ero a Riccione per lavoro e mi sono goduto un'oretta di monitoraggio dal balconcino della stanza d'albergo affacciato sul mare.
Potete ascoltare qui alcuni risultati. Nell'ordine compaiono la religiosa HLAZ/FEBC dalla Corea del Sud su 1566 kHz, China Radio International in russo da Urumqi su 1521 kHz, e la debole musica sotto il parlato francese (France Inter Nizza) di Family Radio Taiwan su 1557 kHz. Tutti gli ascolti effettuati con il Tecsun PL-660 e la sua antenna in ferrite tra le 16.30 e le 17 UTC del giorno 7 ottobre 2011.



07 ottobre 2011

Streaming verso i cellulari, istruzioni per l'uso


Radiomag Online ha pubblicato un eccellente "how to" sulle problematiche da affrontare per la trasmissione radiofonica in streaming (ovviamente su reti a protocollo IP), rivolgendosi espressamente alle stazioni radio che vogliono attrezzarsi per raggiungere gli ascoltatori attraverso i sempre più diffusi telefonini "smart", magari con la produzione di contenuti originali rispetto a quelli messi in onda in modalità broadcast. La rivista elenca e illustra una serie di tecnologie e le soluzioni commerciali proposte da un mercato che sta inesorabilmente evolvendo verso il futuro della "car radio".
A differenza della canonica modulazione FM, dove le regole sono piuttosto rigide, la trasmissione IP concede un certo spazio alla flessibilità. In funzione della velocità dei dati da trasmettere, della codifica utilizzata, del protocollo di trasporto da sovrapporre alla trama Tcp/Ip di fondo, ma anche del sistema operativo verso cui vogliamo rivolgerci, le scelte non sono immediate e la rivista suggerisce anzi di prendere in considerazione la diffusione di stream multipli per assicurare una agevole ricezione al maggior numero di persone.

L'articolo è molto lungo e non è il caso di pubblicarlo qui. E' in inglese e lo potete trovare sul sito di Radiomag. Mi limito qui a estrarre la tipologia di servizi, tecnologie software e attrezzature.

Offerta di servizi, codifica e produzion degli stream e sviluppo di app


Sistemi di "ad insertion", gestione degli spot pubblicitari, editing audio e codifica di metadati


Piattaforme CDN (content delivery network) per una trasmissione broadband ottimizzata


Questa infine un sintentico confronto tra le due catene di produzione dalla creazione del contenuto fino alla ricezione in-car attraverso la normale radiofonia analogica o in modalità 3G in accoppiata con sistemi come il Wi-Fi o Bluetooth A2DP (Advanced Audio Distribution Profile):

La radio via FM:
  • Creazione del contenuto/programma
  • Collegamento studio-trasmettitore
  • Generazione/diffusione del segnale in radiofrequenza
  • Ricezione, demodulazione, riproduzione da parte dell'autoradio
Audio in streaming:
  • Creazione del contenuto/programma
  • Generazione del o degli stream tramite un codec basato su pc
  • Collegamento IP verso il provider di servizi CDN
  • Peering tra rete del provider CDN e infrastrutture degli operatori di telefonia cellulare
  • Collegameno IP tra la centrale di peering alla stazione base della rete radiomobile, gestito dal software di controllo dei nodi cellulari
  • Generazione/diffusione del segnale RF
  • Ricezone/decodifica del segnale
  • Adattatore Bluetooth A2DP verso l'impianto stereo in auto
  • Il flusso local e A2DP viene ricevuto, decodificato e riprodotto dai dispositivi in-car

MsWay, la tabella di marcia per i ricevitori DRM/DRM+

Mi sono arrivati dalla Corea alcuni aggiornamenti sulla tabella di marcia per i prodotti Digital Radio Mondiale che ho visto esposti all'IBC di Amsterdam. Molto cortesemente Marticia Jo, responsabile del marketing di MsWay, ha ulteriormente precisato la roadmap relativa a tre sistemi di ricezione. Eccovi le informazioni così come mi sono arrivate:

1. Ricevitore su chiavetta USB (siglato MDR-U100)
  • modulazioni ricevibili: DRM30 & DRM+
  • tra fine novembre e dicembre 2011 dovrebbe essere possibile acquistare i primi campioni commerciali
  • l'azienda Coreana sta programmando nuovi field test in diverse aree geografiche
  • la versione commerciale definitiva dovrebbe essere messa in vendita tra gennaio e febbraio 2012
2. Sistema professionale di monitoraggio (MDR-M200)
  • modulazioni ricevibili: DRM30 & DRM+
  • potrebbe essere immesso sul mercato entro fine novembre 2011 in una versione comprensiva di servizi dati
3. Ricevitore portatile stand alone (MDR-S100)
  • nella prima fase (in ragione del prezzo) compatibile solo con modulazioni AM/FM/DRM30
  • MsWay riconosce la necessità di procedere a ulteriori revisioni e sviluppi rispetto alla tabella di marcia prevista per cercare di arrivare a una soluzione più a buon mercato senza compromettere la qualità
  • i primi campioni potrebbero essere disponibili entro il primo trimestre del 2012

05 ottobre 2011

Radio Medjugorje, la più recente delle low power AM

Con un loop di canzoni che include un brano non propriamente "mariano" come Alejandro, ha lanciato il suo test nell'etere un'altra emittente locale in onde medie italiana. Si tratta di Radio Medjugorje Italia, opera sui 1476 kHz (un po' interferiti da Euskadi Irratia qui a Milano ma sostanzialmente liberi) da un'area che presumibilmente può essere localizzata sul lato veronese del Garda. Ecco l'annuncio registrato poco prima delle 23 ora italiana in quella che potrebbe essere la prima giornata di trasmissioni (notizia diffusa da Bclnews e ripresa per RP da Chris Diemoz):



Analizzando i domini Internet Chris è riuscito a risalire a Eliseo Mischi, un giornalista e imprenditore radiofonico del veronese che già sei anni aveva messo in piedi una stazione in onde medie (anche se sui non abituali, per noi, 1620 kHz): Radio Giovanni Paolo II. Per il momento i contenuti di Medjugorje non sembrano eccessivamente religiosi, ma chissà. Il sito cui fa riferimento l'indirizzo di mail fornito dall'emittente ospita anche un canale televisivo streaming che per il momento mi sembra inattivo. Il fenomeno delle low power (Medjugorje deve però disporre di una potenza ragguardevole se arriva così a Milano e viene riportata anche a Roma) prosegue dunque a occupare nuove frequenze, scegliendo persino spazi inediti rispetto alle passate sperimentazioni (casi sporadici di trasmissioni in onde medie si sono avvicendati fin dagli anni 80 e nel caso di Studio X di Momigno, su 1584 kHz, hanno anche dato vita ad attività continuative). Sia ben chiaro che sempre di sperimentazioni si tratta, perché in Italia nessuno ha regolamentato l'uso delle onde medie eccezion fatta per il concessionario pubblico. E sappiamo che da queste parti - a meno di non avere parecchi santi protettori - tutto quello che non è espressamente autorizzato rischia di procurare parecchi grattacapi giudiziari. Per il momento però la marea non accenna a ritirarsi.

04 ottobre 2011

Riproposto il tormentone della radio per iPhone (fa anche rima)



Mancano meno di due ore all'evento organizzato da Apple Computer per la possibile presentazione di un nuovo iPhone (la conferenza è prevista per le 10 del mattino in California e la stampa europea è stata invitata a seguirla in diretta via satellite all'Apple Store di Covent Garden a Londra). Come per tutte le altre presentazioni dopo la prima edizione del prodotto si è scatenata la gara delle previsioni e molte di queste riguardano l'aggiunta di un ricevitore radio FM (alcuni parlano addirittura di radio satellitare, un'ipotesi che a me pare poco verosimile).
Tre le voci più autorevoli quella del portale T3, che rilancia aggiornandola la notizia, apparsa a fine 2010, di un brevetto chiesto da Apple per una tecnologia di mappatura radiofonica che consentirebbe agli utenti iPhone di cercare l'emittente più vicina e con miglior segnale attraverso una interfaccia geografica. L'abstract del brevetto numero 20100304702 del 2 dicembre 2010 recita così:

Operating a radio receiver can include identifying a set of stations that broadcast a radio program using different frequencies or different transmission protocols at substantially the same time. Broadcast signal strength, or some other signal quality metric, of broadcast signals from the stations can be evaluated, and the radio receiver can be tuned to one of the stations in the set of stations based on the evaluation.

I disegni annessi alla domanda di brevetto mostrano in effetti una interfaccia grafica che visualizza le antenne radio più vicine alla posizione corrente dell'ascoltatore. Secondo molte altre fonti l'iPhone racchiude da tempo la possibilità di implementare una funzione di ricezione dell'FM grazie al chipset Broadcom utilizzato per l'interfaccia Wi-Fi. Resta da dimostrare che una funzione simile abbia senso, anche dal punto di vista dell'economia complessiva delle batterie. Certamente, una sezione radio in iPhone, magari compatibile con un sistema come RadioDNS, aprirebbe la strada a molte applicazioni ibride. Non parliamo poi di un ricevitore abilitato alla ricezione in banda L delle infrastrutture di terra della radio digitale satellitare, o con le frequenze del DAB o, negli USA, dell'FM digitale di HD Radio. Apple aveva già preso la decisione di integrare un ricevitore FM nel suo iPod Nano, ma nelle versioni successive del prodotto questa funzione non è stata ripresa. Può essere una semplice conseguenza della miniaturizzazione, o il segno che la radio è definitivamente uscita dalla dieta mediatica del consumatore multimediale profilato da Apple. Ma se così fosse, perché presentare una simile domanda di brevetto? Solo per cautelarsi da possibili concorrenti alla caccia di funzionalità alternative? A questo punto lo sapremo molto presto.

Fonderia Mercury: va in scena l'audiodramma

Serata di presentazione della stagione '11-'12 all'Elfo Puccini di Milano, che dal 2010 ha restituito al pubblico milanese una struttura multisala intitolata al connubio tra l'affermato "brand" sperimentale dell'Elfo di Elio de Capitani e lo storico edificio di un cinema-teatro rimasto chiuso per molti anni nel pieno dell'arteria metropolitana dello shopping di corso Buenos Aires. Tutto il teatro era in gran spolvero per la presenza di ospiti come il neo-assessore alla cultura Stefano Boeri e Niki Vendola, arrivato nel moderno spazio multisala per benedire lo speciale cartellone dedicato alla Puglia di Nuove Storie, allestito nei prossimi mesi in Sala Bausch.
Nel cartellone principale spiccano invece tre se
rate che il vero ascoltatore della radio non potrà mancare. 24 febbraio, 25 marzo, 28 aprile 2012: queste le date in cui all'Elfo andranno in scena gli audiodrammi curati dalla Fonderia Mercury di Sergio Ferrentino, notissima voce di Radio Popolare e Radio Due. Ferrentino, tra l'altro sta per portare a Milano, al Teatro Leonardo, una edizione scenica del suo Ascolta! Parla Leningrado... Leningrado suona, il radiodramma firmato pochi anni fa per la Radio della Svizzera Italiana.
Ho parlato con Sergio del varo di una iniziativa che punta a rilanciare un concetto di narrazione e drammaturgia basate sulla purezza della voce, della musica e degli effetti sonori. Un teatro senza scena, tutto da immaginare. Una forma narrativa legata storicamente alla radio, ma che non ha per forza bisogno della radio, spiega Sergio sottolineando l'uso non casuale del termine "audiodramma". Un genere letterario passato gradualmente in secondo o terzo piano, relegato in un angolino ritagliato a fatica nel dominio incontrastato di una TV in tutti i sensi "ad alta definizione", che al contrario non lascia nessuno spazio alla fantasia.
In nazioni come la Germania, sostiene Ferrentino (al centro nella foto), intorno al radiodramma esiste ancora un vero e proprio "sistema", una cultura, una committenza. Fonderia Mercury cerca di ricostruire questo sistema anche in Italia. Le serate all'Elfo Puccini sono rivolte al pubblico ma fungono soprattutto da laboratorio, da officina per una produzione teatrale priva di scenografie e fisicità attoriale, di puro suono e forza evocativa. Questa produzione troverà, negli auspici del suo promotore, articolazioni e sbocchi diversi: sarà distribuita come un prodotto commerciale attraverso il sito Web della Fonderia, verrà immessa sul tradizionale mercato radiofonico o sui nuovi canali in streaming, andrà forse a comporre una offerta editoriale ibrida, fatta per esempio da libri o ebook con allegati mp3.
Ferrentino confida in un percorso tutto da inventare e per tutelare meglio la sua suggestiva scommessa ha pensato a una catena di produzione ad hoc. Gli autori - già reclutati Silvia Ballestra, Massimo Carlotto, Pino Corrias, Sandrone Dazieri, Carlo Lucarelli - scriveranno appositamente in chiave di dramma sonoro. Per loro Mercury ha dovuto persino studiare inquadramenti contrattuali innovativi. L'Elfo metterà a disposizione uno spazio polifunzionale aperto al pubblico, che potrà seguire le rappresentazioni in tenuta strettamente "radiodrammatica" - cioè con la cuffia in testa (e forse verrà coinvolto dal vivo come rumorista, anticipa l'audioimpresario). Lo stesso spazio fungerà al tempo stesso da sala di incisione.
Resta una problematica non banale: individuare gli attori e i registi adatti a un genere in via d'estinzione. La drammaturgia teatrale forma i suoi attori insegnando loro ad urlare ancor più che declamare.
Attraverso l'altro suo ramo di attività, l'Associazione Radio Mercury Teatro, Sergio Ferrentino intende fare formazione anche in questo senso. Oltre alla stagione audiodrammatica dell'Elfo, la premiata ditta Mercury - marchio che rimanda in modo esplicito all'età dell'oro del radiodramma inaugurata da Orson Welles con la Guerra dei Mondi - bandisce per il secondo Nel radiodramma, al contrario, storie e microfoni sono pensati per i sussurri, ricorda Ferrentino. Lo stesso vale per i registi, assuefatti a un modo di raccontare legato (soffocato, forse?) a immagini, gesti, movimenti, coreografie... Quando si ha che fare con la voce pura, magari spazializzata grazie alle nuove tecnologie olofoniche utilizzate da Fonderia Mercury, tutto ciò smette di essere un supporto e la scansione di testi e tempistiche dovrà adeguarsi.
anno consecutivo, in collaborazione con l'ateneo IULM, un concorso per autori "audiodrammatici". Rivolto ai giovani dai 18 ai 36 anni, Crediti d'Autore 2012 invita a sottomettere il testo di un audiodramma di 15 minuti all'attenzione di una giuria composta da Alberica Archinto, Linda Brunetta, Massimo Carlotto, Elio De Capitani, Davide Ferrario e dallo stesso Ferrentino. La data di scadenza per la presentazione dei lavori è il 5 dicembre prossimo. A gennaio 2012, allo Spazio Mercury di Milano viene organizzato, a beneficio degli autori dei testi che supereranno questa prima selezione, un corso di drammaturgia e adattamento radiofonico. Al termine la giuria tornerà a riunirsi per scegliere i radiodrammi vincenti, che saranno infine rappresentati il 28 maggio 2012 al Teatro Filodrammatici di Milano e trasmessi in diretta radiofonica dalla Rete Due della Radiotelevisione Svizzera Italiana e sul circuito di Web radio universitarie Raduni.