30 settembre 2010

MyTile di ONDA: libri digitali e radio FM

Visto che stiamo parlando di nuovi gadget, ho appena ricevuto la notizia che ONDA Communication è entrata nell'arena dell'editoria elettronica con un ebook reader a tecnologia a "inchiostro elettronico". Per diversificarsi l'azienda friulana ha pensato di orientarsi verso la multifunzionalità, inserendo nel suo dispositivo anche una radio FM. Per i meno aggiornati sul tema, i terminali per l'accesso ai libri elettronici si possono classificare in due categorie, quelli di tipo e-ink, con schermo leggbile più o meno come una pagina stampata, con luce artificiale e in piena luce; o tipo tablet/iPad, con schermo illuminato che si vede bene al buio ma meno bene in pieno sole.
Mi sembra importante darne notizia qui non solo perché ONDA è un marchio italiano innovativo, molto noto soprattutto per le sue chiavette UMTS (un suo prodotto recente, il tablet/maggiordomo multimediale domestico "Alfred" sembra invece essere finito in congelatore, peccato), ma proprio perché il suo nuovo reader incorpora una radio FM e un lettore MP3. Una dotazione che sembra fatta apposta per abbinare lettura degli ebook "a stampa" e ascolto degli audiolibri, anche attraverso programmi radiofonici come Ad Alta Voce di Radio 3. La tavoletta, MyTile, dovrebbe uscire a novembre e costare 349 euro già ivati. Speriamo proprio che non faccia la fine di Alfred.
L'ufficio stampa ha rilasciato il comunicato senza allegare alcuna immagine (lasciatemelo dire, non è una comunicazione furba in un mercato già abbastanza bollito dal vaporware, non dico di arrivare alla paranoia di Apple, ma non bisognerebbe parlare di prodotti se non si è grado di mostrare almeno un mockup). Quando le immagini saranno disponibili le pubblicherò.
ONDA Communication, società italiana leader nelle soluzioni di trasmissione dati e voce e da sempre orientata verso innovazione e tecnologia, annuncia l’uscita del nuovissimo E-Book reader MyTile. Questo dispositivo permette di scaricare dalla rete contenuti quali libri, quotidiani o riviste tramite connessione 3G e Wifi, e di leggerli in totale libertà e mobilità su di un avanzatissimo schermo touch.
Il lettore di E-Book dell’azienda leader nel mercato della comunicazione mobile vanta un display touchscreen da 9.7’’, gestibile sia con il dito che con l’apposito pennino. La tecnologia E-ink (inchiostro elettronico) a 8 scale di grigio fornisce al testo un aspetto simile a quello della carta stampata e lo ripara dai riflessi del sole, permettendo una lettura molto naturale e poco affaticante per gli occhi.
Questo lettore supporta formati quali PDF e E-pub con Adobe DRM, GIF, PNG, JPEG, BMP; gli utenti potranno sfogliare il giornale ogni giorno, così come qualsiasi libro disponibile in formato digitale rendendo la lettura più accessibile e permettendo la portabilità di un’intera biblioteca.
E’ possibile, inoltre, sottolineare i testi, prendere annotazioni e inserire appunti direttamente sullo schermo grazie al riconoscimento della scrittura con pennino. MyTile dispone anche della funzione “text to speech”, che legge i testi inseriti parola per parola. Lo schermo orientabile permette l’utilizzo in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi luogo, anche comodamente sdraiati sul divano di casa.
MyTile combina la lettura digitale con numerose altre funzionalità. Consente di navigare in Internet in mobilità grazie alla connessione 3G e Wifi, e assicura lo scambio di contenuti con altri dispositivi tramite Bluetooth 2.0. Inoltre, possiede un’ e-mail client per controllare in qualsiasi momento la propria posta.
Non solo lettura ma anche ascolto musicale: è’ infatti possibile ascoltare la musica preferita mentre si legge o si naviga grazie al lettore MP3 integrato, alla radio FM e agli auricolari stereo. Completano, infine, la ricca dotazione 1 GB di memoria, espandibile a 16GB, con Micro SD, una porta USB 2.0 e un microfono.
"MyTile è un dispositivo sviluppato internamente da noi, e tecnologicamente avanzato e innovativo. Riflette perfettamente il nostro intento di presentare sul mercato prodotti che semplifichino la vita degli utenti, grazie a funzionalità come il multitasking che consente di gestire più operazioni contemporaneamente.”, ha commentato Michelangelo Agrusti, Amministratore delegato di ONDA Communication. “Grazie alla facilità d’uso e alla ricca dotazione tecnologica, siamo certi che questo straordinario lettore di E-Book rivoluzionerà innumerevoli ambienti di lavoro come ospedali e scuole ma non solo”.
MyTile sarà disponibile da Novembre a partire da 349 euro IVA inclusa.

Brionvega: il nuovo "radiocubo" riceve DAB+ e Internet



Fermate le macchine. Tra una settimana, giovedì 7 ottobre, nel corso di un open day presso un museo del design milanese, Brionvega presenterà l'edizione "terzo millennio" del mitico radiocubo, classe 1964 (il sito Web è per il momento in costruzione). Giorni fa mi era arrivato un primo teaser dall'ufficio stampa e avevo pensato a una bella radio con qualche funzionalità pensata per la Web generation: display digitale, dock per iPod, cose del genere... E invece salta fuori che la nuova radiocubo sarà una radio digitale ibrida FM/DAB+/Internet!
See si muovono marchi come Brionvega e la Milano da bere del design, il discorso del digitale DAB in Italia assume prospettive decisamente diverse (con tutto il rispetto per la qualità e la solidità tecnologica della proposta Pure). La famosa industria dei terminali utente, tante volte tirata in ballo come alibi (da me per primo), dimostra di volersi muovere. Ora sono i signori delle infrastrutture e delle regole che devono far seguire i fatti ad annunci e buone intenzioni.
(foto del radiocubo originale tratta dal sito del collezionista Lucio Roetta, IK3HIA)

Un convertitore ADC promettente per l'SDR

Nei moderni ricevitori SDR a ccampionamento diretto i limiti di copertura di banda sono legati ai lenti sviluppi tecnologici nel campo dei convertitori analogico-digitali utilizzati per acquisire le ampie finestre di banda che vengono successivamente date in pasto agli algoritmi di downconversion (da cui si ricava la banda base da immettere a sua volta stati di DSP incaricati della demodulazione software). Analog Devices annuncia ora un prodotto, l'AD9467, definito come il convertitore a 16 bit di precisione con il maggior tasso di campionamento (250 MSPS) e il minor consumo oggi sul mercato. Le specifiche di questo componente per applicazioni di acquisizione IF molto elevate - in modo di ridurre il numero di stadi di downconversion - parlano di input analogico a 300 MHz. iIl prezzo, per volumi di mille, è di 120 dollari. Non indifferente. Una evaluation board ne costa 300. Il datasheet è disponibile qui mentre i dettagli del comunicato si trovano qui.

ANALOG DEVICES ANNOUNCES INDUSTRY’S FASTEST 16-BIT ADC AT 250 MSPS

- ADI continues to set converter performance standard with new AD9467; enables advances in radar systems, spectrum analyzers and multi-carrier, multi-mode receiver designs for wireless infrastructure.

Norwood, MA (09/27/2010) - The industry’s fastest 16-bit ADC (analog-to-digital converter)--at 250 MSPS (mega samples per second)--was unveiled today by data converter market share leader Analog Devices, Inc. The AD9467 16-bit, 250 MSPS ADC operates on 35% less power at 25% higher sampling rate than any other 16-bit data converter, providing a new level of signal processing performance for test and measurement instrumentation, defense electronics, and communications applications where high resolution over a wide bandwidth is needed. The AD9467 delivers resolution and a fast sample rate while simultaneously achieving a high SFDR (spurious-free dynamic range) of up to 100 dBFs and SNR (signal-to-noise ratio) performance of 76.4 dBFS. The device’s SFDR of 90 dBFS up to 300 MHz analog input and 60-femtosecond rms (root mean square) jitter helps lower the signal chain bill of materials component count by allowing engineers to increase system performance at higher intermediate frequencies, thereby reducing the number of signal down-conversion stages.

AD9467 16-bit, 250 MSPS ADC Key Features and Benefits:

- 16-bit resolution with high signal bandwidths up to 300 MHz enables advanced signal acquisition subsystems in common radio platforms, radar systems, and spectrum analysis.
- On-chip IF (intermediate frequency) sampling circuit and buffered analog inputs optimize the AD9467 for the highest ENOB and ease of use.
- High dynamic range over broad signal bandwidth enables software-defined radios for use with multiple standards, such as LTE/W-CDMA, MC-GSM (class 1) and CDMA.
- Programmable full-scale input range allows trade-off between SNR and SFDR enabling the design of more sensitive radar systems with the ability to acquire and track smaller targets with better accuracy.

Radio sotto le coperte

Undercover Radio. Non stiamo parlando di radio clandestine, di radio "sotto copertura". O forse sì? Sul sito neozelandese di Radio Heritage, l'americano Bill Hester ripercorre un fantastico itinerario radio-musicale costellato dalle cartoline di conferma (QSL) storiche della collezione di Keith Robinson, che negli anni Cinquanta ascoltava, in Nuova Zelanda, le stazioni nord americane che attraversavano il Pacifico. Il viaggio di Bill parte dalle parole di Robert Shelton, il critico musicale che nel 1961 scoprì un certo Bob Dylan (trovate quel primo articolo di Shelton, sul New York Times, a pagamento tra quelli segnalati in questo speciale del quotidiano newyorkese). Shelton descriveva un giovanissimo Bob che sotto le coperte di casa ascoltava di nascosto i suoni misteriosi e suggestivi della musica di allora, il dixieland, le grandi canzoni raffinate e melodiche di una tradizione urbana resa celebre dai film di Hollywood, rielaborando tutto questo con la sua nascente mentalità periferica ma curiosa, ribelle, disposta al viaggio e alla scoperta.
Ero troppo piccolo in quel 1961 ma qualche anno dopo capitava spesso anche a me - l'educazione ancora ottocentesca ti obbligava ad andare a dormire molto presto - di accendere una piccola radiolina sintonizzata sui programmi dall'estero in onde medie, nascosto sotto le coperte del letto. Un racconto che mi hanno fatto decine di amici e amiche, ripetuto da migliaia di ascoltatori delle stazioni pirata offshore in Europa. La cultura musicale popolare (o per definizione "colta"?) di allora, si è formata sotto le coperte, prima ancora che dentro le copertine dei dischi, amorevolmente cullata dai suoni di radioline sintonizzate sulla frequenza del cambiamento. Dove sarà mai finita, quella stazione?
Undercover radio
By Bill Hester

A teenage boy in Hibbing was older than me then, and grew up a thousand miles from my home, but he could have lived next door. We shared and searched some of the same airwaves for a few years.
Speaking for both of us, Bob later said “very seldom you hear real songs anymore. Well, we were lucky to grow up when you could hear them all the time. All you had to do was switch on the radio and you could hear them.”

The beginnings

Shelton hit it on the head in a couple of sentences about some aspects of Dylan’s early exposure to the roots of rock and roll and blues and gospel and country and bluegrass and other American music as he grew up.
“Dylan had to turn his radio on to a thin line that linked him with the farmers of Louisiana and the truck drivers of Tennessee.” “Bob took most of his journeys down the Mississippi late at night, when the air was clearer. He often placed his radio under the covers to keep waking anyone with sounds he caught from Shreveport or Little Rock.”
And it was, of course, much more than just music. It was also the travel in the mind, the connections to what seemed foreign places, the wanderlust, the yearning and the learning.
The city limits were a boundary to some, but to Dylan and others, the constricting limits of a small town were something to rebel against. What better way to rebel than finding out what was happening elsewhere and following that – wherever it led.
It was a big wide country out there, and nowhere was it wider than in the Midwest.

29 settembre 2010

SDR in simposio, Renon 2010 non si tiene a Renon



Renon quest'anno non si tiene a Renon. La 12esima edizione del simposio organizzato da i-Link che ogni anno riunisce in Alto Adige il fronte avanzato della progettazione e della pratica SDR radioamatoriale, si sposta dall'altipiano sopra Bolzano alla località di Montagna, più a valle non lontano da Ora/Auer, alla Casa del Giovane Castelfeder. La Digital & Radio Communications Convention si terrà il 2 e 3 ottobre prossimi, quindi affrettatevi a pianificare. A parte il cambio di location, la tradizione di eccellenza resta immutata. Purtroppo non penso di riuscire a partecipare, ma i miei personali hightlight sono oltre all'intervento di Martin Pernter sul suo nuovo downconverter automatico a sintonia continua (da VHF/UHF a HF immagino), gli
annunci (attesissimi tra gli acquirenti del ricevitore SDR Perseus) di Nico Palermo sul Perseus controllato remotamente e l'approfondimento di Alberto Di Bene sulla T di SDT (Software Defined Transmitter). Il mio cuore batterà in risonanza con la presentazione, domenica 3 ottobre, di Marco Bruno perché l'argomento è quello delle antenne attive loop e stilo, accessori fondamentali per l'ascoltatore DX con pochi spazi a disposizione. Vorrei tanto esserci, ragazzacci.




28 settembre 2010

Cuba, le onde radio "tenute a distanza" dal regime

Yoani Sánchez, famosa blogger cubana di GeneracionY, si occupa in un suo recente post di ascolto, anzi non-ascolto delle trasmissioni radiofoniche dall'estero. Il suo breve articolo parte dall'amaro ritratto di una radiolina ricevuta come regalo di compleanno e tenuta a far polvere sullo scaffale perché "se la accendo sento solo rumore". Yoani afferma che a Cuba è in atto una vera e propria guerra delle frequenze dichiarata dal governo a chiunque cerchi di arrivare sull'isola con un programma radiofonico non gradito. "Speravo di ascoltare Deutsche Welle per tenermi in allenamento col tedesco," scrive ancora la blogger dissidente, ma non c'è nulla da fare: dall'altoparlante escono solo confusi suoni locali e il jamming contro Radio Martí. Per riuscire a sentire qualcosa bisogna cercare la posizione migliore. C'è chi si sdraia sul pavimento per riuscire a sintonizzarsi, conclude la reporter anti-regime. Negli Stati Uniti segnalano che le onde medie sono affollate di ripetitori che servono soltanto a coprire le stazioni che di sera possono arrivare dalla Florida e qualunque ascoltatore nel mondo può verificare, sulle onde corte, la presenza dei jammer cubani sulle frequenze utilizzate dai contras "ufficiosi" (un caso molto noto è quello dei programmi di Radio Republica). Sicuramente fuori dai grandi agglomerati urbani è possibile ascoltare qualcosa anche a Cuba, ma fa impressione vedere che venti anni dopo la caduta del muro di Berlino, una semplice trasmissione radio possa essere considerata una attività sovversiva, illegale o comunque non gradita alle pubbliche autorità.
The radio I got for my last birthday rests on a bookshelf, covered in dust. Because if I turn it on I can barely hear a thing. Not even the national broadcasts can be heard well in this area full of government ministries and the antennas they use to block the shortwave broadcasts that come into the country. I had the illusion I would be able to listen to Deutsche Welle to keep my German language alive, but instead of the hoped-for “Guten Tag” all that comes out of the speaker is a buzzing noise.
We live in the midst of a real war of radio frequencies on this Island. On one side we have the broadcasts of the station called Radio Martí — banned, but very popular among my compatriots, they are transmitted from the United States — and on the other side the buzzing they use to silence it. The radio receivers sold in the official stores have had the module that allows you to hear these transmissions removed, and the police are in the habit of searching the roofs for the devices that help to better capture these signals.
Meanwhile, inside their houses, people look for the place — it could be a corner, near a window, or stuck to the ceiling — where the radio manages to ignore the annoying beeping of the interference. It is common to see someone lying on the floor while they locate the exact point where local programming is overshadowed by what comes from abroad. It doesn’t matter what they’re sending from the other shore, whether it’s a boring musical program, the news in English, or a weather report from somewhere else in the world. What matters is that it is a balm for the ears, that it sounds different, that it is something other than that mix of slogans and prose without freedom that is transmitted daily on Cuban radio.

DAB, l'altra campana: successi in Australia e UK


Dopo aver dato ampio spazio alle critiche di Grant Goddard e al libro che il consulente radiofonico britannico ha dedicato alle difficoltà incontrate dal DAB nel Regno Unito, mi sembra giusto fornire qualche dato proveniente dai fautori della radio digitale, i quali basandosi sugli ultimi rilevamenti del RAJAR (l'indagine congiunta sulla popolarità della radio in UK) sull'ascolto digitale della radio, si dicono al contrario di Goddard assolutamente ottimisti. I toni dell'associazione lobbystica Digital Radio UK nel comunicato che potete trovare cliccando sul link fornito dalla Digital Radio eNewsletter di Singapore (una fonte finanziata dai locali costruttori di elettronica) sono addirittura trionfalistici: 20 milioni di cittadini britannici si sintonizzano sulla radio digitale ogni settimana.

According to the latest RAJAR figures released on 5 Aug 10, 20 million people now tune in to digital radio each week in the UK. Weekly reach has increased by 11% year on year from 18 million to 20 million, and now 43% of all radio listeners are listening to digital every week.
Digital listening share has also shown strong growth at 24.6% (up 17% year on year, and up 2.5% quarter on quarter). Digital platforms now account for 24.4% of all listening on commercial radio, a strong growth of 6.5% quarter on quarter from 22.9%, and is now level with BBC digital listening. There has been strong growth in the share of national commercial listening via digital platforms, which has now reached 50%.
DDAB listening now accounts for 15.8% of all radio listening, an increase of 20% year on year (up from 13.1% of all listening from last year and up from 15.1% in the last quarter).

Leggendo i dati RAJAR di agosto per il Q2/2010, che mostrano comunque un discreto aumento dell'ascolto della radio in generale, l'informazione relativa all'ascolto via DAB parla di una percentuale del 15,8% di ascoltatori nel secondo quadrimestre, con una crescita del 20% rispetto allo stesso periodo del 2009. La normativa Digital Britain prevede che superata la soglia del 50% si può pensare dopo il 2015 a uno switch-off dei network nazionali oggi in FM. (Un piccolo disclaimer: sui dati RAJAR pesa sempre un dubbio sulla differenza tecnico-semantica tra "ascolto di una trasmissione DAB" e "ascolto di una trasmissione con un apparecchio DAB". Purtroppo non è affatto chiaro che il rilevatore tenga conto di questa differenza, o vicevera classifichi come "ascoltatori DAB" anche coloro che ascoltano con una radio DAB sintonizzata, a causa della scarsa intensità del segnale, su una frequenza FM).
Grande ottimismo anche in Australia, dove l'evoluzione del DAB+ lanciato lo scorso anno ad agosto sembra molto positiva (vedi il comunicato). Le vendite di apparecchi radio vanno meglio del previsto e anche se possono sembrare poche in una nazione-continente tanto estesa le emittenti commerciali sono molto soddisfatte di un dato che parla di 150mila radio vendute e oltre mezzo milione di ascoltatori DAB+ alla settimana. Un punto davvero molto importante del caso DAB+ in Australia è la presenza di numerose nuove stazioni che trasmettono esclusivamente in digitale. Fino a 18 nuovi canali a seconda dell'area di mercato. Ovviamente questo è un fattore determinante nel far pendere l'interesse del pubblico nei confronti della radio digitale. Nel comunicato che ho linkato trovate l'elenco di questi nuovi programmi, nel caso non si legga bene la tabella che riporto qui.

The radio industry celebrated one year of digital radio on air at full power in Adelaide, Sydney, Melbourne, Brisbane and Perth on 6 Aug 10, with the latest data showing there are 523,000 people listening to digital radio in an average week and three times the predicted number of digital radios in the market at nearly 150,000.
In August last year, Australian commercial and public radio broadcasters put competition aside and more than 40 different radio stations held a simultaneous breakfast outside broadcast in Sydney, Melbourne, Brisbane, Perth and Adelaide to promote digital radio. In the following 12 months, sales of digital radios have steadily increased and up to 18 new digital only stations are on air in each market. The industry continues to work together to promote digital radio with advertising on air and by launching fresh new digital only content which should encourage listeners to try digital radio.

FM e cellulari, l'antenna è "embedded"

Da tempo la lobby degli editori radiofonici americani, National Association of Broadcasters, preme perché venga approvata una normativa che obblighi i costruttori di telefonini a integrare a bordo dei cellulari la ricezione in FM, in modo da contrastare, sfruttando la grande diffusione dei telefoni mobili, la tendenza degli ascoltatori, soprattutto giovani, ad abbandonare la radio a favore di Internet e della musica mp3. Una proposta molto controversa, come sempre succede negli Stati Uniti quando si sente parlare di intervento del legislatore. Le perplessità sono tanto più forti in chi obietta che diversi telefonini hanno già l'FM a bordo e che i consumatori possono sempre scegliere se acquistare quelli o modelli con meno features a bordo e quindi un po' meno costosi.
Domani a Washington il NAB apre il suo Radioshow e la newsletter TechCheck pubblica una interessante anticipazione dedicata proprio ad alcuni modelli, in particolare Nokia e Motorola, con radio analogica integrata, che saranno oggetto di un apposito stand alla manifestazione. E' l'occasione per TechCheck di parlare del problema antenna. Tra cellulari e lettori MP3, i piccoli dispositivi mobili con chip FM integrato non mancano sul mercato dell'elettronica digitale e quasi invariabilmente tutti risolvono il problema delle dimensioni dell'antenna ricevente ricorrendo al filo dell'auricolare, una soluzione abbastanza pratica ma non del tutto ottimale, specie là dove l'ascolto viene effettuato con cuffie Bluetooth.

TechCheck cita invece alcuni costruttori che stanno sviluppando interessanti antenne attive integrate, come i chip in silicio, a bordo di piccole schedine PCB, affarini di poche decine di millimetri di lato come si può vedere in questa brochure di Antenova. A bordo di questi chip solenoidi e induttanze e l'elettronica di controllo per variarne le dimensioni "elettriche". Sono le cosiddette antenne "embedded". Molto interessante. I nomi delle aziende citate sono, oltre Antenova, la Ethertronics (entrambe americane) e la britannica The Technology Partnership.

Radio-Ready Cell Phone Showcase at the Radio Show

Including radio functionality in a cellular phone is easily done, and in fact hundreds of millions of cell phones have been made with FM radio (sold mostly outside of the U.S.). At this week’s Radio Show (September 29–October 1, 2010, Washington, D.C. www.radioshowweb.com), an exhibit in the lobby will highlight this fact and include examples of phones that have radio functionality, as well as information on devices which facilitate easy and affordable inclusion of embedded FM radio antennas.
The Radio-Ready Cell Phone Showcase will be located on the Constitution level of the Grand Hyatt, right next to the escalator leading down to the Renaissance level, which is where the Radio Show Marketplace and session rooms are located.Phones on display with FM radio will include the Nokia 5030 and the Motorola ROKR EM35 (shown in the photos at right) as well as phones from Samsung and Sony Ericsson.
The primary components needed to include an FM radio in a cell phone include a tiny FM receiver integrated circuit (IC) or “chip” (which typically measures about 3mm on a side) and an FM antenna.FM receiver functionality is also often incorporated into the ICs that many cell phones already have for supporting wireless Bluetooth and WiFi capabilities, and in these instances the only additional requirement to make these phones FM-capable would be the inclusion of the FM antenna (plus some additional software for providing a user interface to the radio feature).
In most current phones with FM radio, the headset cord that is used for listening to the audio also doubles as the FM antenna, however a more elegant solution is to embed the antenna within the case of the cell phone itself. Both the Nokia 5030 and the Motorola ROKR EM35 have embedded FM antennas. However, neither of these GSM phones is currently offered by any U.S. cellular carrier.
Three embedded antenna manufacturers – Antenova (Cambridge, U.K., www.antenova.com), Ethertronics (San Diego, Calif., www.ethertronics.com), and The Technology Partnership (TTP, Melbourn, U.K., www.ttp.com) – will have posters and literature at The Radio-Ready Cell Phone Showcase describing their embedded antenna technology. Two of these vendors (TTP and Ethertronics) are currently developing advanced embedded antenna designs for handheld FM radio and mobile DTV (low-and high-VHF and UHF frequencies) applications with funding from the NAB FASTROAD technology advocacy program (www.nabfastroad.org). At the Showcase, Antenova and Ethertronics are highlighting the following off-the-shelf antenna products:
Antenova’s M10385 module is an active antenna module consisting of Antenova’s patent pending FM antenna with a matching circuit and low noise amplifier (noise figure of 1.5 dB) in a small, 30 x 5 mm package. The module may be surface mounted on the cell phone host printed circuit board.
Ethertronics’ Tavvel FM-p10 antenna consists of a small (3.5 x 6.1 mm) surface-mountable module and a tuning coil element.This tunable antenna (with a passband of 600 kHz, tuned over the 88-108 MHz FM band) uses a single control line to tune the antenna via pre-set control voltages.

Software Defined Radio "in car", secondo Microtune


Qualche spunto per approfondire il tema della multimedialità digitale a bordo dell'automobile. L'articolo che segue viene da EETimes Europe Automotive ed è dedicato all'offerta di silicio della americana SMSC. L'autore, consulente dell'azienda, affronta il tema della connettività locale fissa e wireless, non geografica. In altre parole qui si parla di reti locali multimediali a bordo dell'auto, sia per esigenza di controllo e diagnostica dell'elettronica, sia per le necessità di infotainment dei passeggeri e l'integrazione dei loro dispositivi multimediali. Viene per esempio citato il Media Oriented Systems Transport, il bus di trasporto delle informazioni che rappresenta uno standard de-facto nel settore.
Oltre all'articolo vi propongo di scaricare questo white paper della Microtune specialista in integrati per il front end digitale in radiofrequenza dedicato alle architetture Software Defined Radio per l'autoradio .


A comprehensive approach to automotive connectivity

September 22, 2010 | Harald Kohler

As cars get connected, their internal connectivity landscape begins to differentiate. Where once the MOST bus was the dominating means of infotainment networking, additional features and functions now call for a broader range of communication technologies. The article shows how this world could look like from the perspective of SMSC.
SMSC's Automotive Information Systems develops, markets and supports components for real-time multimedia networks and connectivity solutions. To address the high quality requirements of such components, SMSC developed dedicated quality processes and flows known as its TrueAuto Quality approach.
SMSC is offering a broad, TrueAuto compliant, product portfolio ranging from network interface controllers for its Media Oriented Systems Transport (MOST) technology, the de-facto standard for high bandwidth automotive infotainment networks as well as 10/100 base-T Ethernet, USB devices and Kleer Wireless Audio solutions.

27 settembre 2010

Ascoltare la Beeb senza browser con Auntie per Mac

In Gran Bretagna la chiamano "zietta" (auntie) e Radio Auntie si chiama il player per Macintosh che Duncan Robertson, dipendendente della BBC, ha sviluppato sulle fondamenta del protocollo di messaggistica XMPP
per consentire l'ascolto di tutti i programmi nazionali della sua emittente, nonché del BBC World Service, senza attivare il browser e il BBC iPlayer.
La particolarità di Radio Auntie 2.0, seconda versione appena rilasciata sul
sito di Duncan, è la sua estrema semplicità. Una finestrella riporta il logo del canale ascoltato al momento con le informazioni in radiotext sui brani musicali trasmessi e altri dettagli. Un primo menu "Listen" permette di "sintonizzare" altre stazioni BBC e un secondo menu, Schedule, riporta in tempo reale i programmi che si potranno ascoltare sui vari canali, ma anche quelli che possono essere riascoltati on demand! Grazie a XMPP e a Growl, Radio Auntie è anche in grado di comunicare all'istante le canzoni che il player sta riproducendo, in modo da tenere aggiornati gli ascoltatori dei canali personalizzati su Last.fm.
Se siete interessati a seguire via Internet i programmi BBC e utilizzate Macintosh, Radio Auntie fa certamente per voi. Spero che Robertson riesca a implementarlo su iPhone. Una seconda app, Tellybox, è altrettanto pulita e semplice e consente - a chi risiede nel Regno Unito - di guardare in diretta i programmi televisivi. Niente BBC television se il vostro IP è fuori dai confini di Albione, ma la radio funziona benissimo (l'unica pecca è che non si può registrare direttamente da Radio Auntie).

Al debutto Shems FM, nuovo network dalla Tunisia


Manca mezz'ora al lancio delle trasmissioni di ShemsFM, una delle due nuove catene radiofoniche tunisine di cui ho dato notizia tempo fa. Attiva anche su Facebook. Non vedo l'ora di ascoltarla l'anno prossimo a Favignana. Frequenze annunciate: 106.5, 101.7, 96.2, 95.7, 93.7 e 90.6. Buona fortuna!


Per non perdere nessuna frequenza

Nel mese di ottobre entrano in vigore gli orari e le frequenze di programmazione delle emittenti internazionali che ancora trasmettono sulle onde corte. Sono rimaste un buon numero e offrono la possibilità di ascoltare notizie ed entrare in contatto con la cultura, la società, l'economia di decine di nazioni. Numerosissimi i linguaggi utilizzati, oltre naturalmente a inglese, cinese, spagnolo, francese e italiano. La ricezione di parecchie emittenti non richiede mezzi tecnici particolarmente raffinati, basta un buon ricevitore portatile - oggi su eBay se ne trovano molti, molto economici, di fabbricazione cinese. E grazie al Web è possibile trovare tutte le informazioni che servono per accendere le radio sulle frequenze e nelle ore giuste. In passato questi dati venivano distribuiti solo attraverso le pubblicazioni in proprio dei vari club di radio ascolto o su guide cartacee annuali come il World Radio TV Handbook ma evidentemente non potevano essere altrettanto aggiornate e confrontabili.
Dan Ferguson, uno degli editor della fanzine ufficiale della North American Shortwave Association, un monumentale foglio Excel che raccoglie e confronta (a volte ci possono essere piccole variazioni) tutte le guide più autorevoli, come quella del tedesco Eike Bierwirth o del giapponese Aoki. La pagina di Ferguson raccoglie tutti i link diretti a le maggiori raccolte delle cosiddette "schedules", come vengono chiamate le griglie di programmazione delle varie emittenti. Tutte le informazioni vengono condensate in uno spreasheet che grazie al sapiente uso di codice-colore permette di individuare subito le informazioni che interessano. Il link diretto al file compresso da cui estrarre un documento Excel da ben 13 megabyte è questo. Sul sito NASWA trovate anche la Shortwave Listening Guide, un database aggiornato dei programmi trasmessi dalle broadcast internazionali, per avere il controllo, ora per ora, del tipo di contenuti tutt'ora fruibili attraverso un medium sicuramente in declino ma ancora molto lontano dall'essere classificabile come obsoleto. Se invece vi interessano i programmi di una specifica emittente, il modo più comodo per arrivarci e la sezione Schedule del portale italiano Bclnews, che cura anche una pratica guida alle trasmissioni in lingua italiana in onde medie e corte.

26 settembre 2010

Goddard: il DAB nel Regno Unito? Destinato a fallire

Dopo aver pubblicato ad agosto una guida "non-OFCOM" (il riferimento è ai dati piuttosto trionfalistici sull'andamento della radio digitale nel Regno Unito normalmente pubblicati dall'autorità di controllo britannica) ai progressi reali che la radio digitale ha maturato in questo ultimo anno in UK, Grant Goddard, blogger e consulente in materia è pronto a far esplodere il suo nuovo libro: "DAB Digital Radio: licensed to fail".
Da sempre critico nei confronti della normativa che prevede (sulla carta) lo spegnimento dei network radiofonici in FM e il loro passaggio alla radio digitale a tecnologia Eureka 147, nel suo dettagliato lavoro Goddard sostiene che questo passaggio non avverrà mai proprio perché le soglie di penetrazione della tecnologia fissate come prerequisito di legge non sono compatibili con i dati di ascolto reali. La tesi di Goddard è che il DAB non è compatibile con un mercato misto come quello britannico, dove i costi infrastrutturali del digitale hanno già penalizzato oltremisura gli editori privati. Finora il sostegno apparente nei confronti del DAB da parte di questi editori è stato legato a precisi accordi con i regolatori, che in cambio del supporto ricevuto hanno reso meno stringenti le regole sulle licenze FM analogiche. Il nodo, conclude Goddard, sta tuttavia per venire al pettine: gli sprechi che si sono verificati in questi anni hanno fatto a pezzi un mercato, quello della radiofonia commerciale, che in passato era profittevole.
Questo il comunicato stampa del libro di Grant Goddard, pubblicato da Radio Books. Per leggerne le prime pagine cliccate qui.

25 settembre 2010

Prix Non Italia: un bell'evento per una amara lezione

Si è conclusa la 62esima edizione del Prix Italia, una manifestazione che secondo la segretaria generale Giovanna Milella potrebbe, anzi vorrebbe, piantare stabilmente le tende nella città di Torino. E' sempre stato un premio itinerante, anche se usava tornare frequentemente nelle principali città, ma tutto questo doveva costare parecchio a una RAI desiderosa di risparmiare. L'idea di un Prix Italia d'ora in poi torinese - nel 2011 lo sarà comunque, per la terza volta consecutiva - mi sembra molto sensata perché potrebbe dar vita a iniziative continuative, alla creazione di laboratori, corsi formativi, produzioni fruibili anche fuori dalla manifestazione-vetrina. E a proposito di vetrine quest'anno il Piccolo Teatro di Milano offre la rara opportunità di entrare in contatto con il mondo delle produzioni di qualità che a Torino è rimasto un po' chiuso negli ambienti esclusivi delle giurie, degli addetti ai lavori e dei rari giornalisti. Lunedì 27 e martedì 28, nel Chiostro e nella sala della sede storica del Piccolo in via Rovello, viene allestita una selezione dei migliori video che hanno partecipato alle scorse edizioni del premio (17-23 di lunedì) e alcune recenti produzioni dedicate a Dalì, alla danza, alla musica. Ci saranno occasioni per festeggiare anche con la buona gastronomia e alle 19.30 di martedì in sala Grassi verrà proiettato il video vincitore della categoria "Performing Arts". Come si vede l'attenzione di questo lodevole evento è rivolta alla televisione. Perché non mettere a disposizione del pubblico alcune delle postazioni multimediali riservate a Torino ai giurati, per il riascolto delle opere radiofoniche in concorso, magari con la documentazione e le trascrizioni che solo i giornalisti riescono normalmente a consultare? Non sarebbe una magnifica occasione per trasformare un concorso in spettacolo, facendo toccare con mano la distanza che ci separa dalla vera cultura radiotelevisiva?
Ma torniamo al Prix e ai suoi riconoscimenti, che per la radiofonia sono andati alla Germania (due premi), Australia, Francia, Finlandia, Gran Bretagna. Persino alla Croazia. Ecco il comunicato Asca:

Due premi per la Germania al Concorso Radio del 62* Prix Italia, uno per Australia, Francia, Austria e Finlandia.

Il doppio successo e' dell'emittente pubblica ARD per Winterreise. Featuring Shubert's winterreise (Viaggio d'inverno.
Messa in onda di Winterreise di Shubert) di Werner Cee nella sezione ''Composizione musicale'' e Kinder von Sodom und Gomorrha (I bambini di Sodoma e Gomorra) di Jens Jarisch nella sezione ''Documentario per la migliore qualita' globale''. La ABC australiana si aggiudica invece la sezione ''Programma sulla musica'' con The devil in music (Il diavolo in musica) di Jane Ulmann e Russel Stapelton. Per ''Opera originale'' vince Radio France con Le morts qui touchent (Le morti toccanti) di Myron Meerson. Little Enemyz (Piccoli nemici) di Petschinka della ORF austriaca si aggiudica la sezione ''Adattamento drammaturgico''.
Il ''Prix Italia Premio speciale per la straordinaria originalita' e innovazione della forma di linguaggio documentaristico'' va, infine, alla finlandese YLE con Pimeyden Valo (Gli archivi segreti di un batterista) di Hannu Karisto. Il ''Premio Speciale - Coppa del Presidente della Repubblica'' e' stato vinto da Jerihonska Ruza (La rosa di Gerico) di Anica Tomic della HRT Croata. Una menzione speciale (Composizione) e'
andata a Between the ears: Paul Klee, a balloon, the moon, music and me (Tra due orecchie: Paul Klee, un palloncino, la luna, la musica e io) di Ergo Phizmiz per la BBC.

Ed ecco come la Hessicher Rundfunk celebra il vincitore del premio per la migliore composizione musicale originale, una rivisitazione elettronica del sublime Winterreise schubertiano.

24.09.2010/hr2-kultur
hr2-Hörspielproduktion gewinnt „Prix Italia“

„Winterreise“ von Werner Cee in der Kategorie Musik ausgezeichnet

Beim 62. Prix Italia, dem von der RAI veranstalteten Radio- und Fernsehfestival in Turin, ist das hr2-Hörspiel „Winterreise featuring Schuberts Winterreise“ von Werner Cee heute mit dem Preis in der Kategorie „Radio, Composed Music“ (Radiokomposition) ausgezeichnet worden. Das Stück des 1953 im hessischen Friedberg geborenen und bei Marburg wohnenden Musikers, bildenden Künstlers und Hörspielmachers Cee sendete hr2-kultur erstmalig am 3. März 2010. Dramaturgie und Redaktion lagen bei Manfred Hess. Der „Prix Italia“ gilt als einer der bedeutendsten internationalen Preise für Radio, Fernsehen und Internet.
In der Begründung der international besetzten Jury des „Prix Italia“ heißt es: „Dieses sehr evokative und manchmal regelrecht unheimlich wirkende Werk nimmt den Liedzyklus von Franz Schuberts ‚Winterreise‘ als Ausgangspunkt. Die Empfindungen von Einsamkeit und Tod finden hier in neuartigen und zugleich sehr persönlichen Klangarrangements ihren Ausdruck. Vergangenheit und Gegenwart begegnen sich so in einem überzeugenden Kunstwerk. Auch auf der technischen Seite ist diese Sendung bemerkenswert, da sie sorgfältig und stimmig produziert wurde.“
Werner Cee über seine Arbeit: „Ich verstehe Komposition nicht nur als das Notieren von musikalischen Ideen in Form einer Partitur, die dann, als Werk fixiert, von unterschiedlichen Interpreten wiedergegeben wird; diese Arbeit ist für mich vielmehr ein komplexer Vorgang. Oft sind meine Kompositionen auch direkt an einen bestimmten Interpreten gebunden.“ So wirken an diesem Hörstück mit der australische, in Holland lebende Schauspieler und Puppenspieler Neville Tranter als Sprecher, der norwegische E-Gitarrist Eivind Aarset, der E-Pianist Norbert Grossmann, der Rock-Drummer Ulrich Pfannmüller und Werner Cee, Elektronik.

Mentre l'altro vincitore, nella sezione documentaristica, è un reportage prodotto da WDR e altre emittenti regionali tedesche sulle ragioni che spingono i giovanissimi africani alla fuga verso il continente europeo. Tra l'altro un tema che forse sarebbe opportuno elaborare qui, in casa nostra. Capire le ragioni, invece di cercare ogni possibile modo, anche violento, in questa cristianissima e cattolicissima nazione, per respingere, relegare, svilire, umiliare. Ho scoperto sul sito della WDR la trascrizione di questo audiodocumentario.
Non c'è da stupirsi dell'assenza, nel palmarès 2010, della produzione locale. La radio pubblica italiana, che apre le celebrazioni del 60essimo di Radio 3, non può fare altro che guardarsi alle spalle, ripensare agli anni ormai lontani in cui tra i suoi dipendenti c'era un certo Carlo Emilio Gadda, alle attrezzature avveniristiche che mezzo secolo fa un certo Luciano Berio montava in una delle stanze della sede RAI di Corso Sempione a Milano per trasformare la struttura della musica. In Germania e decine di altre nazioni civili si stanziano fondi per stimolare la produzione di una radio di qualità e alcuni di questi fondi vanno, ironia della sorte, ai sound artist e musicisti italiani, costretti a migrare per le stesse ragioni per cui emigrano i giovani senegalesi: per mancanza di opportunità, per tragica assenza di prospettive future.
Non c'è edizione del Prix Italia che non contenga una lezione umiliante per lo stato in cui versa la committenza culturale pubblica in Italia. Dovrebbero chiamarlo Prix non-Italia.
Lunedì scorso sono stato a Torino, nella sede storica della RAI che ospita il premio, per seguire l'ennesima rappresentazione, con abbondante aspersione di lacrime, auspici e interrogativi inevasi, del nostro inesorabile declino. Per un paio d'ore l'associazione Audiodoc presieduta da Andrea Giuseppini, che cerca di promuovere la produzione indipendente di documentaristica audio, ha esplorato i possibili sbocchi, le alternative alle tragiche carenze, al vuoto assoluto della committenza pubblica. Il documentario radiofonico è praticamente morto in questo paese, ha detto Giuseppini presentando alcune forme innovative di proposta. Il veronese Jonathan Zenti, di Suoniquotidiani.it, trasforma gli audiodocumentari in occasioni di teatro civile presentandoli dal vivo al pubblico, in teatro. Anna Maria Giordano, di RadioRAI, ha invece esplorato le opportunità che consentono di realizzare produzioni giornalistico-formative di taglio radiofonico ma in seno alle ONG che operano nelle nazioni in via di sviluppo (Anna Maria ha fatto ascoltare un programma sulle mutilazioni genitali femminili ripreso da molte stazioni locali del Burkina Faso). Poi lo stesso Giuseppini e Angelo Miotto, ex Radio Popolare, oggi a Peace Reporter, si sono soffermati sulle nuove forme di audiodocumentari aperti alla multimedialità del Web. Miotto ha presentato Iron Curtain Diaries, un Web documentario ricco di immagini, video e testimonianze sonore da un viaggio lungo la linea di demarcazione della Cortina di ferro a vent'anni dalla caduta del muro di Berlino. Stimolante, ma un po' troppo visuale per essere veramente audiodocumentario. Tutte queste strade, il teatro civile, il connubio con il terzo settore o con Internet, possono davvero portare "oltre la radio", come recitava il titolo del convegno? I primi a non crederci del tutto mi sono sembrati gli stessi relatori, ma potete farvi una vostra idea ascoltando la mia registrazione del simposio.




Anche altrove ci si interroga sulle modalità di finanziamento di formati radiotelevisivi di nicchia. I fondi pubblici per questo tipo di contenuti si stanno riducendo ovunque. Radiopassioni ha già affrontato il tema di una radiofonia fatta "senza radio", parlando per esempio del (piccolo) mercato dei "mind movies" negli Stati Uniti. Ma il gioco presuppone un minimo di interesse da parte del mercato, un minimo di pubblico. Ed è proprio su tale presupposto che sembrano accendersi le perplessità degli operatori intervenuti all'incontro promosso da Audiodoc. Forse solo Zenti ha lanciato un messaggio ottimista parlando dell'interesse suscitato dalla sua "radio dal vivo" (ma il suo si chiama teatro, anche se innervato di interventi registrati rigorosamente dal vivo, senza copione). Il problema di una committenza del tutto assente consiste nel colmare con percorsi di finanziamento "collaterali" (vendita diretta o partecipazione del pubblico, formazione di nuovi operatori, educazione) i sostegni economici che vengono a mancare. Un modello di radiofonia simile all'economia del software open source. Sarà davvero fattibile? Speriamo di sì.

24 settembre 2010

Radio 3 compie 60 anni



Non solo Jack Daniel's dal Tennessee...


Nuova puntata di Bandscan, podcast "nelle onde corte" di Chris Diemoz, con un divertito viaggio tra i pastori della Bible Belt americana. Ancora una volta imperdibile. Un elenco delle stazioni religiose può essere ricavato dal WRTH e dal database della FCC sulle stazioni in onde corte (quasi tutte a carattere denominazionale). Quante sono le denominazioni religiose di ispirazione cristiana, fuori dal mainstream delle religioni riformate "storiche", riconosciute negli Stati Uniti? Questo è molto più difficile dirlo. Secondo l'Hartford Institute for Religion Research, che cura una lista di denominazioni con i loro siti Web, sono più di 200. L'elenco è molto utile per farsi un'idea dei nomi che popolano i programmi della stazioni religiose in onde corte (non parliamo del mondo delle religiose locali perlopiù in onde medie). Wikipedia riporta una analoga lista delle denominazioni cristiane, assai più dettagliata e articolata. Io ho scovato un blog di un giornalista dell'Arkansas che riporta un fiume di notize: Bible Belt Blogger!

23 settembre 2010

Afghanistan, radioline al posto di bombe

In occasione delle recenti elezioni afghane, Radio Azadi ("libertà") emittente in pashto promossa dall'organizzazione Radio Free Europe/Radio Liberty ha organizzato la pacifica distribuzione di armi di "informazione" di massa: ventimila radioline con pannellino solare e alimentazione a manovella sono state regalate alla popolazione di villaggi e campi di rifugiati, proprio nelle aree sotto la copertura delle emittenti FM che diffondono le parole di incitamento dei leader della guerriglia talibana. In queste zone l'analfabetismo raggiunge soglie del 90% per le donne e 60% per gli uomini e la radio è uno strumento fondamentale per poter accedere a quel poco di istruzione, informazione e svago di cui possono disporre gli abitanti. I programmi di Radio Azadi, sostiene RFE/RL possono contribuire a contrastare l'azione propagandistica di "Radio Mullah" offrendo un punto di vista (si spera) più equilibrato. E comunque meno bellicoso.

RFE, Afghan Air Force Deliver Thousands Of Radios To Remote Afghan Villages, Refugee C
amps

September 17, 2010

KABUL, Afghanistan) On the eve of parliamentary elections in Afghanistan, RFE's Radio Azadi -- with the help of the Afghan Air Force and U.S. military -- has launched a new initiative to help Afghans participate in the democratic process by having access to reliable news and information.
At a refugee camp outside Kabul yesterday, Radio Azadi staff began handing out the first of 20,000 solar-powered, hand-cranked radios to Afghans who live in remote places or lack the means to access news and information.
More than 2,000 radios were delivered this week to Afghans in the provinces of Logar, Shamali, Parwan, Kapisa, and Kabul. Over the next few weeks, the Afghan Air Force will distribute the remaining radios via Mi-17 helicopters to isolated villages throughout the rest of the country.
"Many of Afghanistan's displaced persons camps and remote villages have limited electricity," says RFE President Jeffrey Gedmin. "These battery-free radios are similar to the ones distributed in Haiti after the earthquake. Our objective is to ensure that Afghans everywhere have access to the kind of reliable information necessary to make important decisions about their lives."
In the last few years, there has been a proliferation of Taliban-sponsored radio stations in the region, mainly in the tribal areas along the Pakistani border. These stations - commonly called "Mullah Radio" - incite hatred, intolerance, and ethnic violence.
"In Afghanistan, radio equals access," says Matthew Warshaw, the head of D3 Systems, a leading research firm that examines Afghanistan's media environment. "If the international community hopes to have influence on Afghans -- especially in rural areas where the illiteracy rate is 90 percent for women and 60 percent for men -- radio will be a large part of their media strategy."

Insignia HD1 HD Radio/FM: la radio digitale è tascabile

L'anno scorso avevo dato notizia di un ricevitore portatile americano compatibile con l'FM (con RDS) e con il sistema di radio digitale HD Radio. Oggi questo ricevitore, l'Insignia HD1 si trova su eBay a prezzi praticamente stracciati. Christian Diemoz - che ringrazio confidando in tante altre recensioni - lo ha acquistato e lo ha provato per noi. Da ciò che emerge dalle sue osservazioni viene una conferma della qualità dei chipset sviluppati per HD Radio (un punto molto interessante alla luce delle difficoltà che l'industria sta incontrando nel supportare altri sistemi di radio digitale). Non ci sono molte probabilità che questa modulazione venga adottata sul nostro continente, tanto meno in Italia, ma se viaggiate negli Stati Uniti forse potreste prenderlo in considerazione. Il vero "neo": il passo di sintonia a 200 kHz, uniformato alla conformazione della banda FM americana. Un limite che qui in Europa esclude l'ascolto "centrato" di parecchie frequenze. Un vero peccato, perché le doti di questo ricevitorino...


Non sempre si arriva sulle novità in tempo reale. Del ricevitore portatile HD1 di Insignia, Radiopassioni aveva già parlato oltre un anno fa, nel luglio 2009. Peraltro, il progetto - avveniristico nel tentare di lanciare, attraverso la divulgazione massiva di un “terminale leggero” (ed a prezzo contenuto), lo standard radiofonico ad alta definizione (audio in qualità cd) - sembrava scarsamente appetibile dalla prospettiva italiana.
Per carità, non che accadimenti recenti abbiano modificato radicalmente la situazione. Il naufragio di uno dei pochi tentativi di attivazione di HD radio in Europa (in Svizzera, di cui si è detto in questo articolo) costituisce una bara di cemento per l’ennesimo standard digitale rimasto sulla pista di decollo, ma la curiosità del radioappassionato è più longeva dell’emivita di una sostanza radioattiva e la disponibilità di un “ultralight” dotato di lettura rds si palesava quale fattore attrattivo non considerato inizialmente.
Oggi come oggi, su Ebay, le quotazioni dell’Insignia HD1 sono decisamente basse. Lo si può avere a casa propria, in versione “refurbished” (viene eliminato solo l’imballo originale, ma il contenuto dello stesso è completo e nuovo), con 28 dollari. Malgrado la modesta entità della cifra e la dicitura “gift” sulla dichiarazione doganale, yours truly si è visto applicare un conteggio IVA per un totale di 10.14 Euro. Nulla, comunque, da rendere insostenibile il prezzo finale (considerato anche il favorevole cambio momentaneo del dollaro americano).
Il primo impatto è positivo, vista la dotazione molto completa: oltre al ricevitore, all’acquirente vengono forniti un cavo USB per ricaricare la batteria (interna e non sostituibile dall’utente, da 840 mAh, al Litio), gli auricolari (con jack standard da 3,5 mm stereo), una “strip” in tela con chiusura a velcro da indossare sul braccio (utile per l’ascolto a mani libere, durante attività come il jogging) e il manuale inglese. La dimensione del ricevitore è davvero contenuta (52.4 x 78 x 15.9 mm): si veda l’immagine fotografica in cui compare accanto ad una comune penna a sfera).
Tali considerazioni positive si specchiano nell’essenzialità dei comandi. Sul fronte dell’HD1 sono presenti solo sei pulsanti, tre per lato del display. Sulla destra, quello di accensione/spegnimento (prima di tutto, procedere a caricare la batteria, poiché fornita scarica) e i due che servono a muoversi tra le dieci frequenze memorizzabili. Sulla sinistra, i due utili ad esplorare lo spettro ricevibile dall’HD1 (87.5-107.9 MHz) e quello che apre le porte del menù.
Da quest’ultimo, l’utente può gestire funzioni relativei al contrasto e all’illuminazione del display LCD (128 x 128 pixels, fullcolor), alle modalità di ricerca delle stazioni, nonché ottenere le informazioni sulla versione del (blindatissimo) firmware implementato nel terminale e, se necessario per vari motivi, ripristinare le impostazioni di fabbrica del ricevitore. Infine, sotto il display si trovano i due pulsanti per la lanciare la ricerca delle stazioni (verso il margine superiore, o inferiore, dello spettro) e un terzo, con funzione di “enter” per le opzioni del menù.
La sensazione di un apparato “user friendly” è confermata al momento dell’accensione. Al di là delle opzioni di memorizzazione e ricerca, andare a zonzo in libertà per la banda FM è davvero semplice. E’ in questa fase che, tuttavia, si palesa il primo e maggiore limite dell’HD1. Essendo concepito per il mercato USA, il ricevitore applica la canalizzazione di quel Paese e presenta uno step a 200 kHz. Un muro che, dalle nostre parti, taglia fuori una quantità tutt’altro che indifferente di frequenze.
Però, la pienezza e nitidezza dell’ascolto (sia in cuffia, sia collegando l’Insignia ad una cassa, come nel video a margine) compensano, almeno in parte, tale limite. Altrettanto fa l’rds, concepito su due righe: una dedicata all’Id della stazione (senza, però, visualizzazione del PI code), l’altra al “Radiotext” (alcune stazioni lo usano, ad esempio, per offrire il titolo del brano trasmesso in quel momento). Il riconoscimento delle emittenti è rapido e l’unico limite, specie per quanto riguarda il messaggio variabile, è dato dal display di piccole dimensioni, che rende obbligato e pressoché istantaneo lo scrolling del testo.
Il volume può essere regolato tramite un comando a rotella sul lato destro del ricevitore (mentre sull’opposto si trova la presa USB per il caricamento) e anche questo fa dell’HD1 un’ottima soluzione per l’ascolto in movimento. Volendo spingere all’estremo la fantasia, cosa in cui i radioappassionati non sono secondi a nessuno, l’idea di un utilizzo per FM DXing è da abbandonare pressoché aprioristicamente. La canalizzazione dell’apparato, unita all’assenza di prese esterne di antenna, rende necessario un quasi miracolo. Però, non si può escludere che, specie in condizioni di forte tropo, se il canale libero è tra quelli rilevabili dall’HD1, qualche sorpresa possa verificarsi (esistono dei precedenti in merito, dalle nostre coste). L’antenna interna appare infatti piuttosto sensibile, dal momento che tenendo in mano il ricevitore e spostandolo si possono notare, nelle stazioni meno forti, variazioni di segnale. Quindi, chissà.
Concludendo, per i suoi poco più di trenta Euro di prezzo, per l’rds su una radio che sta in un palmo di mano, per la nitidezza di ascolto garantita, l’HD1 - fatti i salvi i limiti ampiamente sottolineati – è in grado di offrire un’esperienza FM divertente e positiva, specie se in mobilità. Non è poco, considerando che i presupposti della sua nascita (l’HD radio) erano ben diversi.
(Christian Diemoz)


22 settembre 2010

Degen 1106: SSB/AM sincrona, FM/RDS, air band

Grazie a Chris, della redazione distaccata (dove tra parentesi si produce anche il pregevole osservatorio librario regionale in onda su Caleidoscopio, la trasmissione in onda su RAI Val d'Aosta - archivio su YT) per aver beccato la notizia della messa in commercio su eBay del Degen 1106, radiolina cinese di cui si parla da parecchio e che era stata anticipata un annetto fa da Huangshan Radio Space, mitico blog di gossip radiopaccottigliaro.
Il fattore di forma del 1106 è tanto per cambiare ultraleggero, ma le caratteristiche hanno sempre promesso molto più della solita Resun: copertura continua onde corte con SSB e AM sincrona, FM stereo con RDS e passo da 10 kHz, air band per ascoltare gli aerei, 700 memorie. Bisognerà vedere se le promesse verranno mantenute.
Il prezzo della scatoletta, circa 120 dollari spese di spedizione escluse, potrebbe essere il sintomo di una certa affidabilità (i cinesi in genere sono onesti). Da esso si intuisce che il 1106 non vuole essere proprio la solita scatoletta. Mi piacerebbe conoscere qualche dettaglio dell'elettronica, che non mi sembra di tipo DSP, anche se la demodulazione sincrona - una tecnica che offre la possibilità di selezionare la banda laterale della modulazione di ampiezza per ridurre le interferenze e assicura una maggiore stabilità del segnale in caso di evanescenza - fa pensare che siano stati utilizzati chip interessanti a questo livello di integrazione.
Quanto al motivo per cui l'industria cinese continui a sfornare questi apparecchietti low cost o midprice nell'epoca del totale declino delle onde corte è un mezzo mistero. Non potendo pensare che lo stiano facendo per accontentare noi hobbysti occidentali (siamo troppo pochi, anche se possediamo in media 25 radio), resta solo l'ipotesi del grande mercato interno e asiatico in generale, a testimonianza del favore di cui l'ascolto della radio continua a godere nelle brulicanti economie del mondo in crescita.

21 settembre 2010

Preziosi, una radio europea a 12 stelle. Come Euranet?

Oggi al Prix Italia di Torino Antonio Preziosi, il direttore dei giornali radio, di Radio Uno e di Gr Parlamento, ha proposto di dar vita a una radio europea «a dodici stelle», che «sappia rilanciare il ruolo dell’informazione europea». Per questo ha detto di voler convocare a Roma una conferenza aperta a tutte le radio europee interessate.

PRIX ITALIA:PREZIOSI, TESTATA RADIOFONICA EUROPEA WEB A 12 STELLE

(AGI) - Torino, 21 set. - Un’unica testata radiofonica europea che coinvolga tutte le radio del servizio pubblico. Una testata a 12 stelle, quelle della bandiera europea. E realizzare a Roma una grande conferenza continentale per coinvolgere tutte le radio interessate a questo progetto innovativo. E’ la proposta che dal Prix Italia di Torino lancia Antonio Preziosi, direttore del Giornale Radio Rai, di Radio Uno e di Gr Parlamento. Preziosi si dice convinto della possibilita’ “di dar vita ad un grande progetto giornalistico europeo che veda coinvolte le radio del servizio pubblico
attraverso le nuove tecnologie crossmediali. Una testata a dodici stelle che sappia rilanciare il ruolo dell’informazione europea, e del servizio pubblico in particolare”. La proposta e’ arrivata da Preziosi in chiusura dei lavori del convegno dal tema “Identita’ e diversita’ dell’Europa”, organizzato dalla Rappresentanza della Commissione Europea in Italia con Infocivica e Gruppo di Torino nell’ambito appunto della 62esima edizione del Prix Italia.

Sarebbe proprio un bel progetto e non dubito che la Rai potrebbe mettere a disposizione fior di professionisti. Ma è possibile che tra Preziosi e il suo staff nessuno si sia accorto di Euranet, il consorzio di radio europee creato nel 2008 per iniziativa di due broadcaster pubblici come Deutsche Welle e Radio France Internationale? Sarà perché il rappresentante italiano del consorzio (un rappresentante un po' tardivo, per una iniziativa nata più di due anni fa senza parlare italiano) è Radio 24 e non Radio Rai? O magari perché da quando ha spento le onde corte la Rai non vuole avere niente a che fare con Deutsche Welle e Radio France Internationale? O forse perché Euranet trasmette le sue interessanti corrispondenze solo via Internet? Dev'essere sicuramente per quest'ultimo motivo: la radio europea secondo Preziosi, mi pare di capire, dovrebbe trasmettere su "vere" frequenze. Vista l'abbondante disponibilità di frequenze libere in Italia mi sa che dovrà necessariamente trasmettere sul DAB: ma questa sarebbe un'idea troppo sensata perché sia realizzata davvero.
Non pensiate che il mio sia solo sarcasmo, un canale radiofonico europeo multilingue sarebbe un'ottima idea e il progetto Preziosi andrebbe incoraggiato. Noto però - lasciatemelo dire - un certo décalage tra le ottime intenzioni del Direttore e una progettualità che, per Radio Rai, sembra campare piuttosto asfittica su tre misere reti via etere in Italia (lasciatemi escludere GRP e le due filodiffusioni presenti nelle città maggiori). La nostra radiofonia pubblica in Italia sta compiendo molti sforzi, con risultati che oscillano tra il rimarchevole (spesso) e lo sconcertante (in alcune evidenti cadute di stile).
Infine di questi tempi l'informazione della Rai la scuola deve farla o andarci?

Vele di massa coronale in uno studio NASA

In una spettacolare ricostruzione tridimensionale, gli scienziati della NASA hanno pubblicato su Nature Communications (pdf disponibile, ma affrettatevi) uno studio sulla propagazione nello spazio delle eiezioni di massa coronale. Queste masse di materiale particellare solare percorrono sulla traiettoria sole-terra un tracciato non lineare e iniscono per abbattersi come un colpo di frusta sul nostro sistema geomagnetico. La materia coronale si stende come una vela spaziale, si gonfia, accelera e colpisce con violenza.
I dati utilizzati per questo studio provengono dalla missione STEREO e sono stati rielaborati dal supercomputer del Trinity College di Dublino. L'articolo che segue è stato pubblicato su Science News.

Solar Storms can Change Directions, Surprising Forecasters

Sept. 21, 2010: Solar storms don't always travel in a straight line. But once they start heading in our direction, they can accelerate rapidly, gathering steam for a harder hit on Earth's magnetic field.
So say researchers who have been using data from NASA's twin STEREO spacecraft to unravel the 3D structure of solar storms. Their findings are presented in today's issue of Nature Communications.
"This really surprised us," says co-author Peter Gallagher of Trinity College in Dublin, Ireland. "Solar coronal mass ejections (CMEs) can start out going one way—and then turn in a different direction."
The result was so strange, at first they thought they'd done something wrong. After double- and triple-checking their work on dozens of eruptions, however, the team knew they were onto something.
"Our 3D visualizations clearly show that solar storms can be deflected from high solar latitudes and end up hitting planets they might otherwise have missed," says lead author Jason Byrne, a graduate student at the Trinity Center for High Performance Computing.
The key to their analysis was an innovative computing technique called "multiscale image processing." Gallagher explains:
"'Multiscale processing' means taking an image and sorting the things in it according to size. Suppose you're interested in race cars. If you have a photo that contains a bowl of fruit, a person, and a dragster, you could use multiscale processing to single out the race car and study its characteristics."
In medical research, multiscale processing has been used to identify individual nuclei in crowded pictures of cells. In astronomy, it comes in handy for picking galaxies out of a busy star field. Gallagher and colleagues are the first to refine and use it in the realm of solar physics.
"We applied the multiscale technique to coronagraph data from NASA's twin STEREO spacecraft," Gallagher continues. "Our computer was able to look at starry images cluttered with streamers and bright knots of solar wind and zero in on the CMEs."

Pure Sensia in prova


Pure Sensia è qui con me, pronta per la sua prova su strada! A pochi secondi dall'accensione è già sintonizzata sul multiplex DAB+ RAI (sette stazioni). Nella seconda foto, lo stesso canale (Auditorium, Filodiffusione 5) ricevuto in FM. La terza immagine si riferisce alla ricezione di Auditorium via Internet, attraverso la directory gestita direttamente da Pure, The Lounge. tra l'altro utilizzando una connessione wi-fi non protetta dell'abitazione al piano di sopra.
La location è quanto di meno favorevole ai segnali in banda III si possa immaginare, un seminterrato con una finestra protetta da una saracinesca metallica. Il multiplex RAI infatti è l'unico che si sente, mentre devo dire che l'FM analogica ha un suono eccellente, una selettività marcata e un passo di sintonia a 50 Hz. Un bell'apperecchietto, non c'è che dire. Ulteriori informazioni, in attesa di prove più approfondite, sul suo portale Touch My Radio. In UK Sensia viene venduta online a 260 sterline, in Italia la commercializzazione dovrebbe partire da fine ottobre a un prezzo che immagino si collocherà tra i 280 e i 300 euro.


20 settembre 2010

Il DAB+ in Italia: ecco la radio "da sfogliare"

Un passo importante per il rilancio, in Italia, della radio digitale. La radiofonia a modulazione numerica - una modalità diversa dalla tradizionale Fm, che offre un segnale a qualità garantita e la possibilità di veicolare informazioni visuali e testuali per una miriade di servizi innovativi - non è una proposta nuova, ma in tanti anni di sperimentazione non è mai decollata, anche per colpa dell'assenza di un vero e proprio mercato dei terminali.
Ora il leader mondiale in materia, la britannica Pure, controllata da un gruppo, Imagination Technologies posseduto all11,5% da Apple, arriva ufficialmente in Italia grazie all'iniziativa di Giorgio Guana, un manager della distribuzione elettronica che vanta 25 anni di esperienza. Pure porta con sé un numero significativo di modelli fissi e portatili, per la cucina, il salotto e persino la stanza da bagno. E grazie al piccolo portatile "One-Mi", rilasciato insieme agli altri apparecchi dalla fine di ottobre, il DAB diventa disponibile in fattore forma "radiolina", a soli 49 euro. Manca ancora una offerta sufficiente per l'ascolto a bordo dell'automobile, fondamentale in un paese come il nostro, dove sette persone su dieci seguono la radio al volante, ma tutti giurano che è questione di poco. Secondo Paul Smith, direttore generale di Pure (finalmente pronto il sito in lingua italiana), tra i partecipanti alla discussione organizzata questa mattina per la presentazione ufficiale dei prodotti DAB dell'azienda al consolato britannico di Milano, entro il 2013 le automobili europee avranno il DAB di serie, mentre l'after market si sta attrezzando a commercializzare diversi prodotti in grado di portare la radio digitale "in car".
Con il suo marchio o quello di una fitta rete di partner, Pure ha venduto tre milioni e mezzo di apparecchi, soprattutto nel Regno Unito dove la radio digitale è una realtà abbastanza consolidata (anche se con qualche magagna dovuta all'uso di una versione poco aggiornata dello standard DAB, Digital Audio Broadcasting). In Italia il regolatore ha deciso per l'adozione di due standard più nuovi, il Dab+ e il Dmb, una versione coreana pensata per la televisione digitale mobile. Come per la televisione digitale terrestre, anche il DAB richiede la costituzione di consorzi per lo sfruttamento di "canali" digitali capaci di trasmettere più programmi, ma anche questo punto, oggetto in passatto di molte polemiche e vuoti decisionali, sembra essere risolto con la nascita dell'associazione per la radio digitale (Ard) che riunisce radio pubbliche e private e per il ruolo guida che RaiWay, braccio infrastrutturale della Rai, ha assunto come "contractor" per la realizzazione di una rete unica, utilizzabile a prezzi realistici dagli editori dei grandi network e dalle stazioni locali. La rete dovrebbe partire rapidamente fin dalle regioni che hanno già digitalizzato la tv, liberando così le frequenze DAB (nella banda VHF della televisione). Qualche ritardo da questo punto di vista è stato accumulato, ma le intenzioni ci sono e gli operatori sono relativamente ottimisti.
La radio digitale è la radio di sempre ma anche un medium diverso, proprio grazie alla possibilità di "far vedere" (non come in televisione, ma quasi) le informazioni e le immagini. Ard ha definito per l'occasione tre profili per i ricevitori che dovranno soddisfare le esigenze degli ascoltatori/fruitori dei servizi: una versione solo da ascoltare, con semplici informazioni testuali e una guida elettronica ai programmi, un'altra da "guardare", con la possibilità per esempio di osservare slide show collegati ai programmi; e infine una versione da "sfogliare", radio ibride e interattive, capaci di navigare nell'offerta FM, DAB+, Internet radio e tra i contenuti del Web. L'ammiraglia di casa Pure è proprio una radio da "sfogliare" chiamata Sensia, che funge da radio analogica e digitale, riceve migliaia di stazioni Internet e vanta uno schermo a sfioramento che visualizza le informazioni.
Tutto pronto, dunque? Per ora la copertura DAB+ è un po' limitata: Milano, Roma, Venezia, Bologna e solo RTL 102.5 ha pensato di costruire su Dab contenuti esclusivi, che non si possono ricevere in Fm (un fattore chiave di successo, dicono gli operatori). Le coperture regionali in Lazio e Sardegna, il primo scaglione di questo rilancio, dovrebbero iniziare entro breve, anche se l'esperienza insegna a frenare l'entusiasmo su questi annunci.
Le premesse sono sicuramente interessanti, Sensia sembra un bellissimo prodotto (lo sto provando, vi saprò dire) ma la radio "2.0", che nel frattempo si è già mossa su Internet, leggi Pandora, Spotify o Last.fm, può essere paradossalmente il concorrente più agguerrito della radio digitale, in evidente ritardo e penalizzata da una cappa di invisibilità che certo non giova. Se le parti coinvolte si sapranno muovere tutte insieme e in modo coordinato, se la disponibilità di frequenze non verrà ostacolata dal regolatore, se gli inevitabili costi infrastrutturali saranno sopportabili (sia da chi costruisce, sia da chi affitta air time), se contenuti e servizi saranno innovativi e graditi, se il fabbisogno in car verrà davvero soddisfatto, niente impedirà alla radio digitale di fare tesoro - come ha invitato Eugenio La Teana, evangelista digitale e responsabile R&D di RTL - della già lunga pratica di Internet e inventarsi una strada più autonoma. Da osservatore con un minimo di competenza in materia ritengo di intravvedere un po' troppi "se", ma d'altro canto i parti facili e indolore non esistono.