20 settembre 2010

Il DAB+ in Italia: ecco la radio "da sfogliare"

Un passo importante per il rilancio, in Italia, della radio digitale. La radiofonia a modulazione numerica - una modalità diversa dalla tradizionale Fm, che offre un segnale a qualità garantita e la possibilità di veicolare informazioni visuali e testuali per una miriade di servizi innovativi - non è una proposta nuova, ma in tanti anni di sperimentazione non è mai decollata, anche per colpa dell'assenza di un vero e proprio mercato dei terminali.
Ora il leader mondiale in materia, la britannica Pure, controllata da un gruppo, Imagination Technologies posseduto all11,5% da Apple, arriva ufficialmente in Italia grazie all'iniziativa di Giorgio Guana, un manager della distribuzione elettronica che vanta 25 anni di esperienza. Pure porta con sé un numero significativo di modelli fissi e portatili, per la cucina, il salotto e persino la stanza da bagno. E grazie al piccolo portatile "One-Mi", rilasciato insieme agli altri apparecchi dalla fine di ottobre, il DAB diventa disponibile in fattore forma "radiolina", a soli 49 euro. Manca ancora una offerta sufficiente per l'ascolto a bordo dell'automobile, fondamentale in un paese come il nostro, dove sette persone su dieci seguono la radio al volante, ma tutti giurano che è questione di poco. Secondo Paul Smith, direttore generale di Pure (finalmente pronto il sito in lingua italiana), tra i partecipanti alla discussione organizzata questa mattina per la presentazione ufficiale dei prodotti DAB dell'azienda al consolato britannico di Milano, entro il 2013 le automobili europee avranno il DAB di serie, mentre l'after market si sta attrezzando a commercializzare diversi prodotti in grado di portare la radio digitale "in car".
Con il suo marchio o quello di una fitta rete di partner, Pure ha venduto tre milioni e mezzo di apparecchi, soprattutto nel Regno Unito dove la radio digitale è una realtà abbastanza consolidata (anche se con qualche magagna dovuta all'uso di una versione poco aggiornata dello standard DAB, Digital Audio Broadcasting). In Italia il regolatore ha deciso per l'adozione di due standard più nuovi, il Dab+ e il Dmb, una versione coreana pensata per la televisione digitale mobile. Come per la televisione digitale terrestre, anche il DAB richiede la costituzione di consorzi per lo sfruttamento di "canali" digitali capaci di trasmettere più programmi, ma anche questo punto, oggetto in passatto di molte polemiche e vuoti decisionali, sembra essere risolto con la nascita dell'associazione per la radio digitale (Ard) che riunisce radio pubbliche e private e per il ruolo guida che RaiWay, braccio infrastrutturale della Rai, ha assunto come "contractor" per la realizzazione di una rete unica, utilizzabile a prezzi realistici dagli editori dei grandi network e dalle stazioni locali. La rete dovrebbe partire rapidamente fin dalle regioni che hanno già digitalizzato la tv, liberando così le frequenze DAB (nella banda VHF della televisione). Qualche ritardo da questo punto di vista è stato accumulato, ma le intenzioni ci sono e gli operatori sono relativamente ottimisti.
La radio digitale è la radio di sempre ma anche un medium diverso, proprio grazie alla possibilità di "far vedere" (non come in televisione, ma quasi) le informazioni e le immagini. Ard ha definito per l'occasione tre profili per i ricevitori che dovranno soddisfare le esigenze degli ascoltatori/fruitori dei servizi: una versione solo da ascoltare, con semplici informazioni testuali e una guida elettronica ai programmi, un'altra da "guardare", con la possibilità per esempio di osservare slide show collegati ai programmi; e infine una versione da "sfogliare", radio ibride e interattive, capaci di navigare nell'offerta FM, DAB+, Internet radio e tra i contenuti del Web. L'ammiraglia di casa Pure è proprio una radio da "sfogliare" chiamata Sensia, che funge da radio analogica e digitale, riceve migliaia di stazioni Internet e vanta uno schermo a sfioramento che visualizza le informazioni.
Tutto pronto, dunque? Per ora la copertura DAB+ è un po' limitata: Milano, Roma, Venezia, Bologna e solo RTL 102.5 ha pensato di costruire su Dab contenuti esclusivi, che non si possono ricevere in Fm (un fattore chiave di successo, dicono gli operatori). Le coperture regionali in Lazio e Sardegna, il primo scaglione di questo rilancio, dovrebbero iniziare entro breve, anche se l'esperienza insegna a frenare l'entusiasmo su questi annunci.
Le premesse sono sicuramente interessanti, Sensia sembra un bellissimo prodotto (lo sto provando, vi saprò dire) ma la radio "2.0", che nel frattempo si è già mossa su Internet, leggi Pandora, Spotify o Last.fm, può essere paradossalmente il concorrente più agguerrito della radio digitale, in evidente ritardo e penalizzata da una cappa di invisibilità che certo non giova. Se le parti coinvolte si sapranno muovere tutte insieme e in modo coordinato, se la disponibilità di frequenze non verrà ostacolata dal regolatore, se gli inevitabili costi infrastrutturali saranno sopportabili (sia da chi costruisce, sia da chi affitta air time), se contenuti e servizi saranno innovativi e graditi, se il fabbisogno in car verrà davvero soddisfatto, niente impedirà alla radio digitale di fare tesoro - come ha invitato Eugenio La Teana, evangelista digitale e responsabile R&D di RTL - della già lunga pratica di Internet e inventarsi una strada più autonoma. Da osservatore con un minimo di competenza in materia ritengo di intravvedere un po' troppi "se", ma d'altro canto i parti facili e indolore non esistono.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Da quel che vedo rtl 102.5 è l'unica che va abbastanza spedita la copertura è verificabile sul sito sotto ricerca frequenze. però loro usano il blocco 13 soprattutto il 13 E, in modo minore il 13 D, la RAI invece deve aspettare lo spegnimento dell'analogico che purtroppo sta avendo dei ritardi sia per motivi tecnici che di orgamizzazione, saluti Luca.

Roberto ha detto...

A mente fredda, dopo l'entusiasmo scaturito da queste "good news" ("Solo 49 euro? La voioooo!" :-) ), penso agli ostacoli tuttora presenti per lo sviluppo di questa tecnologia nel nostro Paese.
Poche frequenze ancora utilizzabili; territorio ancora assai limitato; e soprattutto, in un'Italia ancora digital-divisa ma always-connected appena può, la forte concorrenza delle "radio online" (anche italiane!) via Rete, ormai facilmente ascoltabili anche da tanti smartphone. Concorrenza però che può diventare meno "pericolosa" se, come scrivi, le emittenti digitali in DAB+ veicolino non solo audio ma anche testi o immagini.
Comunque, anche questa è una bella notizia...

Anonimo ha detto...

Senza un intervento del legislatore, come è accaduto per la transizione al DVB-T, il Dab in banda III VHF o in banda L è destinato a un futuro molto incerto. Perché sono oramai dieci anni che si parla di transizione radiofonica al digitale con annunci roboanti che sono rimasti lettere morte, il caso RTL docet. Che il Dab non abbia un futuro prossimo ne sono convinti sia i broadcaster che continuano ad investire nell'acquisizione di impianti e nel potenziamento della rete analogica, sia le major dell'elettronica che, a parte qualche eccezione, non hanno alcun prodotto Dab in catalogo. La via più semplice, immediata ed economica per il passaggio radiofonico al digitale resta l'introduzione di un flusso SCA sul modello Hd Radio, FmExtra o Drm.

Luca ha detto...

Salve.
Ho acquistato perchè mi piace molto questa Sony:
http://www.amazon.co.uk/Sony-XDRS16DP-DAB-Digital-Radio/dp/tech-data/B004TNM5LG/ref=de_a_smtd

ma qua in FVG (zona GO) non ricevo nulla: siamo davvero al buio?
:(
c'è un settaggio per DRC 0;1:1/2 sbaglio qualcosa?
Grazie dell'aiuto, scrivetemi qui:
znorter@ovi.com