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23 novembre 2012

Trentino DAB, primi segni di vita: RAIWay pubblica il bando di gara

Domani a Trento ennesimo convegno per discutere di nuova radio, e per fortuna che a farlo sono stati chiamati due calibri da novanta come Sergio Ferrentino e Luca De Biase. Intanto però qualcosa si muove, finalmente, anche dal punto di vista dell'unica cosa che conta quando si parla davvero di radio: le trasmissioni di quella che dovrebbe essere, nella provincia di Trento, la prima tappa non sperimentale della radio digitale italiana. Sul sito di RAIWay riservato ai fornitori è apparso da qualche giorno il bando di gara per la fornitura dei materiali per i tre impianti di Ravina di Trento, Rovereto e Cima di Penegal (nella foto). Il valore complessivo se non ho capito male è di 340 mila euro (una cifra superiore a quella, intorno ai 150 mila euro, citata da uno dei consorzi privati alla conferenza stampa del mese scorso, ma forse era un prezzo relativo a una singola postazione, qui ne sono previste tre).
Scadenza fissata per inizio gennaio: questo significa che i tempi di attivazione non saranno rapidi come sarebbe stato lecito aspettarsi per una tecnologia che in Italia ha una ripartenza molto più lenta rispetto a nazioni come la Germania? In ogni caso, evviva la trasparenza dell'operatore pubblico, il primo a dare al progetto del DAB+ in Trentino una concretezza in termini di tempistiche e valori in gioco.
Possiamo sperare sin d'ora che l'ensemble RAI sul DAB+ avrà contenuti nuovi per la radio. Magari i canali Webradio così ricchi di cose da ascoltare e di spunti di crescita?

28 ottobre 2010

Radio 3 soldi

Il confronto con le emittenti culturali europee in Germania, Francia, Regno Unito e Svizzera (in questo momento parla Lorenzo Sganzini di Rete Due di Radio Svizzera Italiana) è a dir poco umiliante per le tragiche differenze di finanziamento e staffing che privilegia all'estero canali che tra l'altro non sono meno "elitari" della nostra Radio 3. BBC Radio 4 può contare su cento milioni di sterline. France Culture, esclusi i costi del personale, su 13 milioni. I dieci canali culturali regionali (più Deutschlandradio Kultur) tedeschi. Persino la piccola Rete Due ha l'equivalente di 10 milioni di euro con 40 persone che lavorano, anche se la metà del budget è assorbito dalla leggendaria orchestra della RSI. In Italia tutta la radio (esclusi i GR) ha un bilancio inferiore ai dieci milioni di euro...

18 ottobre 2010

Radio RAI Inaugura tre nuove Web radio



Sorpresina del lunedì mattina! Radio RAI ha finalmente concretizzato i primi tre progetti di "canali" solo Web da affiancare alla tradizionale offerta via etere, ormai piuttosto cospicua. Il progetto, covato nelle ultime settimane, è in linea con le strategie di riutilizzo dello sterminato materiale d'archivio di Mamma RAI e ha partorito già tre Web Radio - WR6, WR7 e WR8 - dedicate rispettivamente al materiale "parlato", alla musica pop e leggera, alla sperimentazione di format (per ora musicale generico e radiogiornali d'archivio, un po' spiazzanti a sentirli, ma molto, molto gustosi, proprio come i TG di 20 anni dopo).



Le nuove Webradio RAI operano 24 ore su 24 e sono ormai integrate anche nel player accessibile qui, ora arricchito di un secondo "tab" designato appunto come Web Radio come offerte numero 9, 10 e 11. Per il momento le Web Radio RAI non sono incluse nel player per iPhone lanciato qualche tempo fa.
Sono arrabiatissimo perché con Mac non funziona niente se non con VLC, ma solo conoscendo la URL precisa dello stream. Purtroppo il guasto riguarda anche l'ascolto Web di Radio 1, 2 e 3, con Mac non funziona nulla con il semplice click-through... Quando la riparate, ragazzi, saranno mica i primi segni della "internalizzazione" di RaiNet? [aggiornamento: il guasto riguarda il software di riproduzione dei flussi Windowsm Media Audio, il tedesco "SnowTape". Con Flip4Mac la riproduzione avviene senza problemi, anche se l'ascolto viene stranamente sospeso dopo un certo intervallo di tempo]

31 marzo 2010

Radio RAI, le 5 puntate sui radiotelegrafisti di bordo

Ho raccolto le cinque puntate del radiodocumentario di Andrea Borgnino che racconta l'epopea dei marconisti di bordo. Rispetto al normale podcast disponibile anche sul sito RAI, queste sono registrazioni online e quindi contengono anche la breve presentazione (con Andrea per la prima puntata) nel contesto di Radiotre Suite, Tre Soldi.
I cinque file sono all'interno di questa cartella Mediafire.

15 settembre 2009

L'agonia di uno spazio radiofonico culturale

Pochi giorni fa, con una decisione che nessuno si è degnato di annunciare o spiegare a un pubblico radiofonico che come quello televisivo in Italia assiste impotente a un continuo stillicidio di programmi e palinsesti rimandati, aboliti, spostati, ritagliati, la nuova dirigenza di Radiodue ha deciso di ridurre drasticamente il tempo di programmazione di Alle 8 della sera, un valido programma culturale divulgativo che affronta tematiche molto diversificate. Attualmente in onda c'è per esempio un approfondimento su D'Annunzio a Fiume che svela molti particolari di una storia che in Italia conoscono - forse fatti salvi i diretti interessati istriani - in quattro o cinque persone.
Alle 8 della sera andava in onda alle 20 dal lunedì al venerdì. Ora il suo spazio si riduce a una mezz'oretta la sola domenica e l'abituale slot viene occupato dal puro intrattenimento enogastronomico di Il Cammello di Radiodue Decanter, "il luogo dove trova spazio la cultura e l'amore per il mondo del vino". Il programma decurtato si era conquistato un pubblico molto fedele, abituato tra l'altro a collezionare i podcast dei vari cicli di puntate. L'editore Sellerio pubblica anche una collana di libretti stile Que sai Je, ispirati ai temi andati in onda, lo fa dal 2006 per la curatela di Sergio Valzania, che di Radiodue è stato fino a poco fa direttore e che insegna all'Università di Genova. La piccola (ma forse neanche tanto) comunità di ascoltatori di Alle 8 ha deciso di protestare. Sui forum di discussione di Radiodue, su quello dei collezionisti di podcast di Radiotre (I nostri podcast), sul gruppo di discussione Raipodcast, l'amica mariu ha pubblicato una lettera aperta trasmessa al nuovo direttore di Radiodue, Flavio Mucciante che ha preso il posto di un Sergio Valzania (fino a poco fa responsabile sia di Radiodue, sia di Radiotre, quest'ultima passata alla direzione del "fahrenheitico" Marino Sinibaldi) nominato a "responsabile dei palinsesti e del marketing della radiofonica". Chi partecipa attivamente o meno a questi gruppi di discussione sta garantendo in varia misura la propria adesione.
Io lo faccio attraverso il mio spazio - non solo attraverso il blog Radiopassioni ma soprattutto, se lo ritenete opportuno, sul suo nuovo spazio di discussione strutturato, Radiopassioni, il forum - che cerca da sempre di sottolineare la fondamentale importanza della programmazione radiofonica di qualità. Una importanza che altre nazioni non faticano a rilevare. Il pubblico di Francia e Gran Bretagna può accedere a un canale culturale (France Culture e BBC Radio 4) e a un distinto canale di musica colta (France Musique e BBC Radio 3). In Germania non ne parliamo, l'offerta radiofonica culturale e coltomusicale è addirittura imbarazzante, sia a livello nazionale che di singolo land.
Una analisi sommaria dei dati Audiradio relativi ai periodi del primo semestre 2008 e primo semestre 2009, rivela il pessimo andamento della radio pubblica italiana a fronte di un piccolo aumento di ascoltatori della radio in generale. Il crollo di Radiodue è vistoso, -26% C'è naturalmente di mezzo la brutta storia della non riconferma di Fiorello e del suo fortunatissimo programma.

Primo semestre 2009 totale ascoltatori radio 38.874 (giorno medio):

Radiouno 6.214
Radiodue 3.879
Radiotre 1.858
Isoradio 1.013
Notturno 106

Primo semestre 2008 totale ascoltatori radio 38.670 (giorno medio):

Radiouno 6.990
Radiodue 5.235
Radiotre 1.974
Isoradio 1.216
Notturno 129

Andando a guardare il disaggregato per fascia oraria, si nota che l'unica fascia a mostrare una relativa tenuta - appena il 5% di perdita - è proprio quella tra le 18 e le 21, dove naturalmente domina un programma di grande impatto come Caterpillar ma che evidentemente risulta complessivamente equilibrata e seguita. Si passa da una media giornaliera di 1.010.000 ascoltatori a 962.000, altre fasce perdono assai di più. Nel dubbio, tuttavia, si decide di intervenire sulla cultura, su questo brutto vizio di voler ricordare le cose e pensarci su. Perché nell'Italia del governo Berlusconi, il migliore degli ultimi 150 anni per sua stessa ammissione, dove la metà del sistema agisce come se si trovasse dentro a un postribolo e l'altra metà è impegnata a giustificare comportamenti ributtanti e illegali facendoli passare per neoilluminismo, la cultura è il vero vizio assurdo. Non era il caso di chiedersi se per caso il merito della sostanziale tenuta della fascia 18-21 di Radiodue fosse anche, nel suo piccolo, di Alle 8 della sera?
Sono contento che la Rai dedichi sei ore alla settimana a parlare di una sostanza tanto nobile nel paese dove la maggior parte delle persone ascolta la radio in auto, l'ultimo posto al mondo dove
vorremmo sentire parlare di vino. Quel che conta è che al posto degli approfondimenti di Alle 8 ci verranno propinate le solite sciocchezze in libertà, tranquillizzanti e capaci di scivolar via senza lasciare traccia (speriamo, almeno nel sangue). Il rischio più temuto, dai responsabili (?) dell'emittente, è che l'ascoltatore possa soffermarsi a riflettere su qualcosa. Su qualsiasi cosa. Per evitare questo rischio è meglio parlare di alcool agli automobilisti, anzi chissà che Radiodue non decida di inaugurare in fascia pomeridiana dalle 12 alle 15, quella che ha perso un bel 47% di pubblico, un'ora di programmazione tutta dedicata ai superalcolici, mentre la fascia tardo serale potrebbe proporre una mezz'ora quotidiana sull'extasy, sicuramente apprezzata dai giovani in attesa di rave.
A proposito, già che ci siamo perché non sostituire direttamente il compianto Viva Radiodue con un più consono ai tempi Viva la Figa?