Domani, 2 agosto, Radio 3 dedica diverse ore di trasmissione al ricordo della strage di Bologna. Questa pagina di iTunes con i podcast della nostra emittente pubblica contiene diversi materiali, inclusi il radiodocumentario realizzato nel 2000 da Enrico Deaglio che verrà commentato domani pomeriggio su Fahrenheit e l'edizione del GR1, che per prima raccolse i lanci di agenzia relativi alle conseguenze dell'esplosione. Un notiziario che ho molto ben presente perché ero sulla spiaggia di Rimini, con la mia radio, guarda caso alla caccia di emittenti delle coste adriatiche. Riascoltandolo mi sono cadute addosso le parole, "inizialmente si era pensato all'esplosione di una caldaia", che non si sono mai sopite nel mio ricordo. L'esplosione di una caldaia... Quest'anno i programmi di Radio 3 rivestono una funzione civica fondamentale perché il grande assente alle rievocazioni ufficiali bolognesi è lo Stato incarnato dai cosiddetti rappresentanti del popolo. Da quel 2 agosto 1980 sono stati trent'anni di continua spirale verso il basso, verso un fondo che probabilmente non abbiamo ancora toccato. Le voci che saranno trasmesse domani, flebili voci nell'indifferenza dell'etere agostano, devono essere considerate come fragili appigli cui abbarbicarsi in un tentativo di risalita che presto potrebbe diventare disperato. Cerchiamo di raccoglierle, di rilanciarle quelle flebili voci.
Ascolto, linguaggi, tecnologie, storia, geopolitica, cultura della radio: emittenti locali, internazionali e pirata • Web radio • radio digitale • streaming music • ham radio • software defined and cognitive radio • radiocomunicazioni • regolamentazione
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01 agosto 2010
22 dicembre 2009
L'omaggio della FCC al Nobel di Marconi


Remarks of FCC Commissioner Robert M. McDowellCELEBRATIONS OF GUGLIELMO MARCONI
on the centenary of the awarding of the Nobel Prize
GUGLIELMO MARCONI: RADIO, THE NOBEL PRIZE, AND 100 YEARS THAT CHANGED THE WORLD
Rome, Protomoteca del Campidoglio
11 December 2009
(Delivered by video)Buongiorno a tutti, e specialmente al Presidente Giorgio Napolitano. Grazie a Enrico Manca per avermi invitato, mi spiace di non esserci.
Today, we take for granted that signals, depending on the frequency used, can travel across the Atlantic Ocean and well beyond. At the turn of the century, however, anyone who even thought about this idea did so because of the work of Guglielmo Marconi. His 1901 experiment to pass signals across the Atlantic Ocean was bold and creative – truly a pioneering step toward our modern systems of radio communications and radio broadcasting. Perhaps we could have expected that Marconi’s work would bring people across the world together -- he was the son of an Italian father and Irish mother, and his key early radio experiments linked a variety of countries together -- Ireland, Britain, the U.S. and Canada, as well as Italy.
I hope you will share my appreciation for the parallels between the radio boom of the 1890s and the current explosive growth of broadband. Both were new technologies, little understood, but about to emerge with unpredictable force. In his lifetime, it is doubtful that Marconi could have conceived the full effect of his experiments – the exponential growth and, ultimately, the ubiquitous nature of wireless radio. Indeed, today, wireless is the fastest growing segment of the broadband market. This is true even though, no fewer than five short years ago, the idea of wireless broadband was rarely mentioned.
Just as in Marconi’s time, today’s marketplace is all the more exciting because of the real and ongoing opportunities for entrepreneurial brilliance -- producing new devices and new applications that are as yet unimaginable. The wonderful news is that hundreds of millions of lives will be improved due to these new uses of spectrum. In less than a decade, our focus has shifted away from a concern that half of the world’s population had never even made a phone call, to now knowing that more than half of the world’s 6.8 billion people own their own phone. No other technology has penetrated that deeply, that quickly.
Marconi’s revolution is truly awesome. For instance, mobile technologies are making it far easier for impoverished farmers to find buyers for their crops, villagers to locate drinkable water, the poor to open bank accounts for the first time, and parents to find medical treatments for sick children. New uses of radio frequencies have improved not only the quality of life for individuals, but have been instrumental in making it easier for public safety officials to communicate with each other and with their communities during emergencies. In this regard, even though he could not have foreseen all possible uses, Marconi did understand the importance of wireless for public safety purposes: the Marconi Company employed the two telegraphers on the Titanic, who were lauded (posthumously in one case) for saving many lives by wirelessly signaling for help.
Given his continued relevance today, not to mention his invaluable contribution to society, it is fitting to honor Marconi, and to recognize and celebrate his achievements. I am pleased to be with you and thank you for your kindness in permitting me to join the festivities. I hope to have an opportunity to visit with you in your beautiful city again soon.
11 dicembre 2009
12 dicembre 1969
Tra poche ore, al Piccolo Teatro di Milano (la sede storica di via Rovello, non l'orribile edificio che tra mille lungaggini e polemiche lo ha affiancato più recentemente), Radio 3 invita i milanesi a presentarsi alla rievocazione per il quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana. Rievocazione che verrà trasmessa alla radio contestualmente:
Avevo solo dieci anni in quel dicembre così lontano, ma la voragine apertasi in quella banca affollata di gente qualunque - la voragine in cui siamo precipitati tutti senza più uscirne, maledizione - ha segnato profondamente me e tutta la mia generazione.
La storia siamo noi, trasmissione benemerita (e incomprensibilmente ancora in onda), trasmete in questi giorni una puntata speciale su Piazza Fontana (che ho registrato in digitale). Da questo documentario ho estratto il fotogramma che potete vedere, un giovanissimo giornalista televisivo che nelle ore immediatamente successive alla strage condanna senza processo "l'esecutore" Pietro Valpreda. Questo giornalista, lo vedete, è ancora in attività e non è cambiato di molto. Il canale della tv digitale terrestre RAI Storia, dedica una giornata intera all'anniversario.
La figlia di una nostra amica impaginatrice allestisce al teatro milanese Argom, a due passi dall'ospedale Niguarda, un monologo - "Quel che è stato è stato" - ispirato ai racconti della famosa zia di Pietro Valpreda, affettuosa protettrice dell'infelice anarchico Pietro, che ricordo con lo stesso affetto in quelle serate nel suo piccolo circolo Arci di corso Garibaldi, davanti alla birra rossa. Cercate di non dimenticare tutto questo, siamo morti tutti nell'inferno di Piazza Fontana.
[Accludo qui la testimonianza di Fortunato Zinni, impiegato della Banca Nazionale dell'Agricoltura, sopravvissuto all'esplosione che fece 17 vittime:]
Qui invece trovate uno slideshow di fotografie riprese nel corso della trasmissione, dal chiostro del Teatro: http://bit.ly/5ZDvht
Piazza Fontana, 40 anni dopo
speciale Piazza Fontana - sabato 12 dicembre, ore 15.00-18.00
A quaranta anni esatti dallo scoppio della bomba che ha cambiato la storia del nostro paese, Radio3 dedica una puntata speciale all'anniversario della strage di Piazza Fontana. In diretta dal Piccolo Teatro di Milano, Marino Sinibaldi sarà in conduzione dalle 15.00 alle 18.00, con moltissimi ospiti tra i quali Giorgio Boatti, Anna Bravo, Guido Panvini, Benedetta Tobagi, Gerardo D'Ambrosio, Piero Scaramucci, Giancarlo Majorino, Marco Belpoliti, Giuseppe Genna, Silvia Ballestra. Interverranno anche Massimo De Francovic e Elio De Capitani, e l'Ensemble Musagète.
Vuoi assistere al programma? Ti aspettiamo sabato 12 dicembre alle ore 15.00 in via Rovello 2, Milano.

La storia siamo noi, trasmissione benemerita (e incomprensibilmente ancora in onda), trasmete in questi giorni una puntata speciale su Piazza Fontana (che ho registrato in digitale). Da questo documentario ho estratto il fotogramma che potete vedere, un giovanissimo giornalista televisivo che nelle ore immediatamente successive alla strage condanna senza processo "l'esecutore" Pietro Valpreda. Questo giornalista, lo vedete, è ancora in attività e non è cambiato di molto. Il canale della tv digitale terrestre RAI Storia, dedica una giornata intera all'anniversario.
La figlia di una nostra amica impaginatrice allestisce al teatro milanese Argom, a due passi dall'ospedale Niguarda, un monologo - "Quel che è stato è stato" - ispirato ai racconti della famosa zia di Pietro Valpreda, affettuosa protettrice dell'infelice anarchico Pietro, che ricordo con lo stesso affetto in quelle serate nel suo piccolo circolo Arci di corso Garibaldi, davanti alla birra rossa. Cercate di non dimenticare tutto questo, siamo morti tutti nell'inferno di Piazza Fontana.
[Accludo qui la testimonianza di Fortunato Zinni, impiegato della Banca Nazionale dell'Agricoltura, sopravvissuto all'esplosione che fece 17 vittime:]
Qui invece trovate uno slideshow di fotografie riprese nel corso della trasmissione, dal chiostro del Teatro: http://bit.ly/5ZDvht
05 dicembre 2009
Marconi tra tv, libri, convegni e monumenti perduti


Intorno a Marconi fioriscono da sempre aneddoti, leggende e una discreta dose di retorica (del resto comprensibile visto il contesto storico da cui hanno origine), ma bisogna sempre pensare all'impatto che l'invenzione della radio ebbe sull'immaginario collettivo di un mondo che aveva da sempre convissuto con gli ostacoli della distanza geografica e della fisicità. Il telegrafo - l'Internet dell'era vittoriana descritta nel libro di Tom Standage - aveva dato una prima spallata. Rimuovendo i fili, Marconi cancellò anche le ultime certezze. Personalmente sono sempre stato sorpreso di come i suoi contemporanei - non solo i suoi colleghi scienziati e imprenditori della radio - seppero assorbire la sua invenzione nella loro quotidianità, appropriandosene. La radio resta una tecnologia estremamente naturale, facile da capire.


04 novembre 2009
In ricordo di C.T. e delle sue onde
A Milano, se hai almeno 35 anni capisci che quando ti dicono "dovrebbero rinchiuderti al Pini" intendono che sei matto da legare. Il Pini, inteso a sua volta come Paolo, era il nome del manicomio cittadino, da non confondersi assolutamente - soprattutto adesso che per fortunata il Pini Paolo non esiste più - con l'ospedale ortopedico Pini Gaetano, che invece esiste sempre anche se non pare più essere all'altezza della sua ottima fama (al Pini Gaetano mi hanno rimesso a posto un femore che avevo due anni e mi era andata di lusso)
Il 22 novembre negli edifici circondati da un grande giardino pubblico che un tempo erano adibiti all'"ospedale dei matti" e oggi con grande diletto degli spettatori sono teatro di rappresentazioni, concerti e kermesse varie, si tiene la celebrazione ufficiale del centenario di C.T. profeta apocalittico della Milano degli anni Settanta. Di C.T. e del suo carrettino a pedali con gregge di cagnetti incorporato ho parlato qui su RP. Il suo disperato appello al "popolo bue", affinché riconoscesse il pericolo mortale dell'onda furbescamente manovrata dal clero, lasciò una profonda impressione nella generazione ante-telefonia mobile. Del resto C.T. non lasciava sperare in una possibile salvezza. L'onda che aveva scoperto uccideva e basta, e aveva già fatto milioni di morti in Italia.
La commemorazione organizzata dal Centro studi Canaja, dal Collettivo Oltreilponte e della Associazione Olinda prevede a partire dalle 14 del 22 novembre una mostra intitolata C.T. L'onda assassina. Alle 18 sarà la volta di un aperitivo con proiezione del documentario Il C.T. delle Onde e alle 20 la Cena per il Popolo Bue. Alla conclusione il concerto dei Teka-P. Il Centro Studi Canaja parecchi anni fa aveva anche curato una pubblicazione su questo leggendario personaggio metropolitano. Per chi non ha conosciuto C.T. è un'occasione imperdibile per catturare gli ultimi echi di un piccolo pezzo di storia recente, prima che l'onda dell'oblio lo sommerga definitiviamente.

Il 22 novembre negli edifici circondati da un grande giardino pubblico che un tempo erano adibiti all'"ospedale dei matti" e oggi con grande diletto degli spettatori sono teatro di rappresentazioni, concerti e kermesse varie, si tiene la celebrazione ufficiale del centenario di C.T. profeta apocalittico della Milano degli anni Settanta. Di C.T. e del suo carrettino a pedali con gregge di cagnetti incorporato ho parlato qui su RP. Il suo disperato appello al "popolo bue", affinché riconoscesse il pericolo mortale dell'onda furbescamente manovrata dal clero, lasciò una profonda impressione nella generazione ante-telefonia mobile. Del resto C.T. non lasciava sperare in una possibile salvezza. L'onda che aveva scoperto uccideva e basta, e aveva già fatto milioni di morti in Italia.
La commemorazione organizzata dal Centro studi Canaja, dal Collettivo Oltreilponte e della Associazione Olinda prevede a partire dalle 14 del 22 novembre una mostra intitolata C.T. L'onda assassina. Alle 18 sarà la volta di un aperitivo con proiezione del documentario Il C.T. delle Onde e alle 20 la Cena per il Popolo Bue. Alla conclusione il concerto dei Teka-P. Il Centro Studi Canaja parecchi anni fa aveva anche curato una pubblicazione su questo leggendario personaggio metropolitano. Per chi non ha conosciuto C.T. è un'occasione imperdibile per catturare gli ultimi echi di un piccolo pezzo di storia recente, prima che l'onda dell'oblio lo sommerga definitiviamente.

19 ottobre 2009
Ottobre 1989, Free Europe apre gli uffici a Budapest
Con l'avvicinarsi dell'anniversario della caduta del muro di Berlino si moltiplicano le occasioni di ricordo del ruolo che durante la guerra fredda ebbero le trasmissioni di Radio Free Europe e delle altre emittenti occidentali. Il sito di RFE/RL è già zeppo di rimandi e rievocazioni proprie. Questo pezzo del Wall Street Journal - citato anche dagli amici di Giornaleradio.info - ricorda l'apertura, 20 anni fa, degli uffici di RFE a Budapest e descrive la situazione del mercato mediatico ungherese oggi, con Rupert Murdoch impegnato a fare shopping anche in questa piazza. Ecco il pezzo del Wall Street (che pubblica anche una bella timeline multimediale), citato dal RFE.
WSJ on RFE/RL's Cold War Impact
October 14, 2009
As the anniversary of the fall of the Berlin wall approches, The Wall Street Journal is running a series of articles on the fall of communism and the events of the late 1980's and early 1990's. Here, the Journal profiles RFE/RL's Hungarian Service and how rapidly the media environment changed in Hungary during the period of Glasnost (openness).
"New Openness Raised the Frequency of Radio Free Europe"
Wall Street Journal
In mid-October 1989, Radio Free Europe was celebrating the opening of its newest bureau in Budapest, Hungary. It was quite a feat for a network that, not so long ago, had to overcome jamming of its frequencies and intimidation of local correspondents, who filed reports over the phone or through secret messengers.
Established at the beginning of the Cold War, Radio Free Europe was modeled after RIAS, a U.S. government-sponsored radio service for Germans living in the American sector of Berlin. With its mission for free speech and the capitalist way, the network had earned loyal listeners, some of whom credited it with keeping hope alive during some dark times. "During the past four years, many of us have sat up until late at night listening to our radios," said one writer in Budapest. "There were some very brave broadcasts."
But the rapid changes brought on by glasnost and open borders had ushered in a new era of media competition, introducing new challenges for the network. "After decades of searching for scraps of news from Eastern Europe, the 1,000-member staff can hardly cope with all the information pouring in by fax, telephone and the now more daring local media," according to a wire report that ran in the Journal.
While Radio Free Europe could operate freely in Budapest, so could others. "They have a lot to do these days to compete with Hungarian radio," student Andrew Deak told the Journal. "The Hungarian [radio] reporters seem better informed and more critical about about what's going on here." The British Broadcasting Corp. and the U.S. State Department's Voice of America had begun broadcasting over Hungarian airwaves. Rupert Murdoch had bought 50% stakes in two popular and gossipy Hungarian newspapers, and Britain's Robert Maxwell was considering similar moves.
"The competitive spirit is clearly influencing Radio Free Europe, which is trying to beef up programs," the Journal wrote. A host of programs were introduced to lighten up the traditional diet of politics. And to attract younger listeners, Radio Free Europe highlighted Western rock groups. "The Pet Shop Boys are big this year in Budapest," the Journal wrote.
07 ottobre 2009
L'ITU ricorda Alexander Popov, pioniere della radio

Radio pioneer Alexander Popov honoured by ITU
Secretary-General unveils plaque during ITU TELECOM WORLD 2009 in tribute to a giant in the field of radiocommunications
Geneva, 5 October 2009 — ITU Secretary-General Dr Hamadoun Touré today unveiled a plaque at ITU headquarters in Geneva to commemorate the ground-breaking work of leading Russian physicist and radiocommunications pioneer Alexander Stepanovich Popov.
Joining Dr Touré at the unveiling were Mr Igor O. Shegolev, Minister of Telecom and Mass Communication of the Russian Federation, Naum Marder, Deputy Minister of Telecom and Mass Communication of the Russian Federation, Valery Bugaenko, Head of the Federal Communications agency, amongst others. Please click here for a full list of participating dignitaries.
The plaque was unveiled before a crowd of high-ranking officials present in Geneva for the ITU Telecom World 2009 event, which brings together top-level representatives from across the ICT industry to share knowledge and debate pressing issues such as the role of ICTs in the global financial crisis, in mitigating climate change and in promoting global cybersecurity.
Dr Touré said, "I am most honoured to unveil this plaque at ITU headquarters, where the inspiration and dedication of visionaries like Alexander Popov is remembered every day in the work we do to promote wireless services and create new radiocommunication standards. Without the enormous scientific achievements of Popov, modern radiocommunication technologies, that have done so much to connect people and assure the development of other sectors, from maritime and air transport to satellite systems, might never have become a reality."
"This commemoration of Alexander Popov gives us opportunity to reflect on his life and extensive accomplishments," said Mr Shegolev. "It is talented researchers, inventors, and professionals such as Popov who provided the building blocks for our state today, and established the foundations of our postindustrial information society."
The presence of so many leading Russian organizations and VIPs at this year’s ITU TELECOM WORLD event shows the legacy of Mr Popov’s work. Technology innovation in Russia is booming and this is reflected across the show floor, from the Russian Pavilion, to standalone exhibitors, to expert Forum speakers.
Born in a small town in the Ural Mountains in 1859, Alexander Stepanovich Popov was one of the first physicists to demonstrate the practical application of electromagnetic radiation. He continued the experiments of other radio pioneers, such as Heinrich Hertz, and in 1894 built his first radio receiver. Further refined as a lightning detector, it was presented to the Russian Physical and Chemical Society on May 7, 1895, which is now celebrated in Russia as ‘Radio Day’.
ITU’s Radiocommunication Sector (ITU-R) constantly builds upon the crucial work carried out by scientists like Popov, through its work in managing the global radiofrequency spectrum and satellite orbits, and the work of its Study Groups in defining new standards (ITU Recommendations) for wireless systems and services.
The new plaque is the first of several ITU intends to unveil, as part of a plan to rename its Meeting Rooms in honour of famous scientists in the technology sector.
08 settembre 2009
Il laboratorio radiofonico della nuova musica




Tant'è. Dopo che lo Studio chiude i battenti, proprio negli anni in cui le Università di tutto il mondo, italiane comprese, scoprono i linguaggi dell'informatica musicale, dovrà passare un quarto di secolo, spiegano ancora gli intervenuti al convegno di presentazione del volume curato dalla Novati, perché il finanziere Francesco Micheli, promotore della manifestazione musicale MITO SettembreMusica, riesca a perfezionare l'allestimento di uno spazio che dal settembre del 2008 accoglie molte delle strumentazioni di allora all'interno del Museo degli strumenti musicali del Castello Sforzesco. La "liuteria del XX secolo" la chiama il volantino che illustra ai visitatori i "pezzi" esposti nelle bacheche. È, afferma Maddalena Novati, un primo sogno che si avvera. Il secondo è questo catalogo delle composizioni musicali che sono state create con gli strumenti messi a punto da Alfredo Lietti e sapientemente pilotati da Marino Zuccheri. «Un terzo sogno sarebbe quello di riascoltare la voce di queste macchine, ma ci stiamo attrezzando,» auspica la Novati. Il libro da lei curato contiene diversi saggi di taglio musicologico e tecnologico e il lavoro di catalogazione, ha spiegato, si avvale guarda caso della collaborazione del Laboratorio di Informatica Musicale della Statale di Milano (il suo fondatore, Goffredo Haus, è stato mio docente) che dello Studio di fonologia ha per molti versi raccolto il testimone.
Questo link preso dal sito delle Teche Rai consente di accedere ad alcuni estratti Real Audio dalle composizioni create nello Studio, una cui storia con allegato CD Rom ("C'erano una volta nove oscillatori. Lo Studio di fonologia della Rai di Milano nello sviluppo della Nuova Musica in Italia") è stata pubblicata nel 2002 da RAI-ERI. L'audio della presentazione di oggi, invece, lo potete scaricare o ascoltare qui di seguito, con tutti gli interventi di Maddalena Novati e dei saggisti da lei coordinati, di Enzo Restagno e del compositore Salvatore Sciarrino.
05 febbraio 2009
I 200 anni di Mendelssohn alla radio tedesca

Ma in occasione del duecentesimo dalla nascita, l'emittente regionale tedesca MDR dedica a Felix Mendelssohn Bartholdy un ciclo di iniziative molto interessanti, inclusa, per tutto il mese di febbraio, una sua biografia in forma di radiodramma. Il padre, Abraham Mendelssohn abiurò l'ebraismo quando Felix (Jakob) era ancora bambino e finì col far battezzare i figli. Ma questo non servì a evitare che più di cento anni dopo le sue musiche fossero bandite dai conservatori italiani (me lo raccontava sempre mia madre). Un analogo ciclo di trasmissioni è disponibile sul canale cutlurale della berlinese RBB. Leggo anche, sul sito di MDR Figaro, che stasera alle 18 viene diffusa una trasmissione sul 90esimo anniversario della Repubblica di Weimar.
Piangete Roma 3131
In questi giorni è stato celebrato il 40esimo anniversario di una trasmissione radiofonica molto importante per la crescita del mezzo. Era il 1969 quando su idea di Adriano Magli, il giornalista Franco Moccagatta, con Federica Taddei e Gianni Boncompagni, con Chiamate Roma 3131 aprirono per la prima volta gli altoparlanti di una radio molto unidirezionale ai microfoni nel telefono degli ascoltatori. Mica tutti lo avevano, il telefono in casa, quarant'anni fa, la Sip ci metteva mesi a portare un semplice cavetto in rame; e chiamare in teleselezione, con il prefisso 06, si sarebbe potuto fare solo a partire dall'anno successivo. Intervenire alla radio diventò una passione collettiva e qualche anno dopo, mentre 3131 conquistava la diretta, le radio private seppero far tesoro di quella prima esperienza.
Sulla storia di 3131 Raffaele Vincenti, in collaborazione con Teche RAI ha scritto un libro "La prima volta del telefono", presentato tre giorni fa a Roma.
Su questo pezzo d'archivio del Corriere trovate la cronaca dell'addio definitivo al programma, nel 2001, tra le polemiche suscitate dalla conduzione di Pierluigi Diaco. Ricordo ancora la voce di Franco Moccagatta. E soprattutto ricordo l'atteggiamento di Diaco. Che volete farci, i tempi cambiano. Con 3131, l'Italia mediatica imparò purtroppo a piangersi addosso in pubblico, deprecabile abitudine che ci siamo trainati fino alle attuali "piazze" televisive, ma quel canale di ritorno, quella prima forma di interattività, è ancora uno strumento formidabile.
Sulla storia di 3131 Raffaele Vincenti, in collaborazione con Teche RAI ha scritto un libro "La prima volta del telefono", presentato tre giorni fa a Roma.
Su questo pezzo d'archivio del Corriere trovate la cronaca dell'addio definitivo al programma, nel 2001, tra le polemiche suscitate dalla conduzione di Pierluigi Diaco. Ricordo ancora la voce di Franco Moccagatta. E soprattutto ricordo l'atteggiamento di Diaco. Che volete farci, i tempi cambiano. Con 3131, l'Italia mediatica imparò purtroppo a piangersi addosso in pubblico, deprecabile abitudine che ci siamo trainati fino alle attuali "piazze" televisive, ma quel canale di ritorno, quella prima forma di interattività, è ancora uno strumento formidabile.
Rai/ Presentato il libro 'La prima volta del telefono'
La storia del programma 'Chiamate Roma 3131' dal 1969 al 1995Roma, 2 feb. (Apcom) - Presentato questa mattina il libro 'La prima volta del telefono. La storia del 3131 dal 1969 al 1995' di Raffaele Vincenti, edito da Teche Rai. "Tre anni di lavoro dell'autore e di ricerca in archivio - ha detto oggi il direttore di Rai Teche Barbara Scaramucci - hanno portato al racconto e alla testimonianza di una trasmissione radiofonica della Rai che ha fatto epoca e di cui si festeggia il quarantennale".
Grande l'affluenza alla conferenza, a cui hanno partecipato tutti coloro che si sono succeduti alla conduzione o come registi o come filtri nel programma che ha fatto diventare, attraverso il telefono, il pubblico protagonista. "E' come parlare della prima volta che l'uomo ha volato - ha raccontato Sergio Valzania, direttore di Rai Radio 2 - quando si parla di 3131, era questo il sapore della sua nascita. L'impatto spaventoso che qualcuno da fuori potesse entrare nella radio attraverso il telefono è stato incredibile. Io ho condotto il programma per un paio di settimane e ne sono orgoglioso".
Commosso l'autore del libro, Raffaele Vincenti. "Ho recuperato mille trasmissioni - ha spiegato Vincenti - c'è chi me ne ha date 50, chi me ne ha data una. Ho scovato i primi redattori, le scalette delle trasmissioni, i ritagli di giornale. Ma la vera novità del libro è il cd che contiene testimonianze audio, video e fotografie. Ho registrato i ricordi che tanti avevano su questa trasmissione fondata sul dialogo, in cui l'ascoltatore aveva quasi la stessa titolarità del conduttore. E nel cd c'è anche un documento eccezionale di Adriano Magli, ideatore di Chiamate Roma 3131, che andò in onda per la prima volta il 7 gennaio 1969 con Federica Taddei, Gianni Boncompagni e Franco Moccagatta".
Alla conferenza è intervenuto anche Michele Mirabella. "La radio, utilizzando il telefono - ha raccontato Mirabella - è diventata più ricca, è diventata raggiungibile da un pubblico attivo, peccato che si è snaturata quando in tutto il palinsesto è prevalsa la diretta telefonica. Magli ha intuito che la telefonata in radio, senza immagini, avrebbe messo l'ascoltatore in una condizione di parità. E quel quindicennio iniziale e fortunatissimo della trasmissione ha segnato il costume del Paese".
Presente anche Luciano Rispoli, che con Magli creò 'Chiamate Roma 3131'. "Io ho solo il merito di aver inventato la trasmissione - ha commentato Rispoli - avevo saputo che in Francia c'era un programma radiofonico in cui si interveniva telefonicamente su temi sessuali, lo proposi. Mi diedero 40 minuti ogni mattina, ricordo che dissi ai tre conduttori di dimenticare di avere un'identità e di essere uno strumento al servizio del pubblico: lo fecero ed ebbero successo".
Nel '66 la radio, dopo 10 anni di televisione, era in uno stato di minorità tremenda, ha spiegato lo storico di radio e televisione Franco Monteleone. "L'idea di dare voce alla popolazione italiana - ha proseguito Monteleone - all'opinione pubblica fu vincente. Fu un momento di straordinaria vitalità della radio. Gli italiani erano abituati alla radio istituzionale del dopoguerra, a quella del fascismo, a quella della democrazia cristiana. La radio con 3131 diventa partecipativa".
Il programma cambiò successivamente nome, chiamandosi 'Sala F', grazie alla femminista Lidia Motta, che sceglieva per il programma quattro laureate che riteneva brillanti. Tra queste ci fu Barbara Palombelli. "Io non fui scelta tra quelle quattro - ha raccontato la Palombelli - però una delle quattro rinunciò. Io ero appena rientrata dal funerale di mio padre, ero sotto la doccia e squillò il telefono. Stavo quasi per non rispondere, ma poi corsi al telefono e mi stavano chiamando per 'Sala F'".
E' intervenuto alla conferenza anche il Presidente della Rai Carlo Petruccioli, che ha risposto alla provocazione di Mirabella, che gli faceva notare come in passato per condurre i programmi si andavano a pescare i laureati migliori e ora si scelgano i passanti, dicendo che "nel neorealismo si prediligeva la gente di strada". Petruccioli ha aggiunto anche che per il nuovo programma Rai 'Buongiorno regione' gli addetti ai lavori sono stati selezionati nelle università. "Ieri in un programma - ha ribattuto Mirabella - ho sentito dire ad un conduttore di cui non faccio il nome 'Scusate ma devo banalizzare sennò a casa non arriva'. Questo per me è un passante".
Significativo anche l'intervento di Giorgio Simonelli. "Il 3131 è stao per la radio quello che 'Portobello' è stato per la televisione: il contenitore di tutti gli stili che sono venuti dopo. Il 3131 - ha spiegato Simonelli - ha accompagnato tante trasformazioni della nostra società, come quella che ha visto la donna inserirsi sempre di più nel lavoro. Il 3131 segna la data di nascita della radio moderna". Un mondo che non è più riproducibile secondo Paolo Taggi. "Io conducevo il 3131 della notte - ha ricordato Taggi - ogni volta ascoltavo delle microstorie, le persone telefonavano e raccontavano quello che accadeva loro in quel momento, era un mondo bellissimo, ma che non c'è più".
10 gennaio 2009
Prigionieri di via del Campo

10 Gennaio 2009
100 Radio unite per De Andrè
(da Millecanali.it)
Domani per "Fabrizio 2009", programma di Fabio Fazio su RaiTre dedicato ai dieci anni dalla scomparsa di "Faber", almeno cento Radio trasmetteranno in simultanea "Amore che vieni amore che vai". È "Amore che vieni amore che vai", la canzone scelta da Dori Ghezzi e proposta nella versione originale interpretata da De Andrè per "Fabrizio 2009" lo speciale omaggio via etere a Fabrizio De Andrè. La canzone del grande "Faber" sarà trasmessa in contemporanea da "Che tempo che fa" e da almeno un centinaio (difficile fare una conta precisa) di Radio italiane, fra le 22.40 e le 22.50 di domani, domenica 11 gennaio (data della morte di De Andrè nel 1999), durante la serata evento "Fabrizio 2009", che Fabio Fazio ha voluto dedicare al cantautore genovese, in onda dalle 20.10 su RaiTre e realizzato in collaborazione con Dori Ghezzi e la Fondazione Fabrizio De Andrè Onlus. Tra i network che hanno aderito a questa iniziativa del programma Tv: RadioRai, Radio DeeJay, Rtl 102.5, Radio Italia Solo Musica Italiana, Radio Popolare Network, Radio Kiss Kiss, Radio 24, LatteMiele, Radio Capital, Radio Città Futura ma anche moltissime piccole e medie emittenti locali. "Fabrizio 2009" sarà uno spettacolo di tre ore, in cui alcuni dei più grandi nomi della canzone italiana renderanno omaggio a quello che molti (noi compresi) considerano il più grande cantautore italiano, un vero magnifico ‘poeta della canzone’, interpretando alcuni tra i suoi brani più belli. Ma l'ora X scatterà appunto alle 22,40 quando RaiTre e le cento Radio trasmetteranno in contemporanea il brano citato cantato da De André. Un'idea e una canzone che legheranno idealmente tutti gli ammiratori di Fabrizio De Andrè, al quale Genova sta dedicando una mostra a Palazzo Ducale visitata da migliaia di persone.
Perché chi oggi ha superato la soglia dei 40 anni ama con estenuata dolcezza le canzoni di Fabrizio De André? Non è l'unico, naturalmente, in un elenco di autori, menestrelli, poeti che raggruppa guarda caso quasi esclusivamente nomi di artisti che hanno raggiunto un picco di creatività in un'arco di tempo che va grossomodo dalla metà degli anni Cinquanta fino al limitare degli Ottanta.
Forse, anzi sicuramente se De André non se lo fosse portato via quel morbo osceno, la sua straordinaria vena poetica sarebbe ancora generosa, fertile. Ma il segno che hanno lasciato canzoni come Amore che vieni, uscita con il terzo albumo di Fabrizio nel 1968, è come una cicatrice sull'anima della mia generazione. Una generazione senza qualità, ohne Eigenschaften per dirla alla Musil. E' "Amore che vieni" il testo scelto da Dori Ghezzi per celebrare domani, 11 gennaio, i dieci anni di vuoto lasciato da De André. Un vuoto fortunatamente occupato dalla continua riscoperta delle sue parole. E delle melodie che a volte sembrano quasi passare in secondo piano... Ingiustamente perché quando ascolto i suoi accordi in minore penso a De André come all'ultimo dei liederisti, uno Schubert postmoderno che amava cantare gli stessi disperati viandanti, gli stessi amori impossibili, gli stessi addii, i viaggi senza ritorno.
Domani, 11 gennaio, molte stazioni radio italiane trasmetteranno, idealmente all'unisono, una di quelle canzoni di amore e di morte che molti ultraquarantenni italiani "indossano" come i simboli che adornavano, non meno osceni del morbo che ha ucciso Faber, le casacche di certi prigioneri. Forse - perdonatemi una figura retorica che può sembrare irriverente e non lo è - ci sentiamo, siamo tutti prigionieri di via del Campo: individui incompiuti, perduti a rincorrere il vento, uomini (più uomini che donne a dire il vero), che hanno sostanzialmente fallito il loro compito, che hanno costruito una realtà da cui sarebbero i primi a voler fuggire. Questo Fabrizio lo aveva intuito meglio di altri e si ostinava a parlarci ossessivamente dei margini di questa realtà, dei reietti, dei non coinvolti. Per esortarci a cambiare qualcosa che sappiamo benissimo di non volere cambiare.
E oggi che Fabrizio non c'è più ce ne stiamo lì, ipocriti fino in fondo, a fingere di cercare la ricetta giusta in quelle parole. Ci commuoviamo in celebrazioni che in fin dei conti sono solo di circostanza, buone per essere inserite nel curriculum professionale dei personaggi televisivi che le promuovono. "Io c'ero." Già, è proprio quello il problema.
Anch'io, che personaggio televisivo non sono ma appartengo in pieno a questa generazione senza qualità, indulgo nella celebrazione come fanno tutti, mi conto insieme agli altri, e pubblico il mio bannerino e il link ad Amore che vieni.
11 dicembre 2008
"La Buona Novella reloaded" (Chiesa Metodista, Milano)
«E tu, piano, posasti le dita
all'orlo della sua fronte:
i vecchi quando accarezzano
hanno il timore di far troppo forte.»
all'orlo della sua fronte:
i vecchi quando accarezzano
hanno il timore di far troppo forte.»
So che a Natale siamo tutti molto impegnati e non vorrei pensaste a qualche mia intenzione proselitistica (non è nel mio stile). La mia amica Susanna, che siede accanto a me nel comitato che coordina le attività del Centro Culturale Protestante di Milano, mi dice che lo spettacolo musicale organizzato la sera 20 dicembre (ore 20) nella sala della Chiesa Metodista, in via Porro Lambertenghi, sui testi della Buona Novella, è molto ben fatto. I testi sono ovviamente di Fabrizio De André, le musiche completamente originali, nel senso che sono del tutto nuove. Era facilmente prevedibile che a un mese dal decimo anniversario della morte si tornasse a parlare copiosamente di Faber, a riascoltarlo. Questa rivisitazione della Buona Novella non avrà molte possibilità di farsi una promozione decente, fuori dalla minuscola cerchia delle comunità evangeliche milanesi. E certo RP non può fare da grancassa. Sarò contento se un solo lettore vorrà ricordare il Natale e Fabrizio in questo modo. O anche se lo prenderà, per un attimo, in considerazione.

14 novembre 2008
St. Helena e KPH/California, due weekend rievocativi

Ci attendono due fine settimane di speciali trasmissioni rievocative sulle bande delle onde corte normalmente non riservate alle radiodiffusioni. Domani sera, 15 nvovembre, il trasmettitore radioamatoriale del St. Helena Project trasmetterà per la breve programmazione speciale, il St. Helena Day, per una mezz'ora con inizio alle 21.00 sugli ormai tradizionali 11092,5 kHz USB. La frequenza era quella storicamente assegnata alla stazione che dalla remota isola dell'Atlantico, luogo dell'esilio di Napoleona, trasportava sulle onde corte le telefonate intercontinentali verso la madre patria britannica.
Alla fine degli anni ottanta i trasmettitori di quel servizio furono disattivati ma due ascoltatori svedesi convinsero le autorità postali di St. Helena a riattivarli, una volta all'anno, per effettuare una trasmissione speciale in banda laterale unica, con musiche e dediche ai DXer di tutto il mondo. La cosa andò avanti per buona parte della scorsa decade, ma poi l'impianto non ce la fece più e fu smantellato. Il testimone è stato raccolto da un gruppo di radioamatori che ha donato una stazione ricetrasmittente e ha costruito una imponente antenna direttiva, la stessa che viene utilizzata dal qualche anno a questa parte dal St. Helena Project. Questa volta i programmi durano un po' meno del solito, a causa dei lavori svolti quest'anno sugli apparati. In totale ci saranno tre ore e mezza di trasmissione (la fascia ottimale per l'Europa è quella delle 21, ma teoricamente si può sperare di sentire anche il segnale diretto verso il Giappone (20.-21) e verso il Nord America (22.30-23.30). Ci sarà un indirizzo di mail attivo per dediche e saluti da leggere on air e un indirizzo postale per ricevere, via nave, l'ambita QSL (accludere sempre un po' di soldi per le spese, dopotutto si tratta di un'impresa finanziata da volontari).
Radio St. Helena Day 2008 Schedule
Radio St. Helena Day 2008 will be broadcast on 11092.5 KHz in USB on Saturday, 15. November 2008 as follows:
-------------------------------------------------
Times UTC Target areas
-------------------------------------------------
20:00 - 21:00 Japan
21:00 - 22:30 Europe
22:30 - 23:30 North America
Because of the very long "Revival" and "Double-Anniversary" transmissions in 2006 and 2007 and the especially heavy workload at Radio St. Helena during the entire second half of 2008, it was decided that RSD 2008 would be reduced to the above schedule. It is hoped that the times have been chosen so that reception in all areas will be acceptable.
A special email-address during the broadcast is: radio (dot) announcements466 (at) hotmail (dot) co (dot) uk
The QSL procedure is as usual but use the address as stated below:
Radio St. Helena , P.O. Box 93 ,
Jamestown , St. Helena,
STHL 1ZZ , South Atlantic Ocean
"via UK and Ascension Island"
L'altro weekend speciale è quello organizzzato tra il 21 e il 22 novembre dai "ragazzi del telegrafo", il gruppo di radioamatori specializzato nel ripristinare gli apparati delle stazioni costiere americane smantellate da anni. Questa volta, oltre al sito della stazione KPH di Bolinas ci sarà una seconda location particolarmente suggestiva per noi. Si tratta della stazione della Marconi Company che trasmetteva da Marshall, sempre in California. Un sito che non viene utilizzato dai tempi di Pearl Harbour! Per il dettaglio dele frequenze e degli orari bisogna aspettare il comunicato ufficiale dei "ragazzi" della Maritime Radio Historical Society, ma intanto potete andare a visitare il linl riportato qui sotto per ammirare alcune fotografie scattate due anni fa durante una prima rievocazione della stazione di Marshall (reperibile anche a questo indirizzo).

This was also the receive site for KPH before WWII. KPH will be active on 426kc, 500kc and on 4Mc and/or 6Mc HF (exact frequencies to be announced). K6KPH will be on 3550kc and 7050kc. Transmitters in Bolinas will be keyed remotely from the Marshall site. KPH was closed at the beginning of WWII so this activation will recall the days before Pearl Harbor.
As a special treat SS JEREMIAH O'BRIEN/KXCH (Denice Stoops at the key) and SS RED OAK VICTORY/KYVM (Steve Hawes at the key) will attempt to be on the air on MF.
If you have the ability to relay traffic to the National Traffic System we'd love to hear from you if you're within range of K6KPH during the day on 3.5Mc or 7Mc. We will be soliciting traffic from those attending this event and may have a lot on the hook. So if you can be QRV for us please let me know.
By the way, there will be no quick band switching between 3.5Mc and 7Mc. Changing bands will require swapping out one tone set for another in the remote console to key the appropriate transmitter!
This will be the second time we have activated KPH from the Marshall site. Last time we were in one of the Marconi cottages. This time we will be in the power house which has been converted into an auditorium. For photos of the earlier event see: http://www.radiomarine.org/Marshall/
30 ottobre 2008
Oggi la Guerra dei Mondi compie 70 anni

Della "Guerra dei mondi" si è scritto e detto tanto. Settanta anni fa (era il 30 ottobre del 1938, un anno schifosetto in Europa) la "fiction" radiofonica messa in scena da un giovane Orson Welles rivoluzionò per sempre i linguaggi della drammaturgia. La "Guerra" ha cambiato tutto: niente, nella radio, nel cinema e nella futura televisione, è stato uguale al passato.
Mi scuserete la banalità, ma mi sembrava opportuno ricordarlo. In fondo a questa breve rievocazione della CBS trovate il link all'audio originale del capolavoro del Mercury Theatre. E a seguire, l'articolo di El Pais che parla delle analoghe rievocazioni in onda in questo momento su Radio Nacional de España questa sera (confidiamo nei podcast, la SER per esempio fa sapere che l'audio della produzione curata da Radio Nacional verrà messo a disposizione di altre emittenti e sarà disponibile nella pagina RSS del programma Hora 25).
Mi scuserete la banalità, ma mi sembrava opportuno ricordarlo. In fondo a questa breve rievocazione della CBS trovate il link all'audio originale del capolavoro del Mercury Theatre. E a seguire, l'articolo di El Pais che parla delle analoghe rievocazioni in onda in questo momento su Radio Nacional de España questa sera (confidiamo nei podcast, la SER per esempio fa sapere che l'audio della produzione curata da Radio Nacional verrà messo a disposizione di altre emittenti e sarà disponibile nella pagina RSS del programma Hora 25).
'War Of The Worlds' Celebrates 70 Years
1938 Radio Broadcast Sent Masses Into Panic
CHICAGO (CBS) ― It was 70 years ago Thursday, on Oct. 30, 1938, that the radio play "The War of the Worlds," starring Orson Welles, aired on CBS Radio. The live drama employed fake news reports, but it wasn't taken so lightly as today's consumers might take, say, "The Onion" newspaper. Rather, it panicked some listeners who thought its portrayal of a Martian invasion was true. The radio play was adapted from science fiction writer H.G. Wells' 1898 novel. Orson Welles, who also wrote "Casablanca," was both director and narrator along with a cast of actors pretending to be reporters on the scene.
Over the years, there have been multiple versions — from a 1953 movie to a 1988 PBS broadcast on the 50th anniversary of Welles' Mercury Theater production, and most recently, a special effects-laden 2005 movie starring Tom Cruise. The original radio broadcast famously sparked panic across the United States, as listeners who missed a warning that the program was fiction mistook it for actual news.
It was material such as this that had a lot of people in a panic on the evening before Halloween, 1938: "Now they're lifting their metal hands. This is the end now. Smoke comes out, black smoke, drifting over the city. People in the streets see it now. They're running towards the East River, thousands of them, dropping in like rats."
Could such a panic happen today? With television, the Internet, e-mail and text messaging having joined radio as major sources of news, it would be hard for people to pin too much faith on a single radio broadcast. The 1898 novel addressed England's fading role as a superpower and the 1938 broadcast played on uneasiness as Adolf Hitler revved up Germany for World War II. Today, the story might evoke fears of a terrorist strike.
LISTEN TO THE COMPLETE SHOW: "The War of the Worlds"
QUIZ: 'War Of The Worlds' Brainteasers***
La radio española recrea hoy 'La guerra de los mundos' de Welles
El relato ficticio a través de las ondas de la llegada de los extraterrestres a la Tierra desató el pánico en Estados Unidos hace 70 años
EFE / ELPAÍS.com - Los Ángeles / Madrid - 30/10/2008
Tal día como hoy pero de hace 70 años el pánico se adueñaba de Estados Unidos con la emisión de la adaptación radiofónica que Orson Welles hizo de la novela La guerra de los mundos de H.G. Wells. Sesenta minutos de radio que narraban la llegada de los marcianos a Grover's Mill (Nueva Jersey) y la destrucción de las ciudades, quemadas con rayos mortíferos, en su camino hacia Nueva York. Para celebrar esta efeméride, las principales cadenas de radio españolas recrearán esta noche la célebre emisión de la CBS.
La versión del relato radiofónico -radiado en la tarde previa a la noche de Halloween de 1938- tendrá lugar en el Teatro Mira de Pozuelo de Alarcón (Madrid) y en ella participarán voces conocidas como las de Luis del Olmo, Juan Ramón Lucas, Primitivo Rojas, Ángeles Afuera, Juan Manuel Gozalo y José Manuel Alfageme, ayudados de música y efectos especiales en directo.
Los oyentes podrán escuchar la adaptación a partir de las 21.00 horas. Radio Nacional de España (RNE) facilitará la señal al resto de emisoras. En la Cadena SER, un especial cubrirá el acontecimiento desde las 20.00 horas.
La idea de este homenaje a Orson Welles partió de la Academia de las Artes y las Ciencias Radiofónicas de España, y en él intervienen RNE, Cadena SER, COPE, Onda Cero, Punto Radio, Intereconomía y Onda Madrid. Según el presidente de la Academia, Jorge Álvarez, este tributo a Welles, que también van a hacer las grandes cadenas de radio de otros países, servirá para fijar en España el 30 de octubre como el Día de la Radio.
En 1938, la radio era el medio de comunicación estrella. El 30 de octubre de ese año millones de personas sintonizaron la CBS a las nueve de la noche, pero quienes no escucharon el mensaje inicial, en el que se aclaraba que lo que venía a continuación era la adaptación radiofónica de la obra de H.G. Wells, vivieron una auténtica pesadilla.
"La evidencia de la decadencia" para Hitler
Todo comenzó como un falso noticiario hasta que una interrupción en el programa, con la intervención del profesor Pearson (Welles), de la Universidad de Princeton, sembró el pánico con el anuncio de "explosiones de gas en el planeta Marte". Después llegó la supuesta muerte de 1.500 personas a causa del choque de un meteorito contra la Tierra, en realidad, el cilindro metálico en el que viajaban los marcianos.
Welles, un joven de 23 años, provocó el caos. Había nacido uno de los cineastas más importantes e influyentes del siglo XX.
Él y sus compañeros del Teatro Mercury de Nueva York, desde donde se emitió el programa, lamentaron poco después que su fantasía hubiese provocado "algo de aprensión", pero convirtió a Welles en una celebridad, lo catapultó a Hollywood y dio origen a su ópera prima, Citizen Kane (1941), citada a menudo como la mejor película de la historia.
Para crear esta angustiosa atmósfera, Welles contó con la ayuda del guionista Howard Koch, a quien le dijo: "Dramatiza esto (la novela de Wells) en forma de boletín de noticias, como si estuviera ocurriendo ahora mismo". Koch no era un cualquiera. Escribió Casabanca cuatro años después.
En un contexto en el que en Europa se alzaba la Alemania nazi, lo que ocurrió en EE UU, signo de la importancia de los medios de comunicación de masas, llegó incluso a oídos de Adolf Hitler: "Es la evidencia de la decadencia y la condición corrupta de la democracia", dijo.
"Recuerden en los próximos días la terrible lección que han aprendido esta noche: (...) si su timbre suena y no hay nadie allí, no era ningún marciano, esto es Halloween". Así despidió el genio de Welles el espacio, que acababa de hacer historia.
12 settembre 2008
Ne nous quitte pas, Jacques

Un buon modo per chiedere a Jacques de ne nous quitter pas sarà ascoltare la radio Web che RTL lancerà proprio a partire dal 17: un canale (ripreso anche dalle radio del gruppo) che diffonderà canzoni e materiali d'archivio. Ci sarà anche un concorso che mette in palio un viaggio nei Mari del Sud dove Brel, stroncato dal cancro a 49 anni, oggi riposa in una tomba vicina a quella di Paul Gauguin. All'arcipelago delle Marchesi Brel dedicò la sua ultima canzone, faticosamente registrata a Parigi quando già il male non dava più alcuna speranza. Chissà se qualche sigaretta in meno... Ma senza sigarette la voce sarebbe stata così fascinosa? Probabilmente no. Consoliamoci riascoltando le sue canzoni, pensando che nel testo di Les Marquises (Veux-tu que je te dise / Gémir n'est pas de mise / Aux Marquises) non c'è spazio per le lacrime, neppure per quelle dei fan.
In questi giorni si è tenuta la conferenza stampa di inizio stagione per il gruppo RTL, che quest'anno ha avuto un grande successo. Nella sua breve cronaca 20minutes si sofferma sulle prossime strategie digitali di RTL, in previsione del lancio in grande stile del DMB nel 2009 (mentre nel 2012 potrebbe iniziare la fine dell'FM analogica in Francia...). I responsabili del gruppo si dicono pronti a regalare ai loro ascoltatori centinaia di apparecchi numerici per favorire l'adozione della nuova radio.
RTL LANCE « RTL RADIO JACQUES BREL » UNE RADIO EXCLUSIVE 100% JACQUES BREL / 100 % RTL
Posté le Jeudi 11 septembre 2008
Après « RTL RADIO JOHNNY » créée en juin dernier sur RTL.fr, RTL lance le 17 septembre, à l'occasion du 30ème anniversaire de la disparition de Jacques Brel, sa deuxième radio éphémère: « RTL RADIO JACQUES BREL » dans laquelle on retrouvera des documents exceptionnels et des sons exclusifs de l'artiste, de ses amis et de sa famille.
A partir du 17 septembre, retrouvez « RTL RADIO JACQUES BREL » un programme entièrement consacré à l'artiste sur RTL.fr. Animé par Eric Jean-Jean, et accessible à partir du 17 septembre depuis le site de la station, ce programme ‘nouvelle génération' proposera aux auditeurs internautes, et aux fans de Jacques Brel, de retrouver la vie de l'artiste racontée par Eric Jean-Jean avec des contenus exclusifs : les interviews qu'il a accordées à la station... Jacques Brel se raconte : son enfance, la scène, le cinéma, les femmes, son métier, la mort... des sons exclusifs issus des archives de RTL, une véritable mine d'or pour tous les amoureux de l'artiste. Un cadeau unique que seule RTL peut offrir à ses auditeurs.
En plus de « RTL RADIO JACQUES BREL », les internautes pourront aussi écouter les grands standards de Jacques Brel, déguster des extraits de concerts, et découvrir des photos inédites. Des sons, des vidéos, des photos, et également des jeux concours.... : un dossier événementiel créé pour la circonstance, entièrement dédié à l'artiste avec notamment des grands moments de la vie de Jacques Brel. Des cadeaux exclusifs... Tout l'univers de Jacques Brel offert à ses fans sur rtl.fr : de nombreux coffrets CD et DVD de l'artiste, réédités à l'occasion de cet anniversaire.
Un Dispostif Antenne Exceptionnel :
- La Collection Jacques Brel du 25 septembre au 9 octobre : tout au long de la journée, RTL diffusera des extraits exclusifs issus des archives de la station... illustrant les grands titres de Jacques Brel.
- Dans « Stop ou Encore », partir sur les traces de Jacques Brel...
* Les 27 et 28 septembre : à gagner, un voyage pour partir sur les traces de Jacques Brel sur le Port d'Amsterdam;
* Les 4 et 5 octobre : à gagner, un voyage pour partir sur les traces de Jacques Brel aux Iles Marquises.
- « Grand Studio RTL : L'univers de Jacques Brel » présenté par Anthony Martin - diffusion le 4 octobre.
- Le 9 octobre : Journée Jacques Brel : Laurent Boyer recevra France Brel de 14h30 à 16h dans « La Tête dans les Etoiles spécial Jacques Brel ».
- Côté infos, Laurent Marsick dans les infos du matin, et Anthony Martin dans « Laissez-vous tenter » reviendront le 17 septembre sur ‘RTL RADIO JACQUES BREL' ; et le 9 Octobre, Vincent Parizot et le service culture de la rédaction consacreront un « Laissez-vous tenter spécial Jacques Brel », avec ‘la petite histoire des grandes chansons de Brel' par Anthony Martin, les livres, CD... qui sortent à cette occasion par Bernard Lehut, et de nombreux témoignage d'artistes...
In questi giorni si è tenuta la conferenza stampa di inizio stagione per il gruppo RTL, che quest'anno ha avuto un grande successo. Nella sua breve cronaca 20minutes si sofferma sulle prossime strategie digitali di RTL, in previsione del lancio in grande stile del DMB nel 2009 (mentre nel 2012 potrebbe iniziare la fine dell'FM analogica in Francia...). I responsabili del gruppo si dicono pronti a regalare ai loro ascoltatori centinaia di apparecchi numerici per favorire l'adozione della nuova radio.
RTL dévoile des objectifs planétaires
On respire calmement, on n'oublie pas son sac à dos et on regarde toujours plus loin. Si la conférence de rentrée de RTL affichait la décontraction des premiers de la classe (12,8 % de part d'audience), les petites fusées plastiques et tintinophiles d'« Objectif lune », rebaptisées « Objectif 2008-2009 », donnaient le ton : ne pas oublier les grands horizons, voire les petits bonds vers le futur.
· Mission consolidation Avec une grille un peu ajustée, surtout marquée par le remplacement de Christophe Hondelatte par Vincent Parizot à la matinale, la station assure une continuité. Axel Duroux, PDG, a insisté sur le fait que la plupart des nouvelles recrues, avaient « déjà travaillé pour RTL ». Pour le reste, il s'agit de « conserver le leadership » d'une « radio citoyenne ». en misant notamment sur la crédibilité de l'info, qui représente 40 % du coût de la grille. Contre la tendance, dénoncée par Duroux, de faire des médias « des blogs géants ».
· Mission numérisation 2012, année numérique. Dès 2009, bande FM et signal numérique cohabiteront pour un basculement vers le tout numérique d'ici à trois ans, ce dernier permettant une info multimédia, avec des postes à écran. Les projets seront remis au CSA d'ici au 1er octobre. Il y aura RTL, RTL 2, Fun Radio et une radio sportive, RTL-L'Equipe. Promis, la station ira jusqu'à offrir « par centaines » des postes de radio numérique à ses auditeurs. Surtout, elle peaufinera son approche multimédia, notamment par des « radios éphémères » sur son site Web, nourries d'archives et d'inédits. Après radio-Johnny, ce sera radio-Brel, le 17 septembre. Une démo numérique grandeur nature aura également lieu lors du Mondial de l'auto, le 4 octobre.
· Mission expédition Le grand projet de l'année, la mission sinon interplanétaire, du moins franchement planétaire. La station lancera pour la saison « Les grandes expéditions RTL », quinze grands voyages dans tous les points du globe où se joue le sort de la planète : déforestation en Amazonie, crise alimentaire... « C'est une idée personnelle d'Axel Duroux », souligne un responsable de la station. Des reporters passeront une bonne dizaine de jours sur place, un scientifique apportera sa caution, et le résultat s'écoutera à l'antenne sous forme de journées spéciales. Pour d'autres détails, il faudra attendre le 15 octobre. Objectif terre.
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