Stavo cercando sul sito di Rai Storia, nuovo canale Rai del digitale terrestre, i dettagli sulla trasmissione speciale dedicata alla bomba di Piazza Fontana (tutta la giornata di sabato 12 dicembre, quarantesimo anniversario della strage), quando ho notato che domani, domenica 6 dicembre, alle 21:00 è prevista la messa in onda di un documentario su Guglielmo Marconi. Se non avete il DTT potete seguire la diretta sul portale Rai.tv (sempre che riusciate ad accedervi), sintonizzando il browser su RAI STORIA.
Pochi minuti dopo, mi arriva un messaggio dell'amico Francesco Berio, radioamatore esperto di storia della telegrafia. Nel messaggio è allegato il pieghevole di un libro di prossima pubblicazione intitolato "Da El Alamein a Marconi" e scritto da Laura Porciani. Dalle spiegazioni di Franscesco capisco che la signora Laura ha raccontato la vicenda del padre, Bruno, fatto prigioniero a El Alamein e imprigionato in un campo di lavoro del Galles, a Wynols Hill. Nel 1944, con i suoi compagni di prigionia Bruno realizzò, utilizzando materiali di recupero, un monumento a Marconi "genio dell'etere". Oggi questo monumento non esiste più, è stato distrutto per lasciar posto a un complesso residenziale, ma qualche testimonianza fotogafica è rimasta ed è in circolazione su Internet.
Intorno a Marconi fioriscono da sempre aneddoti, leggende e una discreta dose di retorica (del resto comprensibile visto il contesto storico da cui hanno origine), ma bisogna sempre pensare all'impatto che l'invenzione della radio ebbe sull'immaginario collettivo di un mondo che aveva da sempre convissuto con gli ostacoli della distanza geografica e della fisicità. Il telegrafo - l'Internet dell'era vittoriana descritta nel libro di Tom Standage - aveva dato una prima spallata. Rimuovendo i fili, Marconi cancellò anche le ultime certezze. Personalmente sono sempre stato sorpreso di come i suoi contemporanei - non solo i suoi colleghi scienziati e imprenditori della radio - seppero assorbire la sua invenzione nella loro quotidianità, appropriandosene. La radio resta una tecnologia estremamente naturale, facile da capire. E' strano, sempre a proposito di libri, che proprio nell'anno del centenario del Nobel a Marconi (e a Ferdinand Braun) non sia stato riproposto la storia raccontata da Erik Larson nel suo "Thunderstuck", apparso in traduzione italiana ("La fabbrica dei lampi") due anni fa presso Mondadori ma a quanto vedo non facile da reperire sul Web. Ho letto l'originale americano tempo fa e ho imparato molte cose che non sapevo del Marconi imprenditore, dei lunghi tentativi di superare l'Atlantico con il "wireless". Larson (qui mentre legge una porzione del suo libro per la NPR) intreccia la storia dell'affermazione commerciale del telegrafo con quella di un famoso caso giudiziario del primo novecento, la cattura di Hawley Harvey Crippen. Inseguito da Scotland Yard che lo sospettava dell'omicidio della moglie a Londra, Crippen fu arrestato mentre cercava di ritornare nella natia America, a bordo di un bastimento, il Montrose, dotato di sala radio. Era il 1910 e tutti capirono quanto fosse irrinunciabile e pratica quella scatola così misteriosa.
Per conoscere gli aspetti puramente tecnici di quei primi anni della radio, non perdetevi l'intervento di Gianfranco Verbana alla serata marconiana organizzata per l'11 dicembre presso la sede ARI Brianza di Lissone, vicino a Monza. Dopo essersi occupato della problematica dell'onda diurna con i due articoli che trovate sul sito Web della sezione, Gianfranco affronterà il tema delle differenze tra gli apparati messi a punto da Marconi e da Braun.
Intorno a Marconi fioriscono da sempre aneddoti, leggende e una discreta dose di retorica (del resto comprensibile visto il contesto storico da cui hanno origine), ma bisogna sempre pensare all'impatto che l'invenzione della radio ebbe sull'immaginario collettivo di un mondo che aveva da sempre convissuto con gli ostacoli della distanza geografica e della fisicità. Il telegrafo - l'Internet dell'era vittoriana descritta nel libro di Tom Standage - aveva dato una prima spallata. Rimuovendo i fili, Marconi cancellò anche le ultime certezze. Personalmente sono sempre stato sorpreso di come i suoi contemporanei - non solo i suoi colleghi scienziati e imprenditori della radio - seppero assorbire la sua invenzione nella loro quotidianità, appropriandosene. La radio resta una tecnologia estremamente naturale, facile da capire. E' strano, sempre a proposito di libri, che proprio nell'anno del centenario del Nobel a Marconi (e a Ferdinand Braun) non sia stato riproposto la storia raccontata da Erik Larson nel suo "Thunderstuck", apparso in traduzione italiana ("La fabbrica dei lampi") due anni fa presso Mondadori ma a quanto vedo non facile da reperire sul Web. Ho letto l'originale americano tempo fa e ho imparato molte cose che non sapevo del Marconi imprenditore, dei lunghi tentativi di superare l'Atlantico con il "wireless". Larson (qui mentre legge una porzione del suo libro per la NPR) intreccia la storia dell'affermazione commerciale del telegrafo con quella di un famoso caso giudiziario del primo novecento, la cattura di Hawley Harvey Crippen. Inseguito da Scotland Yard che lo sospettava dell'omicidio della moglie a Londra, Crippen fu arrestato mentre cercava di ritornare nella natia America, a bordo di un bastimento, il Montrose, dotato di sala radio. Era il 1910 e tutti capirono quanto fosse irrinunciabile e pratica quella scatola così misteriosa.
Per conoscere gli aspetti puramente tecnici di quei primi anni della radio, non perdetevi l'intervento di Gianfranco Verbana alla serata marconiana organizzata per l'11 dicembre presso la sede ARI Brianza di Lissone, vicino a Monza. Dopo essersi occupato della problematica dell'onda diurna con i due articoli che trovate sul sito Web della sezione, Gianfranco affronterà il tema delle differenze tra gli apparati messi a punto da Marconi e da Braun.
2 commenti:
Caro Andrea,
ricordo con quanta ammirazione (venerazione, sarebbe il caso di dire) parlavano di Marconi i miei "vecchi"; ascoltavano la radio quasi con compunzione, come se assistessero a un miracolo.
Ecco alcune piccole cose che sono felice di segnalare a te e ai tuoi lettori:
Alla ricerca di Guglielmo Marconi da Radioscrigno
Storia della radio - E la radio fu (2001) da Radio3 Esercizi di memoria
La radio di Rai International, una storia da Raitalia Rai International
Qui la pagina di Esercizi di memoria da cui è possibile ascoltare alcuni brevi documenti sonori "storici".
mariu
Cara Mariù, grazie come sempre per l'amabilità delle tue segnalazioni.
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