E' un po' di tempo che non parlo del ricevitore SDR made in Italy, il Perseus di Nico Palermo. Forse la mia è una reazione neanche troppo conscia a un situazione di vita che mi impedisce di abbandonare il mare di rumori milanese per ascoltare la radio come si deve. O alle tasche che continuano a suggerirmi di postporre l'acquisto di un Perseus personale.
Ma oggi è il 31 dicembre, tempo di bilanci, e la strada percorsa quest'anno dalla piattaforma tecnologica Perseus nel suo complesso e dalla comunità internazionale dei suoi utenti (a proposito, adesso esiste The Perseus Registry che visualizza geograficamente questa comunità) mi sembra talmente significativa da meritare di fare un po' il punto. Anche perché il primo trimestre del 2010 dovrebbe vedere l'uscita del primo concorrente commerciale del Perseus, nome in codice Excalibur realizzato dall'australiana WinRadio (e non me ne vogliano gli amici dell'unico progetto SDR che finora ha conteso al Perseus il primato di miglior soluzione a conversione diretta, il QuickSilver di Phil Covington, che mantiene tuttora un carattere marcatamente radioamatoriale).
Nelle ultime settimane dell'anno Nico - che continua ad adottare un modello di sviluppo molto accentrato di un software che come l'hardware e la logica cablata del ricevitore sono essenzialmente frutto del suo formidabile ingegno - ha reso disponibile a coronamento del percorso di cui stiamo parlando la versione 2.1h del programma di controllo e demodulazione del Perseus. E' una versione che contiene molte novità una delle quali, i marker registrabili, sta suscitando enorme interesse per i suoi risvolti "analitici". Che cosa sono i marker? Sono marcatori che possono essere impostati - fino a otto - in corrispondenza di una o più frequenze visualizzate nella videata principale del software Perseus. Ciascun marcatore registra il livello, in dBm o in dBµv, del segnale per quella frequenza, con una risoluzione compresa tra 0,03 Hz e 1953,1 Hz. La nuova funzione di registrazione dei marker permette di salvare questi valori in un file che conserverà lo stato degli n marcatori fotografato a intervalli di tempo programmabili per durate comprese tra i 100 millisecondi e i 5 secondi.
Una volta memorizzati questi dati relativi ai livelli dei segnali ricevuti possono essere oggetto di avanzate rielaborazioni statistiche. Si possono per esempio analizzare gli andamenti del fading per identificare meglio la posizione geografica dei trasmettitor, o prevedere le fasce orarie ottimali per una ricezione difficile. Nils Schiffauer ha subito realizzato un paper sull'argomento, "Otto marker che cambiano il DX". Il documento illustrato è disponibile nell'originale tedesco e nella traduzione italiana che ho realizzato, anche per cercare di capire meglio il funzionamento di questo nuovo strumento esclusivo.
Come evolverà la piattaforma Perseus in questo 2010? Avevo posto a Nico la stessa domanda diversi mesi fa e lui mi aveva cortesemente risposto. Forse ho atteso fin troppo a scriverci qualcosa su e mi scuso con lui, ma adesso mi sembra che l'occasione sia perfetta.
Una idea su cui Nico sta lavorando dall'inizio del 2009 riguarda una piattaforma SDR interamente nuova capace di campionare a 400 megasamples al secondo, che potrebbe rendere possibile la realizzazione di un ricevitore stile Perseus ma in grado di coprire uno spettro di ricezione da 0 a 150/170 MHz. Secondo Nico questo potenziale successore di Perseus non sarà molto economico, a causa del costo piuttosto impegnativo della componentistica necessaria (ADC, FPGA, oscilllatori e così via). Ma il progetto è ancora in divenire perché più recentemente Nico si è concentrato molto su una nuova funzionalità che dovrebbe abilitare il software del Perseus al controllo, via Internet, dei ricevitori connessi in rete e naturalmente alla condivisione dell'audio generato in tempo reale. «L'ho chiamata, mi ha scritto Nico, "Perseus Servers Network", una rete di ricevitori visibile da tutti gli utenti che desiderano parteciparvi (mettendo dunque a disposizione degli altri utenti il proprio ricevitore).» Il concetto, prosegue il papà di Perseus, è quello di un social network di ricevitori SDR. Acconsentendo a condividere la risorsa rappresentata dal proprio ricevitore, si ha in cambio l'accesso immediato ai ricevitori degli altri partecipanti alla comunità, il tutto sfruttando le rispettive connessioni (a larga banda, ma neanche tanto) a Internet. «Supponi che sul software di Perseus ci sia un bottone che una volta cliccato apre una finestra in cui appare una lista di ricevitori collegati alla rete, compreso il tuo. Supponi che tu possa accedere al ricevitore di un altro utente sulla rete mentre qualcun altro magari accede al tuo. Se ci sono N utenti in rete, ci sono N ricevitori disponibili.»
Qualche tempo dopo Nico si è sbilanciato con qualche dettaglio tecnico in più su una funzione di condivisione su protocollo IP che per il suo concorrente QuickSilver sono già una realtà, anche se lo scarso numero di ricevitori commercializzati fino a oggi da Covington non consentono di far partire una buona massa critica di nodi. Palermo sostiene di puntare a un concetto di controllo remoto assai più esteso di quello realizzato da Pieter-Tjerk de Boer PA3FWM per il suo ricevitore WebSDR anch'esso controllabile (da un massimo di cento utenti Web simultanei) via Web. L'estensione di remote access del Perseus non supporterà purtroppo le modalità di ricezione DRM o USER defined perché in queste modalità dovrebbero essere condivisi i flussi non ancora demodulati e le risorse di rete assorbite sarebbero enormi. Ma sarà possibile condividere dinamicamente, in tempo reale, sia l'audio demodulato, sia la videata di controllo. Per comprimere l'audio Nico dovrebbe utilizzare un codec compatibile ITU G.727, una codifica ADPCM ottimizzata per il parlato fino a 40 kilobit/sec. Mentre per il display in modalità waterfall/spectrum la compressione video sfrutta - sempre secondo Nico - una tecnica a pacchetti d'onda (wavelet) proposta da una matematica belga che insegna a Princeton, Ingrid Daubechies (questo un articolo "divulgativo" che parla delle sue teorie).
Ci sono attualmente diverse possibilità per controllare via Internet un ricevitore collegato al computer come Perseus. Il programma ShortwaveLog lo include tra i numerosi modelli supportati. Poi ci sono soluzioni software Web based come TeamViewer o come LogMeIn. Ma una eventuale Perseus Server Network avrebbe una marcia in più, perché sarebbe dedicata in modo specifico a una comunità che - malgrado il software del Perseus non sia open source - sta già producendo un buon numero di accessori software e servizi (si può fare riferimento a sito ufficiale di Microtelecom, l'azienda di Nico o a fonti come il blog di Guy Atkins, Five Below o alla sezione SDR del Radio Portal di Willi Passman).
Quello ideato, progettato e fabbricato da Nico Palermo mi sembra ogni giorno che passa un prodotto autenticamente geniale, che ha davanti a sè una strada ancora lunga da percorrere, malgrado le pessime prospettive a lungo termine per l'insieme del broadcasting locale e internazionale sopravvissuto finora sulle onde medie e corte. Finché ci sarà qualcosa da ascolta su queste frequenze, Perseus continuerà a essere uno strumento potentissimo, forse il più raffinato. La cosa più sconcertante è che un prodotto tanto all'avanguardia delle tecnologie digitali non abbia alcun appeal nei confronti di utilizzatori più giovani, ma quest'ultima considerazione è solo la triste ammissione della mia galoppante senilità. Auguri, Nico e grazie.
Ma oggi è il 31 dicembre, tempo di bilanci, e la strada percorsa quest'anno dalla piattaforma tecnologica Perseus nel suo complesso e dalla comunità internazionale dei suoi utenti (a proposito, adesso esiste The Perseus Registry che visualizza geograficamente questa comunità) mi sembra talmente significativa da meritare di fare un po' il punto. Anche perché il primo trimestre del 2010 dovrebbe vedere l'uscita del primo concorrente commerciale del Perseus, nome in codice Excalibur realizzato dall'australiana WinRadio (e non me ne vogliano gli amici dell'unico progetto SDR che finora ha conteso al Perseus il primato di miglior soluzione a conversione diretta, il QuickSilver di Phil Covington, che mantiene tuttora un carattere marcatamente radioamatoriale).
Nelle ultime settimane dell'anno Nico - che continua ad adottare un modello di sviluppo molto accentrato di un software che come l'hardware e la logica cablata del ricevitore sono essenzialmente frutto del suo formidabile ingegno - ha reso disponibile a coronamento del percorso di cui stiamo parlando la versione 2.1h del programma di controllo e demodulazione del Perseus. E' una versione che contiene molte novità una delle quali, i marker registrabili, sta suscitando enorme interesse per i suoi risvolti "analitici". Che cosa sono i marker? Sono marcatori che possono essere impostati - fino a otto - in corrispondenza di una o più frequenze visualizzate nella videata principale del software Perseus. Ciascun marcatore registra il livello, in dBm o in dBµv, del segnale per quella frequenza, con una risoluzione compresa tra 0,03 Hz e 1953,1 Hz. La nuova funzione di registrazione dei marker permette di salvare questi valori in un file che conserverà lo stato degli n marcatori fotografato a intervalli di tempo programmabili per durate comprese tra i 100 millisecondi e i 5 secondi.
Una volta memorizzati questi dati relativi ai livelli dei segnali ricevuti possono essere oggetto di avanzate rielaborazioni statistiche. Si possono per esempio analizzare gli andamenti del fading per identificare meglio la posizione geografica dei trasmettitor, o prevedere le fasce orarie ottimali per una ricezione difficile. Nils Schiffauer ha subito realizzato un paper sull'argomento, "Otto marker che cambiano il DX". Il documento illustrato è disponibile nell'originale tedesco e nella traduzione italiana che ho realizzato, anche per cercare di capire meglio il funzionamento di questo nuovo strumento esclusivo.
Come evolverà la piattaforma Perseus in questo 2010? Avevo posto a Nico la stessa domanda diversi mesi fa e lui mi aveva cortesemente risposto. Forse ho atteso fin troppo a scriverci qualcosa su e mi scuso con lui, ma adesso mi sembra che l'occasione sia perfetta.
Una idea su cui Nico sta lavorando dall'inizio del 2009 riguarda una piattaforma SDR interamente nuova capace di campionare a 400 megasamples al secondo, che potrebbe rendere possibile la realizzazione di un ricevitore stile Perseus ma in grado di coprire uno spettro di ricezione da 0 a 150/170 MHz. Secondo Nico questo potenziale successore di Perseus non sarà molto economico, a causa del costo piuttosto impegnativo della componentistica necessaria (ADC, FPGA, oscilllatori e così via). Ma il progetto è ancora in divenire perché più recentemente Nico si è concentrato molto su una nuova funzionalità che dovrebbe abilitare il software del Perseus al controllo, via Internet, dei ricevitori connessi in rete e naturalmente alla condivisione dell'audio generato in tempo reale. «L'ho chiamata, mi ha scritto Nico, "Perseus Servers Network", una rete di ricevitori visibile da tutti gli utenti che desiderano parteciparvi (mettendo dunque a disposizione degli altri utenti il proprio ricevitore).» Il concetto, prosegue il papà di Perseus, è quello di un social network di ricevitori SDR. Acconsentendo a condividere la risorsa rappresentata dal proprio ricevitore, si ha in cambio l'accesso immediato ai ricevitori degli altri partecipanti alla comunità, il tutto sfruttando le rispettive connessioni (a larga banda, ma neanche tanto) a Internet. «Supponi che sul software di Perseus ci sia un bottone che una volta cliccato apre una finestra in cui appare una lista di ricevitori collegati alla rete, compreso il tuo. Supponi che tu possa accedere al ricevitore di un altro utente sulla rete mentre qualcun altro magari accede al tuo. Se ci sono N utenti in rete, ci sono N ricevitori disponibili.»
Qualche tempo dopo Nico si è sbilanciato con qualche dettaglio tecnico in più su una funzione di condivisione su protocollo IP che per il suo concorrente QuickSilver sono già una realtà, anche se lo scarso numero di ricevitori commercializzati fino a oggi da Covington non consentono di far partire una buona massa critica di nodi. Palermo sostiene di puntare a un concetto di controllo remoto assai più esteso di quello realizzato da Pieter-Tjerk de Boer PA3FWM per il suo ricevitore WebSDR anch'esso controllabile (da un massimo di cento utenti Web simultanei) via Web. L'estensione di remote access del Perseus non supporterà purtroppo le modalità di ricezione DRM o USER defined perché in queste modalità dovrebbero essere condivisi i flussi non ancora demodulati e le risorse di rete assorbite sarebbero enormi. Ma sarà possibile condividere dinamicamente, in tempo reale, sia l'audio demodulato, sia la videata di controllo. Per comprimere l'audio Nico dovrebbe utilizzare un codec compatibile ITU G.727, una codifica ADPCM ottimizzata per il parlato fino a 40 kilobit/sec. Mentre per il display in modalità waterfall/spectrum la compressione video sfrutta - sempre secondo Nico - una tecnica a pacchetti d'onda (wavelet) proposta da una matematica belga che insegna a Princeton, Ingrid Daubechies (questo un articolo "divulgativo" che parla delle sue teorie).
Ci sono attualmente diverse possibilità per controllare via Internet un ricevitore collegato al computer come Perseus. Il programma ShortwaveLog lo include tra i numerosi modelli supportati. Poi ci sono soluzioni software Web based come TeamViewer o come LogMeIn. Ma una eventuale Perseus Server Network avrebbe una marcia in più, perché sarebbe dedicata in modo specifico a una comunità che - malgrado il software del Perseus non sia open source - sta già producendo un buon numero di accessori software e servizi (si può fare riferimento a sito ufficiale di Microtelecom, l'azienda di Nico o a fonti come il blog di Guy Atkins, Five Below o alla sezione SDR del Radio Portal di Willi Passman).
Quello ideato, progettato e fabbricato da Nico Palermo mi sembra ogni giorno che passa un prodotto autenticamente geniale, che ha davanti a sè una strada ancora lunga da percorrere, malgrado le pessime prospettive a lungo termine per l'insieme del broadcasting locale e internazionale sopravvissuto finora sulle onde medie e corte. Finché ci sarà qualcosa da ascolta su queste frequenze, Perseus continuerà a essere uno strumento potentissimo, forse il più raffinato. La cosa più sconcertante è che un prodotto tanto all'avanguardia delle tecnologie digitali non abbia alcun appeal nei confronti di utilizzatori più giovani, ma quest'ultima considerazione è solo la triste ammissione della mia galoppante senilità. Auguri, Nico e grazie.
Nessun commento:
Posta un commento