Fanno riflettere sulla presunta unicità del livello della discussione politica in Italia le reazioni che un questi minuti si susseguono su Twitter dopo che nella notte si è diffusa la notizia dell'ospedalizzazione di Rush Limbaugh, celebre presentatore radiofonico della destra ultraconservatrice negli USA. Limbaugh si trovava nel suo albergo di lusso alle Hawaii quando ha accusato forti dolori al petto ed è stato ricoverato in condizioni che le prime cronache definivano "serie". Poco fa il suo staff ha pubblicato sul sito Web dell'host più amato-odiato della talk radio americana un bollettino in cui si afferma che Limbaugh riposa tranquillamente. A infiammare ulteriormente i toni la coincidenza della presenza sulle isole del presidente Obama e della speaker parlamentare Nancy Pelosi, due dei principali bersagli delle tirate politico-cospirazioniste di Limbaugh (che con una audience misurabile in un paio di decine di ascoltatori ha strappato al circuito radio Clear Channel un accordo per ritrasmettere il suo show fino al 2016 per 400 milioni di dollari).
Immediatamente la twittersfera si è scatenata con post di gusto molto discutibile, alternati dagli insulti di chi è politicamente schierato con Rush. I toni sono del tutto simili a quelli utilizzati dopo il fattaccio del ninnolo in pietra scagliato in faccia al nostro presidente del Consiglio o i contrattacchi di Giornale e Libero. Molti non esitano ad augurarsi che il microfono più virulento del pianeta ci lasci le penne.
Limbaugh e l'intera schiera dei suoi colleghi radiofonici conservatori sono diventati un argomento alquanto controverso in una nazione abituata a un dibattito più educato. Le tecniche sono le stesse che vediamo qui da noi: menando colpi di maglio verbali a più non posso, Limbaugh non fa che lamentarsi per gli insulti ricevuti. E la spirale viziosa continuamente alimentata, non riesce a spezzarsi. Il valore politico di questo ring pugilistico è praticamente nullo (anche sul piano elettorale l'odio seminato via radio non ha dato i frutti sperati), ma quello economico è consistente. Una eventuale messa fuori gioco di Limabugh e tantomeno la sua scomparsa non sarebbero certo auspicabili, perché tipi come lui si alimentano di vittimismo. Ma momenti del genere sono istruttivi perché rivelano in tutto il suo stupido infantilismo una prassi politica che porta solo imbarbarimento e guai.
Immediatamente la twittersfera si è scatenata con post di gusto molto discutibile, alternati dagli insulti di chi è politicamente schierato con Rush. I toni sono del tutto simili a quelli utilizzati dopo il fattaccio del ninnolo in pietra scagliato in faccia al nostro presidente del Consiglio o i contrattacchi di Giornale e Libero. Molti non esitano ad augurarsi che il microfono più virulento del pianeta ci lasci le penne.
Limbaugh e l'intera schiera dei suoi colleghi radiofonici conservatori sono diventati un argomento alquanto controverso in una nazione abituata a un dibattito più educato. Le tecniche sono le stesse che vediamo qui da noi: menando colpi di maglio verbali a più non posso, Limbaugh non fa che lamentarsi per gli insulti ricevuti. E la spirale viziosa continuamente alimentata, non riesce a spezzarsi. Il valore politico di questo ring pugilistico è praticamente nullo (anche sul piano elettorale l'odio seminato via radio non ha dato i frutti sperati), ma quello economico è consistente. Una eventuale messa fuori gioco di Limabugh e tantomeno la sua scomparsa non sarebbero certo auspicabili, perché tipi come lui si alimentano di vittimismo. Ma momenti del genere sono istruttivi perché rivelano in tutto il suo stupido infantilismo una prassi politica che porta solo imbarbarimento e guai.
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