C'è una porzione relativamente piccola dello spettro delle radiofrequenze, appena una ventina di megaHertz compresi tra i 117 e i 138 MHz nella banda delle VHF, che svolge però una funzione vitale per un pezzo altrettanto importante della nostra realtà. E' qui, su queste frequenze, che i piloti civili comunicano con le torri di controllo degli aeroporti e i centri radar che coordinano il traffico dei nostri cieli. Sono comunicazioni a raggio medio-corto, che si svolgono in un vero e proprio network di singoli punti di contatto che si "passano la palla" di ogni singolo volo, commerciale o privato, dal parcheggio dell'aerodromo di partenza fino all'aggancio al finger di quello di arrivo. Su queste stesse frequenze hanno luogo infatti molte comunicazioni terra-terra dei servizi aeroportuali. Senza queti venti megaHertz di banda non esisterebbe il volo civile ed è abbastanza indicativo il fatto che il grosso di queste trasmissioni avviene ancora in fonia, addirittura in modulazione di ampiezza.
Qualche giorno fa l'OFCOM britannico ha reso nota la seconda parte di una consultazione che prepara la strada alla ristrutturazione delle tariffe che gli utenti devono sborsare per utilizzare tali frequenze. La lettura della documentazione allegata è quanto mai istruttiva perché rivela i mecccanismi complessi ma equilibrati attraverso i quali il regolatore nel Regno Unito stabilisce il valore monetario della radio per usi professionali e commerciali. OFCOM propone anche un modo diverso di amministrare le tariffe. Al posto del solito contributo annuale fisso, senza differenziare tra i vari servizi, OFCOM caldeggia l'adozione di un sistema tariffario "incentivante" dove le frequenze più ambite per i servizi più importanti costano di più. Nella documentazione fornita, oltre ai pareri raccolti nel corso di una precedente consultazione in materia, vengono anche chiaramente spiegati i meccanismi del calcolo del valore generato per la connettività. OFCOM applica una varietà di criteri che comprendono la densità demografica nelle diverse aree del paese, il traffico negli aeroporti, la distanza tra un aeroporto e l'altro e le loro caratteristiche, la necessità di evitare interferenze. Il criterio di fondo è che un sistema di tariffe più elevate ma modulate in base alla priorità dei servizi da erogare e alle possibilità di intereferenza reciproca, non solo riesce a generare un valore più consistente (anche per le casse dell'erario) ma finisce per introdurre maggiore equità. OFCOM ritiene infatti che la tariffa troppo bassa induce i player più grandi ad accaparrarsi le risorse a scapito dei più piccoli.
Vi suggerisco la lettura dei documenti scaricabili da questo indirizzo per studiare un esempio di strategia di pricing e gestione dello spettro non broadcast che come sempre mi pare esemplare.
Qualche giorno fa l'OFCOM britannico ha reso nota la seconda parte di una consultazione che prepara la strada alla ristrutturazione delle tariffe che gli utenti devono sborsare per utilizzare tali frequenze. La lettura della documentazione allegata è quanto mai istruttiva perché rivela i mecccanismi complessi ma equilibrati attraverso i quali il regolatore nel Regno Unito stabilisce il valore monetario della radio per usi professionali e commerciali. OFCOM propone anche un modo diverso di amministrare le tariffe. Al posto del solito contributo annuale fisso, senza differenziare tra i vari servizi, OFCOM caldeggia l'adozione di un sistema tariffario "incentivante" dove le frequenze più ambite per i servizi più importanti costano di più. Nella documentazione fornita, oltre ai pareri raccolti nel corso di una precedente consultazione in materia, vengono anche chiaramente spiegati i meccanismi del calcolo del valore generato per la connettività. OFCOM applica una varietà di criteri che comprendono la densità demografica nelle diverse aree del paese, il traffico negli aeroporti, la distanza tra un aeroporto e l'altro e le loro caratteristiche, la necessità di evitare interferenze. Il criterio di fondo è che un sistema di tariffe più elevate ma modulate in base alla priorità dei servizi da erogare e alle possibilità di intereferenza reciproca, non solo riesce a generare un valore più consistente (anche per le casse dell'erario) ma finisce per introdurre maggiore equità. OFCOM ritiene infatti che la tariffa troppo bassa induce i player più grandi ad accaparrarsi le risorse a scapito dei più piccoli.
Vi suggerisco la lettura dei documenti scaricabili da questo indirizzo per studiare un esempio di strategia di pricing e gestione dello spettro non broadcast che come sempre mi pare esemplare.
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