Un altro articolo dell'esperto polacco Jan Bury apparso sull'ultimo numero del trimestrale Cryptologia, aggiunge un'ulteriore tessera al mosaico con cui Bury sta ricostruendo il funzionamento delle operazioni di spionaggio e controspionaggio negli anni della guerra fredda, con una particolare attenzione agli aspetti della trasmissione e ricezione di messaggi cifrati. Dello stesso autore sono apparse altre storie non meno affascinanti ma questa è davvero particolare perché racconta di come i messaggi trasmessi dalle cosiddette number stations sono stati intercettati e decodificati grazie a un'operazione di counterintelligence che aveva permesso di individuare, all'inizio degli anni Sessanta, un cittadino bulgaro che lavorava per i servizi americani.
Il fatto raccontato da Bury emerge da un rapporto che le autorità di Mosca avevano a suo tempo diffuso nelle altre nazioni del Patto di Varsavia, documento fortunosamente scampato alle distruzioni successive alla caduta dei regimi comunisti e che oggi è conservato in Polonia negli archivi dell'Istituto nazionale del ricordo. Nel documento si legge la vicenda del bulgaro Asen Hristov Georgiyev, nato a Sofia nel 1907 e reclutato verso la fine degli anni Cinquanta, mentre svolgeva funzioni diplomatiche negli Stati Uniti, dagli agenti della CIA. Georgiyev fu equipaggiato con inchiostro invisibile per la stesura dei suoi rapporti, con un ricevitore Hammarlund SP600 per la ricezione dei messaggi che avrebbero contenuto le istruzioni e richieste, e coni one time pad necessari per la decodifica dei messaggi stessi.
Georgiyev viene fortunosamente scoperto attraverso le operazioni di sorveglianza dei funzionari dell'ambasciata americana a Sofia e posto a sua volta sotto stretto pedinamento. Le prove per incastrarlo definitivamente quando nella sua abitazione vengono scoperti gli one time pad che rendono possibile la lettura di alcuni messaggi cifrati trasmessi dalla "number station" americana di Atene su una frequenza di 5243 kHz (si tratta di una frequenza del tutto compatibile con quelle ancora oggi utilizzate - si sospetta - per il coordinamento di reti di agenti stranieri). Nel 1963, mentre si trova a Mosca per un congresso aerospaziale, Georgiyev viene arrestato, sottoposto a processo e condannato a morte.
Chi fosse interessanto alla lettura dell'articolo di Bury su Cryptologia lo troverà a questo indirizzo.
Il fatto raccontato da Bury emerge da un rapporto che le autorità di Mosca avevano a suo tempo diffuso nelle altre nazioni del Patto di Varsavia, documento fortunosamente scampato alle distruzioni successive alla caduta dei regimi comunisti e che oggi è conservato in Polonia negli archivi dell'Istituto nazionale del ricordo. Nel documento si legge la vicenda del bulgaro Asen Hristov Georgiyev, nato a Sofia nel 1907 e reclutato verso la fine degli anni Cinquanta, mentre svolgeva funzioni diplomatiche negli Stati Uniti, dagli agenti della CIA. Georgiyev fu equipaggiato con inchiostro invisibile per la stesura dei suoi rapporti, con un ricevitore Hammarlund SP600 per la ricezione dei messaggi che avrebbero contenuto le istruzioni e richieste, e coni one time pad necessari per la decodifica dei messaggi stessi.
Georgiyev viene fortunosamente scoperto attraverso le operazioni di sorveglianza dei funzionari dell'ambasciata americana a Sofia e posto a sua volta sotto stretto pedinamento. Le prove per incastrarlo definitivamente quando nella sua abitazione vengono scoperti gli one time pad che rendono possibile la lettura di alcuni messaggi cifrati trasmessi dalla "number station" americana di Atene su una frequenza di 5243 kHz (si tratta di una frequenza del tutto compatibile con quelle ancora oggi utilizzate - si sospetta - per il coordinamento di reti di agenti stranieri). Nel 1963, mentre si trova a Mosca per un congresso aerospaziale, Georgiyev viene arrestato, sottoposto a processo e condannato a morte.
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