In questi giorni è stato celebrato il 40esimo anniversario di una trasmissione radiofonica molto importante per la crescita del mezzo. Era il 1969 quando su idea di Adriano Magli, il giornalista Franco Moccagatta, con Federica Taddei e Gianni Boncompagni, con Chiamate Roma 3131 aprirono per la prima volta gli altoparlanti di una radio molto unidirezionale ai microfoni nel telefono degli ascoltatori. Mica tutti lo avevano, il telefono in casa, quarant'anni fa, la Sip ci metteva mesi a portare un semplice cavetto in rame; e chiamare in teleselezione, con il prefisso 06, si sarebbe potuto fare solo a partire dall'anno successivo. Intervenire alla radio diventò una passione collettiva e qualche anno dopo, mentre 3131 conquistava la diretta, le radio private seppero far tesoro di quella prima esperienza.
Sulla storia di 3131 Raffaele Vincenti, in collaborazione con Teche RAI ha scritto un libro "La prima volta del telefono", presentato tre giorni fa a Roma.
Su questo pezzo d'archivio del Corriere trovate la cronaca dell'addio definitivo al programma, nel 2001, tra le polemiche suscitate dalla conduzione di Pierluigi Diaco. Ricordo ancora la voce di Franco Moccagatta. E soprattutto ricordo l'atteggiamento di Diaco. Che volete farci, i tempi cambiano. Con 3131, l'Italia mediatica imparò purtroppo a piangersi addosso in pubblico, deprecabile abitudine che ci siamo trainati fino alle attuali "piazze" televisive, ma quel canale di ritorno, quella prima forma di interattività, è ancora uno strumento formidabile.
Sulla storia di 3131 Raffaele Vincenti, in collaborazione con Teche RAI ha scritto un libro "La prima volta del telefono", presentato tre giorni fa a Roma.
Su questo pezzo d'archivio del Corriere trovate la cronaca dell'addio definitivo al programma, nel 2001, tra le polemiche suscitate dalla conduzione di Pierluigi Diaco. Ricordo ancora la voce di Franco Moccagatta. E soprattutto ricordo l'atteggiamento di Diaco. Che volete farci, i tempi cambiano. Con 3131, l'Italia mediatica imparò purtroppo a piangersi addosso in pubblico, deprecabile abitudine che ci siamo trainati fino alle attuali "piazze" televisive, ma quel canale di ritorno, quella prima forma di interattività, è ancora uno strumento formidabile.
Rai/ Presentato il libro 'La prima volta del telefono'
La storia del programma 'Chiamate Roma 3131' dal 1969 al 1995
Roma, 2 feb. (Apcom) - Presentato questa mattina il libro 'La prima volta del telefono. La storia del 3131 dal 1969 al 1995' di Raffaele Vincenti, edito da Teche Rai. "Tre anni di lavoro dell'autore e di ricerca in archivio - ha detto oggi il direttore di Rai Teche Barbara Scaramucci - hanno portato al racconto e alla testimonianza di una trasmissione radiofonica della Rai che ha fatto epoca e di cui si festeggia il quarantennale".
Grande l'affluenza alla conferenza, a cui hanno partecipato tutti coloro che si sono succeduti alla conduzione o come registi o come filtri nel programma che ha fatto diventare, attraverso il telefono, il pubblico protagonista. "E' come parlare della prima volta che l'uomo ha volato - ha raccontato Sergio Valzania, direttore di Rai Radio 2 - quando si parla di 3131, era questo il sapore della sua nascita. L'impatto spaventoso che qualcuno da fuori potesse entrare nella radio attraverso il telefono è stato incredibile. Io ho condotto il programma per un paio di settimane e ne sono orgoglioso".
Commosso l'autore del libro, Raffaele Vincenti. "Ho recuperato mille trasmissioni - ha spiegato Vincenti - c'è chi me ne ha date 50, chi me ne ha data una. Ho scovato i primi redattori, le scalette delle trasmissioni, i ritagli di giornale. Ma la vera novità del libro è il cd che contiene testimonianze audio, video e fotografie. Ho registrato i ricordi che tanti avevano su questa trasmissione fondata sul dialogo, in cui l'ascoltatore aveva quasi la stessa titolarità del conduttore. E nel cd c'è anche un documento eccezionale di Adriano Magli, ideatore di Chiamate Roma 3131, che andò in onda per la prima volta il 7 gennaio 1969 con Federica Taddei, Gianni Boncompagni e Franco Moccagatta".
Alla conferenza è intervenuto anche Michele Mirabella. "La radio, utilizzando il telefono - ha raccontato Mirabella - è diventata più ricca, è diventata raggiungibile da un pubblico attivo, peccato che si è snaturata quando in tutto il palinsesto è prevalsa la diretta telefonica. Magli ha intuito che la telefonata in radio, senza immagini, avrebbe messo l'ascoltatore in una condizione di parità. E quel quindicennio iniziale e fortunatissimo della trasmissione ha segnato il costume del Paese".
Presente anche Luciano Rispoli, che con Magli creò 'Chiamate Roma 3131'. "Io ho solo il merito di aver inventato la trasmissione - ha commentato Rispoli - avevo saputo che in Francia c'era un programma radiofonico in cui si interveniva telefonicamente su temi sessuali, lo proposi. Mi diedero 40 minuti ogni mattina, ricordo che dissi ai tre conduttori di dimenticare di avere un'identità e di essere uno strumento al servizio del pubblico: lo fecero ed ebbero successo".
Nel '66 la radio, dopo 10 anni di televisione, era in uno stato di minorità tremenda, ha spiegato lo storico di radio e televisione Franco Monteleone. "L'idea di dare voce alla popolazione italiana - ha proseguito Monteleone - all'opinione pubblica fu vincente. Fu un momento di straordinaria vitalità della radio. Gli italiani erano abituati alla radio istituzionale del dopoguerra, a quella del fascismo, a quella della democrazia cristiana. La radio con 3131 diventa partecipativa".
Il programma cambiò successivamente nome, chiamandosi 'Sala F', grazie alla femminista Lidia Motta, che sceglieva per il programma quattro laureate che riteneva brillanti. Tra queste ci fu Barbara Palombelli. "Io non fui scelta tra quelle quattro - ha raccontato la Palombelli - però una delle quattro rinunciò. Io ero appena rientrata dal funerale di mio padre, ero sotto la doccia e squillò il telefono. Stavo quasi per non rispondere, ma poi corsi al telefono e mi stavano chiamando per 'Sala F'".
E' intervenuto alla conferenza anche il Presidente della Rai Carlo Petruccioli, che ha risposto alla provocazione di Mirabella, che gli faceva notare come in passato per condurre i programmi si andavano a pescare i laureati migliori e ora si scelgano i passanti, dicendo che "nel neorealismo si prediligeva la gente di strada". Petruccioli ha aggiunto anche che per il nuovo programma Rai 'Buongiorno regione' gli addetti ai lavori sono stati selezionati nelle università. "Ieri in un programma - ha ribattuto Mirabella - ho sentito dire ad un conduttore di cui non faccio il nome 'Scusate ma devo banalizzare sennò a casa non arriva'. Questo per me è un passante".
Significativo anche l'intervento di Giorgio Simonelli. "Il 3131 è stao per la radio quello che 'Portobello' è stato per la televisione: il contenitore di tutti gli stili che sono venuti dopo. Il 3131 - ha spiegato Simonelli - ha accompagnato tante trasformazioni della nostra società, come quella che ha visto la donna inserirsi sempre di più nel lavoro. Il 3131 segna la data di nascita della radio moderna". Un mondo che non è più riproducibile secondo Paolo Taggi. "Io conducevo il 3131 della notte - ha ricordato Taggi - ogni volta ascoltavo delle microstorie, le persone telefonavano e raccontavano quello che accadeva loro in quel momento, era un mondo bellissimo, ma che non c'è più".
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