Stavo leggendo ieri con molto interesse i vari commenti che Massimo Lualdi e gli amici di Newsline stanno pubblicando a proposito delle difficoltà del digitale televisivo terrestre e della strana situazione che si sta creando con il lancio della piattaforma satellitare Tivù, la joint venture tra Rai, Mediaset (loro la joint venture ce l'avevano già sull'analogico) e La7 per la ritrasmissione via satellite dei programmi del DTT, in concorrenza all'offerta pay di Sky.
In questo quadro già abbastanza intricato sono entrati anche dei possibili terzo e quarto incomodi. La televisione ricevibile sul telefonino con standard DVB-H proposta da 3 Italia per ora non sembra aver avuto un impatto così esteso ma questo non ha impedito a 3 insieme a RAI, Eutelsat e Alcatel-Lucent come fornitore tecnologico, la sperimentazione - in corso a Torino - del sistema DVB-SH, uno standard che permette di utilizzare il DVB in versione "handheld" anche per segnali diffusi dal satellite.
In un periodo di scarsa propensione alla spesa, i consumatori italiani (che in alcune ragioni hanno già visto spegnersi, tra mille problemi, i segnali televisivi analogici), hanno o avranno dunque la possibilità di ricevere programmi free e pay attraverso DVB-T, DVB-S, DVB-H e DVB-SH, con un simpatico moltiplicarsi di infrastrutture molto belle ed evolute sul piano tecnologico ma costose e complesse su quello della gestione e soprattutto dell'accessibilità. E che oltretutto pongono una seria questione su quelli che saranno, alla fine dello switchoff analogico, i reali spazi occupati dagli operatori minori, i contenuti locali o autoprodotti. Sempre di più la televisione (e i canali di radio digitale che il DVB trasporta), appare una materia per pochi intimi, tutti molto ricchi e molto, molto potenti politicamente. Anzi, i più potenti in assoluto (e lo si capisce dall'ipocrisia che mettono nel denunciare a ogni pié sospinto i presunti "poteri forti").
Il comunicato che segue mi è appena arrivato dall'ufficio stampa di Alcatel Lucent. E' già datato Barcellona, dove si apre in questi giorni il Mobile World Congress (è la prima volta nella storia di questo evento che non ci sarò e non mi dispiace troppo), e parla dei primi risultati della sperimentazione DVB-SH in Italia. Tra poco, afferma il comunicato, con il lancio del satellite Eutelsat W2A, partirà un'altra joint venture, Solaris, che vede schierati i due maggiori operatori satellitare europei, SES Astra e la stessa Eutelsat per l'offerta di servizi satellitari broadband in banda-S (da 2 a 4 GHz). Se aggiungete la coincidenza dell'asta che il prossimo 23 febbraio potrebbe concludersi con l'acquisizione da parte di SES Astra delle infrastrutture della fallimentare Worldspace, da tempo candidata all'offerta di contenuti di radio digitale in Italia e nel resto d'Europa, l'evoluzione del quadro radiotelevisivo digitale diventa ancora più difficile da prevedere. L'unica variabile per il momento sicura è proprio la crisi. Quasi tutti i nomi dei fornitori citati sono grandi, potenti e indebitati e i modelli di business free e pay sono entrambi minacciati: il primo dal crollo degli introiti pubblicitari, il secondo dalla svuotamento delle nostre tasche. Benvenuti nel pianeta del broadcasting digitale, amici radiotelespettatori. Il pianeta papalla?
In questo quadro già abbastanza intricato sono entrati anche dei possibili terzo e quarto incomodi. La televisione ricevibile sul telefonino con standard DVB-H proposta da 3 Italia per ora non sembra aver avuto un impatto così esteso ma questo non ha impedito a 3 insieme a RAI, Eutelsat e Alcatel-Lucent come fornitore tecnologico, la sperimentazione - in corso a Torino - del sistema DVB-SH, uno standard che permette di utilizzare il DVB in versione "handheld" anche per segnali diffusi dal satellite.
In un periodo di scarsa propensione alla spesa, i consumatori italiani (che in alcune ragioni hanno già visto spegnersi, tra mille problemi, i segnali televisivi analogici), hanno o avranno dunque la possibilità di ricevere programmi free e pay attraverso DVB-T, DVB-S, DVB-H e DVB-SH, con un simpatico moltiplicarsi di infrastrutture molto belle ed evolute sul piano tecnologico ma costose e complesse su quello della gestione e soprattutto dell'accessibilità. E che oltretutto pongono una seria questione su quelli che saranno, alla fine dello switchoff analogico, i reali spazi occupati dagli operatori minori, i contenuti locali o autoprodotti. Sempre di più la televisione (e i canali di radio digitale che il DVB trasporta), appare una materia per pochi intimi, tutti molto ricchi e molto, molto potenti politicamente. Anzi, i più potenti in assoluto (e lo si capisce dall'ipocrisia che mettono nel denunciare a ogni pié sospinto i presunti "poteri forti").
Il comunicato che segue mi è appena arrivato dall'ufficio stampa di Alcatel Lucent. E' già datato Barcellona, dove si apre in questi giorni il Mobile World Congress (è la prima volta nella storia di questo evento che non ci sarò e non mi dispiace troppo), e parla dei primi risultati della sperimentazione DVB-SH in Italia. Tra poco, afferma il comunicato, con il lancio del satellite Eutelsat W2A, partirà un'altra joint venture, Solaris, che vede schierati i due maggiori operatori satellitare europei, SES Astra e la stessa Eutelsat per l'offerta di servizi satellitari broadband in banda-S (da 2 a 4 GHz). Se aggiungete la coincidenza dell'asta che il prossimo 23 febbraio potrebbe concludersi con l'acquisizione da parte di SES Astra delle infrastrutture della fallimentare Worldspace, da tempo candidata all'offerta di contenuti di radio digitale in Italia e nel resto d'Europa, l'evoluzione del quadro radiotelevisivo digitale diventa ancora più difficile da prevedere. L'unica variabile per il momento sicura è proprio la crisi. Quasi tutti i nomi dei fornitori citati sono grandi, potenti e indebitati e i modelli di business free e pay sono entrambi minacciati: il primo dal crollo degli introiti pubblicitari, il secondo dalla svuotamento delle nostre tasche. Benvenuti nel pianeta del broadcasting digitale, amici radiotelespettatori. Il pianeta papalla?
La sperimentazione DVB-SH condotta da RAI, 3 Italia, Alcatel-Lucent e Eutelsat ha permesso una perfetta combinazione di reti satellitari e terrestri per la TV mobile
Mobile World Congress, Barcellona, 16 febbraio 2009 — La prima sperimentazione DVB-SH avviata a Torino da RAI, 3 Italia, Alcatel-Lucent e Eutelsat ha dato risultati eccellenti. E’ stata dimostrata l’elevata qualità di ricezione del nuovo sistema di Mobile TV su telefonini commerciali. Questa soluzione, quando sarà pienamente operativa, permetterà di ricevere la TV mobile sia da reti terrestri che da satellite.
La sperimentazione è curata dalla Direzione Strategie Tecnologiche RAI tramite il Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica e da 3 Italia, il primo operatore al mondo a fornire un servizio commerciale di TV mobile su tecnologia DVB-H. Gli apparati di trasmissione e l’integrazione di rete sono forniti da Alcatel-Lucent. Eutelsat ha fornito la capacità satellitare per la distribuzione dei contenuti e la stazione di up-link.
Nel test effettuato a Torino si sono dimostrati i vantaggi di una rete terrestre a più livelli che integra i trasmettitori a bassa potenza propri degli operatori mobili e quelli a media potenza tipici del broadcasting. L’eccellente copertura radio è infatti stata ottenuta grazie al contributo congiunto della diffusione dai siti RAI e di 3 Italia: i primi assicurano la copertura outdoor e sui veicoli in movimento, i secondi offrono la copertura indoor nel centro della città.
In questa prima fase la sperimentazione ha potuto confermare sul campo la capacità della tecnologia DVB-SH di conseguire l’integrazione tra reti terrestri televisive e reti di telefonia mobile di terza generazione per fornire canali di televisione mobile di alta qualità in diverse condizioni di utilizzo.
Nella seconda fase della sperimentazione, dopo il lancio (marzo 2009) del satellite Eutelsat W2A, che consentirà un servizio in Banda-S operato da Solaris (joint venture tra Eutelsat e SES Astra), sarà possibile dimostrare in situazioni reali tutte le caratteristiche dei servizi DVB-SH basate su reti terrestri e satellitari. Sarà previsto anche l’avvio di un panel di utenti con apparati palmari e veicolari commerciali DVB-SH. Inoltre, saranno anche attivati impianti di trasmissione terrestri DVB-SH di alta-potenza.
Il direttore generale della RAI, Claudio Cappon, ha dichiarato “l’impegno in questa sperimentazione conferma l’attenzione della RAI a fornire servizi sempre più avanzati per la distribuzione dei contenuti ai propri abbonati”.
Luigi Rocchi, direttore Strategie Tecnologiche RAI, ha sottolineato l’importanza della sperimentazione delle nuove tecnologie da parte del Servizio Pubblico, per l’introduzione di nuovi servizi agli utenti, per la promozione della cultura dell’innovazione e per lo sviluppo del Sistema Paese.
Antonella Ambriola, Chief Technical Officer di 3 Italia, ha affermato: "Il contributo fornito da 3 Italia al trial DVB-SH, per la cui realizzazione abbiamo messo a disposizione la nostra expertise di operatore televisivo digitale leader nel "mobile", ha confermato ancora una volta 3 Italia come azienda orientata all'innovazione e alla leadership tecnologica".
Oliver Coste, presidente delle attività di mobile broadcasting di Alcatel-Lucent si è detto molto soddisfatto dei primi risultati della sperimentazione che “hanno chiaramente confermato le capacità dello standard DVB-SH di estendere ed ottimizzare la qualità del servizio fruito dai clienti di mobile-TV in Italia”.
Giuliano Berretta, presidente e A.D. di Eutelsat, ha dichiarato: “L’arrivo del satellite Eutelsat W2A apre una nuova era per i servizi mobili via satellite dove per la prima volta in Europa le infrastrutture satellitari e terrestri opereranno insieme per avviare un nuovo mercato per la fornitura di servizi mobili per uso personale e a bordo dei veicoli”.
Cosa è il DVB-SH
Il DVB-SH (Digital Video Broadcasting – Satellite services to Handheld) è una evoluzione del DVB-H terrestre. Esso fornisce un’elevata efficienza nell’uso delle frequenze e consente l’integrazione tra satellite e reti terrestri. Sofisticate tecniche di codifica e di ricezione attribuiscono al DVB-SH ottime prestazioni radio per la ricezione mobile, sia all’aperto che indoor. Lo standard DVB-SH è stato pubblicato a marzo 2008 dall’ETSI, l’European Telecommunications Standard Institute
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