28 ottobre 2008

Gli amici della radio


E' stato un bel fine settimana quello che si è concluso ieri con il convegno alla Fortezza di Firenze e il ritorno in autostrada passato a discutere, tanto per cambiare, di radio e contenuti radiofonici. Uno di quegli stacchi che in questi mesi difficili e affannosi uno vorrebbe, forse dovrebbe concedersi più spesso.
Sabato siamo riusciti a concederci un doppio regalo, noi vecchi amici della radio. Uno stacco e una riunione, una trasferta di antenne, ascolti, panigacci e qualche bicchiere (neanche tanti, forse siamo invecchiati davvero) nell'amata e ahimé troppo trascurata Liguria. Anche questa è un'alchimia preziosa che non riesce quasi mai: l'incontro tra i ragazzi dei segnali radio impossibili, gli irriducibili dell'hobby più bello del mondo.
Radiofonicamente e anagraficamente siamo nati tutti più o meno negli stessi anni, negli stessi anni abbiamo scoperto il fascino dell'ascolto a distanza, abbiamo coltivato l'amicizia con le lettere e i notiziari ciclostilati o fotocopiati "in proprio" (come si precisava, chissà perché, allora, come se ci fossero dei dubbi al proposito).
Uniti nella distanza lo siamo sempre stati, non solo radiofonicamente. Persone sparse in diverse città e regioni, non sempre capaci di conciliare la famiglia, il lavoro, gli ascolti e i maledetti rumori che ci stanno togliende il piacere. Internet, al posta elettronica sono una bella risorsa, ti permettono di essere in contatto costante. Ma le rare volte che ci si riesce a incontrare, è un'altra cosa.
Sabato ci siamo incontrati, con Rocco, il padrone di casa della DX location di L'Ago e con Aldo, Enrico, Fabrizio e Giamp. Abbiamo montato dei fili per ascoltare, cazzeggiato nelle trattorie e anche ascoltato qualcosa, non troppo (ci sono ancora delle tracce da riascoltare con i software di Perseus) ma è sempre un grande piacere rimettersi in testa la cuffia e commutare sul lato giusto della K9. E forse abbiamo anche ripensato a questi trenta, trentacinque anni, alle cose che cambiano in meglio o in peggio. A quelle che sono rimaste uguali.
Se vi va ho messo su Flickr gli scatti senza troppe pretese del mio telefonino. Mi piacerebbe dedicarle a Chris, con la speranza che quella famosa deviazione sia ormai quasi alle spalle e che nelle prossime foto ci sia anche lui.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

200 foto e nessuno che sorride...che hobby triste, che praticate!

Andrea Lawendel ha detto...

Caro anonimo commentatore, anche tu non scherzi, quanto a mestizia... Dove sono i tuoi ilari compagni di gozzoviglie, questa sera? Influenza perniciosa?

Anonimo ha detto...

A voler essere pignoli, di sorrisi se ne vedono ... almeno due, (fotografia inserita nel post)...
Ciao a tutti quelli che sanno vedere e ... ascoltare :) :) :)
mariu

Andrea Lawendel ha detto...

Grazie. Forse sono un po' più di due. Essere sorpresi a montare un'antenna nell'orto dei pomodori con il sorrisino un po' ebete richiesto dalle pose fotografiche può dare del resto un'impressione anche peggiore. E' meglio correre il rischio di apparire più tristi ma meno stupidi? Non si può in ogni caso concludere che la tristezza, o la stupidità, siano insite nell'hobby praticato e non nel praticante.

Anonimo ha detto...

Ciao, sono Sergio dal Malawi, interessante argomento quello dei sorrisi. Quando ho cominciato, nel sessantasette, c'era la guerra del Vietnam, la Cina e Radio Mosca ne facevano una contro la BBC e la VOA, da allora abbiamo ascoltato abbastanza di tutto.
Testimoni di cambiamenti sociali , politici e personali (si invecchia tutti), quelli della mia generazione hanno assistito a diversi cambiamenti e sinceramente le occasioni per farsi una bella risata non sono molte; forse se vedessi il nostro "amato" Presidente del Consiglio giocare a basket con gli Arlem Globe Trotter potrei veramente scompisciarmi dalle risate, diversamente...
Direi che questo hobby ha molto a che vedere con la degustazione , solo quando trovi quella stazione particolare sale alle papille un buoquet particolare, la soddisfazione è grande e un sorriso ci scappa.
Sicuramente nella maggior parte dei casi è una passione solitaria, e ,senza essere un onanista... con me ci sto bene.