14 luglio 2008

Ben arrivato iPhone 3G, addio digital radio

Oggi Newsline riprendeva il tema del futuro incerto della radio digitale in uno scenario dominato dalle notizie su un Apple IPhone che può essere utilizzato - magari con una applicazione come "Tuner" di Null River (per seguire il link dovete avere iTunes), per ascoltare migliaia di stazioni attraverso l'infrastruttura cellulare.
Come sapete io ne sto parlando fin dall'epoca meno sospetta, cioè ben prima che fosse annunciato iPhones, così avevo pensato di non aggiungere altro in questi giorni (a proposito, voi l'avete comperato?). Ma ora il sito della CBS ha pubblicato un intervento dello stesso tenore e non posso fare a meno di riportarlo. Accidenti, se perfino i broadcaster - dopo essersi bevuti per anni la "necessità" di "aggiornare" la radio alle modulazioni digitali e aver investito milioni in adeguamenti di cui si è accorto si e no lo 0,1% del pubblico - hanno capito che il futuro si chiama IP e non DAB o peggio ancora DRM, vuol dire che ci siamo proprio. Pensate che dall'11 luglio a oggi il nuovo iPhone ha venduto un milione di pezzi, cinque volte di più che tutte gli apparecchi HD Radio negli ultimi tre anni (senza contare che in IBOC uno può ascoltare al massimo due o tre stazioni della sua città, non qualche decina di migliaia).
Tra l'altro la CBS oltre a Pandora e AOL Radio (tutte cose che i miei lettori conoscono), cita anche il nuovo Tuner di Null River (talmente nuovo che il sito Web non dice nulla) acquistabile sull'iTunes Store, che invece offre già questa app per 5 dollari. Internet pullula di applicazioni per la scelta di stazioni radio online e la condivisione di streaming confezionati a partire dalle proprie playlist. E ora che Internet si sta facendo mobile per davvero... In calce all'articolo che qui vi accludo, trovate il link a un podcast in cui l'autore della corrispondenza per CBS, Larry Magid, riferisce del suo tour in macchina nella Silicon Valley, all'ascolto dell'iPhone al posto dell'autoradio!
Insomma, tariffe permettendo siamo davvero sull'orlo della rivoluzione di cui parla il pleonastico titolo scelto dalla grande catena radiotelevisiva: "iPhone rivoluzionerà la radio?" Domanda retorica immagino...

Can The New iPhone Revolutionize Radio?

Technology Guru Larry Magid Explores The Possibilities Of Free Or Cheap Web Radio Software

(CBS) The new Apple 3G iPhone has received a lot of attention, but the more important story isn't the new hardware, but Apple's application store and the many programs that run on the new phone.
Thanks to a few of those programs there's an even larger story - the iPhone may fundamentally change the way people listen to the radio when they're in their cars or otherwise on the go.
Two free applications for the iPhone and iPod Touch, and another program that costs only $4.99, make it possible to listen to live radio on the iPhone from anywhere, including a moving car.
Unlike those pre-TV days when families sat around a big radio console in the living room, a lot of people now listen to radio mainly when they're on the move. Internet radio has been around for more than a decade, car radios were introduced in the 1930's and portable transistor radios became available in the 1950s.
Until now, live radio pretty much meant listening to a broadcast station with transmitters relatively nearby. But with the iPhone you can listen to stations from around the world, including some that broadcast only on the Internet and don't even have transmitters.
Over time, this could be as disruptive to the radio broadcast industry as the Web has been to print. That's not to say that major broadcast organizations (including CBS, which owns CBSNews.com and for which I serve as technology consultant) can't survive in the age of mobile Internet radio, but it does mean they will face competition from new players, including startups operating from peoples' spare rooms.
There are at least three "live radio" software applications available, not only for the new iPhone, but for the older iPhone and the iPod Touch that have been updated with Apple's new 2.0 software (free for iPhone users and $10 for iPod Touch users). Two of the programs: AOL Radio and Pandora are free while Tuner costs $4.99.
AOL Radio "Powered by CBS Radio" allows you to listen to more than 150 CBS music, news, talk and sports stations across the United States, as well as customized stations created specifically for online listening. By default, it uses the iPhone or iPod Touch's location awareness capabilities to play stations in your area, but you can also use it for out-of-town stations.

Podcast: Larry Magid and San Jose Mercury News reporter Troy Wolverton use the new iPhone to listen to live radio from New York and Jamaica as they drive around Silicon Valley, Calif.

Pandora doesn't carry broadcast stations but allows users to create their own music programming by selecting their favorite artists or genres. It's a very creative concept that can result in programming that is highly customized yet, unlike listening to your own MP3 files, still gives you the serendipity of not knowing which song will come next.
The other program, called Tuner, lets you select from thousands of Internet stations around world or type in the URL of any station that may not be included in its rather exhaustive list.
Assuming you have a good Internet connection, the sound quality from any of these programs is generally quite good.
With San Jose Mercury News technology reporter Troy Wolverton at the wheel, I plugged the iPhone into the auxiliary jack of his car radio while we drove around the San Jose, Calif. area listening to WCBS Newsradio from New York, a radio station from Kingston, Jamaica and a customized channel through Pandora.
Even at 66 miles an hour on U.S. Highway 101, the sound was better than what you'd expect from a clear FM signal. I also tuned into my local KCBS news station where the sound quality was definitely better than the station's terrestrial AM signal.
The iPhone isn't the first device to bring Internet radio to people on the go. There is streaming radio software for Windows Mobile, Palm and Blackberry, but they haven't received widespread recognition.
Given the iPhone's popularity and the fact that you can get these stations free with the AT&T data plan, I expect this to become one of the more popular uses for the iPhone, especially for people who commute by car. And, unless car radio manufacturers and automakers have their heads in the sand, I wouldn't be surprised to see similar technology built into car audio systems.
If this does catch on, it could be incredibly disruptive to both the terrestrial and the relatively new satellite radio industries. With the Internet, stations no longer need transmitters, satellites or hard-to-get-FCC licenses to broadcast to mobile listeners.
Startups can now compete with major broadcast companies. Of course, having a delivery vehicle doesn't mean you have a good product or the ability to market it well but, as we've discovered with blogs and podcasts, new media technologies do enable some creative new players to succeed while giving incumbent players - including CBS and other broadcasters - the opportunity to take advantage of new distribution systems.
Either way you look at it, the landscape will change.

8 commenti:

Unknown ha detto...

Da qualche mese uso il mio IPhone come walkman, mentre vado a correre di mattina presto, qui in Brasile dove vivo. Lo so, è un po' snob, ma a quell'ora devo avere il cellulare acceso e la soluzione è ideale: se qualcuno chiama, lo sento subito negli auricolari.
Ascolto normalmente podcast americani, disponibili via Flytunes o Stitcher via rete Edge (ho un pacchetto di 1G al mese a buon mercato e non riesco mai a consumarlo tutto), con notizie e commenti. Ovviamente posso anche passare all'Ipod e ascoltare le mie canzoni.
La radio digitale tutta in IP sarebbe un sogno, sperando che ci lascino quella esistente in analogico. Non ho ancora avuto esperienze di stream veri e propri con IPhone (le utilities esistenti sui modelli di prima generazione funzionano maluccio) e aspetto con ansia l'upgrade a 2.0 per testare i nuovi programmi. Se funzionano bene (e le reti reggono) mi troverò d'accordo con Andrea: Iboc e Drm vari possono andare al macero.

Anonimo ha detto...

D'accordo al 100%... i podcasters italiani indipendenti credono nella rivoluzione dei contenuti audio su IP. Gunp.it, la directory degli indipendenti, implementa già una interfaccia web ottimizzata per safari su iPhone che rende il telefono Apple una radio digitale in tutto e per tutto.

Anonimo ha detto...

Io invece a questo ci credo molto poco, per motivi sia economici
(questi giocattoli IP sono costosi, sia per l'acquisto che per l'utilizzo)
che "antropologici": per la gente che la radio l'ascolta davvero, cioe'
mia madre e il mio barbiere, vale "radio=scatolotto con l'antenna", loro
internet e iphone sanno a malapena cosa siano e di sicuro non gliene
puo' importare di meno di entrambi, l'unica evoluzione tecnologica
possibile per loro e' quella che non cambia per nulla la modalita'
di fruizione, cioe' la radio digitale.
Ad un recente convegno, Adil Mina, di ritorno dalla Cina, ha detto che
la' ci sono almeno tre gruppi indipendenti che stanno sviluppando
una "inexpensive" radio digitale, basta che uno solo abbia successo perche'
tutti questi discorsi sulla radio IP finiscano sepolti sotto
una valanga di radioline cinesi. Che cosa finira' davvero
al macero e' ancora quindi tutto da vedere.
E non mi lascerei impressionare dalle file per l'iphone, e' solo moda, vi siete gia'
dimenticati le file per quella fetecchia di Windows95 ? :-)

Andrea Lawendel ha detto...

Maurizio, se lo conosco un poco, c'è il direttore di un grande quotidiano italiano che ti assumerebbe subito come caposervizio per le tecnologie. Manda un curriculum!

Andrea Lawendel ha detto...

La mia era una battuta ovviamente, riferita a sua volta a una osservazione - di quel noto personaggio - sulle scarse prospettive di Internet come "moda passeggera". Dire oggi che non ci dobbiamo fare impressionare dalle mode è un po' anacronistico.
Io non ho una posizione del tutto chiusa alle giuste istanze della radio digitale. Dico solo che se l'obiezione parte da quello che ha detto Adil Mina "a un recente convegno", forse le basi dell'argomento anti-IP sono più fragili del consigliabile. Mina è il capo del consorzio DRM e quello che quei signori vanno ripetendo da anni è stato reiterato ad infinitum nel corso di mille convegni. A ogni convegno il DRM annuncia che in Cina (o in India, o in Malesia, o in Corea), stanno sviluppando un rivoluzionario concept di radio digitale a 5 dollari. Nel frattempo, si fanno numeri veri, consistenti, con la radio (soprattutto analogica) ascoltata con i telefonini, che in India e Cina vanno per la maggiore. Discutevo tempo fa con il rappresentante di una società svedese che lavora con la piattaforma AD Blackfin. La stessa che doveva essere alla base di nuovi ricevitori DRM mai visti sul mercato. E la responsabilità di quei progetti ricadeva sui rappresentanti di AD in India. Mai visto niente. Nel frattempo un costruttore come Sony Ericcson inonda il mercato con modelli di cellulare dotati di radio FM che, questi sì, possono eccitare anche mia zia. Se devo mettere a confronto i potenziali di due approcci tecnologici sulla base delle dichiarazioni di Adil Mina da un lato e delle cifre fantasmagoriche dell'industria del telefonia mobile non credo di poter nutrire dubbio veruno.
Detto questo, proprio l'altro giorno scrivevo che con le radio IBOC a meno di cento dollari la tecnologia può cominciare a pensare di poter lasciare un segno. Bisogna solo vedere se le zie e le nonne non hanno già acquistato un iPhone o se molto più semplicemente continueranno ad ascoltare una radio inventata 70 anni fa. Noi pensiamo che la gara sia tra IP e radio digitale ma non è così.

Anonimo ha detto...

quella dei ricevitori DRM che non arrivano e' ormai diventata una
telenovela, ma penso che alla base ci siano anche ragioni tecniche,
il DRM e' la piu' brutta gatta da pelare, sia da un punto di vista
computazionale (64 QAM invece di 4 QAM usato dagli altri sistemi) che del
frontend (una bolgia come le onde corte non c'e' in nessun altro contesto).
E poi c'e' la questione dell'antenna, che per me e' un punto interrogativo :
tutti i ricevitori presentati finora (commercializzati o no) hanno l'antenna
a stilo, la peggiore in assoluto perche' tira dentro tutti i disturbi possibili, cui
il DRM e' particolarmente sensibile (a causa soprattutto dei broadcasters,
che privilegiano la qualita' audio a scapito della robustezza).
Se provo a ricevere il digitale con l'antenna a stilo basta che qualcuno in
casa accenda la luce e arriva il dropout, se qualcuno si fa la barba col rasoio
elettrico o accende la lavatrice peggio ancora. Il culmine si tocca se accendo
il caricabatterie Li-ion, quest'arnese genera un soffio su tutte le
frequenze, che rende difficile l'ascolto in analogico ma mette completamente
ko un segnale digitale anche forte come quello del BBCWS, non riesce
nemmeno a sincronizzarsi.
E tuttavia basta inserire al posto dello stilo un loop, con la giusta elettronica,
e molti dei disturbi se ìne vanno e la ricezione ritorna buona, possibile che
nessuno dei fabbricanti di ricevitori abbia pensato a queste problematiche
specifiche e si siano limitati a mettere lo stilo come se si trattasse di una
radio analogica qualsiasi ?
Non basta che arrivi il ricevitore da 50$ che tutti aspettano come fosse
l'unico problema rimasto, bisogna assicurarsi che possa funzionare davvero,
perche' se per vederlo funzionare devo staccare la corrente a tutto il palazzo
allora siamo punto e accapo.
La radio digitale secondo me e' una figata, ma bisogna che sia implementata
seriamente.
Comunque non condivido la tua conclusione. Nel convegno citato Don Messer
raccontava di quando lavorava all'IBB e tornavano a volte colleghi dall'Africa
facendo questi discorsi di programmi che ormai venivano ascoltati tramite
internet/telefono/ecc. invece che per radio, ma quando lui chiedeva "avete provato
ad uscire dalle citta' ?" la risposta era sempre "no".
Le infrastrutture in molte parti del mondo non ci sono, o non ci sono i soldi per
costruirle o non ci sono i soldi per accedervi, mentre la radio non ha bisogno
di infrastrutture, arriva dappertutto e aggratis :-)

Andrea Lawendel ha detto...

Sono perfettamente d'accordo, la radio arriva dappertutto aggratis. Per adesso lo fa meglio la radio analogica, che essendo computazionalmente antidiluviana, non consuma pacchi di batterie in mezz'ora. Hai idea dell'assorbimento di un modulo Radioscape? Lo sto chiedendo seriamente.

Anonimo ha detto...

certo, consuma troppo (Mina stesso se ne lamentava), un OEM
ci ha addirittura rinunciato e non ha nemmeno messo
il pacco batterie :-), mentre l'altro nel manuale dichiara
una durata di tre ore. E poi e' troppo grosso e costoso,
ora RadioScape ha stretto un accordo con AD, vediamo che
saltera' fuori perche' il modulo attuale e' stato evidentemente
solo un ballon d'essai.