26 febbraio 2008

Va in onda l'Europa, non l'Italia

E' stato presentato ufficialmente a Bruxelles il progetto Euranet, il consorzio di emittenti radio europee che a partire dal mese di aprile coprodurrà e trasmetterà programmi radio di interesse "continentale". Si parte con 10 lingue, da estendere gradualmente alle 23 dell'Unione. 16 le stazioni confederate, cui si aggiungono già sette stazioni associate che potranno ripetere le trasmissioni. Sì, avete indovinato, Grecia e Spagna ci sono, l'Italia no. Abbiamo ben altri problemi, noi.
Ecco il testo del comunicato stampa in italiano diffuso oggi sul sito Europa.eu (in allegato sono pubblicati gli elenchi delle stazioni aderenti):

L'Europa in onda: avvio di una rete di radio europee
A partire dall'aprile 2008, 16 stazioni radio di 13 paesi riunite in un consorzio e 7 stazioni radio associate potranno coprodurre e trasmettere simultaneamente, giorno dopo giorno, programmi dedicati all'attualità e alla società nell'Europa a 27.
Tra i programmi di questa rete EUROPEA, trasmessi quotidianamente, rientreranno radiogiornali quotidiani, interviste, dibattiti, rubriche di approfondimento, eventi in diretta. Le prime trasmissioni inizieranno nell'aprile 2008.
In un primo tempo verranno utilizzate 10 lingue (bulgaro, francese, greco, inglese, polacco, portoghese, rumeno, spagnolo, tedesco e ungherese), poi gradualmente tutte le 23 lingue dell'UE.
Questa rete – aperta a tutti i tipi di radio, nazionali, regionali, locali, pubbliche o private – va già da "Radio Polskie" a "Punto Radio" (Spagna), passando per "Deutsche Welle", "Radio Netherlands", "Radio France Internationale" e "Radio Slovenia International".
Altre radio potranno aggiungersi, se saranno conformi alle regole definite dal consorzio.
Il carattere interattivo di questo programma quotidiano, la cui durata è compresa tra 30 e 60 minuti, sarà rafforzato dall'avvio di un portale Internet comune nel luglio 2008.
Il 26 febbraio 2008 Margot WALLSTRÖM, vicepresidente della Commissione europea e commissario responsabile delle Relazioni istituzionali e della strategia della comunicazione, ha espresso la propria soddisfazione per il sostegno che la Commissione europea potrà fornire al consorzio europeo delle stazioni radio per una durata di 5 anni a partire dal suo avvio, nel quadro della gara d'appalto del 14.7.2007 e nel più rigoroso rispetto della sua libertà editoriale garantita da una Carta editoriale.
Il 14 dicembre scorso la Commissione ha firmato con il consorzio delle radio coordinato da "Deutsche Welle" e da RFI, vincitore della gara di appalto, un contratto di servizi per un importo di 5,8 milioni di euro all'anno.
I signori Erik BETTERMANN, Antoine SCHWARZ (foto Bernard Revert, da Flickr) e Jan HOOK, rispettivamente presidenti di Deutsche Welle, RFI e Radio Netherlands International hanno sottolineato davanti alla stampa a Bruxelles l'esperienza unica e l'arricchimento che costituiranno i contributi e i punti di vista incrociati apportati dai partecipanti al consorzio per fornire ai cittadini dei 27 paesi dell'UE programmi vivaci e ben documentati sulle questioni relative all'Europa.

4 commenti:

Fabrizio ha detto...

ciao, anch'io ho bloggato questa notizia, che reputo interessante, e ho scritto la lista degli assenti; tra i grandi c'è l'assenza dell'Italia e del Regno Unito (la radio universitaria di Cambridge è piccola cosa rispetto a un eventuale partecipazione della BBC). Il rischio è che questo network sia un nano in mezzo ai giganti: o si fa un progetto forte o questa radio sarà "invisibile" rispetto alle migliaia di mass media che ci sono a disposizione della massa. Sbaglio?

Andrea Lawendel ha detto...

Non sono particolarmente stupito dell'assenza della BBC. Il Regno Unito è una nazione tiepida su tutto quello che inizia per euro- e la BBC è anche molto fiera del suo status di emittente del mondo, super partes anche rispetto a se stessa. Leggevo piuttosto sulla stampa locale commenti critici sull'assenza dell'Austria. La questione dell'offerta... Non saprei, questa intanto non è una stazione radio ma un network per la produzione e lo scambio di programmi, rientra nell'ambito di tante iniziative Ue di cui molti non sentono parlare. E' un primo passo verso una cosa importante, una radio a copertura continentale, che è anche una cosa difficilissima da realizzare in una "nazione" che parla una ventina di lingue. Secondo me sarebbe importante perché la radio mi sembra un buon mezzo di comunicazione per tutte le attività del Parlamento e degli organi comunitari. Lo sforzo per creare una stazione vera e propria però è al di là delle attuali possibilità e l'idea della federazione potrebbe anche funzionare. L'Italia potrebbe dare un ottimo contributo, lirica, musei, arte, cultura e turismo sono tematiche eccellenti, ma ammettendo di trovare la voglia e le persone giuste, nessuno troverebbe mai i soldi, specie in questo clima da elezioni permanenti. Non riusciamo a riformarci, figurati che livello di priorità può avere una stazione radio europea.

Andrea Lawendel ha detto...

Su questo lancio AP ripreso dall'International Herald Tribune c'è qualche dettaglio in più sull'aspetto dei finanziamenti. Euranet riceverà circa 6 milioni di Euro all'anno per i prossimi cinque anni. Conoscendo la nostra capacità di utilizzare i fondi europei l'assenza di nostre stazioni stupisce ancora meno. Chissà che Antonio non riesca a convincere Marta Bonafoni a farsi avanti!

The European Commission said Tuesday it would spend €5.8 million (US$8.6 million) a year to pay for radio stations across Europe to cover news and events about the European Union and other European countries.
Margot Wallstrom, the EU's top communications official, said she wanted the new radio network to build bridges between European nations and make people more aware of political decision-making at the EU level.
The project is part of a push to make the EU more popular after French and Dutch voters rejected a draft EU constitution in 2005, which forced politicians to make changes to planned EU reforms as the bloc expanded to 27 nations.
The EU executive office stressed that it would not have any control over the editorial content of the radio programs.
Germany's Deutsche Welle and Radio France Internationale will coordinate 16 radio stations based in 13 EU nations to make and broadcast daily news reports, interviews and feature programs on existing frequencies from April 2008.
Between 12 million and 19 million daily listeners in the EU — less than 4 percent of the EU's population — make up the target audience. The EU said it was hopeful this would increase to some 30 million. Another 30 million people in the rest of the world are also expected to tune in.
Programs will be broadcast in 10 languages — including English, French, German and Spanish — but this should expand to all 23 EU languages as other radio stations join the network. Daily programs lasting between 30 and 60 minutes will be posted on an Internet site from July.
The EU funding for the project will run for five years.

Andrea Lawendel ha detto...

Questo invece è il commento della Stampa. Divertente: la non partecipazione è dovuta non a un "motivo vero e ragionato", bensì alla scarsa organizzazione. Che evidentemente non è un motivo.

Francesi, tedeschi, spagnoli e olandesi, ma anche polacchi e ungheresi. Hanno partecipato tutti, non solo i big dell'Europa, alla costruzione della grande rete radiofonica europea, Euranet, che a partire dal prossimo aprile, diffonderà in 13 Paesi membri dell'Ue gli stessi programmi radiofonici nelle rispettive lingue nazionali. Grandi assenti gli italiani, che non hanno disertato per un motivo vero e ragionato bensì per colpa della «scarsa organizzazione». Parola degli addetti ai lavori della grande rete presentata oggi dal commissario Ue per le strategie di comunicazione Margot Wallstroem, dal direttore di Radio France International Antoine Schwarz e dal collega tedesco Erik Bettermann. Secondo gli organizzatori sono stati numerosi i tentativi di coinvolgere le emittenti italiane, «tirate più volte dalla giacchetta», ma il risultato non è stato quello sperato. In un primo momento, dicono i tecnici, Radiocor (l'emittente radiofonica de «Il Sole 24 Ore») e la Rai sembravano interessate all'iniziativa, ma poi «non se n'è fatto più nulla».

Colpa della scarsa organizzazione del BelPaese, lamentano, anche se proprio noi, a quanto pare, abbiamo bisogno di migliorare l'informazione sui temi comunitari. Secondo l'ultimo sondaggio elaborato da Eurobarometro, infatti, sono proprio gli italiani ad avere più lacune sulle istituzioni Ue e sulla politica comunitaria. Il progetto, guidato Radio France International (Rfi) e da Deutsche Welle coinvolgerà, fin dalla partenza, 16 tra le radio più ascoltate d'Europa - tra cui l'olandese Radio Netherlands Wereldomroep, la belga Rtbf, la spagnola Punto Radio - che proporranno in modo indipendente, dibattiti, interviste e forum di discussione, il tutto per la durata di 30, 60 minuti al giorno. L'iniziativa prevede anche solo la partecipazione tramite «associazione» al progetto, scelta fatta già da sette emittenti, che potranno riprendere a piacimento i programi della rete. Con un finanziamento comunitario pari a 5,8 milioni di euro, l'iniziativa continua ad essere aperta a chi cambierà idea, «l'Italia è la benvenuta - ha sottolineato Antoine Schwarz abbozzando l'italiano - aspettiamo con ansia che aderisca all'iniziativa».