Il candidato McCain trionfa nelle primarie repubblicane del South Carolina sconfiggendo... I suoi rivali, direte voi. Macché. Commentatori liberali e conservatori sono concordi nell'affermare che John McCain è riuscito innanzitutto a sconfiggere Rush Limbaugh e lo stuolo di mastini radiofonici della talkradio ultras (a destra), una delle protagoniste indiscusse di questa lunga campagna elettorale. Il Washington Post sostiene che il merito sarebbe di una campagna accuratamente pianificata (otto anni fa il candidato perse male contro Bush) e della capacità di rispondere a tono alle domande e alle illazioni. Ma se andiamo a leggere un conservatore come Michael Medved, la colpa sarebbe degli stessi "host" radiofonici, troppo preoccupati di cantare le lodi dei due candidati più deboli e spargere veleno su McCain, accusato di non essere un "vero" conservatore. Quella di Medved è una storia strana, perché il percorso di questa voce conservatrice inizia da una strenua militanza democratica, seguita dalla "maturità" e dalla "conversione".
Anche Medved, famoso tra l'altro come critico cinematografico niente affatto generoso con l'establishment di Hollywood, ha un suo talk show alla radio e invita i colleghi a moderare i toni e a smetterla di seminare zizzania nel campo dei candidati repubblicani. In gioco c'è la credibilità di tutti e forse la stessa sopravvivenza delle talkradio.
Anche Medved, famoso tra l'altro come critico cinematografico niente affatto generoso con l'establishment di Hollywood, ha un suo talk show alla radio e invita i colleghi a moderare i toni e a smetterla di seminare zizzania nel campo dei candidati repubblicani. In gioco c'è la credibilità di tutti e forse la stessa sopravvivenza delle talkradio.
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