19 gennaio 2008

BBC iPlayer: aiuti illegali a Microsoft?

Continuando così, dovrò ribattezzare il blog "Cronache radiofoniche marziane". Eppure la Gran Bretagna non è poi così lontana. Insieme alla notizia del lancio dell'elegante browser online per i podcast della BBC, arrivano infatti i commenti su un altro pezzo fondamentale della strategia Internet dell'emittente pubblica britannica, il lettore multimediale iPlayer. Non si sono del tutto placate le polemiche scatenate, mesi fa, con la prima release della versione scaricabile del player (che funziona anche direttamente nel browser). Il software di protezione di iPlayer prevede tutt'ora la possibilità di scaricare i contenuti solo su computer Windows e questo ha determinato un fatto che in Italia appare sembra appartenere più al dominio dell'impossibilità che a quello della fantascienza. Un parlamentare liberale ha convocato in commissione Public Accounts (spesa pubblica) il direttore generale della BBC (che in Gran Bretagna ha più autonomia di un giudice costituzionale italiano) e lo ha interrogato sui costi di iPlayer (sembra che Mark Thompson abbia parlato di 20 milioni di sterline di investimento). Successivamente lo stesso parlamentare ha inviato a Thompson una lettera di fuoco, accusando la BBC di aver speso soldi per favorire Microsoft.
Leggete di questo appassionante ed esoterico dibattito sui blog della BBC, su PaidContent e sul sito di Open Rights Group, che conclude la notizia affermando:
The BBC could avoid accusations like this if it eschewed DRM and instead employed standard formats. The BBC has made the wrong decision about DRM in its on-demand services. DRM threatens the future of public service broadcasting in the on-demand world and the BBC Trust and OfCom should assess the long-term economic case for the way the BBC buys rights to exhibit the programmes it commissions.
In parte la BBC riteneva di aver risolto la questione con l'avvento della versione online di iPlayer (tra l'altro utilizzata dalla maggior parte dei navigatori), ma il problema della versione online è la compatibilità con i soli contenuti in streaming, mentre i programmi scaricabili restano protetti da DRM Windows-only. Bisogna dire che discussioni analoghe erano apparse nella blogosfera italiana quando la RAI aveva rilasciato una versione solo Windows del suo player per i contenuti stream. Ignoro però se la discussione avesse avuto un'eco parlamentare di livello così puntuale e articolato. Voi ricordate qualcosa?

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