Etòn Corp è riuscita a bucare lo schermo dei blogger high-tech (convincendo addirittura Gizmodo a pubblicare un reportage fotografico ripreso da Andrea Borgnino sul suo blog), presentando al CES di Las Vegas il modello Satellit 750, successore del precedente 800. Una radio a onde corte che secondo la brochure pubblicata sul sito americano (Etòn ha anche una sezione in lingua italiana) utilizza una "avanzata tecnologia DSP per esaltare la sensibilità ed estrarre i segnali più deboli". Non è molto chiaro che cosa significhi ma se il prezzo annunciato di 300 dollari sarà quello vero potrebbe essere un giocattolo divertente, dotato tra l'altro di Air Band per la ricezione degli aerei in VHF. Le altre novità che dovrebbero essere introdotte sul mercato americano da febbraio includono due piccoli portatili Etòn Grundig, il G4 Recorder (con registrazione MP3 e schede SD) e anche il G6 Aviator, questo davvero molto carino perché nel fattore di forma di un Degen 1103 offre la possibilità di ricevere in SSB in onde corte e, anche qui, in AM nella banda areonautica tra 117 e 137 MHz. Attenti, divulgare il contenuto delle comunicazioni aeree è proibito dalla legge. Ma se non se ne parla troppo in giro e si ascolta con un po' di discrezione seguire il traffico è una rara emozione, almeno per me.
E' consolante vedere che le onde corte e i ricevitori analogici hanno ancora un mercato forse ristretto ma vitale. In questi giorni sto leggendo con grande compiacimento le reazioni dei BCB DXer americani - quelli che ascoltano le stazioni locali in onde medie, attività tut'altro che banale vista l'estrema varietà del panorama e la presenza di centinaia di stazioncine a bassa potenza in una geografia di scala continentale - che godono come ragazzini con uno di quegli apparecchietti AM/FM da taschino della Sony, modello SRF-59. Che malgrado le microscopiche dimensioni sembra sensibilissimo e riesce a sintonizzarsi su segnali deboli annullando, con un leggero movimento del polso, le potenti locali (gran bella cosa la ferrite). Lo hanno già battezzato "l'ultraleggero del DX". Pochi grammi, scaletta parlante analogica, un auricolare di serie ma di discreta qualità, 15 dollari di prezzo. E la rara capacità, immagino con una antenna in ferite da due centimetri, di ascoltare, negli Stati Uniti centrali, il Venezuela su 750 kHz. Un record da circa 3.600 chilometri. Con il poco più evoluto walkman radiofonico Sony M37V, in New Foundland arrivano le stazioni d'oltreatlantico, tra cui la nostra Radio 1 Portofino su 1575. Tutto merito di circuitini integrati di qualità standard, che però devono sfruttare tutti i vantaggi di un buon design di base.
Da ragazzo ricordo bene di aver ascoltato parecchie volte le stazioni europee che in onde medie trasmettevano in lingua italiana con una piccola radio a due o tre transistor, credo proprio Sony. Non mi stupisco affatto di questi record di distanza ottenuti con i suoi omologhi attuali. Anzi, a dispetto di quanto affermano i puristi della valvola (che effettivamente assicurano qualità audio esoteriche), trovo che l'elettronica di oggi è enormemente migliore. Facendo la tara dell'audio in altoparlante, un 1103 vale praticamente quasi quanto un Satellit 1400 di 40 anni fa. I problemi si hanno quando le stazioni sono interferite e allora occorrono ricevitori selettivi e ad altissima dinamica, altrimenti non c'è verso di estrarre il contenuto modulante. Ma l'RF... Gli sperimentatori della SDR SoftRock ottengono con qualche toroide e un frontend RF tutto sommato ridicolo (20 dollari di spesa), risultati perfettamente confrontabili con ricevitori semiprofessionali da duemila euro. I segnali radio viaggiano incredibilmente lontano, anche se il mio amico Chris non riesce ancora a capacitarsene del tutto. E proprio per questo motivo non si capisce perché i broadcaster internazionali debbano accanirsi su modulazioni digitali che complicano troppo le cose, lato utente. Viva la semplicità, ragazzi.
E' consolante vedere che le onde corte e i ricevitori analogici hanno ancora un mercato forse ristretto ma vitale. In questi giorni sto leggendo con grande compiacimento le reazioni dei BCB DXer americani - quelli che ascoltano le stazioni locali in onde medie, attività tut'altro che banale vista l'estrema varietà del panorama e la presenza di centinaia di stazioncine a bassa potenza in una geografia di scala continentale - che godono come ragazzini con uno di quegli apparecchietti AM/FM da taschino della Sony, modello SRF-59. Che malgrado le microscopiche dimensioni sembra sensibilissimo e riesce a sintonizzarsi su segnali deboli annullando, con un leggero movimento del polso, le potenti locali (gran bella cosa la ferrite). Lo hanno già battezzato "l'ultraleggero del DX". Pochi grammi, scaletta parlante analogica, un auricolare di serie ma di discreta qualità, 15 dollari di prezzo. E la rara capacità, immagino con una antenna in ferite da due centimetri, di ascoltare, negli Stati Uniti centrali, il Venezuela su 750 kHz. Un record da circa 3.600 chilometri. Con il poco più evoluto walkman radiofonico Sony M37V, in New Foundland arrivano le stazioni d'oltreatlantico, tra cui la nostra Radio 1 Portofino su 1575. Tutto merito di circuitini integrati di qualità standard, che però devono sfruttare tutti i vantaggi di un buon design di base.
Da ragazzo ricordo bene di aver ascoltato parecchie volte le stazioni europee che in onde medie trasmettevano in lingua italiana con una piccola radio a due o tre transistor, credo proprio Sony. Non mi stupisco affatto di questi record di distanza ottenuti con i suoi omologhi attuali. Anzi, a dispetto di quanto affermano i puristi della valvola (che effettivamente assicurano qualità audio esoteriche), trovo che l'elettronica di oggi è enormemente migliore. Facendo la tara dell'audio in altoparlante, un 1103 vale praticamente quasi quanto un Satellit 1400 di 40 anni fa. I problemi si hanno quando le stazioni sono interferite e allora occorrono ricevitori selettivi e ad altissima dinamica, altrimenti non c'è verso di estrarre il contenuto modulante. Ma l'RF... Gli sperimentatori della SDR SoftRock ottengono con qualche toroide e un frontend RF tutto sommato ridicolo (20 dollari di spesa), risultati perfettamente confrontabili con ricevitori semiprofessionali da duemila euro. I segnali radio viaggiano incredibilmente lontano, anche se il mio amico Chris non riesce ancora a capacitarsene del tutto. E proprio per questo motivo non si capisce perché i broadcaster internazionali debbano accanirsi su modulazioni digitali che complicano troppo le cose, lato utente. Viva la semplicità, ragazzi.
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