26 gennaio 2008

La FCC tra concentrazione e localismo

Con la sua controversa decisione di allentare le maglie della normativa che regolava la proprietà di stazioni radiotelevisive attraverso una molteplicità di bacini pubblicitari, la FCC ha suscitato parecchie polemiche. Nei mesi scorsi ci sono anche state esplicite accuse di insabbiamento di studi che avrebbero dimostrato gli effetti negativi di provvedimenti di taglio filo-oligopolistico. In particolare, l'attenzione si concentra sul cosiddetto "localismo", l'insieme di contenuti locali e di servizi svolti nei confronti delle singole comunità. Il rischio di una concetrazione di troppe stazioni in poche mani, è che queste stazioni finiscano per perdere la loro funzione di supporto agli abitanti dei singoli bacini urbani. Il grande proprietario può sottoscrivere contratti pubblicitari con i grandi brand nazionali, ma lo spazio occupate dalle news e dagli inserzionisti locali si riduce.
Forse in un rigurgito di cattiva coscienza, il 18 dicembre scorso i commissari della FCC hanno quindi provveduto a inserire una serie di regole e raccomandazioni tese appunto a favorire una maggiore attenzione al localismo sul mercato dei media. Il rapporto della FCC è stato pubblicato solo il 24 gennaio, lo trovate qui:

http://hraunfoss.fcc.gov/edocs_public/attachmatch/FCC-07-218A1.pdf

Anche le proposte sul localismo, però, non sono passate senza critiche. Il capo della FCC Kevin Martin, ha dichiarato addirittura che la Commissione potrebbe arrivare a imporre vere e proprie quote di contenuti prodotti localmente. Una esortazione che si inserisce nel contesto di un mercato già dominato dalla syndication e dalla concorrenza tra reti terrestri e una offerta digitale satellitare che, evidentemente, non può permettersi troppo localismo. I broadcastar però non sono molto convinti. Sembra persino che una delle regole proposte costringano le stazioni a chiudere il controllo interamente remoto delle stazioni. Se una stazione radio di una città trasmette, qualcuno deve presidiare lo studio, in modo da poter intervenire con annunci e notizie in caso di emergenza. Il risultato, rispondono le associazione di categoria, sarà che le stazioni non presidiate che oggi trasmettono 24 ore su 24 decideranno semplicemente di spegnere i trasmettitori locali.
Un bell'articolo di Bill Virgin sul Seattle Post Intelligencer analizza con chiarezza la questione e conclude così:
"But FCC Commissioners Michael Copps and Jonathan Adelstein say it’s high time the commission reasserted authority over airwaves, the use of which are granted free to private broadcasters. “The number of channels have indeed multiplied, but there is far less local programming and reporting being produced,” Copps said. “Local artists, independent creative artists and small businesses are paying a frightful price in lost opportunity. Big consolidated media dampens local and regional creativity, and that begins to mess around pretty seriously with the genius of our nation.”
Adelstein said the commission needs to correct its “earlier miscalculation that market forces alone will ensure broadcasters promote quality local news, local artists and informative local political and civic affairs programming. For over a quarter century, the commission has outsourced its obligation to ensure that broadcasters will address the programming needs and interests of the people in their communities of license.”
The FCC’s rule making comes as the radio industry itself debates whether more localism might be an effective business strategy in competing with satellite radio, the Internet and portable music devices. Being more local means being more relevant to listeners, which in turn means the opportunity to sell more ads, says Ann Suter, executive director of the Puget Sound Radio Broadcasters Association. Three-quarters of the revenue for Puget Sound-area radio stations last year came from local spots, she says.
But if the commission adopts specific recommendations, it will change how local radio stations operate, although not necessarily in ways it intended. Mark Allen, president of the Washington State Association of Broadcasters, says it wasn’t that long ago that many stations signed off late at night. Allen says he’s heard from some members that if the FCC requires studio staffing at all hours the station is on the air, they might go back to that pattern."

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