"Nella Milano degli anni '70, nel quartiere Garibaldi-Sempione, dove sono nato e abitavo, girava per le strade un personaggio eccentrico." Comincia così, con un perfetto, forse involontario perché connaturato, stile da narratore lombardo, il breve messaggio che ho ricevuto ieri da Vittorio Merlo. In realtà è il soggetto della mail ad avermi procurato un piccolo sobbalzo. C.T. La Chiesa di uccide con l'onda!
Vittorio, che secondo il suo profilo FB lavora come bibliotecario alla Commissione Europea in Lussemburgo ma persegue con passione una seconda, o forse primaria attività di cantautore molto presente su Internet (sua una recente cover con la versione italiana di Aicha ma anche diversi titoli dissacranti da cantastorie politico), mi ha inviato il link a un video YouTube con il remix che ha voluto dedicare al "personaggio eccentrico" in questione, Carlo Torrighelli meglio noto come C.T. Il suo messaggio ha lo stesso titolo di uno dei primi post di questo blog (con un punto interrogativo al posto dell'esclamativo) parlava di un lungo articolo di IEEE Spectrum sulla questione delle antenne di Radio Vaticana. Era il 28 ottobre 2005, forse Vittorio ha intercettato il post e ha voluto parlarmi della sua canzone, "impaginata" su YouTube con una serie di fotografie di C.T. In ricordo dello strano profeta del carrettino, un Geremia postmoderno che batteva instancabile le strade intorno al Castello sforzesco, è anche stato creato un gruppo FB che vanta oltre 800 iscritti.
Il buon C.T. girava su un triciclo a pedali affollato di cagnetti tristi che gli dovevano tenere una grande, disinteressata compagnia. Gli unici a farlo, perché nessuno è più solo di un profeta, soprattutto quando è marchiato dalla inevitabile diagnosi di follia e disadattamento. "Poarett", mormoravano certe sciurazze aggirandolo come uno scomodo e maleodorante ingombro sul marciapiede. Una istituzione per noi liceali milanesi, specie del Manzoni, Parini, Beccaria, perché da lì era inevitabile ritrovarsi in quella zona della città, nelle manifestazioni, durante le bigiate di gruppo, di sera. C.T. poi era un vero contestatore, uno che non aveva paura di gridare, con un piccolo megafono, i suoi vaticini contro un clero munito di sofisticati impianti capaci di emettere onde mortali. "Popolo bue, ti uccidono con l'onda," ammoniva con il tono di chi sente di essere arrivato troppo tardi. "Milioni di morti in Italia", concludeva Carlo con una formula da lugubre omelia. Lo gridava e lo scriveva, con un pennello intinto nella vernice bianca, tracciando sui marciapiedi il testo integrale dei suoi proclami. Oppure si piazzava lì, con il fossato del Castello sullo sfondo, vicino al suo carretto a pedali, brandendo silenzioso il sostegno di un grande cartello con le scritte nere. Lo potete vedere così nelle foto pubblicate da Vittorio su Facebook. Erano gli anni Settanta, il caso Radio Vaticana ancora da venire, ma Carlo aveva già capito, lo gridava insultando "la radio e la televisione" e le loro "urla da gorilla". "Più cultura!" invocava, perfettamente inascoltato. E noi liceali un po' lo si prendeva in giro, un po' lo si rispettava, gli si voleva bene, perché profetizzare, cari miei, non è un mestiere facile.
Un'estate da primi anni Ottanta, Carlo se ne andò, in una Milano che si accorse del suo improvviso silenzio solo al rientro delle vacanze. Furono le pagine di cronaca milanese a svelare, almeno per quel che mi riguarda, il mistero di quell'acronimo. Di C.T. non rimasero che le scritte sui marciapiedi, sempre più evanescenti, lavate via dalla pioggia e dal calpestio. Una rimase a lungo sull'angolo tra via Statuto e corso Garibaldi a due passi dal piccolo locale gestito da Pietro Valpreda (più o meno in quegli stessi anni). Nessuno, dopo di lui, prestò attenzione alle onde malefiche che hanno sommerso, negli anni, la città del profeta straccione promuovendone altri meglio vestiti ma assai meno innocui. Grazie, Vittorio, per questo ricordo.
Vittorio, che secondo il suo profilo FB lavora come bibliotecario alla Commissione Europea in Lussemburgo ma persegue con passione una seconda, o forse primaria attività di cantautore molto presente su Internet (sua una recente cover con la versione italiana di Aicha ma anche diversi titoli dissacranti da cantastorie politico), mi ha inviato il link a un video YouTube con il remix che ha voluto dedicare al "personaggio eccentrico" in questione, Carlo Torrighelli meglio noto come C.T. Il suo messaggio ha lo stesso titolo di uno dei primi post di questo blog (con un punto interrogativo al posto dell'esclamativo) parlava di un lungo articolo di IEEE Spectrum sulla questione delle antenne di Radio Vaticana. Era il 28 ottobre 2005, forse Vittorio ha intercettato il post e ha voluto parlarmi della sua canzone, "impaginata" su YouTube con una serie di fotografie di C.T. In ricordo dello strano profeta del carrettino, un Geremia postmoderno che batteva instancabile le strade intorno al Castello sforzesco, è anche stato creato un gruppo FB che vanta oltre 800 iscritti.
Il buon C.T. girava su un triciclo a pedali affollato di cagnetti tristi che gli dovevano tenere una grande, disinteressata compagnia. Gli unici a farlo, perché nessuno è più solo di un profeta, soprattutto quando è marchiato dalla inevitabile diagnosi di follia e disadattamento. "Poarett", mormoravano certe sciurazze aggirandolo come uno scomodo e maleodorante ingombro sul marciapiede. Una istituzione per noi liceali milanesi, specie del Manzoni, Parini, Beccaria, perché da lì era inevitabile ritrovarsi in quella zona della città, nelle manifestazioni, durante le bigiate di gruppo, di sera. C.T. poi era un vero contestatore, uno che non aveva paura di gridare, con un piccolo megafono, i suoi vaticini contro un clero munito di sofisticati impianti capaci di emettere onde mortali. "Popolo bue, ti uccidono con l'onda," ammoniva con il tono di chi sente di essere arrivato troppo tardi. "Milioni di morti in Italia", concludeva Carlo con una formula da lugubre omelia. Lo gridava e lo scriveva, con un pennello intinto nella vernice bianca, tracciando sui marciapiedi il testo integrale dei suoi proclami. Oppure si piazzava lì, con il fossato del Castello sullo sfondo, vicino al suo carretto a pedali, brandendo silenzioso il sostegno di un grande cartello con le scritte nere. Lo potete vedere così nelle foto pubblicate da Vittorio su Facebook. Erano gli anni Settanta, il caso Radio Vaticana ancora da venire, ma Carlo aveva già capito, lo gridava insultando "la radio e la televisione" e le loro "urla da gorilla". "Più cultura!" invocava, perfettamente inascoltato. E noi liceali un po' lo si prendeva in giro, un po' lo si rispettava, gli si voleva bene, perché profetizzare, cari miei, non è un mestiere facile.
Un'estate da primi anni Ottanta, Carlo se ne andò, in una Milano che si accorse del suo improvviso silenzio solo al rientro delle vacanze. Furono le pagine di cronaca milanese a svelare, almeno per quel che mi riguarda, il mistero di quell'acronimo. Di C.T. non rimasero che le scritte sui marciapiedi, sempre più evanescenti, lavate via dalla pioggia e dal calpestio. Una rimase a lungo sull'angolo tra via Statuto e corso Garibaldi a due passi dal piccolo locale gestito da Pietro Valpreda (più o meno in quegli stessi anni). Nessuno, dopo di lui, prestò attenzione alle onde malefiche che hanno sommerso, negli anni, la città del profeta straccione promuovendone altri meglio vestiti ma assai meno innocui. Grazie, Vittorio, per questo ricordo.
2 commenti:
Dario Colombo, un vecchio amico e collega, mi manda questo commento a proposito delle onde assassine di C.T.
«Ma sai che me lo ricordo anche io, anche se non ero di zona?
Ti segnalo una canzone degli Erre Moscia, posse di Gratosoglio, che da qualche anno stanno proponendo una canzone in tema. Si chiama Le Onde, è la quarta della playslist sul loro myspace»
Grazie, grande Dario. La canzone degli Erremoscia si riferisce proprio alle controverse onde di Radio Vaticana che "ti avvicinano al Signore". C.T., dall'alto, è ancora una fonte di ispirazione. Sta a vedere che le sue scritte sul marciapiede sono anche all'origine delle attuali scie chimiche?
NUOVO APPUNTAMENTO IN RICORDO DEL C.T.
8-9-10 Novembre 2013
Il circolo Arci Scighera e il Centro Studi Canaja presentano:
C.T. 1909 -1983
Popolo Bue ti uccidono con l'onda... 30 anni dopo.
Ricordo-omaggio ad uno dei principali personaggi della cultura popolare metropolitana.
Un uomo, un triciclo, tre cani, un barattolo di vernice bianca.
Una missione: FERMARE L'ONDA.
Martedì 5 Novembre h 18.30
Apertura della mostra: C.T. - L'ONDA ASSASSINA, che resterà esposta per tutta la durata dell'evento.
Venerdì 8 Novembre h 21.30
Incontro - Radiospettacolo: C.T. RACCONTATO
Il racconto della vita e missione del CT in 12 quadri accompagnato dei musici della banda POPOLO BUE; conduzione a cura del CENTRO STUDI CANAJA e RADIO BANDITA.
Sabato 9 Novembre
h 10.00: Viaggi nei paraggi presenta: visita guidata ai luoghi del CT
(info e adesioni: viaggineiparaggi@scighera.org).
h 20.00: Cena citiniana a cura della Locanda dell'Assurdo (prenotazioni a info@assurda.org).
h 22.00: CT CELEBRATO, un CONCERTO per Carlo Torrighelli:
Con Paolo Ciarchi, Brigata Corbari, Budavari, Stefano Covri, Fabio Wolf, Popolo Bue e altri ospiti a sorpresa...
Domenica 10 Novembre
h 19.30: Aperitivo acustico con i Teka P.
h 21.00: Proiezione di "Intervista" (1973), "Il vaticano ti uccide con l'onda" (1990), "CT delle Onde" (2007). Saranno presenti il regista Sandro Baldoni e l'antropologo Giulio Callegari.
Vi Aspettiamo.
Circolo ARCI La Scighera - Milano - Via Candiani 131
Quartiere Bovisa - tel./fax. 02 39480616
https://www.facebook.com/carlotorrighelli
http://www.lascighera.org/rassegne/ct-1909-1983
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