31 marzo 2009

I pirati offshore dagli archivi del Times

Appena uscito, il film The boat that rocked sull'esperienza delle radio pirata offshore britanniche non è stato accolto molto favorevolmente dalla critica. In compenso è godibilissima la lettura del blog che il quotidiano The Times imbastisce ogni giorno con il materiale del suo vasto archivio digitalizzato (l'accesso è a pagmento ma i materiali citati nell'Archive blog sono free). Un post dell'altro giorno raccoglie una selezione di quelle che furono, 45 anni fa, le reazioni "governative" di fronte al fenomeno di una musica dissacrante (e virtualmente proibita sulle frequenze ufficiali della BBC) che di colpo arrivava negli austeri apparecchi di casa a beneficio delle giovani orecchie del regno.
Inutile citarlo tutto qui perché per leggere i ritagli originali dovreste comunque andare sul sito del Times, dove troverete anche un trailer del film. L'autore del post cita anche un brano da un romanzo di David Lodge, famoso autore di romanzi satirici sul mondo accademico anglosassone. Nel suo Changing Places, scritto nel 1975 e pubblicato in italiano col titolo "Scambi", Lodge descrive le impressioni di un docente universitario americano (che insegna alla università californiana "Euphoric State") in visita presso un ateneo inglese mentre ascolta, al risveglio, i noiosissimi programmi mattutini di BBC Radio 1. "Britain at its worst," la Gran Bretagna al suo peggio, scrive il Times...

March 26, 2009

The boats may have rocked, but the Sixties didn't

Trying to listen to music radio in the 1960s was hell. British and American bands were turning out the best pop music ever and no one in the UK was allowed to hear it – legally - for more than two hours a week. Even if you were lucky enough to own a “transistor” you were stuck with Radio Luxembourg, which faded out in the middle of your favourite songs or blasted your ear off with Pools adverts. Then along came the pirates, hooray.
The early word on The Boat That Rocked isn't looking as hot as hoped, but congratulations to Richard Curtis for an inspired choice of subject. Maybe the problem is just that, looking back at the newspaper cuttings of the time, the story was really a lot more Ealing Comedy than Notting Hill.
The Labour Government had got in a lather about hairy rebels threatening the monopoly of the BBC, and its efforts to get the pirate stations off the air show Britain at its absolute worst.
(continua)

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