Michele Ferrario (molte grazie, Michele), dell'ufficio stampa di RTSI mi invia molto tempestivamente il comunicato che l'ente ticinese ha rilasciato per meglio puntualizzare l'accessibilità dell'offerta del canale radiofonico RETE 1 dopo la decisione di chiudere l'impianto in onde medie di Monte Ceneri. Il comunicato sottolinea giustamente che una analoga situazione si presenterà nella Svizzera tedesca quando a fine anno verrà spento l'impianto di Beromünster.
Il primo obiettivo di una stazione radio, specie se a controllo pubblico, è farsi ascoltare dai contribuenti e in questo senso non c'è niente da eccepire sulla decisione di disattivare un impianto su cui probabilmente quasi nessuno si sintonizzava. Emittenti come la Radio della Svizzera Italiana non sono certo finanziate per dare sfogo alle paturnie dei nostalgici come me. L'unica obiezione che abbia un minimo senso è che attraverso le onde medie la radio ticinese poteva continuare a svolgere, dal tardo pomeriggio in poi, un ruolo informativo importante nelle regioni dell'Italia del nord. Si tratta è vero di un bacino di ascolto numericamente trascurabile, che di certo non giustifica una spesa comunque notevole (lasciando da parte ogni ironia). Impianti come quello di Monte Ceneri sono ormai l'equivalente di un museo all'aperto e come tali andrebbero forse gestiti, con fondi (limitati) che ne conservino e documentino la memoria e - perché no - offrendo la possibilità di riascoltarli periodicamente, magari con programmazioni speciali basate sul prezioso repertorio conservato in archivio (che comunque esiste). E' un'idea così astrusa e irrealizzabile? Parliamone.
Il primo obiettivo di una stazione radio, specie se a controllo pubblico, è farsi ascoltare dai contribuenti e in questo senso non c'è niente da eccepire sulla decisione di disattivare un impianto su cui probabilmente quasi nessuno si sintonizzava. Emittenti come la Radio della Svizzera Italiana non sono certo finanziate per dare sfogo alle paturnie dei nostalgici come me. L'unica obiezione che abbia un minimo senso è che attraverso le onde medie la radio ticinese poteva continuare a svolgere, dal tardo pomeriggio in poi, un ruolo informativo importante nelle regioni dell'Italia del nord. Si tratta è vero di un bacino di ascolto numericamente trascurabile, che di certo non giustifica una spesa comunque notevole (lasciando da parte ogni ironia). Impianti come quello di Monte Ceneri sono ormai l'equivalente di un museo all'aperto e come tali andrebbero forse gestiti, con fondi (limitati) che ne conservino e documentino la memoria e - perché no - offrendo la possibilità di riascoltarli periodicamente, magari con programmazioni speciali basate sul prezioso repertorio conservato in archivio (che comunque esiste). E' un'idea così astrusa e irrealizzabile? Parliamone.
NUOVE MODALITÀ DI RICEZIONE PER RETE UNO
(rtsi) Il Consiglio federale ha approvato nella sua seduta odierna la richiesta della SRG SSR idée suisse di non più diffondere i programmi di Rete Uno RSI su onde medie. Il provvedimento entrerà in vigore il 1. luglio 2008 e anticipa quanto accadrà entro fine anno nella Svizzera tedesca.
Con questa decisione la Svizzera si allinea all’evoluzione tecnologica in atto nella distribuzione dei segnali radiofonici in tutto il mondo, volta ad offrire al pubblico una ricezione qualitativamente sempre migliore.
Come oggi, le Reti e i programmi della RSI potranno essere ascoltati anche in futuro su onde ultracorte (Rete Uno in tutta la Svizzera); con apparecchi radio DAB (Rete Uno in tutta la Svizzera); via cavo; via satellite; su internet, collegandosi al sito www.rtsi.ch, dove è possibile seguire le trasmissioni in diretta (live streaming), ascoltarle in differita, ma anche scaricare gratuitamente le principali trasmissioni giornalistiche (Radiogiornale, Cronache della Svizzera italiana, Modem ecc), di servizio, di approfondimento e di intrattenimento delle tre Reti tramite podcast: www.rtsi.ch/podcast.
Per rispondere a eventuali richieste dei radioascoltatori è a disposizione, in orari d’ufficio, il numero telefonico +41(0)91/803 51 11. Informazioni pratiche si possono trovare anche sul sito www.broadcast.ch.
Nessun commento:
Posta un commento