14 giugno 2008

Mediterraneo, tassonomie e archivi digitali


Chattavo questa mattina con Andrea Borgnino, in questi giorni nella sua città natia perché a Torino la RAI, con la direzione di Paolo Morawski, quest'anno è l'organizzatrice del Premio internazionale del documentario e del reportage mediterraneo. Andrea, che sta curando il blog dell'iniziativa, mi ha parlato del programma di questa manifestazione, dedicata alle produzioni televisive che hanno per argomento il Mare Nostrum e ospitata prioprio in quello che fu il palazzo di Radio Torino, dove si può anche visitare il museo della RAI.
Giovedì mattina, il 19, alle 11, è previsto un interessante convegno: Internet, il digitale e le memorie audiovisive del Mediterraneo, dove è attesa tra gli altri la partecipazione del mio amico Juan Carlos de Martin, docente del Politecnico di Torino.

Giovedì 19 giugno, ore 11:00-13:00 - Centro Produzione RAI di Torino, Museo della Radio e della TV, Via Verdi 16
Prendendo esempio dalla lungimiranza di alcuni pionieri, oggi tutti i paesi che si
affacciano sulle rive del Mediterraneo hanno in corso progetti di digitalizzazione dei
propri archivi audiovisivi. Non si tratta solo di salvare e di conservare materiali che
altrimenti andrebbero persi. Una volta effettuato il restauro bisogna riuscire a
rendere attuali tali materiali, ovvero dare nuova vita ai fatti del passato e alle
memorie che essi evocano. Attraverso la rete, oggi rivolgersi agli utenti è molto più
facile. Sulla possibilità di accedere on line a immagini e suoni ad alto valore
culturale esistono diverse concezioni: cosa significa “offrire un servizio al (proprio)
pubblico”? il servizio deve essere gratuito o a pagamento? Partendo da concreti
modelli di siti e di database audiovisivi internazionali, l’incontro cercherà di
individuare differenze e punti in comune.
Partecipano:
Mireille Maurice, Déléguée régionale, INA Méditerranée – Francia
Jan Carlos de Martin, Nexa Research Center for Internet and Society, Politecnico
di Torino – Italia
Leila Haoues - Directrice des archives et de la comunication, ENTV Algeria
RAI MEDITA – Mediateca Digitale Italiana, Rai Educational, Italia

Moderatore: Roberto Rossetto, Responsabile Supporto tecnologico, Teche, RAI,
Italia
Non è quindi solo un "problema di conservazione dei materiali" ma di fruibilità e accessibilità degli archivi digitali. A questo proposito mi è venuto in mente l'ennesimo post dei Radio Labs della BBC che ho letto questa mattina e che mi permetto di suggerire a Paolo, Andrea e gli altri panelist di giovedì prossimo. Il contributo viene da Chris Sizemore (un cognome che è tutto un programma per un ricercatore di sistemi di classificazione automatica!), il quale ha lavorato a lungo per i siti BBC che visualizzano i programmi della radio e della televisione. Chris parte da una considerazione che Nicholas Negroponte fece una quindicina di anni fa a proposito dei "metadati", i "bits about the bits", cioè le informazioni sulle informazioni. Secondo Negroponte si trattava di "descrivere una narrativa", cioè classificare un contenuto, attraverso bits about the bits inseriti, anticipava il massmediologo, dagli stessi lettori coadiuvati dalle macchine. Una efficace previsione di quelli che sarebbero stati tags e "folksonomy". Sizemore ha sperimentato il prototipo di un sistema software che facesse proprio questo, un software capace di assegnare delle parole chiave a un testo, in modo che queste parole chiave possano fornire da guida di catalogazione e approfondimento. Per il suo lavoro ha utilizzato la "tassonomia collaborativa" più famosa di tutte, Wikipedia e ha sviluppato un motore basato su Lucene, un motore di ricerca aperto di Apache. Ottenendo così una sorta di Google che ingoia un paragrafo di testo e lo restituisce "taggato" con i concetti principali (per esempio i nomi di persona) linkati alle rispettive voci di Wikipedia. Questo strumento dovrebbe servire a fornire un semilavorato con una prima categorizzazione automatica da affinare successivamente. Mi sembra un tool molto interessante per chi deve costruire interfacce verso gli archivi mediatici digitali. Il post di Sizemore è troppo lungo per essere riportato qui, ma su Slideshare trovate una sua presentazione sul concetto di vocabolario controllato, che spiega bene le idee alla base di questo progetto.

Nessun commento: