08 ottobre 2010

White spaces in Piemonte, ma l'Italia snobba il divide

Ieri a Ginevra non si è svolta solo la prima giornata della Radio News Conference. Anche gli esperti di gestione dello spettro di diverse nazioni europee si sono riunite per il workshop ‘IMPLEMENTATION OF THE DIGITAL DIVIDEND IN EUROPEAN COUNTRIES’ dedicato al dividendo digitale, le porzioni frequenziali lasciate libere dal passaggio alla televisione digitale terrestre. Ora, io sono notoriamente un'anima bella ma nemmeno poi troppo. So perfettamente che certe riunioni internazionali si fanno soprattutto per gratificare qualche funzionario con un viaggetto, un pranzetto e una sana bevuta. Ma alla lunga da riunioni come queste emergono bene o male gli standard e molti importanti trend futuri dell'industria delle telecomunicazioni. Va bene che qui in Italia di industria delle Tlc ormai ce n'è poca e una parte di questa si trova nella situazione di Eutelia, ma è possibile che a Ginevra fossero presenti Germania, Spagna, Norvegia e Croazia ma non l'Italia? Forse c'è un po' di vergogna a livello internazionale per l'assurda politica italiana di occupare spazi liberi con fondamentali servizi come la televisione 3D di Mediaset e Telecom Italia? Tra l'altro c'è un preciso input dall'Europa sull'uso broadband e non broadcast di queste preziose risorse, capaci di generare nuova economia e colmare i gap di copertura della rete IP fissa.
La buona notizia è che anche in Italia è partita la sperimentazione dei white spaces, gli spazi ex televisivi, per applicazioni come Internet senza fili. La stanno gestendo il consorzio CSP e il Politecnico di Torino in Val di Viù (pay per Viù?) sulle Valli di Lanzo, nell'ambito del piano anti digital divide Wi-Pie. Questo il comunicato ufficiale. L'esperimento è molto interessante ma sto cercando di approfondire. Utilizzare i white spaces significa anche implementare tecniche di cognitive radio e geolocalizzazione dei dispositivi, ma in questo test c'è un solo ex-canale televisivo in gioco, il 55, concesso agli sperimentatori da Rete Capri che ne è il titolare. Probabilmente il senso del progetto è anche cercare di capire come funzionano Wi-Fi e compagnia a frequenze piuttosto basse, intorno ai 750 MHz.

Nessun commento: