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09 settembre 2014

Valle d'Aosta e Piemonte Occidentale: Agcom decide due nuove regioni "digital radio"

Secondo il blog del sito Digital Radio, a fine luglio il Consiglio del regolatore Agcom si è riunito per decidere, tra l'altro, anche l'estensione del piano di copertura regionale in radiofonia digitale T-DAB+, disponendo per l'attivazione dell'iter in Valle d'Aosta e nel Piemonte Occidentale. La decisione era iscritta all'ordine del giorno della seduta dello scorso 29 luglio ("Estensione alla regione Valle d’Aosta e all’area tecnica del Piemonte Occidentale della pianificazione per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale con standard DAB+, già attuata con un progetto pilota nel Trentino Alto Adige"). 
Ora secondo la prassi gli uffici tecnici del Ministero per le Infrastrutture e lo Sviluppo Economico dovrebbero assegnare i relativi blocchi di frequenza. Trattandosi di due regioni di confine - vedi il post di ieri - potrebbero verificarsi dei problemi qualora lo stesso MISE dovesse procedere alla risoluzione di eventuali conflitti frequenziali televisivi con Francia e Svizzera utilizzando i canali della banda III VHF non assegnati nel corso dell'asta di metà giugno 2014. Considerando che in Italia si tende sempre a salvaguardare l'in statu quo, sarebbe davvero opportuno che il regolatore e i tavoli tecnici accelerassero la pianificazione della radio digitale, procedendo in parallelo su più regioni (non è solo una questione di blocchi da assegnare, c'è anche la questione non banale della formazione dei multiplex locali e delle società consortili che devono gestirli). L'impegno dei costruttori ha già portato alla creazione di una consistente base di apparecchi compatibili con la radio digitale DAB+, bene o male la presenza di numerose stazioni anche a Roma e Milano - anche con qualche primo esempio di contenuti esclusivi, come nel caso dei canali Web Radio della RAI o degli stream musicali nel multiplex di RTL102.5 - contribuisce a estendere la conoscenza, e il gradimento nei confronti della nuova radiofonia. Sarebbe davvero un peccato perdere questa occasione di rilancio in un settore che soffre per i cali degli investimenti pubblicitari e per lo scontro "generazionale" con i nuovi media.

08 ottobre 2010

White spaces in Piemonte, ma l'Italia snobba il divide

Ieri a Ginevra non si è svolta solo la prima giornata della Radio News Conference. Anche gli esperti di gestione dello spettro di diverse nazioni europee si sono riunite per il workshop ‘IMPLEMENTATION OF THE DIGITAL DIVIDEND IN EUROPEAN COUNTRIES’ dedicato al dividendo digitale, le porzioni frequenziali lasciate libere dal passaggio alla televisione digitale terrestre. Ora, io sono notoriamente un'anima bella ma nemmeno poi troppo. So perfettamente che certe riunioni internazionali si fanno soprattutto per gratificare qualche funzionario con un viaggetto, un pranzetto e una sana bevuta. Ma alla lunga da riunioni come queste emergono bene o male gli standard e molti importanti trend futuri dell'industria delle telecomunicazioni. Va bene che qui in Italia di industria delle Tlc ormai ce n'è poca e una parte di questa si trova nella situazione di Eutelia, ma è possibile che a Ginevra fossero presenti Germania, Spagna, Norvegia e Croazia ma non l'Italia? Forse c'è un po' di vergogna a livello internazionale per l'assurda politica italiana di occupare spazi liberi con fondamentali servizi come la televisione 3D di Mediaset e Telecom Italia? Tra l'altro c'è un preciso input dall'Europa sull'uso broadband e non broadcast di queste preziose risorse, capaci di generare nuova economia e colmare i gap di copertura della rete IP fissa.
La buona notizia è che anche in Italia è partita la sperimentazione dei white spaces, gli spazi ex televisivi, per applicazioni come Internet senza fili. La stanno gestendo il consorzio CSP e il Politecnico di Torino in Val di Viù (pay per Viù?) sulle Valli di Lanzo, nell'ambito del piano anti digital divide Wi-Pie. Questo il comunicato ufficiale. L'esperimento è molto interessante ma sto cercando di approfondire. Utilizzare i white spaces significa anche implementare tecniche di cognitive radio e geolocalizzazione dei dispositivi, ma in questo test c'è un solo ex-canale televisivo in gioco, il 55, concesso agli sperimentatori da Rete Capri che ne è il titolare. Probabilmente il senso del progetto è anche cercare di capire come funzionano Wi-Fi e compagnia a frequenze piuttosto basse, intorno ai 750 MHz.