Secondo il blog del sito Digital Radio, a fine luglio il Consiglio del regolatore Agcom si è riunito per decidere, tra l'altro, anche l'estensione del piano di copertura regionale in radiofonia digitale T-DAB+, disponendo per l'attivazione dell'iter in Valle d'Aosta e nel Piemonte Occidentale. La decisione era iscritta all'ordine del giorno della seduta dello scorso 29 luglio ("Estensione alla regione Valle d’Aosta e all’area tecnica del Piemonte Occidentale della pianificazione per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale con standard DAB+, già attuata con un progetto pilota nel Trentino Alto Adige").
Ora secondo la prassi gli uffici tecnici del Ministero per le Infrastrutture e lo Sviluppo Economico dovrebbero assegnare i relativi blocchi di frequenza. Trattandosi di due regioni di confine - vedi il post di ieri - potrebbero verificarsi dei problemi qualora lo stesso MISE dovesse procedere alla risoluzione di eventuali conflitti frequenziali televisivi con Francia e Svizzera utilizzando i canali della banda III VHF non assegnati nel corso dell'asta di metà giugno 2014. Considerando che in Italia si tende sempre a salvaguardare l'in statu quo, sarebbe davvero opportuno che il regolatore e i tavoli tecnici accelerassero la pianificazione della radio digitale, procedendo in parallelo su più regioni (non è solo una questione di blocchi da assegnare, c'è anche la questione non banale della formazione dei multiplex locali e delle società consortili che devono gestirli). L'impegno dei costruttori ha già portato alla creazione di una consistente base di apparecchi compatibili con la radio digitale DAB+, bene o male la presenza di numerose stazioni anche a Roma e Milano - anche con qualche primo esempio di contenuti esclusivi, come nel caso dei canali Web Radio della RAI o degli stream musicali nel multiplex di RTL102.5 - contribuisce a estendere la conoscenza, e il gradimento nei confronti della nuova radiofonia. Sarebbe davvero un peccato perdere questa occasione di rilancio in un settore che soffre per i cali degli investimenti pubblicitari e per lo scontro "generazionale" con i nuovi media.
1 commento:
Il mio punto di vista non è stato commentato: forse ho esagerato nel giudicare il MISE e ASCII per il loro operato. Rimango però nella mia opinione. Saluti e buon lavoro.
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