Senza voler togliere nulla alle due conferenze che questa settimana, al Prix Italia di Torino e alla Social Media Week di Roma, coinvolgeranno esperti e operatori sulle tematiche evolutive del mezzo radiofonico, mi sembra doveroso celebrare qui la quarta edizione di Next Radio, un evento londinese che James Cridland - riconosciuta autorità del matrimonio tra radiofonia e Internet - insieme con Matt Deegan organizzano dal 2011. Chiamando ogni volta una grande quantità di donne e uomini della radio implicati nello studio e nella realizzazione di contenuti "di frontiera": quella dell'interazione tra produttori, ascoltatori, inserzionisti attraverso i nuovi strumenti, tecnologici e social, che un medium tradizionale come la radio può - anzi, deve - sfruttare.
Tutto, in Next Radio è azzeccato, a partire dal format che consiste in una serie di presentazioni molto brevi, di dieci o venti minuti al massimo, con poche slides e molti "talking points" da portare a casa. Dopo una giornata intera di discussione si finisce tutti al pub per la pinta offerta dallo sponsor. Molto British, molto "factual", molto diverso dalle sbrodolate inutili che rendono i nostri convegni "accademici" così noiosi e improduttivi (più ci penso e più mi chiedo perché con Francesco Delucia non si riesca proprio a organizzare un Radiocamp sulla falsa riga di Next Radio). Il programma dell'evento che si è tenuto l'8 settembre alla Royal Institution ha visto la partecipazione di 25 speaker e tutti o almeno una significativa percentuale si possono seguire adesso attraverso i filmati YT sul sito Nextrad.io. Charles Ubaughs, di Classic FM, spiega come il network di musica classica è riuscita a spingere la sua pagina Facebook in cima alla classifica del rapporto tra like e singole page reach registrato dalle grandi reti inglesi. BBC Radio 1 ha più di un milione di fan ma solo una piccola percentuale di loro consulta la pagina regolarmente, nel caso di Classic FM la percentuale è elevatissima.
Altri relatori sono intervenuti sul tema delle app radiofoniche, su come realizzare grandi progetti intorno a un singolo programma (Phil Critchlow di TBI Media ha raccontato della produzione del progetto D-Day, la celebrazione che BBC Radio 2 ha fatto dell'anniversario dello sbarco del '44 in Normandia), sulle trasmissioni tematiche... Una vera miniera di idee per la radio che cambia. Uno delle presentazioni più strane è stata quella di Tony Churnside dell'R&D della BBC. Tony si occupa di "responsive radio" e di contenuti capaci di adattarsi alle esigenze di tempo e di contesto dell'ascoltatore, ispirandosi ai principi della programmazione object oriented (qui un suo articolo dell'anno scorso). Sotto la sua guida BBC ha realizzato un esperimento chiamato "perceptive radio" in cui un radiodramma riesce ad adattarsi in tempo reale al momento e al luogo in cui l'ascoltatore si trova durante la trasmissione (provateci, è molto divertente, la storia verte sul dialogo tra una donna intrappolata in un ascensore e l'ascensore stesso interpretato da una attrice e da una voce sintetica che appunto riesce a generare un contenuto variabile). Altro intervento degno di nota quello di Soundcloud, la piattaforma di scambio di contenuti sonori, che attraverso Ben Fawkes ha parlato di viralità e delle difficoltà di far circolare su Internet - dove circolano milioni di copie di spezzoni video che catturano la fantasia degli utenti - dei veri e propri "audio virali" (a questo proposito Stan Alcorn aveva scritto questo articolo su Digg).
Appuntamento al prossimo Next Radio! Nell'attesa spero che gli spunti che troverete sul sito possano favorire anche qui contenuti radiofonici più innovativi e una migliore integrazione con il Web e i suoi strumenti.
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