Nel corso della giornata dedicata alla radio digitale DRM+ ieri a Torino è apparso evidente il clima di contrapposizione che Radiopassioni descrive da anni sulle due "tensioni" che oggi dominano sul fondamentale mercato della distribuzione di contenuti multimediali. Da un parte tutti i servizi afferenti ai tradizionali modelli diffusivi (broadcast) centrati intorno alla radio e alla televisione, terrestri, cablati o satellitari che siano. Dall'altra l'esplosione di nuove opportunità che arrivano dal mondo delle reti interattive: il modello telefonico e le sue principali articolazioni fissa e mobile. Sono due spinte non necessariamente in conflitto, anzi molto spesso c'è una forte complementarietà. Ma è inutile nascondersi che a volte - e il caso della radio digitale è un buon esempio - il modello telefonico si dimostra se non altro più vitale, propositivo e rischia di rimpiazzare il "concorrente". Così, se non si può pensare che l'insieme complessivo degli ascoltatori radiofonici siano sul punto di gettare alle ortiche i loro apparecchi radio (le reti interattive mobili non sopporterebbero il carico), è anche vero che mentre la radio digitale si dibatte in un giardino cintato di sperimentazioni non tutte foriere di significativi sbocchi commerciali, i servizi telefonici incontrano il favore di ampie frange di popolazione, creando spazi inattesi per contenuti e applicazioni di nicchia.
Il fatto è che la tensione non sembra attenuarsi e anzi, il modello telefonico appare ogni giorno più agguerrito. E' di oggi l'ultimo aggiornamento che l'ITU di Ginevra, supremo organo mondiale di armonizzazione e adozione degli standard di telecomunicazione, pubblica sulla progressione di IMT-Advanced, il progetto-quadro per la nuova generazione, la quarta, dei servizi radiomobili, il già chiacchierato 4G. Si è infatti concluso il processo di valutazione di sei proposte di standard, fornite in questi mesi dal Giappone (una proposta per la telefonia mobile e una per le reti metropolitane wireless), Corea, Cina, IEEE e da un consorzio di costruttori e operatori telefonici. Da questi sei candidati sono emersi i due diversi "volti" del 4G così come sarà definito da IMT-Advanced: LTE-Advanced, evoluzione degli standard 3GPP/Umts per la mobilità bassa e veloce e WirelessMAN Advanced, l'evoluzione dello standard 802.16, per la nomadicità e il cosiddetto fixed-wireless. Il primo report su questa definizione verrà rilasciato tra poco, in tempo per essere discusso a Ginevra, nella riunione dello Study Group 5 dell'ITU-R, a fine novembre.
Ecco una lista di obiettivi che l'ITU chiede di raggiungere attraverso l'implementazione dei sistemi "Advanced":
- a high degree of commonality of functionality worldwide while retaining the flexibility to support a wide range of services and applications in a cost efficient manner;
- compatibility of services within IMT and with fixed networks;
- capability of interworking with other radio access systems;
- high quality mobile services;
- user equipment suitable for worldwide use;
- user-friendly applications, services and equipment;
- worldwide roaming capability; and,
- enhanced peak data rates to support advanced services and applications (100 Mbit/s for high and 1 Gbit/s for low mobility were established as targets for research)
Come si vede stiamo parlando di reti mobili in grado di assicurare con le loro interfacce radio data rate da 100 megabit al secondo ad alta velocità e 1 Gigabit al secondo per la nomadicità. Dove persino i servizi più tradizionali come la voce sono nativamente basati sul protocollo IP. Il percorso è solo all'inizio, anche se LTE "non Advanced", cosiderato una sorta di generazione "3,9" è una sigla che vediamo già sui giornali, in Svezia è una limitata realtà commerciale, diversi operatori la stanno adottando (anche se in questo momento le risorse finanziarie sono quelle che sono). Ci vorranno parecchi anni prima di avere livelli di penetrazione paragonabili a quelli del 3G/HDSPA, ma intanto il cammino è avviato e non ci potranno non essere conseguenze sullo "scontro" tra modelli al quale mi riferivo inizialmente. Specie considerando il moltiplicarsi dell'offerta, la carta vincente del modello diffusivo (poter servire estesi bacini di ascolto con una unica antenna senza togliere banda ad altri servizi) tenderà a farsi meno determinante e una rete radiomobile a granularità molto fine avrà sempre più risorse da condividere tra i singoli utenti delle sue cellule. Questo non significa che anche la rete radiomobile non debba "darsi da fare". Con interfacce radio così performanti diventerà fondamentale una infrastruttura di supporto, di "backhaul" come si dice in gergo, e dorsali davvero ad altissima capacità.
[In questo file zippato trovate i documenti con le sei proposte originali e il "capitolato" di IMT-Advanced.]
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