05 ottobre 2010

I giovani americani e la radio: piccola, non secondaria


Sempre in occasione del RadioShow di Washington, Radio-Info con Edison Research hanno presentato uno studio sul futuro della radiofonia nella fascia demografica più giovanile degli americani (12-24 anni).
Il ritratto segue quello tracciato dieci anni fa, esattamente nel 2000, in uno studio analogo e parla di una generazione sempre più "smartphonizzata", dove la radio ha un ruolo minore ma non del tutto secondario. Sembra infatti che l'ascolto dei brani musicali alla radio sia ancora un modo maggioritario per informarsi sulle uscite e se rispetto a un anno fa i giovani intervistati dicono di utilizzare meno questo mezzo, la maggioranza di loro dice di aver mantenuto o incrementato i livelli di consumo.
I dati sono compatibili con l'informazione che rivela un drastico calo di frequentazione dei concerti dal vivo. Il che fa pensare molto a quello che anni fa si diceva sul problema della pirateria e del costo della musica su CD. Sembrava che si dovessero regalare o quasi i dischi per incentivare il pubblico ad andare ai concerti, ma il prezzo di questi ultimi è talmente aumentato (almeno dalle nostre parti) che i giovani non possono permetterseli. Che strana cosa, il mercato.

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