10 ottobre 2010

Digital Audio Brion, l'antica forma della radio futura

La presentazione di Brionvega Radiocubo.it - modello TS525 - si è rivelata un'occasione preziosa per un giornalista appassionato di radio e incuriosito, come molti altri colleghi anche se con risultati di minor rilievo, da quel grande mistero che è la creatività dell'imprenditoria e dell'innovazione italia. Imprenditoria e innovazione vere, non quelle farlocche dei piccoli e grandi capitani di sventura che ne hanno usurpato la fama. L'occasione per ripercorrere le tappe di un percorso di industrial design rimasto unico nel panorama italiano. Che inevitabilmente diventa cornice della evoluzione subita da un medium dalle formidabili capacità di adattamento e rinnovamento.
Il primo cubo radiofonico firmato da Marco Zanuso e Richard Sapper, il "502", era datato 1964 e poteva sintonizzarsi su quella che allora poteva essere considerata, in Italia, una strana novità: la modulazione di frequenza. La forma a parallelepipedo con cerniera centrale valse a quell'apparecchio l'esposizione permanente al MOMA di New York.
A proposito della fase di preparazione e studio che ha portato al nuovo cubo - che mantiene l'FM (con aggiunta di RDS) ma sostituisce le onde medie con la radio digitale Internet e DAB/DAB+ - il responsabile di mercato Carlo Segato ha raccontato che la prima idea di Brionvega era di rivedere radicalmente quel formidabile ma scomodo capostipite. Questo prima di rendersi conto che tutto, in quella forma funzionava perfettamente. Al punto che persino i focus group condotti dalla società di ricerche di Giampaolo Fabris, il famoso sociologo scomparso qualche mese fa,
avevano misurato un grande interesse da parte di potenziali acquirenti che magari nel 1964 erano solo potenziali nipoti. E il direttore generale di Brionvega, Marino Poddighe, ha aggiunto che anche la presenza delle manopole al posto di un touchscreen più modaiolo vuole comunicare una riscoperta di una materialità perduta (conosco appassionati di radio che lo avrebbero abbracciato).
Insomma, il nuovo radiocubo è quasi esattamente uguale a quello presentato 35 anni fa e più, anche nella scelta dei materiali. All'interno, naturalmente le cose sono ben diverse. Il chipset Frontier Silicon (Poddighe mi ha raccontato che inizialmente Brionvega pensava di utilizzare Stingray, il modulo DAB/Internet Radio di Reciva) permette alla TS525 di sintonizzarsi su programmi FM, DAB e Internet. Le altre novità si presentano sottoforma di appendice. Per ora esce una versione base con telecomando e docking station per iPod/iPhone, ma in futuro radiocubo.it si troverà al centro di un ecosistema di altoparlanti addizionali per la stereofonia, lettore CD, subwoofer e forse altre cose. L'apparecchio, in versione arancio o bianco, sarà nei negozi, di elettronica e design, a metà novembre e il prezzo, che non è ancora stato fissato, sarà compreso tra i 500 e i 600 euro. Un prezzo commisurato a un target di mercato abbastanza alto.
Non ho avuto modo di provare molto le capacità di ricezione del DAB, ma il suono del radiocubo mi è sembrato molto corposo e convincente. Pur non appartenendo alla fascia dei prodotti mass market questa novità potrebbe fare molto per attirare l'attenzione del grande pubblico nei confronti della radio digitale. Anche di questo ho discusso nel corso di una chiacchierata con Poddighe, che potete ascoltare qui:

In questo senso il ruolo di un marchio come Brionvega può rivelarsi non meno fondamentale di quello di Pure, capace di declinare prodotti ad alto profilo come Sensia e portatili DAB funzionali ma molto più economici. Forse il brand che fu dell'azienda fondata nel 1945 da Giuseppe Brion (padovano sbarcato nella Milano che preparava la ricostruzione) e che seppe coinvolgere nella sua produzione le leggende del design non ha la notorietà di un tempo. Da parecchio la famiglia Brion non ha più nulla a che fare con una azienda passata dal controllo di Seleco e Formenti, prima di confluire, nel 2004 e solo per la parte audio/hi-fi, in Sim2, una azienda friulana specializzata in videoproiettori di alta gamma. Da qualche tempo Sim2 ha rilevato anche quella che era stata la parte televisiva di Brionvega.
Con intelligenza, Sim2 ha organizzato la giornata di lancio del radiocubo dentro a un vero e proprio tempio del design milanese, lo studio-museo dei Fratelli Castiglioni, che manco a dirlo avevano firmato, per l'azienda di Brion, oggetti indimenticabili come il radiofonografo RR126. Nel corso della conferenza stampa l'intervento di Anty Pansera, storica del design, ha sintentizzato molto bene l'avventura di Brionvega, riproponendo anche un estratto da un documentario realizzato nel 1995 per conto della Regione Lombardia. L'audio completo della presentazione è disponibile qui:


Se volete approfondire la storia del marchio Brionvega, potete scaricare questo documento.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao e complimenti per il blog.
Senza nulla togliere al marchio glorioso ed a questa splendida Radio ,ma 500/600 euro mi sembrano proprio tanti.Non è che questi produttori, a partire dalla mela,fino ai vari smartphones,si siano montati la testa?? Poi naturalmnte ognuno è libero di spendere i propri soldi come meglio crede,ma questo fatto del prezzo esagerato può porre dei limiti a chi acquisterebbe volentieri tali prodotti...
Fiorenzo

Andrea Lawendel ha detto...

Probabilmente c'è chi acquisterebbe una Ferrari, o Valentino, o Bulgari "se non fosse per il prezzo". Anche per l'audio valgono gli stessi principi di segmentazione di mercato che ritroviamo in tante altre categorie merceologiche. Come può essere Bang&Olufsen, Brionvega non è chiaramente un marchio per il mercato di massa. La britannica Pure per esempio porterà in Italia apparecchi DAB altrettanto funzionali dal costo decisamente più ridotto. Ma non avranno la firma di Zanuso!