Kalter Krieg im Radio, La Guerra fredda nella radio, è il titolo di un documentario di Ute Bönnen und Gerald Endres prodotto dall'emittente pubblica regionale del Brandeburgo, RBB, nel 2007 e riproposto on air ieri sera su Phoenix, il canale televisivo satellitare (credo che addirittura esista ancora sul satellite analogico Astra) assemblato da ARD e ZDF tedesche con il meglio della loro programmazione e di quella degli enti regionali. Ho cercato di sintonizzarmi sullo stream Internet di Phoenix ma non ci sono riuscito, spero che lo ripropongano una terza volta o che diventi scaricabile. Il film cerca di raccontare il ruolo della propaganda radiofonica come vera e propria arma di una guerra di contrapposizione che se non lasciò moltissime vittime sul campo (nel senso di morti) condizionò in negativo la vita di milioni di persone e seminò sofferenze a non finire a Est, tra i tanti dissidenti dei regimi polizieschi instaurati dopo la fine del conflitto. E vi assicuro, negli anni che precedettero il lancio dei servizi di televisione satellitare diretta, la radio era un medium dominante, specie in quel contesto rappresentato da due mondi separati da una robusta membrana di controlli e restrizioni, permeabile solo alle onde elettromagnetiche. Kalter Krieg im Radio si focalizza sulla guerra di queste onde nell'etere berlinese, (la foto mostra la famosa Casa della Radio in Masurenallee) dove la propaganda non era affidata soltanto a giornalisti e "spin doctor" politici, ma anche ai direttori d'orchestra e ai comici radiofonici. Ecco la scheda del documentario:
Es war ein heißer Kampf: Wer hat die bessere Musik, wo laufen die schöneren Unterhaltungssendungen, welchen Kommentatoren kann man glauben, welche Nachrichten lügen?Per nostra fortuna, in attesa che Phoenix riproponga il documentario quello di RBB in realtà è un progetto che si era articolato sulla televisione, la radio e Internet, dove potete ancora trovare un bellissimo sito Web pieno di testimonianze e documenti sonori.
Es ging darum, Herzen und Hirne im Kalten Krieg zu gewinnen, und keine Grenzkontrolle, keine Zensur konnte die Radiowellen aufhalten. Der Ätherkrieg in Berlin begann, als sich die alliierten Sieger zerstritten. Die Sowjets betrieben den Berliner Rundfunk, und dachten gar nicht daran, die anderen Alliierten daran zu beteiligen. Also setzten die Amerikaner den RIAS dagegen und die Briten den Nordwestdeutschen Rundfunk. Je heißer der Kalte Krieg wurde, desto heftiger beharkten sich auch die Radiomacher auf beiden Seiten.
Bald war jedoch klar, wer den Sieg beim Publikum davontrug. Viele Jahre blieben die Westsender für die Bevölkerung in der DDR die wichtigste Informationsquelle.
In der Dokumentation kommen Radiomacher der frühen Stunde wie Egon Bahr und Markus Wolf zu Wort, aber auch die Hörer aus Ost und West. Der Film zeigt, wie sich der Kalte Krieg in den Sendeanstalten auswirkte, wie Journalisten zu Propagandisten wurden, - damals, als die Unterhaltungsorchester und das Kabarett wichtige Waffen im Kalten Krieg der Funkwellen waren.
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