28 settembre 2008

"La limba" su Radio Uno

Un comunicato stampa della Regione Sardegna annuncia che a partire dal 29 settembre i bollettini regionali di Radio Uno (1062 kHz) trasmetteranno per la prima volta nella storia della RAI tre spazi in lingua sarda il lunedì, mercoledì e sabato. Gli orari sono quelli dei giornali radio regionali, alle 12.35 nei feriali fino al sabato e alle 14.10 la domenica. In inverno è possibile cercare di sintonizzarsi su Cagliari in onde medie anche di giorno, specie sulle coste tirreniche e siciliane. Una bella opportunità per identificare con sicurezza un impianto radiofonico locale. La Corsica, di converso, sulle stazioni di Frequenza Mora di Radio France, ha già adottato da tempo l'uso della lingua locale.
La lingua sarda approda a Radio Sardegna

Sulle frequenze di RadioUno, dal lunedì al sabato alle 12,35 e la domenica alle 14,10 una trasmissione quotidiana di circa 25 minuti. Il lunedì, il mercoledì e il sabato andranno in onda i programmi in lingua sarda. Il ruolo attivo della Regione.

CAGLIARI, 26 SETTEMBRE 2008 - La lingua sarda approda a Radio Sardegna, conquistando una striscia quotidiana con tre giornate su sette dedicate alla limba. Da lunedì 29 settembre la sede regionale Rai trasmetterà, sulle frequenze di RadioUno, dal lunedì al sabato alle 12,35 e la domenica alle 14,10 una trasmissione quotidiana di circa 25 minuti. Il lunedì, il mercoledì e il sabato andranno in onda i programmi in lingua sarda, secondo l'accordo stipulato con il Ministero delle Comunicazioni e la Regione.
"Addisòra" è il titolo del programma che andrà in onda il lunedì, mentre il mercoledì sarà la volta di "Ego/Deu/Zego" (da tre dei quindici modi diversi di dire "io" in sardo): alla prima puntata, in programma il 1° ottobre, parteciperà l'assessore regionale della Cultura, Maria Antonietta Mongiu. Infine, "In limba" è il titolo del programma inserito nel palinsesto del sabato.
"E' un momento storico, che deve portare a nuovi obbiettivi, come la riapertura del Centro di programmazione di Rai Sardegna - commenta l'assessore Mongiu -. La sede Rai di Cagliari è stata la prima ad aprire in Italia nel dopoguerra, e ora è nuovamente Rai Sardegna che, per prima, usa la lingua sarda come lingua ufficiale del servizio pubblico".
"E' la prima volta che la Rai introduce ufficialmente la lingua sarda nella sua programmazione - spiega il direttore della sede Rai della Sardegna, Romano Cannas -. Siamo soddisfatti di legittimare in questo modo il servizio pubblico, nel rispetto della legge 482 del 1999 sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Fino allo scorso settembre ho gestito una rubrica in lingua sarda per una radio locale che trasmette in streaming sul web (www.radiocuore.net) e con sede a Oristano. La rubrica si chiama "Ischire" (che in sardo significa "sapere"). Purtroppo l'emittente son si è decisa ad investire sul podcast e le rubriche non sono attualmente disponibili. Erano delle piacevoli chiacchierate multi-dialettali tenute da me con gli amministratori locali di tutto il centro Sardegna. Il progetto di Radio Uno è ambizioso e interessante. Penso che le varianti linguistiche locali utilizzate in radio per discutere di cultura, arte e attualità riescano ad avere una forte presa sull'ascoltatore - soprattutto su quello che parla e capisce la lingua ovviamente, ma forse anche per gli altri, in quanto verrebbero incuriositi da una parlata "musicalmente" diversa, esotica... almeno credo!

Andrea Lawendel ha detto...

Grazie Diego. Il tema della relazione (spesso impossibile) tra lingue minoritarie e la radio non è meno affascinante di quello, più ampio, tra radio e cultura. Temo che per preservare una lingua "di sentimento" dalla spinta omogeneizzante di una lingua "di sistema" che agisce su scala assai più vasta una trasmissione radio non sia sufficiente, ma può essere un buon punto di inizio. Quando mi capita di ascoltare i programmi in corso di Radio Frequenza Mora, mi rendo conto che gli speaker non suonano certo come nativi, l'accento francese è forte e il passo dell'eloquio un po' esitante. Ma il messaggio passa, la lingua corsa rimane viva (e anzi, proprio l'accento francese è un sintomo positivo, perché la lingua viva cambia).