Un sincero in bocca al lupo a Tiziano Bonini, regista, e Matteo Caccia, mattatore del nuovo programma di Radio 2 (è partito lunedì 8) dall'accattivante titolo Amnésia, con l'accento sulla e. Una ventina di minuti, ogni giorno alle 12.10. L'argomento è, come forse avrete intuito, la perdita di memoria. Matteo ha esordito al microfono raccontando di essere stato colpito, esattamente un anno fa, da una grave crisi di amnesia retrograda globale. In pratica la sua esistenza pregressa, tutte le sue esperienze, la sua vita, sono state cancellate. Il suo caso avrebbe colpito molto i responsabili di Radio RAI, che avrebbero chiesto a Matteo di dipanare in pubblico la sua seconda vita di smemorato.
Sarà vero? Matteo "giura" che è vero, l'ho sentito oggi nel podcast che ho scaricato. Se andate su Wikipedia, trovate una breve voce dedicata a Caccia e alle sue esperienze di annunciatore di Radiopopolare prima, di attore radiofonico ancora per Radio 2 poi. Ma Wikipedia non è l'anagrafe e soprattutto non è la cartella clinica di un ospedale. Chi ha ragione? Matteo sta narrando di sé o sta interpretando - con molta maestria e senza alcuna enfasi, davvero molto bravo - un intrigante copione?
L'importante, dopo tutto, è che la storia sia vissuta e interpretata dai suoi "coprotagonisti": gli ascoltatori. Dal microfono Matteo racconta il faticoso re-incontro con il suo passato, la "riscoperta" del tiramisù della mamma. Lo stile, se volete, ricorda (oops!) quello dell'Umberto Eco della Regina Luana (un romanzo straordinario, chissà perché non se ne parla mai). Ma Amnésia serve anche per lanciare appelli a chi ha conservato un segno dei suoi passaggi precedente al trauma. Amici, parenti lontani, semplici conoscenti, tutti vengono accoratamente invitati a mettersi in contatto col sito Web del programma, a inviare un messaggino col cellulare. Nella concisione del format quella di Matteo è una avventura molto cross-mediale. Tiziano mi dice che le reazioni stanno già arrivando. Segno, mi sembra, che in una storia come questa - ma forse la cosa vale per tutte le storie - la veridicità della narrazione conta più della verità stessa. In effetti, quante volte la verità è meno appassionante della finzione?
Che questo sia il diario di un autentico dramma personale, o l'equivalente di una fittizia biografia di stampo borgesiano, quel che conta (per davvero) è la sua rappresentazione in radio. La bocca è secondaria rispetto all'orecchio. Che cosa vi suggerisce la vicenda, vera o verosimile, di Matteo? Come reagireste se, svegliandovi un mattino, tutto fosse diventato, di colpo, una "prima volta"? Vi dirò, se questo si rivelasse l'ennesimo reality show, ne sarei un po' deluso.
L'importante, dopo tutto, è che la storia sia vissuta e interpretata dai suoi "coprotagonisti": gli ascoltatori. Dal microfono Matteo racconta il faticoso re-incontro con il suo passato, la "riscoperta" del tiramisù della mamma. Lo stile, se volete, ricorda (oops!) quello dell'Umberto Eco della Regina Luana (un romanzo straordinario, chissà perché non se ne parla mai). Ma Amnésia serve anche per lanciare appelli a chi ha conservato un segno dei suoi passaggi precedente al trauma. Amici, parenti lontani, semplici conoscenti, tutti vengono accoratamente invitati a mettersi in contatto col sito Web del programma, a inviare un messaggino col cellulare. Nella concisione del format quella di Matteo è una avventura molto cross-mediale. Tiziano mi dice che le reazioni stanno già arrivando. Segno, mi sembra, che in una storia come questa - ma forse la cosa vale per tutte le storie - la veridicità della narrazione conta più della verità stessa. In effetti, quante volte la verità è meno appassionante della finzione?
Che questo sia il diario di un autentico dramma personale, o l'equivalente di una fittizia biografia di stampo borgesiano, quel che conta (per davvero) è la sua rappresentazione in radio. La bocca è secondaria rispetto all'orecchio. Che cosa vi suggerisce la vicenda, vera o verosimile, di Matteo? Come reagireste se, svegliandovi un mattino, tutto fosse diventato, di colpo, una "prima volta"? Vi dirò, se questo si rivelasse l'ennesimo reality show, ne sarei un po' deluso.
3 commenti:
Difficile da dire, ma conoscendo i media sono portato a pensare che sia soltanto una fiction, un po' stile Alcatraz, il condannato a morte Jack Folla che parlava alla Radio (sempre Radio 2).
Fiction o realta' e' il messaggio che arriva all'ascoltatore la cosa fondamentale, la trasmissione rimane comunque davvero bella e piena di significato.
Sono d'accordo, Amnésia è un programma riuscito e molto ben condotto da Matteo Caccia. Bravi tutti, come si scriveva un tempo nelle recensioni operistiche. Bravi soprattutto perché affrontare un argomento come la (perdita di) memoria in questo infelice paese è un piccolo atto di coraggio di cui dobbiamo essere grati agli autori.
@ Captainsonic
a proposito di fiction o realtà
qui si parla proprio del programma Amnesia
http://rivistapop.wordpress.com/
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