27 settembre 2008

Il DX ai tempi del software

Com'è cambiata la radio dei segnali impossibili, quella delle ore strappate al sonno per dare la caccia alle voci capaci di viaggiare per migliaia di chilometri nella quantistica geometria della ionosfera, ora che al posto delle radio, di un accrocchio di transistor e diodi, utilizziamo un convertitore analogico-digitale e un computer con del software dentro?
Il radioascolto estremo, fatto spremendo come un limone le leggi mai scritte della propagazione delle onde elettromagnetiche, ai tempi dell'SDR non rappresenta un cambiamento radicale per gli hobbysti già assuefatti al rituale dell'antenna da studiare con particolare attenzione, dei parametri solari e geomagnetici da analizzare, della registrazione audio da riascoltare mille volte prima di riuscire a capire la sigla, il nome, il numero di telefono o chissà quale altro dettaglio rivelatore che l'annunciatore stava pronunciando a ottomila chilometri da te. A cambiare sono le modalità di cattura. Con il Software Defined Radio il DXing (l'ascolto a lunga distanza di stazioni locali), un hobby equiparabile alla pesca con canna e amo, diventa una battuta di pesca a strascico. L'ultima versione del software di controllo del ricevitore software defined Perseus, scaturito dall'ingegno di Nico Palermo e considerato ormai lo standard di riferimento per DXer delle onde medie di tutto il mondo, consente di catturare e registrare sul disco una porzione di spettro larga 1.600 kHz. Più che sufficiente per "vedere" nello stesso istante una gamma di frequenze che va dai radiofari a tutte le onde medie.
Per chi come tutti noi è abituato a pensare alla radio come a un apparecchio fatto per sintonizzarsi su una frequenza ben determinata, è un salto concettuale non indifferente. Sembra una specie di magia. E invece è proprio così. Con l'SDR possiamo continuare a sintonizzarci in tempo reale su una determinata frequenza, stringendo la nostra finestra di ricezione a poche decine di Hertz. Ma a valle del nostro software c'è sempre un convertitore analogico digitale che ha la capacità di "fotografare" una finestra molto più ampia. E con il computer è possibile non solo "fotografare" ma registrare un film, cioè mettere insieme un fotogramma dopo l'altro e salvare tutto sul disco. Se la velocità di campionamento, la sequenza di questi scatti, è abbastanza veloce, in seguito potrò ritornare sul mio "film" e risintonizzarmi su una qualsiasi frequenza di questa finestra non più in tempo reale.
E' quello che ha fatto l'altra notte Aldo Moroni. Aldo ha utilizzato Perseus e le sue straordinarie antenne, per registrare qualche ora di spettro delle onde medie. E andando l'indomani a rovistare tra i pesci rimasti nella rete ha scoperto un segnale su 1310 kHz catturato alle 5 e un quarto UTC, le 7 e un quarto in Italia (era sabato mattina scorso). Qui la bravura del DXer, la sua esperienza, la sua conoscenza dei meccanismi propagativi stagionali, il suo fiuto e la sua capacità di discernere il parlato in un segnale debolissimo e sporcato dal rumore e dall'evanescenza sono ancora un'arma indispensabile, che non si improvvisa. Su 1310 kHz ad Aldo era sembrato di sentire l'annunciatore dire "en la cumbre de la sintonia", al culmine della sintonia. Ma da quale stazione veniva? Sulle prime, quando mi ha fatto ascoltare una sua prima registrazione, avevo pensato a una stazione colombiana, senza esserne troppo convinto. Aldo non si è perso d'animo e ha fatto una ricerca con Google. Ed è stata una mossa banale ma intelligente, che ci fa capire quanto è cambiato il nostro hobby anche per merito di Internet. Quando la sai usare. Se provate a cercare con Google "en la cumbre de la sintonia 1310" il primo risultato è la home page di Radio Libertad di Arequipa. E se andate, come ha fatto Aldo, a ripulire la registrazione di 1310, sempre con l'aiuto del software, finirete per scoprire, come un archeologo che libera dal terriccio le tessere di un meraviglioso mosaico romano, l'annuncio, quasi commovente nella sua chiarezza, di Radio Libertad, en la cumbre de la sintonia (usate le cuffie sul vostro computer, altrimenti non sentirete bene).
Stiamo parlando di Arequipa, nel Peru, un posto molto lontano da noi. Una stazione che uscirà forse con un kilowatt di potenza o poco più. O magari meno. Una nazione che in Italia, in onde medie, non si ascolta con troppa facilità, soprattutto se considerata che la location di Aldo è a poche decine di chilometri da Milano, in un mare di rumoracci di ogni tipo. Lontana dai favori propagativi delle nostre coste mediterranee. Lontanissima dalle latitudini circumpolari che consentono di sfruttare la linea d'ombra del sole per 20 ore al giorno.
Ai tempi dell'SDR il bravo DXer può diventare un mago. Sempre che abbia la stoffa.

Nessun commento: