Ho appena ricevuto da Stefano Hesse, della comunicazione di Google in Italia, qualche piccola anticipazione sul rilascio di Chrome, il browser di Google (ecco il post sul blog ufficiale del motore di ricerca, che ha così confermato mesi di speculazioni). Inizialmente la beta di Chrome sarà disponibile solo per Windows (Mac e Linux seguiranno, dannazione) ed è un limite piuttosto ironico considerando che il fondamento del progetto open source Chrome è un altro progetto OS, WebKit, che altro non è se non il motore di rendering del browser di Apple per Mac e iPhone, Safari.
Ecchecciazzecca? Apparentemente nulla, io in genere parlo di radio e Chrome è un browser per Internet. Ma che vi dicevo in uno dei miei ultimi post? Dobbiamo imparare a pensare in modo laterale, non diretto. Una mia amica direbbe che dobbiamo imparare a mostrare cose e strade, non a dichiararle.
Non è per niente un caso se Apple WebKit (altri pezzi Chrome li prende da Mozilla) è stato utilizzato da Google anche per il rendering di Android, il sistema operativo per telefonini. E sapete chi mi ha parlato l'ultima volta di Android? Mauro Fantin, - inventore del concept della radio digitale Malindi - che mi ha confessato di essersi messo a studiare Android con i suoi softwaristi perché a suo modesto parere (parere che io condivido) è lì che si andrà a parare quando finalmente si renderanno tutti conto che la potente metafora del computer da tasca scaturita dal successo commerciale del telefonino investirà come un tornado anche la metafora della radio. Non solo il terminale telefonico, ma anche l'infrastruttura cellulare (magari con l'innesto di altre infrastrutture wireless di tipo broadcast) si stanno rivelando molto apprezzati dai consumatori di contenuti musicali e radiofonici. Che lo vogliamo o no, modelli del telefonino e modelli della radiofonia non sono destinati a rimanere chiusi nei reciproci ghetti ma a fondersi per dare vita, chissà, a nuovi modi di intendere la radio.
Tutto sommato una lettura a quello che scrive oggi Blogoscoped su Chrome io la darei, se fossi nell'ambiente della radio. Chissà mai che non mi venisse una bella idea laterale, di quelle che a qualche lustro di distanza trasformano i matti visionari in illuminati pionieri. Sto tirando troppo la copertina? Non ne sarei poi così sicuro...
Non è per niente un caso se Apple WebKit (altri pezzi Chrome li prende da Mozilla) è stato utilizzato da Google anche per il rendering di Android, il sistema operativo per telefonini. E sapete chi mi ha parlato l'ultima volta di Android? Mauro Fantin, - inventore del concept della radio digitale Malindi - che mi ha confessato di essersi messo a studiare Android con i suoi softwaristi perché a suo modesto parere (parere che io condivido) è lì che si andrà a parare quando finalmente si renderanno tutti conto che la potente metafora del computer da tasca scaturita dal successo commerciale del telefonino investirà come un tornado anche la metafora della radio. Non solo il terminale telefonico, ma anche l'infrastruttura cellulare (magari con l'innesto di altre infrastrutture wireless di tipo broadcast) si stanno rivelando molto apprezzati dai consumatori di contenuti musicali e radiofonici. Che lo vogliamo o no, modelli del telefonino e modelli della radiofonia non sono destinati a rimanere chiusi nei reciproci ghetti ma a fondersi per dare vita, chissà, a nuovi modi di intendere la radio.
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