The Infinite Dial, il blog di Tom Webster, ha un bellissimo post intitolato The Radio Station of Tomorrow. Nel suo intervento Tom parla di una nuova tecnologia appena introdotta in versione alpha dal browser per Internet Opera, una tecnologia di condivisione chiamata Opera Unite, e come questa nuova tecnologia potrebbe servire, tra le altre cose, per condividere l'ascolto della musica in piccole comunità di persone interessate agli stessi generi o artisti. Come nelle feste in cui ciascuno portava i suoi CD da ascoltare tutti insieme, spiega Tom.
Opera Unite è un sistema di desktop/disk sharing integrato direttamente nel browser. Niente di nuovo dal punto di vista della funzionalità, ma finora per sfruttare certe opportunità bisognava scaricare programmi appositi o utilizzare servizi client/server. Con Unite la condivisione è peer-to-peer: due persone che hanno installato Opera Unite (che integra un media player e un sistema di annotazione) sul loro computer, possono per esempio visualizzare gli album fotografici che risiedono sui rispettivi dischi, senza dover ricorrere a Flickr o altri servizi. Lo stesso si può fare con la musica, aggiunge Tom prendendo spunto dalle idee suggerite da Lawrence Eng, programmatore di Opera. Insomma con Unite volendo si possono creare dei jukebox, delle stazioni radio condivise.
Che tipo di lezione rivolta al mondo delle stazioni radio tradizionali possiamo trarne? Secondo Webster il punto non è riuscire a fare in modo che la radio batta Internet sul suo stesso terreno. «Non potrà essere mai essere un jukebox più jukebox di questo,» scrive il consulente, specie se il confronto avviene nelle fasce più giovanili del pubblico, ormai disabituate a pensare alla radio come veicolo di novità. Davanti a un avversario tanto agguerrito sul piano della capacità di influire a livello sociale, sulle comunità di persone, sui loro comportamenti di appassionati di musica, la radio deve piuttosto far valere il suo ruolo di "arbiter", la sua capacità di selezionare i contenuti, scoprire talenti, indirizzare i gusti del momento, e tutto questo in un contesto di integrazione con il nuovo medium e con striumenti come Opera Unite, in modo da far arrivare le sue capacità anche alle persone che con la radio avevano perso i contatti.
Forse è un discorso un po' troppo teorico, o un po' troppo americano. Forse qui in Europa la radio ha ancora certe sue specificità, o più semplicemente Internet non è ancora un modello tanto influente. Ma secondo me sono parole su cui meditare in un momento di obiettiva difficoltà per la radio musicale, un format che nell'insieme dei suoi sottogeneri si trova in mezzo a una sorta di guado, lontano dai fasti del passato ma ancora indeciso sul da farsi davanti all'invadenza di Internet, della musica mp3. Combattere contro la rete cercando di costruirvi delle barriere all'interno, di affibbiarle degli handicap non è una strategia razionale da parte di nessun medium o piattaforma di distribuzione convenzionale. E' una reazione isterica, che è di per sé un sintomo di debolezza.
Opera Unite è un sistema di desktop/disk sharing integrato direttamente nel browser. Niente di nuovo dal punto di vista della funzionalità, ma finora per sfruttare certe opportunità bisognava scaricare programmi appositi o utilizzare servizi client/server. Con Unite la condivisione è peer-to-peer: due persone che hanno installato Opera Unite (che integra un media player e un sistema di annotazione) sul loro computer, possono per esempio visualizzare gli album fotografici che risiedono sui rispettivi dischi, senza dover ricorrere a Flickr o altri servizi. Lo stesso si può fare con la musica, aggiunge Tom prendendo spunto dalle idee suggerite da Lawrence Eng, programmatore di Opera. Insomma con Unite volendo si possono creare dei jukebox, delle stazioni radio condivise.
Che tipo di lezione rivolta al mondo delle stazioni radio tradizionali possiamo trarne? Secondo Webster il punto non è riuscire a fare in modo che la radio batta Internet sul suo stesso terreno. «Non potrà essere mai essere un jukebox più jukebox di questo,» scrive il consulente, specie se il confronto avviene nelle fasce più giovanili del pubblico, ormai disabituate a pensare alla radio come veicolo di novità. Davanti a un avversario tanto agguerrito sul piano della capacità di influire a livello sociale, sulle comunità di persone, sui loro comportamenti di appassionati di musica, la radio deve piuttosto far valere il suo ruolo di "arbiter", la sua capacità di selezionare i contenuti, scoprire talenti, indirizzare i gusti del momento, e tutto questo in un contesto di integrazione con il nuovo medium e con striumenti come Opera Unite, in modo da far arrivare le sue capacità anche alle persone che con la radio avevano perso i contatti.
Forse è un discorso un po' troppo teorico, o un po' troppo americano. Forse qui in Europa la radio ha ancora certe sue specificità, o più semplicemente Internet non è ancora un modello tanto influente. Ma secondo me sono parole su cui meditare in un momento di obiettiva difficoltà per la radio musicale, un format che nell'insieme dei suoi sottogeneri si trova in mezzo a una sorta di guado, lontano dai fasti del passato ma ancora indeciso sul da farsi davanti all'invadenza di Internet, della musica mp3. Combattere contro la rete cercando di costruirvi delle barriere all'interno, di affibbiarle degli handicap non è una strategia razionale da parte di nessun medium o piattaforma di distribuzione convenzionale. E' una reazione isterica, che è di per sé un sintomo di debolezza.
1 commento:
per la precisione, opera deve usarlo solo chi condivide i file, che risultano visibili anche a chi usa firefox o ie. nel caso l' utente sia dietro un nat opera crea un tunnel automatico all' indirizzo home.tuonome.opera.com . se invece si ha un router upnp compatibile il dominio puntera' direttamente sul proprio ip.
l' unica pecca e' che i servizi vanno scritti in javascript!
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