12 giugno 2009

12 giugno, la tv USA in digitale cambia anche la radio

Se si esclude la ricezione dei segnali televisivi terrestri a lunga distanza, quella che avviene in questi mesi tardoprimaverili-estivi in modalità propagativa E sporadico, non mi capita spesso di parlare qui di televisione. Ma sto leggendo in queste ore le cronache del passaggio alla tv terrestre digitale negli Stati Uniti e mi sembra giusto soffermarmi su questo avvenimento di portata storica. Il 12 giugno le televisioni locali americane che trasmettono via etere devono effettuare l'operazione di switch over. Da questa data, i telespettatori dovranno utilizzare apparecchiature compatibili con il sistema Advanced TV, proprio come noi italiani prima o poi dovremo servirci di televisori DVB-T. Dovranno essere televisori nuovi, con decoder digitale integrato, o apparecchi collegati a decoder esterni. Negli Stati Uniti la tv terrestre non è dominante come da noi, schiacciata com'è tra cavo e satellite, ma fino al 12 giugno chi voleva seguire notiziari televisivi locali e programmi dedicati alla propria comunità doveva accendere il televisore "normale". Nei miei viaggi di lavoro in USA mi è capitato di toccare con mano il funzionamento di certi stili di consumo televisivo quando a Los Angeles mi capitò di scendere in un albergo molto elegante e di trovare in bagno un minuscolo televisorino in bianco e nero sintonizzabile su alcune stazioni locali.
Forse non ce ne rendiamo conto molto bene neppure noi, ma il digitale rischia di avere un impatto molto forte anche da noi, dove la televisione terrestre non si limita a essere "dominante". Qui la tv è un formidabile strumento di creazione di consenso politico, anzi diciamola tutta: è un formidabile strumento di condizionamento politico, culturale e sociale che come collettività abbiamo deciso, in modo scellerato, di mettere nelle mani di pochissime persone, lasciando che una di queste persone potesse contemporaneamente prendere in mano un potere politico-amministrativo molto, troppo ampio. Ma io comincio a chiedermi che cosa succederà adesso. Che ne sarà dei due, tre, quattro televisori che i 14 milioni di famiglie italiane hanno in casa? Verranno tutti resi compatibili con il digitale terrestre? Quali conseguenze avrà la percentuale di televisori che inevitabilmente resteranno tagliati fuori, almeno per un certo periodo di tempo?
Ma torniano agli Stati Uniti, dove lo switch over al digitale comincia ad avere conseguenze anche nel mercato dei ricevitori radio. Il consumatore americano è sempre stato abituato ad acquistare apparecchi radio dotati di stadi di ricezione in onde medie (AM) e FM per le stazioni locali e molto spesso capaci di ricevere anche le frequenze dell'audio televisivo in banda VHF. Era un buon modo per consentire l'accesso a tutte le possibili fonti di notizie locali. Forse ci sarà chi troverà il modo e i componenti adeguati per fabbricare radio capaci di sintonizzarsi sull'audio di Advanced Tv, ma intanto un marchio specializzato in apparecchi radio di una certa qualità e prezzo, CCrane, ha pensato bene di sostituire, nel nuovo modello CCRadio2, la ricezione in banda televisiva analogica con quella nella banda radioamatoriale dei 2 metri, i 144 MHz in VHF/FM. Ora la banda "HAM" - per radioamatore non per prosciutto - campeggia sul display numerico di questo ricevitore classico, "da cucina" e portatile, insieme ad AM FM e banda VHF "weather" con i canali che trasmettono i bollettini meteo in caso di allarme-uragano (una funzione fondamentale negli stati più meridionali). Leggendo le informazioni sul sito della CCrane, le motivazioni per l'aggiunta della banda dei 2 metri sono molto simili. La radio funziona a batteria e in certe situazioni di emergenza potersi sintonizzare sui ponti radio amatoriali dei 2 metri può essere molto utile perché è lì che i radioamatori - anche quelli italiani -effettuano i loro collegamenti nel loro ruolo di supporto alla protezione civile. E' un piccolo grande segno di quanto possa essere ancora importante l'umile invenzione della radio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravo Andrea, hai messo in lettere un pensiero che ho da tempo.
Ho due Mivar con i giorni contati, di cui uno b/n già pensionato che farebbe invidia dei collezionisti vintage. Sono tentato di riattivarlo un mese prima dello switch off e dargli la possibilità di buttarsi da sé dal Taigeto.
ciao, Dario