Nell'invasione di Praga che iniziò esattamente 40 anni fa, un ruolo molto importante per la sua posizione geografica lo ebbe una nazione che oggi non esiste più. Ma i cui abitanti c'erano allora e in molti casi ricordano ancora adesso. Oggi tutti i giornali tedeschi e le stazioni radio ricordano gli avvenimenti della primavera di Praga visti dal lato della DDR, la Repubblica Democratica Tedesca. In particolare ho letto questo eccellente articolo della FAZ, che potete tradurre abbastanza facilmente con Google (non fatelo in Italiano, la traduzione automatica viene indirettamente da quella inglese e tutto diventa meno chiaro), accompagnato da una galleria di foto.
Bellissimi i ricordi di Kurt Fischer, negoziante di apparecchi radio, che abita a Frauenstein, allora sulla linea di confine tra DDR e Cecoslovacchia attraversata dai tank del Patto di Varsavia. Kurt ascoltava tutti i programmi radio e racconta di essersi sentito molto vicino alle posizioni di Dubcek.
Ma la DDR non offrì solo un supporto militare e logistico. Nell'agosto del 1968 iniziò a trasmettere Radio Moldau (Vltava o Moldova), che attraverso gli impianti in onde medie di Dresda-Wilsdruff, su 1235 kHz, cercava di indottrinare gli insorti di Praga sulle trame imperialistiche di Bonn (la tesi era che Dubcek fosse un agente tedesco occidentale) per giustificare l'invasione fatta passare per "aiuto internazionalista". Peccato che Radio Moldau, che fingeva di operare clandestinamente dalla Cecoslovacchia e di essere legata a un movimento contro-controrivoluzionario, assoldasse annunciatori che parlavano in pessimo ceco. I praghesi capirono subito il trucco propagandistico e Radio Vltava smise di trasmettere nel febbraio del 1969.
L'ente radiofonico regionale sassone MDR sta dedicando parecchi speciali in questi giorni (guardate nella pagina "La fine di una illusione?"). Purtroppo non sono tutti accessibili via podcast. Il 19 è stata trasmessa una intervista, non salvata in archivio, con una delle conduttrici di Radio Moldau; l'intervista è stata curata da uno storico dei media, Christian Könne, che aveva partecipato anche un convegno di qualche anno fa sui media della DDR (ho trovato questa scheda al proposito).
Bellissimi i ricordi di Kurt Fischer, negoziante di apparecchi radio, che abita a Frauenstein, allora sulla linea di confine tra DDR e Cecoslovacchia attraversata dai tank del Patto di Varsavia. Kurt ascoltava tutti i programmi radio e racconta di essersi sentito molto vicino alle posizioni di Dubcek.
Ma la DDR non offrì solo un supporto militare e logistico. Nell'agosto del 1968 iniziò a trasmettere Radio Moldau (Vltava o Moldova), che attraverso gli impianti in onde medie di Dresda-Wilsdruff, su 1235 kHz, cercava di indottrinare gli insorti di Praga sulle trame imperialistiche di Bonn (la tesi era che Dubcek fosse un agente tedesco occidentale) per giustificare l'invasione fatta passare per "aiuto internazionalista". Peccato che Radio Moldau, che fingeva di operare clandestinamente dalla Cecoslovacchia e di essere legata a un movimento contro-controrivoluzionario, assoldasse annunciatori che parlavano in pessimo ceco. I praghesi capirono subito il trucco propagandistico e Radio Vltava smise di trasmettere nel febbraio del 1969.
L'ente radiofonico regionale sassone MDR sta dedicando parecchi speciali in questi giorni (guardate nella pagina "La fine di una illusione?"). Purtroppo non sono tutti accessibili via podcast. Il 19 è stata trasmessa una intervista, non salvata in archivio, con una delle conduttrici di Radio Moldau; l'intervista è stata curata da uno storico dei media, Christian Könne, che aveva partecipato anche un convegno di qualche anno fa sui media della DDR (ho trovato questa scheda al proposito).
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