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Oltre a essere un hardwarista di grande
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Ieri Mauro mi telefona. «Ho visto sul tuo blog che sei depresso, chiamami domani che ti risollevo il morale,» mi dice. E poco fa Mauro mi ha aggiornato sull'evoluzione dei suoi progetti di digital radio, una visione che concepisce la radio digitale come punto di radicale rottura rispetto alla radiofonia tradizionale. Se la radio ambisce a rinnovarsi davvero deve reinventare tutto, non solo le modulazioni. Che sono solo l'ultimo elemento di una catena ben più complessa. Non basta passare dall'FM analogica all'OFDM numerico per garantire il successo della radio digitale, come il sostanziale flop dei vari IBOC e DAB sembra dimostrare chiaramente.
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L'altro elemento chiave della ricetta Fantin è il trasmettitore. L'esperienza del DAB in banda L dimostra che il solito approccio basato su una antenna singola destinata a coprire intere aree non funziona sulle frequenze molto elevate e
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Il terzo elemento imprescindibile è un business model radicalmente diverso, che apra la strada a contenuti non free, all'acquisto di brani on air e che quindi si integri meglio nel contesto che si sta delineando su Internet, magari con il supporto di tecnologie di digital right management. A questo proposito Mauro rivela di aver già avviato proficue discussioni con Leonardo Chiariglione, il papà della compressione MPEG, promotore del progetto DMIN.IT e dell'insieme di tecnologie per la distribuzione di contenuti digitali.
Altre idee rosolano sulla griglia, in previsione di un evento dimostrativo che il fondatore di Visionee conta di poter realizzare entro settembre, appena saranno messi a punto i primi prototipi di terminali e microcelle. Se il mio scetticismo nei confronti della radio digitale come è stata immaginata fin qui rimane intatto, ogni volta che parlo con Mauro mi convinco che il suo possa essere l'unico approccio convincente. Per essere anche vincente, dovrà superare il doppio di ostacoli. Una delle obiezioni che mi sentirei di fare all'architettura concepita da Mauro è che somiglia dannatamente a una rete cellulare su un substrato IP (Fantin stesso ammette di aver chiesto ai suoi sviluppatori di studiare il sistema operativo Android come futura alternativa per i suoi terminali utente, come dire che la radio del futuro sarà un telefonino). Tale somiglianza può essere considerata un punto di forza se il confronto avviene tra la proposta di Fantin e gli attuali sistemi di radio digitale. Ma anche un punto debole se si guarda alla radio digitale nel più ampio contesto dello scontro tra modalità broadcast tradizionali e offerta unicasting/multicasting nata con le applicazioni multimediali su Internet. Il sistema ipotizzato da Visionee imprime ai modelli broadcast una svolta netta, coniugando il grande potenziale di distribuzione a basso costo, condiviso, impostosi con la radio e la televisione analogici, con la flessibilità, la personalizzazione e la molteplicità dei modelli di business che ci sono arrivati dalla cultura di Internet. Sarebbe davvero straordinario se le idee di una piccola, innovativa azienda della Marca trevigiana riuscissero a imporsi. Peccato che il concorrente da battere non sia la "vecchia" radio, ma l'onniponte Web. Stay tuned. E se volete informarvi in modo più approfondito sulle iniziative che fermentano a Ponzano Veneto o meglio ancora partecipare direttamente alle prossime sperimentazioni, potete contattare l'indirizzo info (at) digiradio (dot) com.
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