Non sono ancora disponibili i nuovi testi dei regolamenti Agcom che traducono operativamente i principi delineati dal Decreto Romani in recepimento della normativa europea in materia di nuovi mezzi audiovisivi. Ma in giro si percepisce una certa soddisfazione per la forte attenuazione che il nuovo testo avrebbe subito (a quanto dicono le indiscrezioni trapelate tra ieri e stamane) rispetto a una prima versione che la scorsa settimana Agcom aveva bloccato in seguito alle proteste. Sembra quindi che non ci sarà lo tsunami di burocrazia e balzelli che avrebbe stroncato sul nascere le ambizioni delle 350 micro webtv italiane censite dall'Osservatorio AltraTV e di tantissime web radio (alcune riunite nella WRA, Web radio associate). Ci sarà una netta distinzione tra imprese commerciali e no profit e anzi sembra che i regolamenti non si applicheranno sotto la ragguardevole somma di 100 mila euro (si presume di fatturato), anche se non mi è proprio chiaro se chi opera sotto questa soglia dovrà comunque versare la somma una tantum (non più un canone annuo comunque) di inizio attività: 500 euro per le tv e 250 per le radio.
Molta soddisfazione è stata espressa dall'amico Giampaolo Colletti, di FEMI (associazione delle micro web tv). FEMI si appresta tra l'altro a celebrare a Milano, il 2 e 3 dicembre all'Università IULM, il suo quarto meeting annuale, all'insegna dello slogan "Paese che vai"
I radicali di Agorà Digitali non sono invece contenti, poiché proprio questa distinzione rischia secondo loro di creare un ghetto, e confermano l'intenzione di dar luogo a una manifestazione pubblica per il 30 novembre. Qui di seguito un commento di Guido Scorza, la nota diffusa da Vincenzo Vita e l'appello di Agorà Digitale.
Libera web tv in libero StatoSe le notizie diffuse nelle ultime ore dovessero risultare confermate, significherebbe che, alla fine, in materia di regolamentazione delle attività di fornitura di servizi media audiovisivi (web radio e web tv) ha prevalso il buon senso.L’Agcom, infatti, sembrerebbe aver rinunciato al proprio originario proposito di seguire il percorso segnato dal Decreto Romani che avrebbe, inesorabilmente, condotto a una pesante burocratizzazione dell’attività di web radio e tv, rendendola, peraltro, tanto onerosa da non risultare accessibile ai tanti cittadini che oggi utilizzano le nuove tecnologie della comunicazione per fare informazione libera e indipendente e raccontare storie e notizie che i media mainstream non possono o non vogliono – salvo poche eccezioni – raccontare.Stando ai primi lanci di agenzia, non sarà necessario richiedere alcuna autorizzazione per gestire un’attività di web radio o web tv senza superare la soglia di 100 mila euro, non è ancora chiaro se di fatturato o di ricavi. Soprattutto, non sarà necessario richiedere un’autorizzazione, ma basterà inviare una denuncia di inizio attività.Se fosse così si tratterebbe di un adempimento certamente alla portata del “piccolo imprenditore web” che ha deciso di investire tempo e risorse in un’attività, evidentemente, ispirata ad un certo modello di business.Condivisibile l’invito a leggere il testo dei due regolamenti del senatore Vincenzo Vita che esprime soddisfazione per il risultato raggiunto, ricordando come lo stesso sia stato frutto di un’accesa battaglia sia dentro che fuori dall’Autorità garante.Proprio la circostanza che sia stata necessaria un’autentica sollevazione del “popolo del web” e le dimissioni dall’incarico di uno dei due commissari dell’Agcom per arrivare – se confermato – al risultato odierno, rappresenta l’unica nota stonata della giornata.***WEB TV: VITA SU REGOLAMENTI, NECESSARIO CONOSCERE I TESTI(AGI) - Roma, 25 nov - “Apprendiamo del via libera dell’Autorita’ per le garanzie nella Comunicazione ai regolamenti relativi alla web-tv. A quanto si coglie dalle anticipazioni i rischi censori sembrano un po’ attenuati. Infatti le norme si applicherebbero solo alle strutture con ricavi superiori a 100 mila euro l’anno. Non e’ comunque chiaro qual e’ la fisionomia regolatoria prevista per il social network e per i motori di ricerca. In ogni caso, prima di dare qualsiasi giudizio e’ necessario conoscere i testi e possibilmente ascoltare in Parlamento il presidente dell’Autorita’, Corrado Calabro’. Positiva, invece, e’ la scelta di rinviare la parte che concerne il diritto d’autore, tema talmente delicato da richiedere un vero dibattito pubblico”. Lo afferma in una nota il senatore del Pd Vincenzo Vita, Vice Presidente Commissione Cultura.***L'associazione radicale Agorà Digitale lancia iniziativa di disobbedienza civile e chiede un pubblico confronto con i consiglieri di Agcom.Confermiamo per martedì 30 novembre presso la sede del Partito Radicale e tramite il sito www.hackthegov.it verrà presentata l'iniziativa di disobbedienza civile in violazione del regolamento su Web Radio e Tv approvato ieri dall'Autorità Garante delle Comunicazioni.Contemporaneamente ci rivolgiamo pubblicamente ai consiglieri Agcom, in particolari ai consiglieri di minoranza Nicola d'Angelo e Michele Lauria che, secondo fonti di stampa, hanno deciso di votare contro il nuovo regolamento. A loro chiediamo di partecipare all'evento per aprire con loro un confronto pubblico sulla portata di tale regolamento.Purtroppo dalle indiscrezioni di stampa sembra emergere che, come temevamo, l'Autorità tenta di risolvere il problema della regolamentazione creando la riserva indiana delle web tv e web radio amatoriali, nella sostanza applicando però in maniera particolarmente limitante per il web le regole già previste per il sistema radiotelevisivo tradizionale.
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