20 novembre 2010

La Padania di Osso, Mastrosso e Carcagnosso

Mi ha fatto molta impressione l'intervento di Roberto Saviano lunedì scorso a Vieni via con me. Non sapevo che questo intervento fosse quasi certamente legato all'uscita di un libro di Enzo Ciconte intitolato 'Ndrangheta padana. Così quando Saviano ha citato i leggendari cavalieri che sono all'origine della mitopoiesi mafiosa, sono tornato di colpo al mio incontro con Ciconte l'estate scorsa a Favignana, in occasione della presentazione di un altro libro, edito da Rubbettino e dedicato proprio ai tre personaggi di Osso, Malosso e Carcagnosso. In quell'occasione Ciconte e Rubbettino mi avevano anticipato l'imminente pubblicazione di 'Ndrangheta padana dicendomi che stavano progettando un incontro per far conoscere il libro ai milanesi. Potete ascoltare l'audio dell'intervento di Enzo Ciconte e una breve intervista che gli ho fatto, nella grande sala della tonnara Florio, a Favignana, a proposito dei codici della 'ndrangheta australiana (argomento trattato in un altro libro di Ciconte e Vincenzo Macrì dedicato alle indagini antimafia di Nicola Calipari, in seguito ucciso in Iraq). Codici che somigliano molto a quelli che appassionano gli esperti in radiocomunicazioni e i lettori di romanzi di spionaggio.




"Buona Padania a tutti" pronunciava lo statista Borghezio al TG3 pochi giorni prima e la 'ndrangheta ha preso l'augurio alla lettera: è davvero buona per tutti quest'area secessionista. L'indignazione del ministro Maroni e l'ennesimo, vergognoso attacco a Saviano che ne è seguito, non fanno certo onore alla parte della Lega che si sforza di essere quanto meno presentabile nel portare avanti teorie e posizioni che non saranno mai mie. E' una indignazione ipocrita e fuori luogo, perché Maroni sa che al Nord il potere è in mano alla Lega, per quanto essa pretenda di farci credere il contrario, mascherando gli scarsi risultati di un'efficienza realizzata solo nei comizi. E con chi se non con il potere deve interloquire la mafia, che possiede in grandi quantità risorse - denaro, consenso, controllo del territorio - che al potere piacciono molto? Ciconte (primo a destra nella foto, scattata mentre la sala osservava un minuto di silenzio in ricordo di Elvira Sellerio), che ha insegnato lo studio della criminalità organizzato all'università, ha invitato il ministro degli Interni a leggersi qualche libro. Magari il suo.
Enzo Ciconte
'Ndrangheta padana

Omertà, pizzo, infiltrazioni mafiose nel mondo della politica e dell’impresa, summit mafiosi… Parole e concetti che rimandano istintivamente al Sud. Eppure la mafia, e in particolar modo la ‘ndrangheta, non è un problema unicamente meridionale, non è affare che riguarda solo “i terun”. La ‘ndrangheta è l’unica organizzazione criminale ad avere due sedi, Reggio Calabria e Milano. La “Padania” è da decenni teatro di loschi affari e di intrecci ancor più sporchi e, nonostante se ne parli ormai da tempo, politici e amministratori locali, con lodevoli eccezioni, fingono di non vedere o negano spudoratamente l’evidenza. Gli ‘ndranghetisti hanno il controllo di una parte del territorio, hanno molti soldi e li prestano a usura, si sono impossessati di case, alberghi, bar, ristoranti, pizzerie, supermercati, imprese, sono presenti nei grandi appalti dell’Alta velocità e hanno lambito quelli dell’Expo. È la mafia dei colletti bianchi, degli uomini cerniera, degli insospettabili, degli uomini invisibili. L’autore getta finalmente luce su questa realtà finora sommersa, fa nomi e cognomi di politici, imprenditori, professionisti legati a doppio filo alla ‘ndrangheta e che pure continuano a occupare posti di prestigio e di potere in Lombardia e in tutto il Nord.

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