11 settembre 2011

Giro di vite antipirateria e ristrettezze penalizzano la scena olandese dell'emittenza alternativa

Nelle settimane precedenti il mio breve viaggio ad Amsterdam (sempre un grandissimo posto, anche per trascorrervi poche ore) avevo letto con interesse le notizie del recente irrigidimento da parte di Agentschap, il regolatore olandese, nei confronti degli etherpiraten, i pirati dell'etere. Gli ascoltatori delle onde medie e corte lontane sanno che a partire dalle emittenti offshore e attraverso tutti gli anni 80 e 90, fino ai nostri giorni, l'attività delle emittenti pirata olandesi è stata a dir poco fervida. Le onde medie erano piene di stazioni con pessima modulazione e pessima musica, gli operatori rischiavano la galera, ma continuavano imperterriti. Lo stesso vale per gli operatori nella banda "pirata" dei 48 metri in onde corte, tra 6.200 e 6.300 kHz, oggi i più diffusi (le onde medie sono state gradualmente abbandonate).
Ma secondo Agentschap il fenomeno è diventato in questi due o tre anni preoccupante soprattutto nell'FM, dove i pirati sono accusati di disturbare le comunicazioni del traffico aereo e di causare seri problemi ai titolari di licenza in Olanda e nelle nazioni confinanti, specie la Germania. In una FAQ pubblicata sul sito di Agentschap si legge che nel 2009 sono stati censiti oltre 1.600 pirati e l'agenzia ha ricevuto 850 lamentele ufficiali
. Con l'ultima stretta sulle sanzioni applicate in caso di recidiva i pirati rischiano di ricevere multe pesanti, da 2.500 euro in su, ma sembra che sia facile arrivare oltre i 30 mila euro. Addirittura sembra che il regolatore abbia promesso di inviare una multa entro mezz'ora dal primo avvio di un avviso di "cease and desist" (immagino recapitato per posta elettronica).
Monitorando l'etere FM dalla mia stanza in albergo nel centro della città non sapevo bene che cosa aspettarmi. Ricordavo l'esperienza di Londra, qualche anno fa, quando avevo contato praticamente decine di emittenti chiaramente non autorizzate. Ed ero incerto su che cosa scommettere: i toni allarmati dei regolatori mi avevano fatto pensare a un vero e proprio assalto, a uno spettro FM pieno zeppo di segnali pirateschi. O viceversa, immaginavo, i pirati sarebbero stati ben attenti a non farsi sentire almeno in queste settimane in cui molti giornali olandesi riportavano le cronache della nuova politica repressiva.
Non so se per quest'ultimo motivo, ma in realtà di stazioni pirata nell'FM di Amsterdam ne ho sentito una sola, Radio Patapoe (pronunciato grossomodo "patapuu"). Non solo i programmi mi sono sembrati molto divertenti e ben fatti, ma ho anche scoperto che l'emittente, dichiaratamente anarcoide, ha una storia lunga, che risale almeno alla fine degli anni 80.
Un po' di testimonianze relative agli ultimi cinque anni si trovano sul sito della emittente, dove si apprende che già nell'agosto del 2010 Agentschap aveva inviato a Patapoe lettere molto minacciose. Malgrado quelle minacce e nonostante l'ultimo giro di vite, ecco l'imperterrita Patapoe che trasmette, con tanto di RDS, sugli 88.3 da una località non ben precisata di Amsterdam:



A quanto si legge sul sito Patapoe dovrebbe trasmettere 24/7, ma il mattino dopo, intorno alle 7, la stazione non c'era più. Il ricevitore che vedete nel filmato è un Dual DAB/DAB+/FM-RDS che mi segue nei viaggi dove il monitoraggio dev'essere analogico e digitale (sì, ho sentito regolarmente anche i nove programmi del bouquet DAB ancora in funzione in Olanda, credo sul blocco 12C). Tornando ai pirati il sito VrijeRadio.tk riporta, insieme a Patapoe meno di una decina di emittenti, quasi tutte dichiarate inattive. Mi sembra strano che Agentschap ne registri invece oltre 1.600. Chissà chi ha ragione...

Un'altra emittente olandese che rischia la chiusura imminente (1 ottobre) è KinkFM. L'FM non deve trarre in inganno, Kink "trasmette" non via etere ma sul medium coassiale dei vari operatori via cavo in Olanda. Emittente musicale per eccellenza, Kink affonda le sue radici nella lunga storia di Veronica e vanta un eccellente livello qualitativo della sua direzione artistica. L'amico David de Jong, il giornalista specializzato olandese-milanese, ha lanciato una campagna mediatica, RedKINK (dal verbo redden, salvare), che ha anche un gruppo su Facebook. Mi sembra di ricordare da David che per andare avanti Kink avrebbe bisogno di poche decine di migliaia di euro all'anno.
Non si capisce bene perché la vita di emittenti come queste debba essere tanto complicata, le sanzioni tanto dure, le prospettive così incerte. Patapoe svolge un molteplice ruolo culturale, musicale, sociale, aggregativo. Kink si contraddistingue per una offerta musicale autenticamente alternativa e una capacità di scouting e sostegno nei confronti dei nuovi artisti. Una collettività farebbe bene tutelare fenomeni come questi, magari riportandoli nell'alveo di una legalità un po' meno rigida, o aprendo qualche finestra di opportunità in più. E invece giù con minacce, multe, raid, tagli di budget, saracinesche abbassate. Mentre sui versanti televisivi, o dei grandi network radiofonici, procede senza sosta la lenta corsa all'appiattimento qualitativo, o bene che vada alla totale uniformità di gusti e vedute. Una melassa sempre più insapore che soffoca quei pochi distillati di qualità che ci è dato - sempre più faticosamente - di consumare.

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