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07 gennaio 2016

Onde medie: Francia e Germania spengono, l'Olanda va verso il low power AM.

Grande sensazione, nell'ormai sparuta truppa di appassionati di ricezione di segnali radio lontani, per un capodanno all'insegna delle chiusura di alcuni grandi impianti in onde medie in Francia, Germania e Lussemburgo. Diverse frequenze sono diventate di colpo semi-libere, nel senso che essendo occupate da trasmettitori più deboli offrono maggiori chance di ricezione - sia in isofrequenza, sia sui canali adiacenti - di stazioni molto più distanti. Se quei pochi "DXer" si dicono tutto sommato contenti (non è così per i loro colleghi dall'altra parte dell'Atlantico, che davano la caccia proprio alle emittenti che in Europa erano considerate interferenti), i nostalgici del passato non sono per niente contenti della lenta agonia del primo medium radiofonico conosciuto (molte delle stazioni di cui stiamo parlando erano in funzione da decine e decine d'anni). Per alcuni le onde medie continuano a offrire una valida alternativa ai limiti della modulazione di frequenza, in particolare la possibilità di coprire bacini piuttosto ampi con la stessa antenna, ma anche l'inconfondibile sound ovattato ma pieno della modulazione d'ampiezza. Per la stragrande maggioranza degli ascoltatori nelle aree fortemente urbanizzate, purtroppo, non è più così: le frequenze delle onde medie sono immerse in un brodo di rumore elettrico che rischia di compromettere anche la ricezione delle potenze più significative. 
Questo non significa che per le onde medie non si debba immaginare un futuro diverso, magari più aperto alle iniziative no profit. Il modello diffusivo della radio "broadcast" - contrapposto alla geometria one-to-one della radio via Internet - è ancora molto efficace in termini di costo/contatto (per non parlare della facilità e dei costi bassi lato ricezione) e proprio il crescente disinteresse per le frequenze delle onde medie da parte dei grossi gruppi editoriali pubblici o privati che siano apre nuove prospettive di accesso per associazioni, istituzioni locali, scuole, ospedali, carceri, rappresentanti del terzo settore. Tutti soggetti oggi tagliati fuori da un etere FM sovraffollato e privo di una effettiva pianificazione. Sappiamo che Agcom, in seguito all'approvazione di una normativa che ha di fatto messo ufficialmente la parola fine sul monopolio RAI sulle onde medie, ha lanciato una consultazione rivolta ai potenziali "nuovi entranti". Ma purtroppo sappiamo anche che in Italia certi iter rischiano di durare anni, senza che si arrivi tempestivamente a regolamentazioni sensate. E nel frattempo quello che continuo a vedere monitorando le diverse iniziative sperimentali attivate sulle frequenze un tempo occupate dalle cosiddette "powehouse" europee è che - a parte qualche eccezione - il potenziale delle onde medie italiane si esaurisce con il solito loop di musica easy listening inframmezzati da scarni annunci di identificazione. La progettualità espressa quelli che dopotutto potrebbero essere i primi nuovi editori radiofonici autorizzati da 40 anni a questa parte si esaurisce al momento nel tipico approccio del "segnaposto": intanto trasmetto qualche nota, poi si vedrà. Niente di male, per carità, ma quali sarebbero le concrete prospettive delle eventuali future stazioni regolari? Nessuno lo sa: gli sperimentatori sono tutti impegnati a ripescare vecchi jingle, playlist obsolete, in una mera ripetizione del vecchio spirito di "pionieri dell'FM" che nel frattempo hanno in molti casi superato i 60 anni. Anche in questo stiamo diventando una nazione dal futuro a termine. L'ultima stazione che ho ascoltato qui a Milano città è l'emittente MusicTime, attiva probabilmente dalla cintura est del milanese, che guarda caso ha atteso il 1 gennaio 2016 per occupare i 1377 kHz lasciati liberi dalla Francia. Roberto Scaglione e Antonello Napolitano hanno censito su Ondemedieitalia.it una cinquantina di altre stazioni, alcune presenti on-air solo irregolarmente.
Intanto anche dall'Olanda arriva la notizia di una possibile apertura al Low Power AM da parte del regolatore Agentschaptelecom. Con l'avvicinarsi del limite dell'ultima estensione del regime di licenza per le onde medie, rinnovato per sei anni nel 2011, l'agenzia ha diffuso un questionario per vagliare l'opportunità di istituire una nuova classe di autorizzazioni, anche a fronte del numero sempre più ridotto di organizzazioni interessate a trasmettere in onde medie in modo convenzionale e ad alta potenza. Una licenza per stazioni a potenza molto più bassa, da autorizzare in tempi molto più rapidi e senza particolari vincoli, su una base "first come, first served". In particolare i nuovi titolari di una licenza AM non saranno tenuti ad avviare in parallelo le trasmissioni in DAB+, un vincolo pensato a suo tempo per eventuali normative di switchoff dell'analogico. In compenso potrebbero scegliere di trasmettere direttamente in digitale in onde medie. Il termine di presentazione delle risposte al questionario era l'11 dicembre scorso. Vedrete che in Olanda cominceranno a rilasciare nuove licenze quando qui saremmo ancora in fase di attenta valutazione.

05 gennaio 2014

Vahon Radio 1566: direttamente dall'Olanda un modello di radiofonia associativa in onde medie

Una piccola stazione locale olandese in onde medie ci offre moltissimi spunti di riflessione, sia a proposito del diversificato panorama mediatico dei Paesi Baesi (permeato da una profonda attenzione nei confronti del sociale e della multiculturalità), sia sul sottile fascino dell'ascolto dei segnali radio a lunga distanza e dei suoi infiniti risvolti tecnici. Vahon Radio (l'acronimo corrisponde alla Vereniging Algemeen Hindoe Onderwijs Nederland, una associazione educativa della vasta comunità industana residente in Olanda e nella sua ex colonia di Suriname) diffondeva dal 2008 in modulazione di frequenza sulla rete via cavo di Den Haag (L'Aia). Qualche anno dopo, nel 2012, il regolatore olandese Agentschap Telecom autorizza Vahon FM a trasmettere anche via etere, attraverso un impianto a bassa potenza sulle onde medie. La realizzazione tecnica dell'impianto tra l'altro viene affidata dai fondatori a una associazione radioamatoriale, Veron, creata per la sperimentazione in campo radiantistico!  
La frequenza originaria di Vahon Radio corrispondeva ai 1557 kHz, ancora oggi dominata dal potente trasmettitore di Nizza di France Bleu. La distanza tra Francia e Olanda sembra notevole, ma non bisogna dimenticare che dopo il tramonto le onde medie viaggiano molto lontano: nemmeno i due moduli da 500 Watt del moderno trasmettitore Nautel di Vahon possono evitare forti interferenze. Così Vahon torna a negoziare una frequenza diversa e il regolatore decide di assegnare, a titolo sperimentale, i 1566 kHz, accordando ai responsabili tecnici della piccola emittente un periodo di quattro mesi, fino al marzo 2014. Al termine verrà fatto un bilancio e valutato il da farsi. 
Lo spostamento di 9 kHz verso il basso ha aperto una inattesa finestra di opportunità per l'ascolto di Vahon Radio anche qui in Italia. Approfittando di qualche giorno trascorso in Liguria per il Capodanno, sono riuscito a registrare sui 1566 kHz i minuti necessari per stilare un rapporto di ricezione. Qui su AudioBoo ho caricato un frammento del programma ascoltato all'una di notte, con una chiara identificazione tra un brano di musica etnica e l'altro. Come si può sentire, la rapida evanescenza sommerge quasi subito il segnale olandese in un brodo in cui si può distinguere una musichetta greca e del pop.



Dalle nostre parti interferenze su 1566 a questa distanza non sono poche. Molto forte è per esempio una emittente non autorizzata greca, probabilmente dall'area di Salonicco. Non mancano poi due stazioni locali britanniche, una delle quali, la BBC, tende a dominare quando i segnali tendono a provenire da nordovest. Il canale viene utilizzato anche per le nuove iniziative italiane (purtroppo non tutte "regolari") di stazioni low power a modulazione di ampiezza, come la vicentina Radio Kolbe. Occorre in altre parole una antenna direttiva e in grado di attenuare la propria sensibilità verso i segnali che provengono, come quello greco, da una direzione opposta ma disposta lungo lo stesso asse.
Quel che conta, tuttavia - anche alla luce della recente indagine promossa dalla nostra AGCOM tra i potenziali interessati all'uso delle frequenze in modulazione di ampiezza - è che grazie a una illuminata gestione dello spettro radiofonico come bene collettivo e a un modesto impianto che consiste in un trasmettitore da 1000 Watt e una antenna a T alta 27 metri e lunga 30, la comunità indiana olandese può disporre di un valido strumento di diffusione della propria cultura, anche musicale. Davvero un bel modello da prendere ad esempio pensando alle tante comunità di migranti che arricchiscono le nostre città contribuendo a costruire un'Italia diversa, con tante necessità informative, educative e culturali in più. Forse gli amici di AGCOM possono studiare la relazione tecnica con cui il regolatore nei Paesi Bassi ha autorizzato la diffusione in onde medie di Vahon, particolarmente istruttivi sono i grafici del documento che ho trovato sul sito della Agentschap
Questa qui è la cartolina QSL (rigorosamente in formato pdf "do-it-yourself", da stampare piegare e incollare!) che il verificatore ufficiale di Vahon, Koos Wijnants (membro dello storico Benelux DX Club), mi ha prontamente spedito a stretto giro di e-mail. 



11 settembre 2011

Giro di vite antipirateria e ristrettezze penalizzano la scena olandese dell'emittenza alternativa

Nelle settimane precedenti il mio breve viaggio ad Amsterdam (sempre un grandissimo posto, anche per trascorrervi poche ore) avevo letto con interesse le notizie del recente irrigidimento da parte di Agentschap, il regolatore olandese, nei confronti degli etherpiraten, i pirati dell'etere. Gli ascoltatori delle onde medie e corte lontane sanno che a partire dalle emittenti offshore e attraverso tutti gli anni 80 e 90, fino ai nostri giorni, l'attività delle emittenti pirata olandesi è stata a dir poco fervida. Le onde medie erano piene di stazioni con pessima modulazione e pessima musica, gli operatori rischiavano la galera, ma continuavano imperterriti. Lo stesso vale per gli operatori nella banda "pirata" dei 48 metri in onde corte, tra 6.200 e 6.300 kHz, oggi i più diffusi (le onde medie sono state gradualmente abbandonate).
Ma secondo Agentschap il fenomeno è diventato in questi due o tre anni preoccupante soprattutto nell'FM, dove i pirati sono accusati di disturbare le comunicazioni del traffico aereo e di causare seri problemi ai titolari di licenza in Olanda e nelle nazioni confinanti, specie la Germania. In una FAQ pubblicata sul sito di Agentschap si legge che nel 2009 sono stati censiti oltre 1.600 pirati e l'agenzia ha ricevuto 850 lamentele ufficiali
. Con l'ultima stretta sulle sanzioni applicate in caso di recidiva i pirati rischiano di ricevere multe pesanti, da 2.500 euro in su, ma sembra che sia facile arrivare oltre i 30 mila euro. Addirittura sembra che il regolatore abbia promesso di inviare una multa entro mezz'ora dal primo avvio di un avviso di "cease and desist" (immagino recapitato per posta elettronica).
Monitorando l'etere FM dalla mia stanza in albergo nel centro della città non sapevo bene che cosa aspettarmi. Ricordavo l'esperienza di Londra, qualche anno fa, quando avevo contato praticamente decine di emittenti chiaramente non autorizzate. Ed ero incerto su che cosa scommettere: i toni allarmati dei regolatori mi avevano fatto pensare a un vero e proprio assalto, a uno spettro FM pieno zeppo di segnali pirateschi. O viceversa, immaginavo, i pirati sarebbero stati ben attenti a non farsi sentire almeno in queste settimane in cui molti giornali olandesi riportavano le cronache della nuova politica repressiva.
Non so se per quest'ultimo motivo, ma in realtà di stazioni pirata nell'FM di Amsterdam ne ho sentito una sola, Radio Patapoe (pronunciato grossomodo "patapuu"). Non solo i programmi mi sono sembrati molto divertenti e ben fatti, ma ho anche scoperto che l'emittente, dichiaratamente anarcoide, ha una storia lunga, che risale almeno alla fine degli anni 80.
Un po' di testimonianze relative agli ultimi cinque anni si trovano sul sito della emittente, dove si apprende che già nell'agosto del 2010 Agentschap aveva inviato a Patapoe lettere molto minacciose. Malgrado quelle minacce e nonostante l'ultimo giro di vite, ecco l'imperterrita Patapoe che trasmette, con tanto di RDS, sugli 88.3 da una località non ben precisata di Amsterdam:



A quanto si legge sul sito Patapoe dovrebbe trasmettere 24/7, ma il mattino dopo, intorno alle 7, la stazione non c'era più. Il ricevitore che vedete nel filmato è un Dual DAB/DAB+/FM-RDS che mi segue nei viaggi dove il monitoraggio dev'essere analogico e digitale (sì, ho sentito regolarmente anche i nove programmi del bouquet DAB ancora in funzione in Olanda, credo sul blocco 12C). Tornando ai pirati il sito VrijeRadio.tk riporta, insieme a Patapoe meno di una decina di emittenti, quasi tutte dichiarate inattive. Mi sembra strano che Agentschap ne registri invece oltre 1.600. Chissà chi ha ragione...

Un'altra emittente olandese che rischia la chiusura imminente (1 ottobre) è KinkFM. L'FM non deve trarre in inganno, Kink "trasmette" non via etere ma sul medium coassiale dei vari operatori via cavo in Olanda. Emittente musicale per eccellenza, Kink affonda le sue radici nella lunga storia di Veronica e vanta un eccellente livello qualitativo della sua direzione artistica. L'amico David de Jong, il giornalista specializzato olandese-milanese, ha lanciato una campagna mediatica, RedKINK (dal verbo redden, salvare), che ha anche un gruppo su Facebook. Mi sembra di ricordare da David che per andare avanti Kink avrebbe bisogno di poche decine di migliaia di euro all'anno.
Non si capisce bene perché la vita di emittenti come queste debba essere tanto complicata, le sanzioni tanto dure, le prospettive così incerte. Patapoe svolge un molteplice ruolo culturale, musicale, sociale, aggregativo. Kink si contraddistingue per una offerta musicale autenticamente alternativa e una capacità di scouting e sostegno nei confronti dei nuovi artisti. Una collettività farebbe bene tutelare fenomeni come questi, magari riportandoli nell'alveo di una legalità un po' meno rigida, o aprendo qualche finestra di opportunità in più. E invece giù con minacce, multe, raid, tagli di budget, saracinesche abbassate. Mentre sui versanti televisivi, o dei grandi network radiofonici, procede senza sosta la lenta corsa all'appiattimento qualitativo, o bene che vada alla totale uniformità di gusti e vedute. Una melassa sempre più insapore che soffoca quei pochi distillati di qualità che ci è dato - sempre più faticosamente - di consumare.

24 giugno 2011

Radio Nederland, ridimensionamento che sa di chiusura

Il governo conservatore olandese ha deciso una radicale riforma dell'emittenza radiotelevisiva pubblica che include il probabile smantellamento del broadcaster internazionale Radio Nederland (trasmissioni in dieci lingue). L'organismo che oggi percepisce oltre 130 milioni di euro dovrebbe passare nel bilancio del ministero degli esteri e subire un drastico taglio. In previsione la sospensioni delle trasmissioni in olandese e la riconversione a struttura adibita alla copertura di "geografie a rischio". Radio Nederland potrebbe lasciare le onde corte quasi completamente e continuerà a operare come emittente "ad hoc" rivolta alle aree critiche sul piano governativo e militare, dove è necessario supplire alla mancanza di altre fonti informative.
La discussione parlamentare sul piano del governo è prevista per lunedì, quando Radio Nederland organizzerà tutta una serie di eventi, inclusa una trasmissione speciale in FM. Ecco il messaggio dell'emittente:
As you have no doubt seen, last Friday's announcement by the Dutch government about the future of RNW was received here with shock. There are still a lot of details to be announced, not least of which is the size of the budget that we will receive from the Foreign Ministry as from 1 January 2013.
On Monday many of my colleagues will travel to The Hague for the parliamentary debate on the Cabinet's proposals for public broadcasting. The Dutch department, which is threatened with total closure, will be broadcasting special programming between 0600 and 1200 UTC on 27 June. It will involve members of all ten current language departments, but all speaking in Dutch.
The programming will be available via Internet and satellite on RNW2, and portions will also be carried on shortwave according to the regular schedule. In The Hague a special FM licence has been issued for this broadcast. Further details will be published on our website and in the Weblog during the next few days. Here's a summary of what was announced by the Cabinet, and reaction to it:
RNW will no longer provide information for Dutch people living abroad, nor be responsible for providing a realistic image of the Netherlands to the rest of the world. RNW will concern itself solely with providing information in countries where free speech is suppressed or threatened.
The cuts to RNW are part of a widespread austerity programme the current government is implementing to bring the national budget into balance. In the wake of cuts to higher education, the arts and defence, the government today announced a reorganisation of the entire public broadcasting system.
As part of that reorganisation, RNW will no longer fall under the media budget, but will become the responsibility of the Foreign Affairs Ministry. That move is scheduled to take place on 1 January 2013. Foreign Minister Uri Rosenthal confirmed the focus on free speech and press freedom for Radio Netherlands Worldwide:
"Radio Netherlands Worldwide will concern itself with free speech under Foreign Affairs starting in 2013. I will not say anything else about it right now."
Mr Rosenthal explained that, since RNW will remain part of the media budget next year, he does not want to step on his fellow minister's toes. The exact financial consequences of this limiting of RNW's activities are not yet known. Parliament must still approve the cabinet's planned cuts. No detail has been given about the extent of future budget cuts. The lower house of parliament will debate the cabinet proposals on 27 June. During his press conference after the cabinet meeting, Prime Minister Mark Rutte praised the work RNW has done: "Radio Netherlands Worldwide will limit itself to one role, promoting free speech. I think the other tasks Radio Netherlands Worldwide performs are nice, valuable, but not enough to finance them with public money."
In reaction to the news from The Hague, former foreign minister Bernard Bot, chairman of the RNW Supervisory board, said: "I find this Cabinet decision incomprehensible for a government whose foreign policy should serve the long-term interests of the Netherlands and the Dutch." RNW Director-General Jan Hoek echoed the feelings of Mr Bot: "This is an incomprehensible and sad decision. The Ministry has chosen the easy way out by passing one quarter of the cuts in Public Broadcasting (two hundred million euros) in its entirety to one organization - RNW."
RNW Editor-in-Chief Rik Rensen said: "Our country is known as an important and reliable trading nation. Radio Netherlands Worldwide is making a unique contribution in ten languages 24 hours a day. For tens of millions of people around the world, RNW is an important source of information and a journalistic calling card for the Netherlands. Is our country really going back behind the dikes? "

Ma il piano del governo olandese riguarda l'intero assetto mediatico dei Paesi Bassi, che è estremamente complesso (in questo mio post di qualche tempo fa trovate qualche spiegazione fornita da David De Jong, giornalista italonederlandese). Jonathan Marks lo analizza in questo post su Critical Distance, una lettura che vi consiglio perché contiene molte considerazioni interessanti sul ruolo di un broadcaster pubblico nell'era della crossmedialità partecipativa e la necessità di stabilire un organo di controllo che possa anche svolgere la funzione di ponte tra i cittadini, i consumatori (e sempre più spesso produttori) dei contenuti, e le emittenti finanziate dal canone o dalla fiscalità.

19 dicembre 2010

Olanda, destra e sinistra unite contro Radio Netherland

La stazione radio internazionale olandese, Radio Nederland Wereldomroep, meglio nota come Radio Netherland, era rimasta un'isola felice nel mare tempestoso dei tagli che i governi di qualunque ispirazione impongono ai broadcaster internazionali, le loro voci radiofoniche all'estero. Queste emittenti perlopiù pubbliche operano grazie al lavoro di redazioni che producono e diffondono (non più solo in onde corte, ovviamente) programmi diretti fuori dai rispettivi confini geografici, vuoi a beneficio dei concittadini emigrati o in viaggio, vuoi per fornire agli ascoltatori stranieri, magari nelle loro lingue, informazioni domestiche e - specie quando gli ascoltatori in questione vivono in una carenza di libertà di stampa - una visione più obiettiva del mondo.
Ho già raccontato del ridimensionamento di emittenti come BBC World Service o Deutsche Welle, ma oggi una interrogazione nella camera bassa del Parlamento olandese apre la strada a un processo di revisione da cui potrebbe emerge una Radio Netherland molto più povera di quella che al momento può contare su un budget di 47 milioni di euro, che riescono a coprire un costo di gestione che solo per il funzionamento di dieci redazioni linguistiche ammonta a 29,5 milioni. In forse, se l'inchiesta promossa dal partito "D66" (un movimento progressista con un programma molto simile al nostro Partito Radicale), è anche il ruolo delle onde corte, che potrebbero subire lo stesso destino visto in emittenti autorevoli come la Radio Svizzera Internazionale.
La vicenda di cui parlano la stessa Radio Netherland (che però si dice molto fiduciosa) e i giornali olandesi ha del paradossale. Tutto nasce come si diceva dall'interrogazione di un partito che ha una rappresentanza parlamentare inferiore al 10% (10 deputati su 150 e 2 senatori su 75) e non siede in un gabinetto di governo costituito da una coalizione tra Appello cristiano-democratico (CDA, centro-destra) e Popolari per la libertà e la democrazia (VVD, liberal-conservatore). I Democratici 1966 dovrebbero essere perfettamente in linea con gli obiettivi di Radio Netherlands e di fatto lo sono. Ma questo non impedisce loro di giudicare obsoleta l'emittente giudicata obosoleta. A quanto mi è sembrato capire i D66 sono a favore di una riforma del welfare e della spesa pubblica e soprattutto vogliono che sia fatta chiarezza sulle modalità di distribuzione dei programmi di una emittente che a loro modo di vedere non tiene sufficientemente in conto le potenzialità di Internet. L'interrogazione di minoranza è stata subito fatta propria dalla maggioranza conservatrice, che ha incaricato la ministra per l'Educazione, la Cultura e la Scienza Marja van Bijsterveldt (Radio Netherland dipende dal suo dicastero ma gli obiettivi della riforma, già avviata, sono anche quelli di trasferirne le competenze verso gli Esteri) di procedere a uno studio approfondito delle varie voci di spesa. La direzione dell'emittente ha giustamente osservato che se gli olandesi hanno tutti una connessione a Internet nelle loro case, per milioni di ascoltatori il Web è del tutto sconosciuto e inaccessibile.
Particolarmente critica nei confronti di RN è la posizione del quotidiano De Telegraaf (che ho tradotto con l'aiuto di Google e della mia magra conoscenza del tedesco, quindi potrei anche essermi sbagliato), che in questo e quest'altro articolo apertamente che sarebbe ora di smettere di buttar via quasi 50 milioni di euro per soddisfare le esigenze di pochi olandesi in vacanza e formare l'ennesima generazione di giornalisti di sinistra (la cultura radical-chic, qualcuno direbbe il buonismo veltroniano, non gode decisamente di buona stampa in Europa) impegnati a loro volta a istruire le giovani democrazie in Asia o in America Latina.
Si potrebbe obiettare al De Telegraaf che tra media in via di estinzione forse un quotidiano cartaceo dovrebbe dimostrare maggior solidarietà verso una radio a onde corte, ma se questi sono gli effetti di elezioni sicuramente più democratiche delle nostre c'è ben poco da dire. Aspettiamoci, se non proprio la definitiva chiusura, una Radio Nederland fortemente limitata nelle sue future ambizioni.

Costi di gestione, per redazione (in milione)
Costi diretti

Olandese 3,7
Inglese 2,0
Caraibico 1,5
Spagnolo 1,9
Portoghese 0,2
Indonesiano 1,3
Africa sub-sahariana 1,5
Arabo 1,1
Cinese 0,3
Musica 0,7

Costi generali, centrale di produzione e attività 8,5

Costi indiretti derivanti dalla gestione 6,8

Totale 29,5 (su un budget complessivo di 47)

Il bilancio 2011 di Radio Nederland Wereldomroep si può scaricare (in olandese, ma le cifre sono chiare) da questo link. L'Annual Report in lingua inglese, riferito al 2009, si trova qui.

13 aprile 2009

Il ferro del mestiere di un pirata radiofonico olandese

Albert, dall'Olanda, mi ha appena inviato una conferma elettronica per il mio messaggio di poco fa. Albert è un pirata dell'etere e la sua stazione, Radio Scotland International trasmette non lontano da Groeningen. Questa mattina l'ho ricevuta su 6201 kHz, verso le undici, il clip qui incluso si riferisce proprio all'annuncio di "Marco" alle undici in punto. Di solito le stazioni nella banda dei 48 metri sono attive la domenica mattina ma il lunedì di Pasqua è festivo anche in Olanda. La piccola emittente non autorizzata utilizza un trasmettitore surplus, l'usato militare, da 400 watt, sufficienti per arrivare fin qui con una discreta intensità. Su YouTube trovate un filmato di questo trasmettitore, un Rohde&Schwartz SK-050, un classico per questo tipo di stazioni.
Once again thanks for Radio Scotland's nice programming and QSL, Albert!

20 dicembre 2008

I tre affamati (per beneficenza) musicanti di Breda

Tempo fa a Lugano, in occasione di un convegno organizzato dal premio Moebius (una sorta di medaglia europea concessa alle migliori produzioni multimediali), ho ascoltato con interesse l'intervento di Nicoletta Jacobacci sul tema della "cross medialità", la nuova arte di confezionare contenuti e programmi assemblando contributi e linguaggi di mezzi diversi. Nicoletta è la responsabile della divisione Interactive TV dell'EBU e nel suo lavoro ha quotidianamente a che fare con le iniziative dei vari broadcaster europei federati nell'organismo ginevrino. Uno degli esempi presentati a Lugano mi aveva molto divertito e oggi su Medianetwork ho visto che il "programma", intitolato Serious Request, è tornato alla ribalta in questi giorni, nella città olandese di Breda, dopo aver toccato negli anni passati Utrecht e Den Haag.
L'idea di Serious Request non è originalissima, si tratta dopotutto di un semplice radiothon, una maratona radiofonica per raccogliere fondi destinati a varie iniziative benefiche (il progetto vede anche la partecipazione della Croce Rossa olandese). A renderlo così particolare è la capacità di mescolare la trasmissione via radio con gli interventi sulla televisione, sui giornali e, naturalmente, su Internet. Per sei giorni di fila, tre DJ del canale radiofonico 3FM - la stazione di musica pop che secondo Wikipedia venne creata a metà anni sessanta come terzo canale radiofonico per contrastare la popolarità dell'emittente offshore Radio Veronica - si chiudono all'interno di uno studio con le pareti di vetro al centro di una città importante e trasmettono ininterrottamente, a turno, senza toccare cibo. A Serious Request la regola è una sola: si fa radio senza mangiare niente. Per tutte queste ore Giel Beelen, Coen Swijnenberg e Paul Rabbering non faranno altro che trasmettere, interagire col pubblico in tutti i modi e raccogliere le offerte della gente. I donatori vengono ricompensati con una dedica sui brani musicali.
La prima edizione di Serious Request (da allora lo slogan di 3FM è Serious Radio) è andata on air nel 2004 e il concetto è stato ripreso anche in Svezia con Musikhjälpen, coinvolgendo come succede per il nostro Telethon la televisione e la radio pubblica. Musikhjälpen si è appena concluso con una raccolta di quasi 230 milioni di euro, non male per una nazione con pochi abitanti come la Svezia. A quanto dice Medianetwork il governo olandese si è impegnato a devolvere 2,5 milioni di euro se i tre DJ di 3FM riusciranno a raccogliere la stessa somma nei sei giorni della loro maratona. Mantenendo il loro impegno a digiunare per tutto questo tempo. Al link poco sopra potete seguire la diretta audio, mentre qui c'è il photostream di 3FM su Flickr.

15 giugno 2008

Groot Nieuws, Bad News. Le onde medie religiose costano

Mezzo milione. Questa è la somma che l'emittente religiosa olandese Groot Nieuws (great news) Radio sta chiedendo ai suoi ascoltatori come contributo "volontatorio" ma obbligatorio per andare avanti. Groot Nieuws aveva rilevato diversi mesi fa, da una emittente specializzata in musica oldies, la frequenza di 1008 kHz. Ma evidentemente aveva fatto i conti senza l'oste. Le onde medie, date le potenze in gioco, costano parecchio, specie se non intendi rinunciare a un ciclo di trasmissione senza interruzioni.
Groot rischia la chiusura così come tante altre esperienze analoghe in Olanda. Magari non a contenuto religioso, è vero, ma considerando che altrove la religione alla radio è l'unica che tira la news è tutt'altro che great... A ulteriore conferma della distanza, ormai forse incolmabile, che il pubblico europeo ha messo tra di sè e la radio della tradizione, quella del trasmettitore unico, in grado di coprire aree molto estese. In Olanda poi tutto questo non ha senso. Piatta e di piccole dimensioni com'è, l'FM da quelle parti svolge un ottimo servizio. Se a Groot interessasse una audience internazionale stile Lussemburgo su 1440 (in forte crisi anche lei e anche molto delusa da una sperimentazione in DRM che non ha portato ad alcun risultato), forse le onde medie serali e notturne avrebbero ancora senso. Ma resterebbe la questione dei costi.
Groot chiede agli ascoltatori di sottoscrivere donazioni una tantum e possibilmente ad abbonarsi con una piccola somma mensile da addebitare sul conto corrente, promettendo in cambio dei CD in regalo. Il modello di business della stazione è puramente commerciale. Groot dichiara infatti di non percepire un soldo in pubbliche sovvenzioni, tutto dipende dalle donazioni e dalla vendita di pubblicità, immagino che il fatto di essere ripresa dai bouquet via cavo non porti granché in cassa. Buffo per una stazione religiosa molto simile alla britannica Premier Christian Media, che però viene interamente gestita come charity, anche se l'emittente propone due shop elettronici per l'acquisto di libri e Cd e prodotti eco-solidali, in perfetta linea con la tradizione ecclesiastica dei bazaar.
Le onde medie in Europa sono diventate anacronistiche. Resistono forse pochi modelli comunitari e molto locali, come per una manciata di stazioni spagnole. Resistono ancora le emittenti pubbliche, ma probabilmente tutte, senza eccezioni, si stanno chiedendo che senso abbia proseguire quando gli ascoltatori conoscono solo l'equazione radio=FM. E l'alternativa digitale? Per un broadcaster dev'essere una cocente delusione. Tante promesse, tanti esperimenti. Ma anche là dove esiste la relativa sicurezza di un mercato di ricevitori, come per il DAB, emergono fatti inquietanti come l'indifferenza degli ascoltatori, i codec audio peggiori della migiore FM, gli elevati costi infrastrutturali. Vedrete che presto o tardi le onde medie, in Europa, verranno abbandonate da tutti. A quel punto forse si potrà sperare in una intelligente deregulation (poche regole anti-interferenziali e liberi tutti, a patto di restare sotto certe soglie di potenza) che apra la strada all'esperienza delle microstazioni comunitarie e associative. Ma temo di essere parecchio utopico in questo.

19 aprile 2008

Una Webradio comunitaria e internazionale

Si autodefiniscono "a bunch of hackers, (pirate) radio broadcasters, radio artists, media activists, independent musicians and others, who are dedicated to the open-publishing ethos". Sono i realizzatori del progetto di radio collaborativa Open Radio. Sono olandesi, ma come ci racconta Indymedia tedesco, da qualche giorno il sito dell'Open Radio Group è stato aperto ai contributi internazionali. Per ora in lingua olandese, tedesco e inglese, ma francese e italiano sono in arrivo. Alcune parti del sito sono state tradotte nella nostra lingua.
L'idea è quella di liberarsi una volta per tutte delle restrizioni imposte dai regolamenti dello spettro e adottare Internet come piattaforma distributiva. Il target di questa innovativa stazione-collettivo politico (dopo le ultime elezioni si può ancora scrivere, in Italia, "collettivo politico"? Speriamo...) è sicuramente già fornito di connettività. Insomma, la proposta ha senso, anche se implica, in prospettiva, un ulteriore impoverimento dell'etere radiofonico.
Il "bunch of hackers" non deve farci pensare alle emittenti pirata dei 48 metri, in genere assai poco politiche e poco evolute musicalmente. Qui abbiamo a che fare con le emittenti comunitarie delle città d'Europa, soprattutto in Olanda e Germania, e del resto del mondo. Stazioni non sempre legali ma molto impegnate, molto schierate sui temi dell'anti globalizzazione, e caratterizzate da offerte informative e musicali molto spinte.
L'accesso ai contenuti del sito può avvenire in modalità diverse. C'è un pulsante per ascoltare in una finestrella Java lo stream in formato OGG. Ma si può anche accedere a un archivio ordinato per data o ancora prelevare i programmi più interessanti in podcast. Tutto è copyleft e tutti possono contribuire rispettando le linee editoriali e il multilinguismo del sito. I contributi possono essere di tre tipi: programmi (della durata di un'ora al massimo), notizie (più brevi) e musica (occhio alle questioni di copyright).
Per le questioni più tecniche e per diventare contributori date un'occhiata, sul sito di Open Radio, alla pagina dei link: troverete un sacco di riferimento ai software per "fare radio" e per mettere online gli stream audio. Ce n'è per tutti i gusti e per i sistemi operativi Windows, MacOS e Linux. Altri link riportano a interessanti associazioni di radio comunitarie e libere. Vorrei citare qui il portale Freies Radio (anche in italiano).
Auguri, Open Radio.

Open-radio wird international
18.04.2008 09:07

Die neue unabhängige Plattform für freies Radio geht in die dritte Woche seit der Öffnung für internationale NutzerInnen!
Morgen, am Samstag, 19.4. gibt es ein Themenspecial zum G8.
Vor einiger Zeit in den Niederlanden: Piratenradios sterben oder senden nur eine Stunde in der Woche...Einige Menschen taten sich zusammen um der Welt eine neue Möglichkeit für freie Medien zu schaffen. Ursprünglich als streamende Austauschplattform für niederländische Piratenradios gedacht, entwickelte sich die Idee bald weiter.
Warum nicht allen die Möglichkeit geben, selbstproduzierte Beiträge zu veröffentlichen? Dass das Projekt 24 Stunden am Tag hörbar sein sollte war da schon klar.
Leere Zeiten sollten mit Musik aufgefüllt werden. GEMA-Diskussionen wurden schnell beiseite gelegt, denn alle fanden es richtig, nur Musik ohne kommerzielles Copyright zu spielen. Dass das gar kein Problem ist, stellte sich bald heraus, denn z.b. Creative-Commons-lizensierte Musik ist reichlich und in guter Qualität vorhanden. Die Recherche ergab: Dieses Internetradioprojekt würde etwas ganz Neues werden. Es gab zwar einige Archive im Internet und auch viele Internetradios, es gab auch Playlisten bei denen man selbst etwas hinzufügen konnte, aber ein Internetradio bei dem JedeR selbst bestimmen kann, wann der Beitrag gespielt werden soll, etwas ohne kommerzielles Copyright, und das noch mit einem explizit emanzipatorischen und freiheitlichen Ansatz und open-source Software gab es nicht. So folgte erstmal eine längere Phase des Programmierens. Letztes Jahr war es dann soweit: Open-Radio ging online und ließ sich testen, erstmal mit dem Fokus auf die Niederlande.
Jetzt wird Open-Radio international. Der Testlauf bei den Freiraumtagen war erfolgreich und Open-radio.nl ist bereit, seine Bekanntehit u vergrößern. Es kann noch viel verbessert werden, aber Open-radio stellt sich der Herausforderung. Seit der Öffnung für internationale NutzerInnen steigt das Angebot von spannenden Sendungen, und im Moment gibt es täglich mindestens zehn Sendungen zu hören.
Es gibt verschiedene Möglichkeiten, Open-radio.nl zu nutzen. Man kann einfach jederzeit "Einschalten", und die Seite als Ersatz fürs normale Radio benutzen.
Man kann aber auch nur einzelne Beiträge als Podcast runterladen und ausgewählte Sendungen hören, bzw. in seinem eigenen freien Radio aussenden. Man kann aber auch den ganzen Stream übernehmen, z.B. um sein eigenes Programm aufzufüllen. Und natürlich geht es auch darum, unkommerzielle und alternative Beiträge einer größeren Öffentlichkeit zugänglich zu machen!
Die Sprachen der Beiträge sind beschränkt auf die Sprachen, die die Mitglieder der Moderationsgruppe verstehen können, das sind derzeit Niederländisch, Englisch und Deutsch.
In Ausnahmefällen werden auch Französische und Italienische Beiträge zugelassen.
Inhaltlich werden Beiträge, die diskriminierend oder fanatisch religiös sind aussortiert.
Open-Radio freut sich über neue HörerInnen, ModeratorInnen, ProgrammiererInnen, Einladungen zu Infoveranstaltungen, Geldspenden, Publicity und über Anregungen, Nachfragen, Kritik, Wünsche etc.

05 marzo 2008

L'Olanda riscopre le onde medie

Per una nazione come il Canada, che abbandona gradualmente le onde medie, l'Olanda ha appena rilasciato licenze a vecchie e nuove stazioni nella storica banda tra 529 e 1602 kHz. Anche il Belgio, tra l'altro, ha appena deciso di consentire all'ente pubblico VRT di sospendere le trasmissioni su tre frequenze in onde medie (540, 1188 e 1512 kHz) e non si sa se questi canali verranno riassegnati. Questo è quanto comunicato da Media Network l'altro giorno a proposito delle nuove stazioni olandesi.

The winners of the five regional Dutch mediumwave licences advertised in November 2007 have been announced. Two have been awarded to Crosspoints BV, the company that owns Arrow Classic Rock and Arrow Jazz FM. This has caused great surprise in the Netherlands, given that Arrow recently relinquished the high power channel of 675 kHz. The company isn’t saying what it plans to do with the frequencies, but a spokesperson told the website RadioFreak.nl that “internally we do have an idea what we’re going to do with them, but I can’t yet say anything.”
The frequency of 1485 kHz has been awarded to Radio Marina, an oldies station. The frequency was advertised for a single transmitter in The Hague, but on its website Radio Marina says it plans to operate two transmitters serving South Holland and Flevoland. The first transmitter is scheduled to start broadcasting on 9 March.
Almere 1224 kHz has gone to Stichting Radika, which currently broadcasts on FM from Rotterdam under the name Radio Amor. Finally, Amsterdam 1557 kHz has been awarded to Stichting BKB3, which currently operates Magic FM in Amsterdam and Alkmaar.

In summary, these are the new stations:

* Heinenoord 828 kHz 20 kW (day) and 5 kW (night): Crosspoints BV (Arrow): not yet in operation
* Echt 1035 kHz 10 kW: Crosspoints BV (Arrow): not yet in operation
* Almere 1224 kHz 40 kW (day) and 20 kW (night): Stichting Radika (Radio Amor): not yet in operation
* Location unconfirmed 1485 kHz 1 kW: Radio Marina (due to launch 9 March)
* Tilburg 1485 kHz 1 kW: Radio Marina (future plans)
* Amsterdam 1557 kHz 1 kW: Stichting BKB3 (Magic FM): not yet in operation


26 maggio 2007

FMeXtra adottata da due stazioni olandesi

Giovanni Necchi, "Mister FMeXtra in Italia", mi ruba il mestiere andando a pescare una notizia passata la scorsa settimana da Media Network. La stazione olandese Radio 10 Gold - molto discussa in questi giorni per la decisione della proprietà, il gruppo mediatico Talpa Radio, di abbandonare i 1008 kHz in onda media - verrà diffusa con tecnologia FMeXtra insieme a un'altra emittente del gruppo, Juize FM. Le due emittenti saranno per il momento disponibili sulla frequenza (i 102.4) di una terza radio, Radio 538. Media Network avverte che questa nuova modalità di trasmissione comporta, per gli ascoltatori, un inconveniente: i ricevitori compatibili non sono ancora molto numerosi e in Olanda non sono ancora neppure arrivati. Quello che conta è però il principio: se FMeXtra dovessere sfondare in un mercato piccolo ma maturo e rappresentativo come quello olandese, potrebbe usare tale notorietà come trampolino per un futuro europeo assai radioso. Mi permetto a questo proposito di prendermi una piccola rivincita segnalando a Giovanni che lo stesso Media Network ha riportato il 23 maggio la notizia della seconda stazione FMeXtra olandese nel giro di pochi giorni: Sky Radio da Hilversum utilizzerà i suoi 101.2 MHz per diffondere in FMeXtra anche lo stream di TMF Radio, un canale che finora era disponibile solo su Web. Diversamente dal nostro caso, l'etere olandese è talmente ordinato da poter forse consentire la sperimentazione di tecnologie ibride come IBOC. Ma FMeXtra ha il vantaggio, forse, di una minore invasività rispetto alla tecnologia Ibiquity e un minor costo di implementazione.
L'amico Giovanni mi ha separatamente inviato un altro dei suoi interessanti documenti tecnici. Questa volta si tratta di una applicazione alternativa di FMeXtra chiamata LinkeXtra LinkeXtra è un demodulatore delle sottoportanti FMeXtra da utilizzare in abbinamento ai ponti di collegamento delle stazioni FM, per consentire il trasporto, sulla stessa frequenza, di un maggior numero di programmi. Per esempio, spiega Necchi, è possibile affiancare al trasporto di un MUX analogico con RDS, altri due canali digitali. Oppure, andando in full digital, il ponte radio può diffondere uno stream contenente una trasmissione mono analogica e più di quattro programmi stereo digitali.