24 settembre 2011

Reti mobili autoadattative: si restringe il gap broacast-broadband

Splendida la serie di articoli che Stacey Higginbotham dedica sul blog GigaOM a una problematica che potremmo definire di "infrastruttura radiomobile cognitiva". Intervenendo a Torino nel dibattito sulla contrapposizione tra modelli broadcast e broadband, Tim Davie, responsabile Audio & Music della BBC, ha in pratica affermato che gli attuali vantaggi della trasmissione punto-multipunto che caratterizzano un approccio broadcast verranno prima o poi compensati dall'evoluzione tecnologica e architetturale delle reti punto-punto IP. Gli articoli della Higginbotham vanno proprio in questa direzione. L'esperta di GigaOM mette in evidenza le difficoltà che una rete cellulare pianificata ex ante e poco elastica ha nel rispondere a picchi di traffico diventati sempre più variabili. In qualsiasi rete costruita su nodi e antenne immutabili può capitare che una parte dell'infrastruttura non abbia niente da fare mentre alcuni punti diventano roventi per le richieste di capacità trasmissiva.
L'industria sta reagendo con tecnologie che consentono di introdurre elevate dosi di flessibilità e capacità "riconfigurativa". E' una soluzione basata su vere e proprie iniezioni di intelligenza di rete, contrapposte a strategie che aumentano la granularità (ma anche la complessità) di una rete attraverso l'inserimento di celle di dimensioni più piccole, le pico- o addirittura femtocelle.
La Higginbotham cita per esempio la startup israeliana Intucell, specializzata in algortimi di Self Optimizing Network. In pratica il software di Intucell riesce ad analizzare l'attività RF intorno alle stazioni base di una rete 3G e interviene in tempo reale variandone le capacità nei punti sottoposti a carichi più o meno intensi e riallocando le cosiddette risorse di backhaul, in pratica in bocchettoni che uniscono le antenne radio di una rete cellulare alla fibra che trasporta l'insieme dei dati.
Se Intucell offre una soluzione puntuale, due colossi infrastrutturali come Alcatel-Lucent e il suo concorrente Nokia-Siemens rinnovano radicalmente in senso cognitivo le loro offerte. Le nuove soluzioni si chiamano, rispettivamente, lightRadio (Alcatel-Lucent) e Liquid Net (Nokia Siemens Network). Le reti mobili si stanno in pratica adattando alla rapida espansione e al cambiamento degli stili di comportamento dei loro utilizzatori, alla crescita geometrica dei terminali per la Internet mobile. L'autoottimizzazione e l'adozione di nuovi protocolli orientati ad applicazioni di datacasting e multicasting ci porteranno inevitabilmente verso la realtà descritta da Tim Davie. Secondo il manager BBC il tempo necessario si misurerà in almeno dieci-quindici anni, ma queste previsioni sono difficili. Tecnologicamente potremmo arrivarci molto prima.

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