Con la consueta, nutrita serie di premi si è conclusa la scorsa settimana la 63esima edizione del Prix Italia. Intanto complimenti all'Istituto Barlumen per il riconoscimento ottenuto per la migliore opera originale con la rivisitazione fiabesca di Pollycino, di Gaetano Cappa e Marco Drago. Un bel debutto per Radio 24, che ha messo in onda Pollycino e ha partecipato per la prima volta al Prix. La lista completa dei vincitori si trova qui.
Dal mio punto di vista la grande novità di quest'anno è stato il ruolo di Web Radio 6, il canale solo Web che Radio RAI dedica alla programmazione culturale di archivio. L'emittente via Internet ha trasmesso in diretta gli eventi inaugurale e finale del Prix Italia, ma ha soprattutto curato la diffusione dei programmi vincitori delle passate edizioni. Trovate i dettagli e la possibilità di scaricare le registrazioni, curate da Mariù, sul forum di Radiopassioni.
Secondo il responsabile Bruno Socillo, che ha partecipato al convegno "La radio che cambia", le offerte "non lineari" di Radio RAI sono sempre più seguite. Nel primo quarto del 2011 i programmi radiofonici terrestri hanno generato un totale di 20 milioni di download di podcast e se Radio 2 fa la parte del leone con i suoi contenuti più "nazional-popolari" anche l'intellettuale Radio 3 produce qualcosa come un milione di podcast scaricati. Per i tre canali Web radio l'audience è ancora di nicchia, ma coinvolge comunque, ha precisato Socillo, «due o trecentomila persone al giorno, per ciascun canale» e funge soprattutto da laboratorio di sperimentazione di contenuti alternativi che potrebbe tradursi - varata l'infrastruttura DAB+ - in una offerta via etere originale ed esclusiva rispetto all'FM.
A proposito di "La radio che cambia", ho riversato l'audio dei vari interventi. Se come al solito avete pazienza con la qualità, potete ascoltarli qui:
Prima parte:
Seconda parte:
Seconda parte:
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