Anche lei è un'iniziativa di area linguistica francese e anche lei può essere considerata un pioniere del genere, avendo mollato gli ormeggi quasi cinque anni fa. Parlo della piattaforma Radionomy, una delle prime ad aver praticato il concetto della radiofonia su Web "as a Service". Radionomy viene costituita a Bruxelles nel 2007 (come riferivo allora) e si apre al pubblico l'anno dopo con un'idea allora molto innovativa: mettere a disposizione un ambiente server e un client gestionale (purtroppo solo per Windows, anche se nel 2010 era stato promesso un "manager" 2.0 versione Web) per la creazione di programmi radio 2.0. Nessun problema di affitto di linee dedicate per l'audio serving, nessun problema con i diritti sulla musica di sottofondo o da trasmettere. Pensa a tutto Radionomy (radio+autonomy), al massimo il creatore di una Web radio deve pensare a confezionare dei file audio da programmare nel tempo, o da trasmettere live grazie alle estensioni del software arrivate nel frattempo. Il proprio canale Web radio diventa così un semplice widget HTML da integrare direttamente sul proprio sito o blog, cliccandosi sopra parte immediatamente la riproduzione musicale o la programmazione.
L'autorevole TechCruch ha reso noto in questi giorni che Radionomy, che nel luglio del 2011 ha superato quota tremila radio create, con oltre 170 generi musicali classificati e i 20 milioni di contatti in tutta Europa (la più grande piattaforma per la Web radio fai da te del continente), ha deciso di estendere ulteriormente i suoi servizi.
Già adesso la struttura di Radionomy è abbastanza articolata. Musica con diritti assolti per tutti i gusti, la tecnologia del Radio Manager, player mobili per Andorid e iPhone e un accesso gratuito per i radioproduttori in erba: il modello di business è la condivisione di banner pubblicitari e annunci audio che gli inserzionisti possono a loro volta gestire grazie a uno strumento chiamato Adionomy. Con Streamonomy, la novità che secondo TechCrunch verrà introdotte a gennaio 2012, come ribadisce del resto il canale Facebook di Radionomy, la piattaforma verrà estesa anche alle stazioni radio che diffondono già i loro programmi via Web e persino (anche se quest'ultimo punto non è ben chiaro nelle sue modalità) alle stazioni convenzionali interessate a loro volta a incrementare la loro presenza su Internet. Resto in attesa di conoscere nel dettaglio i contenuti di questa offerta, che potrebbe anche introdurre nuove forme di collaborazione editoriale e condivisione.
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