[pubblicato in origine il 29 novembre 2011] Sul Corriere di oggi si è mobilitato Giovanni Caprara in persona per riprendere l'ipotesi, rilanciata da un generale russo in pensione, Nikolay Rodionov, di una sorta di azione di radioguerriglia spaziale sferrata dalla ionosonda americana HAARP per stroncare sul nascere la missione russa verso il satellite marziano di Phobos, la sonda Phobos-Grunt, qui raffigurata in una infografica Novosti. Non è certo la prima volta che HAARP finisce al centro di una teoria cospirazionista, ma in questa occasione l'origine della teoria è un po' più autorevole: addirittura un militare russo un tempo incaricato del controllo dei sistemi di difesa missilistica.
Non avevo ancora affrontato l'argomento ma in realtà stavo seguendo la malinconica vicenda di Phobos-Grunt attraverso la mobile app RIA Novosti che avevo scaricato sull'iPhone. Che cosa è successo? Il 9 novembre i russi hanno lanciato da Baikonur una missione che avrebbe dovuto prelevare campioni di suolo dal satellite naturale del pianeta marte e rilasciare intorno allo stesso pianeta un satellite artificiale cinese. Fatto sta che al momento della separazione della sonda dal vettore di lancio qualcosa è andato storto e Phobos-Grunt si è ritrovata in una orbita di parcheggio terrestre con davanti a sé solo due settimane per ripetere un tentativo di partenza per il suo viaggio verso marte. Purtroppo la finestra si è chiusa senza che questo tentativo andasse in porto e anche le comunicazioni radio con la sonda si sono rivelate molto difficoltose. Tra il 22 e il 23 novembre - poche ore prima del lancio del Mars Science Lab con il suo rover marziano da parte della NASA, avvenuta il 26 - l'ESA annuncia di essere riuscita a inviare a Phobos-Grunt il comando per il dump dei dati telemetrici di bordo attraverso le sue parabole di Perth, nell'America del Sud e sulle Canarie. Ma secondo Novosti la telemetria, codificata, sulle prime non era interpretabile e quando l'operazione di decodifica è andatata a buon fine, almeno parzialmente, non è stato comunque possibile determinare le ragioni della mancata partenza.
Mentre Novosti sottolineava la positiva collaborazione tra l'ESA, l'ente spaziale russo ROSKOSMOS e il laboratorio della Lavochkin Research and Production Association, i toni del canale televisivo internazionale RT erano invece molto diversi. La decodifica della telemetria, secondo questa fonte, sarebbe stata compromessa dalle "incompatibilità tra le frequenze di comunicazione dei sistemi russi e occidentali": una cretinata colossale. Per buona misura RT (la stessa che ha mandato in onda un servizio sulla misteriosa stazione probabilmente spionistica "soviet buzzer" cita Interfax, l'agenzia che ha parlato con Rodyonov, menzionando esplicitamente una possibile interferenza tra il vettore di Phobos-Grunt e la stazione sperimentale americana in Alaska.
Per la verità nel dispaccio Interfax le dichiarazioni di Rodyonov sembrano piuttosto riferirsi al fatto che i russi dovrebbero essere preoccupati per la presenza delle installazioni americane in Alaska e Norvegia e che i sistemi missilistici russi farebbero bene a evitare l'uso di componentistica occidentale. «Dobbiamo essere consci della possibilità che qualcuno invii un segnale verso un chip nascosto, disabilitando i nostri missili, anche quelli militari,» ha fatto capire Rodyonv. Detta così la cosa appare un po' meno complottistica, ma resta pur sempre forzata. Una cosa infatti è non riuscire a decifrare una trasmissione protetta, tutt'altra cosa è estrarre da un segnale radio il bit-stream orginale delle informazioni. E' impensabile che all'ESA non sappiano come farlo, le informazioni sulla telemetria spaziale russa sono parzialmente di dominio pubblico, su questa pagina Web trovate per esempio una storia piuttosto dettagliata.
Questi scenari da space war non sembrano compatibili con il livello di cooperazione internazionale che le missioni spaziali con obiettivi civili impongono per una banale questione di tracciabilità delle sonde dalle varie stazioni di terra coinvolte nelle operazioni di radiocontrollo. La causa più probabile per l'ormai sicuro fallimento della sonda russa rimane un malfunzionamento, e non sarebbe neppure il primo considerando che secondo la NASA i russi hanno fallito tutti i 17 tentativi di raggiungere marte dal 1960 a oggi.
L'ennesimo smacco deve bruciare parecchio sapendo che i "concorrenti" americani della NASA sono riusciti a lanciare la sonda Curiosity tre giorni fa. Puntualmente, i radioamatori spaziali si sono messi all'opera e già sabato sera è arrivato il comunicato del gruppo tedesco AMSAT-DL che utilizzando il radiotelescopio di Bochum ha catturato la telemetria di Curiosity, ricevuta su una frequenza di 8401.4283127 GHz in banda X con una modulazione indotta dallo spin del velivolo pari a ± 3 Hz in un periodo di circa 1 minuto. La distanza di Curiosity in quel momento doveva essere nel range dei 112 mila chilometri. La notizia, ripresa da AMSAT-UK è addirittura finita sul sito generalista The Register. Capisco la solita voglia di sensazionalismo, ma mi pare più interessante mettere in risalto imprese (ottenute grazie a informazioni di pubblico dominio) come quella del gruppo di AMSAT-DL piuttosto che ai vaneggiamenti di un ex ufficiale.
Una efficace confutazione delle ipotesi formulate da Rodyonov è apparsa in questi giorni sul sito di Scientific American:
[...] Phobos–Grunt's orbit has been between 200 and 400 kilometers. It turns out that the beam is indeed diffuse at that height. The maximum energy that Phobos–Grunt could have felt from HAARP would have equaled a power density of 1.03 milliwatts per square centimeter, according to Selcher. That is like shining a 60-watt lightbulb on the craft from 21 meters, he says. The sun, on the other hand, blasts the top of the atmosphere with an average of 135,100 milliwatts per square centimeter.[...]
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